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14 ➳ Date

Michael's pov



Mi sentivo davvero stupido, incauto e senza rispetto per me stesso ed i miei sentimenti. Eppure ero lì, all'indirizzo che Jack mi aveva mandato per messaggio dopo la nostra conversazione a telefono, durata meno di due minuti, in cui Jack non aveva fatto altro che cercare di convincermi a vederlo senza neanche darmi il tempo di parlare, di insultarlo, quantomeno di difendermi. Alla fine gli avevo detto che ci avrei pensato soltanto per togliermelo dai piedi, e lui mi aveva mandato l'indirizzo ed il nome del bar dove voleva che ci vedessimo. Avevo passato tutto il tempo in studio di registrazione - ergo, tutto il pomeriggio - a pensarci, a pensare a cosa fare, a quanto mi avrebbe fatto stare bene o male vederlo, il tutto mentre Luke continuava a cantare quella canzone che ormai era evidente che fosse dedicata a me, facendomi tornare alla mente i ricordi di quella notte che tanto avrei voluto dimenticare, ma che era rimasta impressa a fuoco nella mia memoria. La voce di Luke, poi, non era proprio d'aiuto, non faceva altro che portare a galla quei ricordi che cercavo di annegare a tutti i costi. Era inutile, più la sua voce pronunciava quelle parole più quelle immagini si facevano più nitide nella mia testa, al punto da quasi sentire le labbra di Luke sulle mie, il sapore dolce che vi avevano lasciato sopra ancora una volta, in modo tangibile, quasi da farmi stare male, quasi da farmi sentire come se il sangue nelle mie vene stesse andando a fuoco, come se il mio stomaco stesse mangiando sé stesso dall'interno.

Alla fine, comunque, mi ero arreso ed avevo deciso, seppur stupidamente, di dare una chance a Jack, soltanto perché volevo sapere cosa l'avesse spinto a tornare da me quando era stato proprio lui a mollarmi - e anche perché, devo ammetterlo, sono un tantino masochista. E poi forse volevo dimenticare tutto quel disagio che avevo provato stando con Luke dopo tanto tempo passato ad ignorare la sua esistenza. Del resto, il dolore che mi provocava Jack quasi era una bazzecola rispetto a quel miscuglio di sensazioni sgradevoli che provavo con Luke. Dopo aver declinato la proposta di Ashton di andare a cena tutti insieme con una bugia, dicendo che sarei tornato a casa a dormire perché non mi sentivo molto bene, salii in auto e guidai da tutt'altra parte, finendo ad Hollywood Boulevard anziché a Figueroa Street. Quando mi resi conto che forse sarebbe stato meglio tornare a casa, ero già con un piede nel bar e Jack mi aveva visto, seduto ad un tavolino davanti alla finestra poco lontano dalla porta. Mi sorrise mentre mi avvicinavo a lui, sembrando genuinamente contento e sollevato dalla mia presenza lì. Avrei tanto voluto cancellargli il sorriso dalla faccia; era stato lui a lasciarmi, perché sarebbe dovuto essere così contento di vedermi?

«Non ti aspettavo qui», mi salutò, mentre mi sedevo di fronte a lui, «Pensavo che non saresti venuto».

«Sei fortunato che sono un idiota», borbottai in risposta, posando la giacca di jeans sullo schienale della sedia, «Allora, perché hai insistito così tanto per avermi qui stasera?», chiesi, andando dritto al punto. Non volevo la solita chiacchierata spicciola che si ha tra due ex fidanzati imbarazzati che si incontrano per caso, innanzitutto perché quello era tutt'altro che un incontro casuale, e poi perché conoscevo Jack abbastanza da sapere che quell'incontro nascondeva qualcosa, qualcosa che forse non mi avrebbe fatto piacere sentire. Jack voleva sicuramente qualcosa da me, come al solito del resto.

«Volevo soltanto passare una serata con te. Sai, come ai vecchi tempi...», rispose Jack, fissandomi cauto, «Come facevamo prima della nostra relazione».

Alzai un sopracciglio. «Lo sai che non ti credo?», borbottai, incrociando le braccia sul tavolo.

