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Capitolo 24

Camila's POV

Volevo uccidere Sofi quando sentii la voce della bambina distruggere il silenzio del mio appartamento. Non aveva capito perché Lauren avesse rifiutato la chiamata? Il mio corpo era ancora "pazzo" anche se mi ero appena messa i vestiti. Non c'era stato tempo per recuperarmi da quello che io e Lauren avevamo appena fatto. Finalmente scoprii il suo lato dominante a letto. Ovviamente aveva sempre avuto un carattere da capetto, ma tra le lenzuola mi faceva impazzire.

Velocemente lasciai la stanza e cercai di ricompormi il meglio possibile.

Appena vidi la mia piccola sorellina piangere, la mia rabbia svanì. Stava singhiozzando incontrollabilmente e non la vedevo soffrire così da quando nostra madre se n'era andata. Non esistevano cose che odiavo più di vederla star male.

Lauren la teneva stretta, sapevo che era in buone mani perché essere abbracciata da lei era un'esperienza che già avevo provato. Il posto più confortevole che esistesse, tra le braccia di Lauren.

Il modo in cui le cingeva attorno al tuo corpo e il modo in cui ti teneva vicina, ti facevano sentire al sicuro. Certo, odiavo vedere mia sorella così, ma Lauren che si comportava in quel modo era solo un bene che amavo. Era sempre stata una brava sorella con Taylor e Chris, persino con Sofi quando era bambina. Per non parlare delle fan, quando le abbracciava faceva sentire loro completamente e veramente parte di lei, come se fossero connesse.

"Cos'è successo?" Chiesi e vidi Sofi scuotere la testa.

"Stephen mi ha lasciato, non mi ha neanche dato una ragione." Lauren la lasciò, così che ci sedemmo tutte sul divano. Ci volle ben poco che Sofi si ritrovò accovacciata tra le braccia della grande, che aveva messo un braccio attorno a lei e le carezzava la schiena.

"Non ha senso, pensavo che andasse tutto bene."

"Sì, anch'io. Quindi puoi immaginare la mia faccia quando mi ha urlato che non era pronto per questo e per tutta sta cazzata." Sofi spiegò, ma poi rise leggermente. "Forse dovrei passare anche io dall'altra sponda."

Sia io che Lauren ridemmo con lei, e per le seguenti due ore cercammo di tirarle su il morale: ordinammo la pizza, solo perché non voleva mangiare il sushi avanzato e guardammo un film. Notai, in questo poco tempo, una parte di Lauren che avevo sempre amato, la sua tenerezza con i bambini. Mi venne subito in mente che mamma fantastica potesse essere, e mi spaventai un pochino quando mi accorsi del mio pensiero. Eravamo appena diventate una coppia e già mi immaginavo la sua bravura con i bambini.

Dopo che il film finì, Lauren si addormentò sul divano. Immaginai che fosse stanca per il viaggio, quindi la lasciai dormire e rimasi a parlare con Sofi. Il mattino seguente io e mia sorella ci alzammo abbastanza presto, invece l'altra era ancora addormentata. La stanchezza da parte sua divenne ovvia quando ormai aveva dormito quasi diciotto ore! Mi spaventai e controllai il battito, per scoprire che in realtà dormiva come una bimba.

Quando finalmente la sentii muoversi e sbadigliare, mi sedetti di fianco a lei sul divano. Aprì gli occhi, i suoi capelli erano disordinati.

"Giorno." Disse con una voce molto roca e si schiarì la gola subito dopo.

"Ho paura che non sia più mattino, hai dormito diciotto ore."

"Cosa!?" Guardò l'orologio incredula. "Oh Dio, perchè non mi hai svegliata? Scusa Camila."

"Per cosa?"

"Per aver buttato il nostro tempo dormendo." Rispose triste e colpevole.

