Capitolo 2 -Avere fiducia-
Lasciai anche io la biblioteca e mi avviai ai sotterranei in punta di piedi. Di solito non eravamo autorizzati a girovagare nel castello nelle ore successive alla cena, ma io ed i miei amici avevamo i nostri metodi per non farci beccare, così continuavamo ad uscire ad ogni ora. Mi tenni vicino al margine del corridoio, attento a non fare rumore, fino a quando non entrai nella mia sala comune. Il fuoco era ancora acceso e alcuni ragazzi parlottavano tra loro in piena tranquillità. Nessuno sembrò far caso a me, come al solito. Era risaputo che tra i Serpeverde il rispetto delle regole fosse qualcosa di irrilevante, e tutti ci impegnavamo a non intrometterci nei guai altrui. "Dove diavolo eri finito? Sei andato via senza nemmeno avvertire." La voce del mio ragazzo mi fece sobbalzare, mentre mi voltavo nella sua direzione con un cipiglio sul volto. "Da quando devo chiederti il permesso per fare qualcosa?" Chiesi alzando un sopracciglio, curioso di sapere cosa gli stesse passando per la testa. Lui sbuffò e si avvicinò a me, mettendo sù un aria minacciosa che per poco non mi fece scoppiare a ridere. Mi sforzai di rimanere serio. "Da quando, dici? Da quando condividi il letto con me." Sussurrò avvicinandosi ancora di più, baciandomi con foga. Risposi al suo bacio e sorrisi sulle sue labbra, prima di allontanarlo con una spinta. "Non mi pare proprio di condividere con te il letto." Risposi cocciuto, ed era la verità. Per quanto io e Theo fossimo affiatati, la nostra relazione non era ancora arrivata a quei livelli.
"Beh, questo si può risolvere." Il suo sorriso malizioso fece sorridere di riflesso anche me, incantandomi a tal punto da non rendermi neppure conto di star salendo le scale, arpionato alla sua mano, fino a quando il materasso morbido del mio letto non venne a contatto con la mia schiena e le labbra del ragazzo non furono nuovamente sulle mie. Continuammo così per diversi minuti, e avremmo continuato a farlo per molto altro tempo se non fosse stato per Draco, che dal letto di fianco al mio, cominciò a sbottare infastidito dai nostri rumori. "Non basta che vi veda pomiciare per tutta la giornata?" Mormorò con la voce impastata dal sonno, alzai gli occhi al cielo, ma continuai a tenere la mia bocca su quella di Theo. "Draco non rompere, questa è anche la mia stanza." Sospirai, anche se Theo non faceva altro che incasinarmi i pensieri, rendendomi difficile organizzare una frase di senso compiuto. Per un paio di secondi Draco se ne stette in silenzio, così cantai vittoria e mi lasciai trasportare dalle attenzioni del mio ragazzo. "Allora non ha capito Theo. Devi andartene a fanculo." La pressione del corpo di Theodore esercitata sul mio, svanì, costringendomi ad aprire gli occhi. Draco lo aveva preso per la collottola e sbalzato dall'altro lato della stanza, facendosi forza del fatto che Theo fosse distratto da me. Ridacchiai per la scenetta comica, alzandomi sui gomiti per godermi lo spettacolo. "Che problemi hai, Draco!?" Theo si alzò dal pavimento, andando dritto verso il biondo, con i denti stretti per la rabbia. Il Malfoy non si scompose. "Il mio problema sei tu, al momento, quindi sparisci prima che mi incazzi sul serio." Lo riprese con estrema calma. Theo mi lanciò uno sguardo, chiedendomi di dargli supporto, ma per quanto mi divertissi insieme a lui, non mi sarei mai schierato contro di Draco. Ovviamente non stavo apprezzando i suoi modi estremamente discutibili, ma era pur sempre la sua stanza, e il sonno per lui era davvero importante, come poterlo biasimare? "Dray, torna a dormire." Mormorai. Il biondo annuì, senza togliere gli occhi di dosso da Theo, che sentendo la mia frase, sorrise orgoglioso. "Anche tu, Theodore." Il sorriso sparì dal suo volto così come era apparso. Questa volta fu il Malfoy a ghignare vittorioso. "Potete smetterla tutti e tre?" Blaise si alzò dal suo letto e guardò male tutti noi. "Io adesso vado in bagno, e quando torno voglio trovare Theodore fuori di qui e voi due a dormire come dei sassi." Minacciò con gli occhi stretti in due fessure, per poi sparire nel bagno. Theo sospirò, ma con un cenno di saluto, fece come gli era stato detto e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle. Mi misi sotto le coperte e mi girai al lato opposto a quello del mio migliore amico. "Non mettere il broncio, se non lo fermavo io, quello ti sarebbe saltato addosso." Disse e riuscii a percepire il suo essere imbronciato, anche se non lo stavo guardando. Sorrisi nel buio. Anche se sapevo che Draco non lo aveva fatto perché mosso da gelosia, in cuor mio ero contento che si fosse comportato in quel modo con Theo. Mi faceva sentire come se mi avesse voluto solo per sè. "Mi era già addosso, nel caso tu non lo avessi notato. E poi è una mia scelta, non tua." Dissi in tono serio, anche se non era del tutto ciò che pensavo. Draco cominciò a dire qualcosa, ma Blaise entrò nella stanza, spegnendo la luce che lui stesso aveva acceso, zittendo così