Quando mi rigiro Dylan era dietro di me, la luce era debole a causa della lampada a led regolabile, era vicino, molto vicino, e io ero contro il muro, si avvicina ancora e i nostri respiri diventano uno solo, nessuno dei due parla, ad un certo punto le nostre labbra si uniscono, sotto le note di "7 years" risuonavano marcate. Era il nostro primo bacio, in una stanza d'hotel, all'una e 40 di mattina, tra un disastro e la perfezione.
Le sue mani sui miei fianchi, non so se ci sia qualcosa di più bello, dovrei staccarmi ma non riesco, è troppo alto e io a stento, anche se in punta di piedi,ci arrivo.
Mi prende in braccio e in questo momento ho paura di pesare una quintalata, mi fa sedere sul letto e si stacca, sento un vuoto dentro di me ma sto zitta. Lui va in bagno e io mi metto sotto alle coperte perché mi é venuto sonno. Non mi sono ancora addormentata e Dylan torna in camera, si stende vicino a me e pensando che stessi dormendo mi do un bacio sulla fronte. Lui si addormenta. Mille pensieri mi passano per la testa, mi scende una lacrima, non so perché. Non voglio pensare che domani devo tornare in quell'orribile posto. Un profumo mi sveglia, Dylan si sta togliendo la giacca e sul tavolino ci sono due brioche e due cappuccini, vorrei svegliarmi cosí ogni mattina, mi vesto e Dylan esce dalla camera dicendo
"Ti aspetto sotto."
Prendo le mie robe e scendo, Dylan è sotto che mi aspetta, salgo in macchina e si avvia verso l'autostrada dopo esser passato dal MC donald's a prendere dei panini da portare via, sono le 12:34 e non so quanto durerà il viaggio, quindi mi metto a guardare fuori dal finestrino. Meno di 20 minuti di viaggio e mi addormento per non so quanto tempo. Arriviamo verso le 7:15, parcheggia la macchina e ci dividiamo nelle due stradine, entro in casa e grido "SONO A CASAAAAAAA" nessuna risposta, giro qualche camera e non trovo nessuno, saranno usciti. Vado in camera mia a mettere a posto i vestiti, arrivano le 9 e ancora nessuno. Mi faccio una pizza e corro un po' sul tapirulan, le 11, nessuno. È buio da un po' e sto iniziando a preoccuparmi, 12:30. Sento una macchina parcheggiare davanti casa ma sono troppo stanca per andare a vedere se siano loro o meno. Sento la porta di casa sbattere, e alcuni passi, lenti, lentissimi, venire verso il salotto, arriva papà, no, non può essere lui, in questo stato, ridotto cosí.
Le lacrime gli rigano il volto e io non ho la più pallida idea di cosa sia successo
"Papà, papà che è successo?"
Non riesce a parlare, prova ad aprire bocca ma non gli esce niente.
Poi tre suoni.
Tre parole.
"Mamma..è è.. Mamma è morta"
Mamma è morta
"Andava troppo veloce.. e nella rotonda una macchina.. l'ha presa in pieno, tuo fratello dorme dalla nonna, per sta sera non vuole tornare"
La rotonda.
Una macchina.
Lei.
Sento un vuoto, un enorme vuoto. A passi quasi più lenti di quando è arrivato mio padre, torno in camera.
Mi stendo sotto il piumone, mi avvolto più che posso e le lacrime iniziano a scendere, prima piano, poi tutto d'un tratto tutte quelle che non avevo mai versato in varie occasioni in tutti questi anni sembrano finalmente uscire, incessanti, sembrano non fingere più.
La mattina dopo mi sveglio, non ricordo neanche di essermi addormentata, oggi non vado a scuola. Non ho intenzione di muovermi da qui, non ho le forze per trattenere un urlo disperato, figuriamoci di alzarmi.