"Non devi sentirti in colpa. Sono contenta che tu ti sia riposata." Mi piegai e le diedi un bacio. Toccare quelle perfette labbra ogni volta che volevo era ancora una cosa non reale per me: realizzare il tuo sogno ti fa provare strani sentimenti. Le mie labbra erano dolci, ma onestamente non riuscivo a trattenermi ogni volta che toccavano le sue . Mi sdraiai sopra di lei ed immediatamente mi abbracciò.

Posai la testa sul suo petto e sentii delle dita sciogliere i nodi dei miei capelli. Prendendo un grosso respiro, inalai tutto il suo profumo. Potevo sentire il suo battito, e non volevo rovinare quel momento parlando. Era uno di quei momenti speciali, dove non dovevamo dire nulla per scambiarci emozioni. A volte bastava soltanto uno sguardo.


*Flashback*

Nonostante tutte le volte che avevamo cantato "Who are you", mi stavo emozionando ora, mentre registravamo la canzone in acustico. Quel giorno avevamo ripreso molte canzoni, l'ultima della lista era quella che mi colpiva sempre nel cuore.

Dovevo fare solo una cosa, concentrarmi sulla canzone e non su altro. Ma era così difficile cantare, quando quelle parole significavano tantissimo per me, sopratutto perché lei la cantava con me.

Lauren non stava guardando nessuno, anche lei aveva qualcosa. Avevo evitato il suo sguardo ad ogni canzone, perché non sarebbe mai finita bene. Ma quando Dinah iniziò a cantare, i miei occhi automaticamente si posarono sulla giovane, bellissima, ragazza dai capelli scuri, che ora appariva tristissima.

"It's so strange how the same thing,
can make you feel so right,
and bring you so much pain.
It's so strange how the same face,
can make you love until it hurts."

Velocemente distolsi lo sguardo da lei, cercando di recuperarmi e per fortuna riuscii a finire la canzone. Anche se non potevo vederla, la sentivo. La sentivo guardarmi a fine canzone perché mi aveva catturata, mentre trattenevo le lacrime ed ora probabilmente mi stava sorridendo. Quello sguardo che ci lanciavamo di solito, ma che ora non potevo ricambiare perché lo sapevo.

Sapevo che sarei scoppiata a piangere quando avrei incontrato i suoi tristi occhi verdi. Sapevo che era giù di morale per colpa mia, sapevo che le mancavo e le mancava la nostra amicizia. Sapevo che non potevo darle ciò che voleva. Sapevo che si stava dando la colpa. Lo sapevo e basta.

E fu per quello che mi sforzai di guardare altrove, mordendomi il labbro alla bruciante sensazione nei miei occhi.

[]

Appena il direttore segnalò la fine, mi alzai e andai verso il camerino. Le ragazze mi seguirono, io intanto cercavo di calmarmi nascondendo il viso, facendo finta di cercare nella borsa qualcosa. Improvvisamente sentii qualcuno avvicinarsi, e anche questa volta sapevo. Sapevo che era lei.

"Stai bene?" Mi scostai intenzionalmente e lei si allontanò. Il fatto che cercasse di essermi amica in questi momenti mi faceva innamorare ancora di più; e mi odiavo perché rendevo le cose così difficili. Come continui un'amicizia se ogni volta l'unica cosa a cui pensi è quanto vorresti di più?

"Sì, sto bene." Dissi ed incontrai i suoi occhi per un millisecondo e poi camminai via, andando in un'altra stanza.

Ci provava, io la respingevo.

Sfortunatamente era successo talmente tante volte negli ultimi mesi che avevo perso il conto di questi orribili momenti. A volte speravo di potermi dimenticare dei miei stupidi sentimenti. Sempre, da quando c'eravamo baciate, la mancanza di lei era qualcosa di così doloroso che non credevo di poter andare avanti. Dovevo ammettere di essermi innamorata di qualcuno che non si sarebbe mai innamorato di me. Le sue parole rimbombavano nella mia mente.

Ero una sorella per lei.

Averlo sentito dire due settimane fa, mi fece solo distaccare ancora di più.