Draco. L'unica luce presente nella stanza in quel momento era quella data dalla luna che sbucava timida nel cielo, ma non bastava a rendere visibile l'ambiente per intero. Tutto quello che riuscivo a vedere era, infatti, il baldacchino verde e grigio del mio enorme letto. Pensai a quanto tempo avevo passato a dormire in un letto che non era neppure la metà di quello, in un sottoscala pieno di polvere e solitudine. Ricordarmi di quel periodo creava in me una sorta di strana inquietudine mista a nostalgia. C'erano volte in cui, perso in quelle memorie, ringraziavo l'universo per avermi dato l'occasione di riscattarmi, di vivere in modo decente e di aver trovato delle persone di cui potevo fidarmi, la maggior parte delle volte, però riuscivo a sentire la rabbia nelle vene e tutto quello che desideravo era farla pagare a chi mi aveva fatto del male. Ce l'avevo persino con i miei genitori, le due persone che mi avevano abbandonato quando avevo solo un anno. Certamente ero stato messo a conoscenza del fatto che fossero morti per combattere contro un supercattivo e salvare così il mondo da una fine orribile, eppure continuavo a non credere a questa versione dei fatti. Era così assurdo, come se quella che mi rifilassero fosse soltanto una tragica favoletta della buonanotte.
Quella notte li sognai. Lily e James Potter. Mi guardavano con i loro occhi pieni di lacrime, mentre mi lasciavano davanti alla porta di casa Dursley. Vedevo le loro labbra muoversi, come se mi stessero dicendo qualcosa, eppure non riuscivo a sentire nulla, se non il rumore sordo di alcuni tuoni. La donna mi lasciò un bacio sulla fronte e appoggiò la testa sulla spalla del marito, che la cinse con un braccio, prima di trascinarla via con sè. Ci fu un lampo verde nel cielo, poi mi svegliai con la fronte madida di sudore. Respirai a fondo, cercando di regolarizzare il mio respiro accelerato. Fuori era ormai giorno, ma entrambi i miei coinquilini sembravano dormire ancora profondamente, così decisi di alzarmi e prepararmi per la colazione. Era domenica, quindi non avrei dovuto frequentare alcuna lezione per quel giorno. Forse avrei dovuto svegliare Theo e passare un po' di tempo con lui... Infondo mancavano pochi giorni all'inizio delle vacanze invernali, che ci avrebbero divisi per due intere settimane. ''Scendi a fare colazione?''
Draco si stropicciò gli occhi, attendendo pazientemente la mia risposta. Annuii senza dargli molta importanza, comunicandogli in tal modo che ero ancora offeso dal suo modo di comportarsi la sera prima. Lui non replicò, al contrario mi fece cenno di aspettarlo e così feci.
''Allora?'' Chiese abbassando il cappuccio della sua felpa nera sulla testa, uscendo dalla sala comune. Lo guardai, confuso. ''Allora cosa?'' Chiesi di rimando.
''La tattica del finto tonto non funziona con me, Potter.'' Mi avvisò, anche se io lo sapevo benissimo. Speravo soltanto di poter avere qualche momento in più per elaborare una risposta sensata alla sua domanda inespressa.
''Se ti riferisci a ieri notte, non ho nulla da comunicarti.'' Sbottai, desiderando che il mio tono duro bastasse a farlo rimanere in silenzio. Ovviamente non funzionò. ''Credevo che lui fosse solo un gioco per te. Per quanto possa essere mio amico, non credo che sia la persona giusta con cui fare sul serio.'' Ammise rallentando il passo, come se sapesse con estrema certezza che una volta arrivati in sala grande l'argomento sarebbe stato chiuso, e stesse cercando di posticipare quel momento. Io al contrario allungai il passo. ''Draco. Forse è solo un gioco, forse no. Qualunque cosa sia, la tengo sotto controllo. Quindi per favore, stai tranquillo.'' Lo avvisai. Lui non sembrò essere convinto dalle mie parole, ma io gli sorrisi serafico e gli misi una mano sulla spalla, camminando così al suo fianco. ''Dai Dray, non fare il gelosone. Tra tre giorni mi avrai tutto per te.'' Lo rimproverai sfacciatamente, leccandomi le labbra in maniera del tutto provocatoria. Il biondo ridacchiò. ''Oh, sì. Se non consideriamo la presenza di tutta la mia famiglia...'' Borbottò ironico, mentre entravamo in sala grande. Data l'ora i tavoli erano ancora quasi del tutto vuoti, tranne per alcuni ragazzi che mangiavano la propria colazione in piena tranquillità. Tra questi vi era anche Aries, che non appena ci vide, ci corse incontro. ''Ehilà ragazzoni!'' Salutò con estrema dolcezza, rivolgendo uno smielato sorriso a suo fratello, che però rispose con una buffa smorfia di fastidio. Gli tolsi il braccio dalla spalla e gli diedi una gomitata nello stomaco, facendolo gemere di dolore per poi riservarmi un'occhiata che prometteva morte imminente. ''Buongiorno Ari.'' Risposi allora per entrambi. Lei si illuminò. ''Non credevo vi sareste svegliati così presto stamattina.'' Ci rivelò, grattandosi la nuca a disagio. Era sempre così quando lei e Draco si incrociavano nei corridoi di scuola. Nessuno dei due era capace di sostenere una conversazione di senso logico che durasse più di qualche minuto.
