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Capitolo 13

Per un momento pensai di sognare, quando vidi la bellissima donna nascosta tra le coperte con lo sguardo rivolto a me. Era perfetta.

I suoi lunghi capelli erano un po' spettinati, ma poggiati sul cuscino con la sua pelle abbronzata formavano un effetto magnifico. La sua faccia era leggermente illuminata dalla luce del sole, che faceva persino brillare i suoi occhi marroni più del normale. Ogni cosa di lei sembrava ipnotizzarmi e il cuore mi stava battendo ad una velocità strepitosa. Ero completamente innamorata di lei. Non mi ero mai innamorata così di nessun altro. E per essere onesti, non mi ero davvero mai innamorata di qualcuno.

Osservò i miei occhi pieni di adorazione, catturando ogni minimo dettaglio e arrossì. Avrei voluto accarezzarle le guance colorate, ma avevo paura di toccarla, come se fosse un miraggio, il quale quando ti avvicini troppo sparisce. Ero triste, avrei dovuto lasciarla andare di nuovo.

Invece vidi la sua mano sporgere dalle coperte per prendermi e farmi rotolare su un fianco, così da stare di fronte a lei. Ero ancora in stato di shock, ma anche di trance quando la sua voce interruppe il silenzio.

"Va bene che sono qui?" Chiese con un pizzico di insicurezza.

"Certo, sono solo sorpresa." Ammisi con tutta sincerità e deglutii.

Lei mi rivolse un sorriso triste, ma catturò di nuovo i miei occhi con i suoi. Non mi ero mai sentita così vulnerabile ed esposta quando mi 'divertivo' con lei, proprio come in quel momento.

Mi accarezzò il braccio teneramente ed io, sopraffatta dai sentimenti, non riuscivo a ricambiare i gesti d'affetto. I suoi occhi marroni si mostrarono ancora insicuri, ciò mi fece pensare che anche questa volta sarebbe finita come le altre.

"So che il mio modo di rivelare le cose non è una cosa di cui vado fiera." Camila disse umilmente. "E non sono nemmeno sicura di come dirtelo."

Ed eccolo: il momento che mi sarei aspettata dal risveglio. Il mio respiro aumento non appena i suoi occhi evitarono i miei per la prima volta. Quante volte il mio cuore potrà resistere a tutto questo? Mi preparai per un altro colpo.

"Sono un disastro." Iniziò a dire. "Non ho ancora capito perchè tu voglia star con me. Tutto quello che sta succedendo con la mia famiglia.. e ho appena mandato all'aria il mio matrimonio. Non sono pronta a fare un passo così importante nella mia vita ma... non posso negare che ci sia qualcosa tra di noi che mi piacerebbe 'esplorare'. Non ha molto senso. Quello che sto cercando di chiederti è... possiamo andarci piano?"

Mi sentivo euforica dopo aver sentito che anche lei stava pensando di far funzionare le cose tra di noi. Nella mia testa mi ero già preparata ad un discorso diverso, in cui lei diceva che era stato tutto un errore. Invece, quella piccola possibilità di stare con la persona che amavo si era avverata.

"Se questo è andarci piano." Dissi indicando noi due nel letto insieme. "Allora sono più che d'accordo."

Schiaffeggiò il mio braccio scherzosamente e la vidi ridere, però con le guance arrossate.

"Lauren, sono seria." Mise il broncio.

"Anche io lo sono." Mi sorrise, non potendo fare a meno di essere felice in quel momento.

Si morse il labbro inferiore, ora sembrava più a suo agio. L'espressione nei suoi occhi mi fece prendere coraggio, e così presi la sua mano ed intrecciai le nostre dita.

"Perchè dovresti chiedermelo? Naturalmente possiamo andarci piano!" Dissi con un tono più sincero e, portando le nostre mani alla mia bocca, baciai il dorso della sua molto delicatamente.

La tenerezza in quel color cioccolato mi fece sciogliere. Chiudemmo entrambe gli occhi per alcuni secondi, come se fosse un accordo appena sigillato solo tra noi due. Le mie labbra trovarono di nuovo la sua mano, ma questa volta baciarono l'interno, vicino al suo polso. Non c'era un centimetro della sua pelle che non volessi baciare. Questo era andarci piano, giusto?

"Non hai intenzione di rendermi le cose facili così vero?" Disse ed io ridacchiai.