La parte più brutta di tutto ciò era che oggi saremmo tornate a casa, il che significava passare più ore sull'aereo di fianco a Lauren. La mia ansia cresceva man mano che ci avvicinavamo all'aeroporto, finché non salutammo tutti gli altri.

Salimmo sull'aereo per Miami, sentivo le mie gambe tremare poiché non parlavamo dal momento nel camerino. Si sedette di fianco al finestrino ed io, prendendo il posto vicino al suo, mi misi gli auricolari, facendo sì che non potesse parlarmi. Girovagando sul mio i-Pod, li sentivo ancora su di me: i suoi occhi. Non sapeva che avessi la musica spenta e rilasciò un sospiro di delusione.

Ci volle un po' di tempo, ma Lauren si addormentò e non potei trattenermi dal guardarla. Ovviamente, ora non se n'era accorta. Era questo il punto. Il suo viso rilassato era bellissimo. Era stanca, si poteva notare bene. La sua testa scivolò buffamente sul cuscino che aveva posizionato di fianco al finestrino, una ciocca di capelli le coprì la faccia e la spostai subito per vedere quel volto in tutta la sua gloria.

"Lauren... Lauren, tempo di alzarsi." Dissi gentilmente perché aveva dormito per tutto il viaggio, mentre io la guardavo come una pazza. Stava aprendo gli occhi lentamente e guardandomi con un'espressione illeggibile. Vidi un piccolo sorriso, che sparì subito quando aggrottai il viso.

Ancora non parlavamo, la voglia di tornare a casa cresceva. Lauren iniziò a correre verso i suoi parenti, che stavano aspettando entrambe. Strinse la sua sorellina tra le braccia, cosa che mi fece sorridere, ma poi attristire: mi considerava come una sorella.

Mi avvicinai alla mia famiglia e caddi nelle braccia di mia mamma. Mi strinse forte e baciò i miei capelli, poi notai che Sofi e mio padre non erano lì.

"Dove sono gli altri?"

"Sofi si è addormentata e non volevamo svegliarla, papi è rimasto a casa con lei."

"Forse verranno dopo a casa degli Jauregui."

"Cosa intendi?" La mia voce quasi si bloccò.

"Ci hanno invitato per cena, per celebrare il vostro ritorno."

"Uhm, non possiamo andare a casa e basta?" Cercai di dire con calma, ed ora mi guardava confusa. Non dissi nulla poiché non volevo sapesse che volessi evitare Lauren. Come avrei potuto giustificarmi quando lei voleva essere mia amica ed io mi comportavo da cogliona?

"Non hai litigato con Lauren, vero?" Scoprì in qualche modo la verità, mia madre era in grado di capirmi ed io odiavo questa cosa.

"Non abbiamo litigato." Dissi tranquilla, in realtà significherebbe che abbiamo parlato quindi no, pensai. "Sono solo stanca."

"Va bene, allora andiamo a mangiare e stiamo per poco. Non vogliamo essere scortesi."

Dato che non avevo nessuna scelta, passai la serata con Lauren e la sua famiglia. Di solito, non avevo avuto problemi con tutto ciò, ma erano cambiate così tante cose. Non riuscii neanche a godermi la fantastica cena che avevano preparato.

Certamente mia mamma volle rimanere ancora un pochino dopo il pasto e mi mandò di sopra con Lauren e Taylor. Oh Dio, le cose stavano peggiorando sempre di più.

Tutte e tre ci sedemmo sul letto di Lauren ed un silenzio imbarazzante riempì la stanza. Lauren era occupata con il telefono, ma per fortuna Taylor finalmente mi parlò. Più che altro di cose che stavamo facendo ultimamente nella band, finché mi colse completamente alla sprovvista.

"Non esci ancora con nessuno?"

Deglutii e vidi gli occhi di Lauren alzarsi dal telefono. Quei diavolo di occhi verdi si posarono su di me, mi stavano penetrando prima che rispondessi alla piccola sorella.

