Capitolo 5: Continua a correre
Nel corso di quella fuga movimentata, (T/n) si era più volte riparata alle spalle di Ace, notevolmente più forte di lei, per schivare i rami e le fronde degli alberi in modo da non graffiarsi. Vigliaccamente, lo aveva usato come scudo umano, con molto disappunto da parte del ragazzo, cosciente di come la ragazza lo stesse utilizzando.
Se non fosse stato per il rischio di attirare l'attenzione di Garp, Ace avrebbe immediatamente cominciato ad inveirle contro.
Sospirò e a bassa voce, le ordinò di smetterla di sfruttarlo per pararsi dalle piante, che, a detta sua, non l'avrebbero mangiata, ma al massimo le avrebbero procurato solo qualche graffio.
Per quanto poco li conoscesse, (T/n) era riuscita ad inquadrare i tre ragazzi ed Ace era sicuramente quello da non far arrabbiare. Spostò la sua attenzione sul minore dei fratelli, Luffy.
Lo aveva etichettato come 'il buffone' del trio e aveva notato un aspetto molto bizzarro riguardante il corvino. Sgranò gli occhi, vedendolo allungare un braccio, seppur disastrosamente, per tentare di sgomberarsi la strada.
Sapeva che esistevano frutti, che prendevano il nome di 'frutti del diavolo', in grado di dare all'individuo che ne mangiava uno, un determinato potere, perdendo però per sempre la capacità di nuotare.
Era la prima volta che le capitava di vederne gli effetti dal vivo e si appuntò mentalmente di ricordarsi di chiedere a Luffy che frutto avesse mangiato e quali poteri ne derivassero.
Non era il momento giusto di concentrarsi su quale fosse il frutto che Luffy aveva sicuramente ingerito per sbaglio, a giudicare dall'ingordigia di cui era stata testimone nel corso della serata.
Per non restare indietro, rispetto ai tre ragazzi che l'avevano surclassata, aumentò ulteriormente la velocità, cercando in contemporanea di non inciampare su qualche pietra o qualunque altro ostacolo che si possa trovare in una foresta.
Non si era mai trovata a fuggire da un marine, nonostante sarebbe potuto accaderle un giorno o l'altro, a causa dei suoi genitori, di cui aveva celato l'identità ai suoi benefattori, liquidando la loro assenza con la storia della tempesta.
Non le piaceva essere costretta a mentire, ma il suo istinto l'aveva spinta a questo, voleva sopravvivere, a costo di non essere onesta come avrebbe voluto. Lo faceva per sé, ma anche per coloro che l'avevano accolta.
In una condanna, la linea di sangue di una persona era un aggravante ai reati compiuti dall'imputato. Nel caso si fosse trattato di un innocente, alcuni marines non si sarebbero fatti da parte, ed imperterriti, pur di eliminare dal mondo ciò che consideravano il male, avrebbero sporcato le loro mani con del sangue innocente, ma da loro ritenuto impuro, in quanto discendente di qualche criminale pericoloso.
(T/n) non aveva mai capito il perché succedesse questo. Tutto quello che vedeva attraverso gli occhi di un'innocente di bambina di dieci anni era l'ingiustizia che avrebbe subito un eventuale figlio del Re dei Pirati. O che sarebbe potuta toccare a lei, nel caso il suo nome fosse stato reso noto alla marina o a qualche cacciatore di taglie.
Era spaventata dalla non tanto remota che questo potesse accadere. I volti ed i nomi dei suoi genitori erano conosciuti in tutti i mari e venivano pronunciati con timore, in particolare quello di suo padre.
Tutto ciò che le avevano lasciato di concreto, in una quantità superiore all'affetto che desiderava, erano l'amore incondizionato per l'indomabile e temibile mare e il costante terrore che un giorno i marines avrebbero bussato alla loro porta, privandola della sua tanto amata famiglia e della libertà, impedendole di raggiungere il mare.
Trasportata dai pensieri riguardanti i suoi cari genitori, perse velocità, considerando quella fuga come una preoccupazione inutile.
Luffy aveva continuato a correre, superandola nuovamente e raggiungendo i due fratelli maggiori, senza accorgersi di averla lasciata indietro a causa dell'oscurità che li circondava.
Sabo le aveva dato un'occhiata, dopo essergli passato velocemente accanto, senza però fermarsi per non lasciare che Garp guadagnasse terreno.
Ace, nonostante fosse quello più distante, fu l'unico a cessare la sua corsa verso un luogo sicuro e lontano dal marine che ancora li inseguiva, avendo sentito i passi affievolirsi.
Era indeciso se lasciarla indietro, rischiando così che si perdesse e non riuscisse più a trovare l'uscita da quella foresta, oppure prenderla per mano e portarla con sé.
Nel momento in cui la sottrasse a quei rottami dove sarebbe sicuramente andata incontro alla fine senza il suo intervento, Ace se ne prese la responsabilità, un peso in più gravava sulle sue spalle. Non poteva lasciarla in balia di sé stessa, non dopo che l'aveva salvata.
Le tese la mano, pazientando più di quanto pensasse di essere in grado, sperando che la afferrasse, fidandosi di lui, senza essere obbligato a costringerla.
"Muovetevi." la voce di Sabo risultò abbastanza flebile, ma forte abbastanza da essere udita dai due destinatari. "Ace, non vorrai che Luffy ti superi..." lo sfidò poi il biondo.
Ace sghignazzò, neanche in un milione di anni, Luffy lo avrebbe superato. Anche a costo di dover trascinare (T/n), non avrebbe mai accettato una sconfitta da parte del fratello minore, nonostante non ci fosse alcun traguardo che potesse decretare il vincitore.
"Devi continuare a correre." esclamò Ace, spronando (T/n) ad afferrare la sua mano, in modo che potessero andarsene insieme, senza che nessuno rimanesse indietro.
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