"Rispondi soltanto a questa domanda: la canzone che hai cantato al bar riguardava noi, vero?" Chiesi poichè non potevo dimenticarmi la sua magnifica esibizione. Non c'era nulla di più bello, che veder Camila cantare. Si immedesimava sempre in ogni parola rilasciata dalle sue labbra.

"Penso che tutte le mie canzoni siano su di te." le sfuggì e poi mi guardò un pochino imbarazzata per la confessione. La sfumatura di rosso sul suo viso divenne più visibile: era adorabile senza trucco.

"Ecco la mia proposta: accetto di andarci piano se canti una canzone per me." Cercai di trattare e la vidi barcollare per la mia richiesta.

"Per favore." Richiesi usando la tecnica del mio sguardo per convincerla. Sospirò e sapevo di aver vinto.

Sfortunatamente ciò significava per lei alzarsi, uscire dal letto e mettersi maglietta e mutante, per poi scegliere una delle mie chitarre all'angolo della stanza. Non le avevo mai suonate anche se avevo più o meno imparato. Ma Camila era più preparata di me e il mio cuore rimbalzò quando la giovane si sedette sul letto con lo strumento tra le mani.

Mi alzai leggermente dal letto e coprii il mio corpo con le lenzuola, guardando la donna prepararsi.

"You tell all the boys no,
makes you feel good yeah.
I know you're out of my league,
but that won't scare me way out no.
You've carried on so long,
you couldn't stop if you tried it.
You've built your wall so high,
that no one could climb it.
But I'm gonna try.
Would you let me see beneath your beautiful?
Would you let me see beneath your perfect?
Take it off now girl, take it off now girl.
I wanna see inside.
Would you let me see beneath your beautiful tonight?
You let all the girls go,
makes you feel good, don't it?
Behind your Broadway show,
I heard a voice say "Please don't hurt me".
I'm gonna climb on top your every top,
I'll hold your hand and you'll, you'll jump right out.
We'll be falling, falling.
I just wanna know,
Would you let me see beneath your beautiful?
Would you let me see beneath your perfect?
Take it off now girl, take it off now girl.
'Cause I wanna see you say,
Would you let me see beneath your beautiful tonight, oh, oh,oh tonight?
See beneath your beautiful, oh tonight.
We ain't perfect, we ain't perfect, no.
Would you let me see beneath your beautiful tonight?"

[]

È possibile innamorarsi di qualcuno di nuovo, anche se lo ami già con tutto il tuo cuore?

Sentirla cantare con una voce così piena di amore e passione, lo rese possibile. Mi sentivo esattamente così. Mi spaventava anche quanto apparisse perfetta ai miei occhi. E poi si chiedeva perchè l'amassi, che domande.

I miei occhi racchiudevano tutto l'amore che provavo per lei, mentre l'ascoltavo semplicemente. Ogni tanto guardava in alto e incontrava il mio caldo sguardo, ma si concentrava di più nel guardare la chitarra e suonarla simultaneamente. C'era qualche lacrima intenta a scendere dai miei occhi, ma io combattei perché non volevo essere emotiva, non in quel momento: fu difficile durante la sua esibizione dedicata a me. Sapere che aveva scritto quelle parole pensandomi, mi ricordò quanto fossero forti i suoi sentimenti durante tutti quegli anni.

Era ironico come tutte le cose si fossero capovolte, ero io ora la teenager che non sapeva cosa fare con i propri sentimenti.

I versi mi attraversarono la pelle, l'anima. Distrusse gli ultimi muri che proteggevano una parte del mio cuore, che nemmeno io sapevo di avere: la parte del mio cuore che l'amava così ferocemente e incondizionatamente da chiedermi se qualcuno avesse mai amato qualcun altro quanto io amavo lei. Realizzai di averla sempre amata, ma l'avevo sempre negato, finché non me lo fece capire.

Appena la sua voce si fermò, sentii un enorme nodo in gola. Voleva andarci piano ed io adesso volevo solo dirle quanto l'amassi. Il dilemma! I suoi occhi si bloccarono sui miei ancora e uno splendido sorriso si formò sulle mie labbra immediatamente finchè non sgonfiai il nodo che mi si era formato.

"Non mi rendi nemmeno tu le cose facili." Sussurrai perchè ogni parte del mio corpo voleva dirle quanto significasse per me.