"Uhm... no." Dissi molto semplicemente e sperai che lasciasse perdere.

"Quindi, tutti i rumors non sono veri?" La bionda continuò a chiedere e io sapevo che si riferiva alle persone che dicevano cose assolutamente false su di me e qualche ragazzo, ma era solo gossip. Non mi interessava nessuno, siccome ero già innamorata di qualcun altro. Qualcun altro così vicino, ma lontano.

"No."

"Cosa ti piace di un ragazzo? Intendo non il carattere, ma fisicamente, almeno te ne trovo uno!"

Lauren era ritornata a farsi gli affari suoi, ma sapevo che stesse ascoltando. Dovevo dire qualcosa, ma qualunque cosa sarebbe stata troppo sospettosa. Non mi veniva in mente nulla, ma poi dissi una cosa che, se davvero stessi cercando di non far venire dei dubbi a Lauren, avevo fallito in pieno.

"Mi piacciono gli occhi verdi."

La parte menzionata ora mi stava guardando in completa confusione. Non capivo cosa pensasse, allora aggiunsi velocemente.

"Tipo Channing Tatum o Harry Styles." La mia voce suonò sorprendentemente piena di sicurezza.

"Oh mio Dio, dovresti assolutamente uscire con Harry!"

Il mio cuore batteva senza rallentare un minimo, perché non era come avevo pianificato le cose. Stavo facendo la ridicola di fronte a lei, che probabilmente rideva dentro di sé; o mi odiava. Beh, non potevo darle torto. Quando la guardai però notai altro, sembrava... ferita.

"Non voglio essere cattiva, ma ho un cazzo di mal di testa. Potete andarvene nella tua stanza, Taylor?" Lauren disse improvvisamente.

Non era una domanda, suonava più come un ordine. Infatti era arrabbiata. Sapendo che fosse, appunto, irritata dalla mia presenza, sentii una pugnalata al cuore.

"Qual'è il tuo problema?" Taylor chiese irritata. "Siamo tutti felici che tu sia tornata e ti comporti così."

"Forse sono stanca di sentire la stessa ragazza parlare e tutte queste minchiate su ragazzi perché ho passato gli ultimi mesi senza nulla." La più grande ribatté, mandando frecciatine a me.

Parte di me voleva litigare con lei, per liberarsi di tutte le emozioni che avevo, ma non c'era speranza, perché non le diedi l'opportunità. Non potevo, non saremmo più tornate indietro altrimenti. Ero egoista e non avrei sopportato non averla più.

"Sei gelosa perché Camila ha più ragazzi ai suoi piedi ultimamente?"

I miei occhi si spalancarono appena Taylor disse ciò, ed avevo il presentimento che Lauren sarebbe esplosa.

"Stai scherzando cazzo, vero Taylor? Almeno non mi devo preoccupare della mia reputazione quando sono collegata ad una centinaia di ragazzi allo stesso tempo." La ragazza dagli occhi verdi rispose e mi guardò, facendo scontrare gli sguardi. Non potevo tenermelo dentro.

"Stai dicendo che sono una specie di puttana?" Dissi più arrabbiata di quanto volessi suonare. I miei piani di non litigare erano andati in fumo. Ma come potevo lasciarle dire una cosa del genere? Avevo baciato una sola persona in tutta la mia vita, una! E lei stava dicendo che ero reputata come una zoccola?

Ero ferita, lei sapeva quanto fossi vulnerabile in questo campo, ma d'altronde aveva le sue ragioni per essere arrabbiata.

"Beh, forse dovresti schiarirti la mente e scegliere una tra le milioni di cotte che hai."

"Meglio che vada a casa." Dissi alzandomi, perché ero tremendamente vicina dal dire la cosa sbagliata e rovinare tutto. Litigare avrebbe peggiorato l cose.

"Sì, scappa via, è la cosa che ti riesce meglio." Lauren balbettò mentre uscivo dalla porta.

