25. NON CI PARLIAMO MOLTO
Mi sveglio sempre in forma
e mi deformo attraverso gli altri.
Alda Merini
Ancora prima di rispondere al nome di "rivale", Davide era stato per Edmund uno dei suoi peggiori amici.
Certo, l'aveva tollerato per ben cinque anni tutte le mattine, e l'aveva persino elencato fra i suoi amici quando aveva parlato col padre. Ma questo, nel caso di Edmund, voleva dire ben poco: infatti, Edmund era troppo abituato a definire amici coloro che meno di tutti rispondevano a questa definizione e che se l'erano conquistata con l'unica referenza di essere parte della sua compagnia a scuola.
Ora, al fastidio che gli procurava ogni volta il vederlo abbigliato da presuntuoso figlio di papà ed il sentirlo parlare con saccente accento snob, si aggiungeva un sentimento sempre più vicino alla gelosia, che molto presto si sarebbe trasformato in invidia.
Erano ormai quindici giorni che tale Davide lo assillava.
Ormai, la sola vista dei suoi capelli castano chiaro pettinati all'indietro disgustava e irritava Edmund fino a fargli perdere la pazienza ancor prima che Davide incominciasse a parlare.
Ma, nonostante questo, Edmund non poteva sottrarsi all'appiccicosa e affatto disinteressata amicizia del rivale a causa di Alessia. Quest'ultima, infatti, stava sperimentando nei confronti di Diana lo stesso sentimento di gelosia che Edmund provava nei confronti di Davide.
Alessia non gli avrebbe più concesso un solo attimo di pace se Edmund, rifiutando di aiutare Davide a far bella figura con l'insignificante nullità dai capelli rossi, le avesse fornito una prova di ciò che lei temeva tanto.
Infatti, grazie al suo intuito femminile, per quanto una simile relazione ai suoi occhi andasse contro ad ogni legge della natura, Alessia aveva fiutato qualcosa tra Edmund e Diana.
Un simile sentimento di gelosia non poteva passare dallo stadio inconscio allo stadio conscio, perché ciò avrebbe comportato un colpo fatale all'autostima di Alessia.
Ed essendo, quindi, in preda ad un sentimento di gelosia ancora ascrivibile alla categoria degli impulsi irrazionali, distruttivi, inconsci che piacciono tanto ai seguaci di Freud perché così forti da sfuggire al nostro controllo, Alessia non poteva essere contraddetta, né tanto meno contrariata.
Alessia era amica di Davide, aveva una cotta per Edmund, era gelosa di Diana. Pertanto, non poteva far altro che incoraggiare il primo a far la corte alla rivale, convincere il secondo ad intercedere per la nuova coppia, e sperare che la terza accogliesse con gioia il suo nuovo pretendente.
«Avanti, dimmi almeno che cosa le piace!» chiedeva Davide.
«E che ne so?» rispondeva secco Edmund.
«É una tua compagna di classe» si lamentò Davide.
«Non ci parliamo molto».
«Qualcosa saprai pure!» esclamò Davide, innervosito, ma ben lontano dall'immaginare il vero motivo del silenzio cocciuto dell'amico.
«Qualcosa. So che media ha in Italiano, so dove abita e so quando compie gli anni, questo so. Tutto qui, cose che sa chiunque».
«Quando compie gli anni?».
«A maggio».
«Che giorno?».
«Il 3» rispose Edmund di malavoglia.
Beh, al massimo ora ha scoperto il suo oroscopo, e io non credo nell'oroscopo, pensò, contrariato di aver suo malgrado risposto a quella domanda.
«E dove abita?».
«Poco più in su di dove abito io» si vantò Edmund.
In fondo, aveva qualche punto di vantaggio sul suo rivale.
«E che media ha in Italiano?».
«8 e mezzo».
«Wow».
Edmund, con una smorfia di disprezzo, pensò che questo dato sarebbe piaciuto molto al suo odioso rivale fissato con i voti scolastici.
«Qual è il suo libro preferito?».
«Non lo so».
«Quale è il suo autore preferito?».
«Non lo so».
«Qual è il suo cantante preferito?».
«Non ne ho la più pallida idea».
«Ha qualche mito particolare? Che so, nel mondo del cinema, nella musica, nell'arte?».
«Non lo so!».
Alessia si intromise: «Avanti, Edmund, cerca di ricordare! Tu, che hai una così buona memoria! Una volta ti ho sentito dire che le piace moltissimo Hugo Pratt... C'era una particolare frase, che ti ha citato... non mi ricordo quale, tu te la ricordi?».
«Certo che no! Non stavo attento».
«Era qualcosa a che fare con la generosità e con l'egoismo».
«Con l'eroismo» rettificò Edmund d'impulso, e poi si morse la lingua.
«E con un boy-scout! Non capisco proprio cosa c'entrasse il boy- scout» incalzò Alessia.
Edmund conosceva a memoria quella citazione, che l'aveva colpito non solo perché l'aveva sentita dalla bocca di Diana, e non aveva quindi alcuna intenzione di farla sapere al suo rivale perché se ne servisse per far colpo su di lei. Tuttavia, lo irritava a tal punto il fatto che Alessia la insultasse senza averla neppure compresa, che il suo amore per la verità si impadronì delle sue corde vocali: «Un vecchio rimproverava Corto Maltese di essere un boy-scout frustrato, per avere ancora degli ideali in un mondo in cui non ce li ha più nessuno!» esclamò, spazientito.
«Ah, ecco, vedi che te lo ricordavi!» notò Alessia, per niente contenta che avesse ritrovato la memoria.
«Me lo hai fatto venire in mente tu» mentì Edmund.
«E poi Chiara, la sua amica, ti ha anche detto che alla Cavalieri piace molto Star Wars, non ti ricordi?» continuò Alessia.
«Sì, può darsi» fece Edmund, alzando le spalle e guardandosi attorno con aria annoiata, giocando con il tappo della penna.
Davide riprese: «Avanti, Ed, dimmi qualcosa! Non mi stai aiutando per niente».
«Aiutarti a far che?».
«A far colpo su Diana!».
«Non capisco come posso aiutarti solo dicendoti che il suo autore preferito è Dumas e il suo film preferito è Star Wars! Perché poi ti dovrebbe interessare cosa le piace, non capisco?! Per fare bella figura devi essere te stesso, avere le tue opinioni, e non temere di dire qualcosa che lei non condivide. Non le piacerebbe di certo un ragazzo che finge di avere le sue stesse opinioni e i suoi stessi gusti! Non è mica così stupida...!».
Accorgendosi di aver perso la pazienza e di non essere più in grado di controllarsi, Edmund inventò una scusa per andarsene, lasciando Alessia sempre più infelice di scoprire che il suo presentimento era fondato, e Davide a meditare il modo per far fruttare i pochi dati che Edmund gli aveva involontariamente fornito.
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