''In realtà credo di essere stato io la causa. Non riuscivo a dormire, così devo aver svegliato anche Draco... Per fortuna che Blaise non se ne sia accorto, oppure in questo momento saremmo entrambi sotto terra.'' Mormorai in tono divertito. Aries arrossì come un peperone al sentir nominare Blaise, ed io sogghignai. ''Accorto di cosa?'' Zabini spuntò alle nostre spalle con una mano sulla testa, sbadigliando come un cavernicolo. Riuscivo a vedere tutti i suoi denti e persino a contarli. Che schifo. Naturalmente Aries non la pensava allo stesso modo, mentre lo guardava con occhi trasognanti, nemmeno fosse stato una statua di una divinità greca dotata di un fisico invidiabile. Insomma, Blaise Zabini era un bel ragazzo, ma da qui ad osannarlo... Aries si aggiustò il maglioncino sulla spalle e passò le mani sul jeans chiaro che indossava, per poi passarsi le mani nei capelli per spostare il ciuffo castano da una parte ad un'altra.
''Nulla. Nulla. Bene Aries, è stato un piacere. Io e Draco andiamo a sfamarci.'' Dissi frettolosamente, trascinandomi il biondo appresso. Lui non ebbe nulla da replicare, così me lo portai fino al punto più lontano della sala, in modo che Aries e Blaise fossero riusciti a parlare con calma. ''Non potevamo sederci più in là?'' Chiese stancamente il Malfoy, quando finalmente ci fermammo e ci sedemmo a tavola. Io risi di gusto. ''Dray Dray, come sei ingenuo. E' risaputo che un po' di movimento di prima mattina fa sempre bene. ''
''Se lo dici tu... Comunque, ti vorrei ricordare che domani è il giorno di scadenza per la tesina che Piton ci ha chiesto, e se non l'hai ancora fatta non sarò io ad aiutarti.'' Fece serio, guardando uno ad uno i cibi che gli stavano davanti, scegliendo poi una fetta di torta alle mele. Io afferrai la brocca del latte e ne versai un po' nella mia tazza per poi fare lo stesso con la sua. ''In realtà Theodore si è offerto volontario per darmi una mano. Oggi pomeriggio studio con lui.'' Rivelai con aria saccente. Se Draco ci rimase male,io non me ne accorsi, troppo concentrato a scegliere la mia colazione, ma il suo silenzio fu più eloquente di mille parole. Quella stessa sera, quando tornai in camera, dopo aver passato l'intero pomeriggio in biblioteca insieme a Theo, ed essermi seduto a cena vicino a quest'ultimo, trovai Draco ad aspettarmi in camera nostra. Stava leggendo un libro di magia contro le arti oscure, ma non appena mi vide entrare nella stanza, lo posò affianco a lui sul letto, e concentrò la sua attenzione su di me.
''Hai ancora la situazione sotto controllo?'' Chiese ironico, indicando con il capo il succhiotto che avevo sul collo. Buttai con violenza la borsa sul pavimento e lo guardai male. ''Davvero, Draco? Vuoi continuare a parlare di lui per tutta la vita? Sai cosa? Dovresti trovare anche tu qualcuno con cui scopare. Saresti meno frustrato!'' Gli urlai contro. Vidi i suoi occhi scurirsi, come se una nuvola di fumo li avesse d'un tratto oscurati, alzando una sottile barriera tra me ed i suoi pensieri. Non capivo quale problema avesse. Theodore era anche un suo amico, e prima di allora non aveva avuto mai nulla da ridire contro la nostra relazione. Anzi, ci aveva sempre presi in giro in maniera molto bonaria, senza mai invadere i nostri spazi o le mie scelte. Feci un passo avanti, pronto a sentire il Malfoy controbattere come era solito fare, ma non ci fu alcuna reazione da parte sua, solo il silenzio. ''Nulla da dire?'' Chiesi sfacciatamente. Contavo sul fatto che le mie parole avrebbero mosso qualcosa in lui che non sarebbe stato in grado di controllare, eppure lui rimaneva impassibile davanti a me. ''Non sono dell'umore giusto per insultarti come dovrei, perdonami.'' E detto questo, il biondo riprese in mano il suo libro e ricominciò a leggere.
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