La chiusi, sapevo che lei odiasse le porte aperte.

*Fine Flashback*


Lauren's POV

Mi sentivo una persona orribile per aver dormito tutto il giorno. Dovevo passarlo con Camila, quindi decisi di rimediare.

Apparentemente non era arrabbiata, anzi era molto affettuosa. Eravamo sedute sul divano, lei accovacciata vicino a me, la mia mano tra i suoi capelli e la sua che carezzava il mio braccio, facendomi venire la pelle d'oca.

"Avevi qualcosa in serbo per noi oggi? Mi sento così in colpa." Confessai.

"Non è un problema, onestamente, è tutto perfetto ora. Non mi importa cosa facciamo, basta che sto con te." Disse come per tirarmi su di morale.

"Voglio rimediare, cosa posso fare?" Chiesi, ancora immersa nei pensieri.

La più giovane alzò la testa e si avvicinò. Un sorriso si formò sulle mie labbra, sapevo che volesse un bacio e se fosse stato ciò che voleva, lo avrei dato volentieri. Con la mano incastrata nei capelli la attirai a me ed eliminai lo spazio tra le nostre bocche, il suo labbro inferiore tra il mio.

Mi morsi la lingua quando iniziò a baciarmi la mandibola, scendendo poi verso il collo. Non potevo dire di non essere "irritata" dopo l'altra sera. Ogni cosa che faceva, causava scariche nel mio corpo; sapevo che non sarei riuscita a fermarmi ed avevo una cosa di lavoro da fare.

"Camila." Dissi, ma lei continuò a baciare un punto sensibile sul mio collo. "Devo fare una video chat con Chelsea per degli eventi e... Cristo Dio!" Esclamai improvvisamente perché Camila aveva messo una gamba tra le mie e l'aveva spinta nel mio centro pulsante. Aumentai la presa e la sentii ridere sulle mie labbra.

"Fidati, lo voglio fare, ma non voglio interruzioni se iniziamo." Dissi scuotendo la testa. "Non ci vorrà molto, lo prometto."

SI alzò un po' titubante, io decisi di rinfrescarmi prima della chiamata.

Poi mi sedetti sul divano, con Camila che aveva preparato del té e subito dopo apparì Chelsea sullo schermo del televisore, che avevo collegato al telefono.

"Hey Chelsea." Camila salutò la bionda.

"Ciao ragazze, come state?"

Per poco tempo parlammo del più e del meno, ma poi ritornammo subito sull'argomento lavoro. Avevo ancora molte date del tour da organizzare ed inoltre dovevo andare ad eventi promozionali. L'ultima cosa erano i Teen Choice Awards di domani. Sarei volata a Los Angeles con Sofi il mattino presto, giusto per arrivare in tempo. Ero contenta di averle fatto quel regalo, specialmente ora che era giù di morale sarebbe servito.

Mi passò un'idea per la testa.

"E se portassi anche Camila con me?" Suggerii e vidi la donna di fianco a me sorridere. "Mi sento un po' in colpa perché non abbiamo passato molto tempo insieme e sono sicura che non sarà un problema se porto qualcuno in più allo show."

Guardai lo schermo e vidi il viso di Chealse pensieroso.

"Intendi come tua compagna? Cioè, ufficialmente sul Red Carpet e tutto?"

"Sì." Risposi semplicemente e lei si imbiancò. "Non pensi che debba?"

"È solo che, come tua amica, sai sono felice per entrambe, ma come tua manager ti avviserei di non renderla una cosa pubblica ora."

"Perché?" Passai sulle difensive.

"Perché stai per rilasciare un album, il tuo singolo è appena uscito e le persone penseranno che è solo per pubblicità."

Wow, faceva male. La parte razionale del mio cervello diceva che aveva senso, ma il mio cuore non voleva ascoltare.

"Beh, non lo è, e non me ne frega un cazzo di quello che pensano le persone." Risposi acida e Camila posò una mano sulla mia coscia per calmarmi.