Jack sospirò, passandosi una mano fra i capelli. Lo faceva fin troppo spesso, quando era nervoso. Sapere di averlo innervosito mi fece sentire abbastanza fiero di me. «Te lo giuro, Mike, non ho secondi fini. Mi andava di vederti e basta».

Sbuffai. «Sei incoerente come al solito. Sei stato tu a lasciarmi, dannazione, perché adesso tutto ad un tratto vuoi vedermi insistendo così tanto da tenermi al telefono per due minuti?», sbottai, determinato a scoprire il vero motivo per cui mi aveva chiamato.

«Non puoi fidarti sulla parola?! Volevo vederti, semplicemente volevo vederti perché ultimamente sto cominciando a sentire la tua mancanza come amico, tutto qui!», replicò Jack in risposta, seccato.

«E ti aspetti che io ci creda?! Mi hai preso per stupido, per caso?! Tu non hai mai fatto niente senza nasconderci un secondo fine, quindi adesso o mi dici cos'è che vuoi esattamente da me o me ne vado», lo misi alle strette, facendolo sospirare sconfitto.

«E va bene», borbottò, passandosi una mano in faccia stancamente, «Volevo parlare con te faccia a faccia, porgerti le mie scuse per come è andata a finire tra di noi - e prima che mi interrompi, lo so che ti sembra assurdo, ma è uno dei motivi per cui ti volevo incontrare. Ed è vero, che ho cominciato a sentire la tua mancanza, ma non da amico. Ho cominciato a sentire la mancanza di te come il mio ragazzo», confessò, facendomi sgranare gli occhi.

Qui le cose sono due: o è pazzo, il che è anche molto probabile considerato com'è Jack, sempre così dannatamente imprevedibile, o mi nasconde ancora qualcosa. E quel qualcosa può collegarsi solo a Luke - e sicuramente, alla foto che avevo messo su Instagram. Certo, poteva aver avuto un ripensamento riguardo alla sua decisione di mollarmi così drasticamente, ma io conosco Jack e so che di solito non torna indietro quando prende una decisione. E quindi, il motivo per cui "sentisse la mia mancanza" è più che evidente...

«Non ti sta bene che io stia con Luke», sbottai, articolandola più come un'affermazione certa che come una domanda, «Pensavi che ci avrei messo di più a metabolizzare la cosa e, quando ti sei reso conto che ormai ti ho dimenticato e sono felice con un altro la cosa non ti sta bene, motivo per cui oggi mi hai chiamato per chiedermi di uscire - sei davvero tanto disperato da corrermi dietro solo per rovinarmi la vita?», spiegai ironico, scoppiando a ridere. Ovviamente, ridevo quasi per non piangere. Beh, non mi aspettavo che Jack fosse così meschino e geloso della felicità delle persone che faceva soffrire.

Jack alzò gli occhi al cielo. «Cosa dovrebbe importarmi di Luke Hemmings? So bene che non state insieme sul serio, è palese», borbottò, facendomi irrigidire di colpo, «E poi, questo lo sai anche tu, nessuno potrebbe trattarti come ho fatto io. Lo sai, Michael, non negarlo».

Cercai di non fargli notare quanto le sue parole effettivamente pesassero su di me. «Io e Luke stiamo insieme sul serio, Jack, non capisco perché tu sostenga il contrario-».

«Chi vuoi che ci creda? Puoi darla a bere ai media, ai tuoi fan, a tutto il mondo, ma non a me. Io ti conosco, Mikey», mi interruppe, schietto, «Di certo non renderesti una relazione una cosa estremamente pubblica, facendo addirittura intendere a tutti che avete fatto sesso - perché questo si evinceva da quella foto».

Mi morsi il labbro inferiore. In effetti aveva ragione, quella cosa non era da me, io ero decisamente più riservato. Ma io avevo messo quella foto su Instagram soltanto pensando a quanto bello fosse Luke, senza pensare a cosa fosse successo tra di noi prima di quella foto. «Sai com'è, le persone cambiano», decisi di difendermi così, dopo secondi interminabili di silenzio, «Forse è perché con Luke sono così felice che mi è venuta voglia di esternare questa mia felicità e condividerla con il mondo, non credi?».

