2002 - Areo da turismo contro grattacielo Pirelli
L'undici settembre del 2001 è una data che é entrata, di prepotenza, a far parte della storia contemporanea per l'evento tragico dell'attentato terroristico alle Torri gemelle di New York.
Ricordo che quel giorno ero in servizio, erano circa le 10.00 del mattino, quando mi squillò il cellulare.
Era mia madre che, con voce nervosa e angosciata, mi chiedeva se avevo saputo dell'aereo che era andato a schiantarsi contro uno dei due grattacieli newyorchesi. In quello stesso istante entrò in camerata un collega che trepidante mi comunicava la stessa cosa.
Cercammo notizie più dettagliate utilizzando televisori e computer per i collegamenti in internet fino al punto di assistere in diretta al secondo aereo e al crollo delle torri gemelle. Era ormai palese che si trattava di un attentato terroristico che avrebbe segnato il futuro di molti paesi del mondo.
Quella giornata fu carica di emozioni e di tristezza per quei colleghi americani morti, sepolti dal crollo nel tentativo di salvare il salvabile. Certo, la lontananza e il tempo ci fece ben presto mettere nel cassetto dei ricordi questo triste evento.
Il 18 aprile del 2002 il caso volle che io fossi in servizio, quando, nel pomeriggio intorno alle 17.45, in sala operativa arrivò l'allarme:un piccolo aereo da turismo tipo Rockwell Commander, si è schiantato tra il 25° e 26° piano del grattacielo Pirelli, sede della Regione Lombardia, nel pieno centro di Milano.
L'evento non escludeva, almeno inizialmente, l'eventualità di un attacco terroristico con possibili nuove implicazioni.
Ciò nonostante, ci muovemmo immediatamente per recarci sul luogo dell'impatto.
Nel breve tragitto che dalla centrale ci portava al grattacielo sito nei pressi della Stazione Centrale di Milano, mi tornarono alla mente, come dei piccoli fotogrammi, le immagini di quell'undici settembre.
Il crollo che seppellì tutti, da chi doveva essere salvato a chi doveva salvare, le persone che dai piani più alti, consci dell'accaduto, decisero di spiccare un volo verso una morte non meno orrenda e le urla di chi era presente...il dolore dei giorni successivi.
Tutto questo, ora, lo potevamo ritrovare qui di fronte a noi , tutto questo poteva ripetersi con nuovi attori. Ovviamente non ci fermammo perchè noi abbiamo deciso di intraprendere un lavoro che non permette di dubitare o di soffermarsi a pensare, noi abbiamo in serbo una missione che è quella di salvare a discapito anche delle nostre vite, altre vite.
Arrivammo sul posto con numerose altre squadre dei distaccamenti vicini, coadiuvati da quattro elicotteri dei nuclei di Genova, Torino, Varese e dai colleghi del Piemonte e di Venezia. Sul luogo arrivò anche il nucleo S.A.F della Lombardia (speleo-alpino-fluviale) che, il caso volle, fosse presente a Milano per un corso d'aggiornamento.
Lo scenario che ci si presentò davanti fu abbastanza critico fin dal primo momento in quanto le fiamme, tra il 25° e il 26° piano, aumentavano a vista d'occhio e coloro che erano usciti dall'edificio pressoché incolumi continuavano a gridare disperati perchè dentro c'era ancora altra gente.
Non avevamo tempo da perdere e, nonostante, la testa continuava a ripresentare, come un disco incantato, le immagini delle torri gemelle che crollavano, ci addentrammo nel palazzo, mentre dall'elicottero scendevano i colleghi del nucleo S.A.F. che s'infilarono nell'inferno.
In pochissimo tempo riuscimmo a far evacuare l'edificio e in centocinquanta uomini ci rimboccammo le maniche riuscendo a domare l'incendio.
Il bilancio dell'incidente fu di tre persone per le quali, in ogni caso, non avremmo potuto fare nulla in quanto morirono al momento dell'impatto , compreso il pilota del velivolo ,e di 29 feriti in modo non grave.
A seguito di quest'intervento fummo elogiati, non poco, il nostro coraggio fu paragonato a quello dei colleghi americani.
Credetemi , sono cosciente del fatto che qualcuno da qualche parte ha messo nel cassetto dei ricordi anche questo evento, come io feci a mio tempo e d'altronde come biasimare.
Purtroppo ciò che si vive in prima persona lascia dei segni indelebili e forse è proprio per questo che amo il mio lavoro.
Esso mi da coraggio, mi insegna , mi emoziona , mi gratifica e sopratutto non mi fa mai dimenticare che in fondo sono solo un uomo al servizio della gente.
Noi Vigili del Fuoco
Ho visto un uomo urlare di dolore
Mentre le lamiere ardenti tutt' attorno
Parean voler divorare come bestie affamate
Quel che è rimasto dallo schianto
Compreso colui che, credo,
Mai ha tanto pianto
L'ho visto sdraiato sul freddo asfalto
Mentre altri gli stavan vicino
Il suo sguardo a me rivolto
E con quel filo di fiato
Il sorriso appena accennato :
"grazie, mi hai salvato."
Ma non tutti man sorriso
Alcuni han provato
Ma la morte troppo in fretta
Loro il viso ha gelato
E il mio cuore porta il ricordo
Sia del vivo che del morto mai mi scordo
Ho sentito la terra tremare
I monti franare i fiumi esondare
Per fino il mare l'ho sentito brontolare
Quindi son corso in quei luoghi
Tra il dolore della carne
E l'orrore che pervade la mente
Mi son chinato , ho scavato, ho sperato
Mi sono illuso ed ho pianto
Ma mai mi son fermato davanti a tanto
Ogni flebil rumore , ogni piccolo gesto
Fan crescer la speranza ridanno il coraggio
A quel popolo che oggi ha subito l'oltraggio
E quando un bimbo impaurito
Dietro una lacrima un sorriso cela
Quando gli occhi gli brillan d'ammirazione
In mezzo a tutto quel gran dolore
Un lume mi s'accende nel cor
E la speranza e l'orgoglio del mio lavor
A volte sorrido quando il micio
Vispo e allegro non vuol saperne del mio aiuto
Ma se si trovan in pericol vero
Anche gli animali con gli occhi
quasi a parlar ringrazian felici
E rimane il ricordo di questi piccoli amici
Ma quando è l'uomo che ferisce
Di mano propria porta l'orrore
Qui mi si stringe il cuore
E la ragione non può immaginare
Perchè l'uomo è criminale?
E la rabbia mi prende mi assale
Ma quel lume che porto nel cuore
S'accende per ricordare
La fiamma che arde in me
La passione che mi guida
Il perchè del mio lavoro
Io son qui per loro
Ho visto amici dalle fiamme divorati
Ne ho visti altri nelle acque annegati
E poi ancora da macerie sepolti
Ma noi siam sempre qui pronti
A vestirci da eroi di ogni dì in tutto il mondo
Per soccorrer chi di noi ha bisogno
Giorno dopo giorno nel cuore aumenta
L'orgoglio , la gioia e il dolore
E quella piccola fiamma che in noi brilla
Fa tornare alla mente semplicemente...
Siam uomini comuni e non eroi
Siam vigili del fuoco qui pronti per voi
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