"Non sto cercando di farti arrabbiare, Lauren, ma è il mio lavoro avvisarti e metterti davanti a ciò che affronterai. Sei pronta a rispondere a tutte le domande che ti faranno?"

"Farò sì che non potranno farmi nessuna domanda. Per quale motivo ho un management altrimenti?"

"Allora si inventeranno delle storie, che è peggio." La bionda continuò ad insistere e la mia rabbia cresceva.

"Quindi dovrei nasconderlo e far finta che sia single? È una minchiata e non voglio vivere sotto una bugia. Perché dovrei nascondere l'unica cosa che mi rende felice? Tanto prendo sempre insulti da tutti e questo non peggiorerà le cose."

"Lauren, rilassati." Camila sussurrò e mi carezzò la gamba.

"No!" Quasi urlai e Camila subito guardò lo schermo.

"Possiamo richiamarti tra poco?" Chiese a Chelsea che annuii, così la video chat finì.

"Ha dei motivi validi, Lauren."

"Cosa?"

"Hai lavorato così duramente per questo album e se lo facciamo adesso, la gente non si concentrerà sulla tua musica. Non pensi che sia meglio aspettare che le cose si sistemino? Non stiamo insieme da tanto e tecnicamente ci vediamo pochi giorni, se diciamo che usciamo insieme, i media vorranno ogni piccolo dettaglio ed io non voglio che la gente ti stressi ancora di più."

Il mio carattere non era una cosa di cui andassi fiera. Stava per arrivare un litigio.

"Benissimo, ovviamente vuoi nasconderti!" Sbottai e mi alzai dal divano.

"Cosa vorrebbe dire?" Chiese confusa.

"È come un cazzo di déjà-vu, Camila. Nel passato preferivi scappare via e non affrontare le cose." Continuai anche se sapevo non fosse colpa sua.

"Non sto scappando, non riguarda più me, riguarda noi e se vuoi che sia una cosa ufficiale va bene, facciamolo. Ma sto solo dicendo che potrebbe toglierti tutto quello per cui hai lavorato."

"Non voglio più parlarne."

"Lauren, smettila!" Disse e si alzò anche lei. Posò una mano sulla mia guancia, forzandomi di guardarla. "Non ti lascerò più. Ti ci vorrà un po' di tempo per credermi, perché so quanto ti ho ferita nel passato, ma vedrai. Lo prometto."

Presi un grosso respiro e sentii la mia rabbia svanire tutto d'un tratto. Mi guardava così intensamente, quei grandi occhi marroni mi avevano causato così tanta rabbia e confusione nel passato, eppure avevano ora un effetto opposto. Mi rilassai ancora di più quando mise le sue braccia attorno al mio collo e mi abbracciò. Sentire il suo corpo contro il mio era il perfetto rimedio.

"Allora, questa è la nostra prima litigata di coppia?" Chiese e riuscì a strapparmi un sorriso.

"Credo di sì." Risposi e le mandai anche un sorriso malizioso.

"Quando arriviamo alla parte del sesso per far pace?" Risi a crepa pelle.

"Dio, sei una pervertita!" La stuzzicai, ma mi baciò.

"Quindi, cosa vuoi fare?"

Ero veramente intrappolata, da una parte non volevo rovinare la mia relazione con Camila mettendo troppa pressione, dall'altra però volevo renderla felice e basta. Forse aveva ragione e dovevamo aspettare, ma avevo paura che l'attesa influenzasse il nostro rapporto.

"Chiamerò Chelsea e le dirò che non lo renderemo ufficiale." Mi arresi e sospirai in sconfitta.

"Meglio così, credo. Abbiamo tantissimo tempo per farlo e poi possiamo amoreggiare davanti a tutti quando vuoi." Finì e mi diede un altro piccolo bacio sulle labbra.

Chiamai subito la mia manager poiché mi sentivo in colpa per averle risposto in quel modo e mi scusai. Non era nemmeno arrabbiata e riuscimmo a sistemare le cose.