«Adesso non dirai mica che io non ti ho reso felice!», sbottò Jack, alzando la voce, «Ho fatto tutto il possibile per renderti felice, a volte scendendo a compromessi con me stesso, dimenticando di essere felice io stesso! E tu ora vieni qui, convinto che io creda alle stronzate che stai dicendo, e vuoi farmi credere che con me non eri felice?! Ma fammi il piacere!».

A quel punto mi alzai, conscio che non avrei potuto più sopportare le parole di Jack ancora per molto. «Smettila di farmi sentire come se avessi rovinato la tua vita! Se proprio sei dovuto scendere a compromessi per rendere felice me, avresti potuto lasciarmi prima e pensare alla tua felicità, invece di farmi sentire un caso pietoso adesso!», sbottai, afferrando la giacca e mettendomela sulle spalle mentre lasciavo il bar, constatando che fosse stata una pessima idea. Avrei dovuto declinare l'offerta e basta, ed accettare l'invito a cena di Ashton. Adesso starei bene, forse un po' a disagio con Luke, ma comunque starei meglio di adesso. E poi, avrei potuto far sparire il mio disagio semplicemente stampando le mie labbra su quelle di Luke, stringendo il suo corpo al mio. Il rimedio era semplice, eppure avevo deciso di peggiorare il mio umore correndo dalla persona che mi aveva fatto soffrire, che mi faceva soffrire tutt'ora.

Decisi che non sarei dovuto restare a piangere rintanato nella mia auto, così guidai verso il bar più vicino deciso a prendermi una bella sbronza, giusto per non pensare più né a Jack, né a Luke. Ma più bevevo, più l'alcool entrava nelle mie vene, più non riuscivo a non pensarci. Soprattutto a Luke, alle sue labbra, al suo corpo premuto contro il mio, al suo sorriso mentre gli facevo complimenti che forse non avevano né capo né coda, ma che avevo continuato a fargli comunque perché adoravo il suo sorriso. Diamine, se lo adoravo. Il pensiero di averglielo strappato da bocca comportandomi da stronzo mi faceva star male.

Avrei dovuto scusarmi con lui, per avergli tolto il sorriso, per averlo lanciato sotto il riflettore senza chiederglielo. Avrei dovuto dirgli che mi piaceva, che da quando non lo vedevo più il mio cuore era spaccato a metà, che da quando mi aveva cacciato via non facevo altro che stare male al solo pensiero che anche lui stesse male a causa mia. Ed era ciò che avrei voluto fare quella sera, mentre mi trovavo davanti alla porta della sua camera d'albergo, bussando insistentemente prima di ricordarmi che lui non ci fosse. A quel punto, mi sedetti contro la porta per aspettarlo, sperando soltanto che tornasse presto.



***



**Fun (useless) fact: Figueroa Street, dove abita Michael, esiste davvero ed è a Los Angeles. Solo che non ho capito bene come sia, molto probabilmente è una superstrada perché ho letto che collega varie città collaterali a Los Angeles, ma immaginatela come quartiere residenziale. lol**

[A/N] Buongiorno! Mi scuserei per il ritardo ma ormai sono ripetitiva (e poi lo sapete che mi dispiace, postare in ritardo. Odio avere poco tempo). Quindi Michael, deficiente com'è, ha accettato l'invito di Jack per poi restarci male quando le cose sono andate a scatafascio. Eh va bene, è andata così. Ad essere sincera mi è dispiaciuto un po' per Michael, però mi serviva il pretesto per farlo ubriacare a fine capitolo, cosicché avesse potuto pensare a Luke ed ammettere a sé stesso (almeno al sé ubriaco) che qualcosa la prova. Ma adesso Luke non è lì, è uscito, ma tornerà e chissà cosa farà quando si ritroverà Michael davanti alla porta AHAHAHAHAH

Detto questo, ci vediamo martedì con il prossimo capitolo!

PS: potrebbero esserci delle sorprese coming soon. Ripeto, è un forse, però è molto probabile che ci saranno ahaha

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