Dopo feci una doccia, avevo bisogno di rinfrescarmi, infatti mi sentii subito una donna rinata grazie all'acqua che scacciò le mie ore di sonno.

Camila voleva andare a cena fuori ma cambiammo idea, dopo la conversazione che avevamo avuto con Chelsea: i paparazzi in quei giorni erano pazzi, persino a Miami quando mi avevano vista. Se mi avessero beccata con lei, il nostro piano di nasconderci per poco sarebbe andato a quel paese.

Quindi rimanemmo a casa, ma non fu così male. La cosa più importante era averci. Cucinai la cena per cambiare e finimmo a coccolarci sul divano mentre io leggevo e lei guardava qualcosa in TV, finché decidemmo di andare a letto.

Camila era in bagno mentre io girovagavo per la mia timeline di twitter e vidi qualcosa che mi fece fermare il battito cardiaco. Qualcuno mi aveva menzionato in un video di Shannon. Di solito evitavo queste cose, ma quando vidi il titolo della canzone: 'All I Want'.

Era una canzone che io avevo scritto per Camila dopo il fatto di Hanna. L'avevo scritta, ma non ero mai stata in grado di cantarla senza emozionarmi. E fu il motivo per il quale decisi di dare il diritto a Shannon di inserirla nel suo album. Era una bella canzone, ma non ci feci mai nulla. Vedere che la giovane aveva scelto quella canzone, mi faceva venire il mal di testa. Ormai sapevo le parole a memoria.

Ovviamente la bionda non era a conoscenza del motivo per cui l'avevo scritta, e probabilmente non le importava. Mi misi le cuffie e cliccai play.

[]

"All I want is nothing more,
to hear you knocking at my door.
'Cause if I could see your face once more,
I could die a happy man I'm sure.
When you said your last goodbye,
I died a little bit inside.
I lay in tears in bed all night,
alone without you by my side.
But if you loved me,
why'd you leave me?
Take my body.
Take my body.
All I want is,
and all I need is,
to find somebody.
I'll find somebody like you."

Rabbia, dolore, tristezza e tutti i sentimenti che avevo provato in quel periodo stavano tornando. Mi chiedevo se Camila sarebbe scappata ancora una volta con qualcun altro, e questa era la cosa peggiore, essere insicura. Avevo scelto di non uscire subito allo scoperto, almeno era quello che pensavo. Sentendo questa canzone, provai la paura o anzi il terrore, di perderla ancora una volta.

Mi girava la testa, dovevo bloccare quelle emozioni negative. Posai il telefono sul comodino e mi girai dalla mia parte chiudendo gli occhi, nella speranza che i brutti pensieri sarebbero spariti. La porta del bagno si aprì e sentii Camila avvicinarsi al letto, ma mantenni gli occhi chiusi: sapevo che avrebbe voluto passare l'ultima notte insieme, però non potevo farlo con questi pensieri.

"Lauren?" Sussurrò, mentre la sentivo sdraiarsi di fianco a me. "Sei sveglia?"

Se avessi detto di sì, avrebbe voluto una spiegazione, siccome non avrei dormito con lei e non potevo darle una senza ferirla. Così feci finta di essermi addormentata e mi sentii ancora più orribile.

Camila sbuffò e chiuse le luci prima di stringermi tra le sue braccia: il suo corpo bastò per calmarmi.

Odiavo essere così insicura, poi nessuna mi rendeva così più di lei. Quella voce dentro di me mi diceva di stare attenta, nonostante tutte le volte che provassi a dimenticarmi cosa era successo. Dovevamo solo passare più tempo insieme, ma sfortunatamente quei momenti erano rari.

Me ne sarei andata il mattino seguente, il pensiero di rimanere sola per altre settimane mi uccideva, e mi faceva quasi pentire della mia decisione di non starle vicina quella notte.

Dovevo accettare il fatto di aver ancora qualche dubbio sui sentimenti di Camila.

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