Arrossì di nuovo, toccata dalle mie parole. Avrei voluto piegarmi in avanti per baciare quelle perfette labbra, ma non sapevo se fosse troppo. Avere strane relazioni era la mia specialità, però non riuscivo per niente a contenermi avendo quella talentuosa cantante nel letto con me. Sembrava molto più piccola in quel momento. Cosa sarebbe successo se avessi scoperto i miei sentimenti per lei prima, quando ancora eravamo giovani?

Non riuscii a seguire i miei pensieri perché il telefono di Camila iniziò a squillare da qualche parte sul pavimento. Si alzò e rispose.

"Pronto?" Disse, suonando leggermente senza fiato perchè ci aveva messo un po' per trovare il telefono. "Oh mio dio, mi dispiace tanto. Devo aver perso la cognizione del tempo! Sarò lì appena potrò."

Attaccò e poi si mise alla ricerca dei suoi pantaloni e scarpe, per vestirsi completamente.

"Scusa devo andare. Alcuni della famiglia sono già all'aeroporto e mi sono dimenticata di andarli a prendere!"

"Non vuoi che ti accompagni?" Chiesi, seguendo difficilmente i suoi improvvisi movimenti.

"No, devi andare a prendere gli altri più tardi come avevamo programmato. Va tutto bene, solo un piccolo inconveniente! Ci vediamo dopo." E con quelle ultime parole uscii dalla stanza.

In meno di un secondo se n'era andata, ma questa volta era diverso. C'era una possibilità, una possibilità di noi due insieme. Il pensiero mi fece sorridere come un'idiota e mi portai le lenzuola in faccia, sorridendo a me stessa e ripensando alla canzone che Camila aveva appena cantato per me.

Anche se avessi voluto passare tutto il giorno a risognare ciò che era successo nelle ultime dodici ore, avevo un sacco di cose da fare. Passai tutto il mattino a girare per la città, caricando sulla macchina persone dalla stazione dei treni o dall'aeroporto, per riportarle a casa e cercare di farle sentire a loro agio. Fortunatamente, la grande famiglia di Camila era socievole e cordiale proprio come mi aspettavo.

Erano circa le sei ed io ero da sola nella grande villa, poiché tutti i Cabello erano andati all'ospedale a trovare Sinuhe. C'erano ancora alcune persone che mancavano. Tre persone che avevo invitato senza il consenso di Camila, erano la nostra piccola famiglia: Dinah, Normani ed Ally. Sarebbero dovute arrivare in pochi minuti e quindi avevo già sistemato le loro stanze. Finalmente il campanello suonò e mi diressi verso la porta d'ingresso, pronta a rivedere quelle facce familiari.

"Hey." Le accolsi gentilmente e diedi a tutte un grande abbraccio.

Un'ora dopo eravamo tutte sedute sulla poltrona ed avevo già spiegato loro ogni cosa che stava succedendo, poiché Camila non ne aveva affatto parlato. Sapevo che non le sarebbe importato comunque.

Improvvisamente sentii qualcuno entrare nella sala e trovai Camila dietro di noi, in piedi, completamente in shock. Le tre donne si alzarono e la racchiusero in un grande abbraccio di gruppo. Sorrise, anche se non se l'aspettava per niente. Poi le, ora quattro, donne mi raggiunsero sul divano.

Camila si sedette di fianco a me e ci ricoprì con una leggera coperta. La sua mano prese la mia sotto di essa ed intrecciò le nostre dita senza esitazione. Nessuno poteva vederci, ma mi piaceva comunque quel piccolo gesto di affetto. Carezzando dolcemente il dorso della sua mano con il pollice, ascoltai le altre parlare facendomi da parte. Rassicurarono tutte Camila ed io continuai ad accarezzarle la mano.

Rimanemmo sedute a parlare per po' finché la famiglia di Camila ritornò a casa e il caos ricominciò. C'erano così tante persone che mi sentivo quasi soffocare, ma cercai di far finta di nulla. Tutti quanti erano a loro agio.

Ad un certo punto, per quanto potessero essere buone le circostanze, vidi Camila di fronte alla porta e corsi immediatamente verso di lei.

"Hey, te ne stai andando?" Chiesi anche se fosse ovvio che lo stesse facendo.

"Sì, rimarrò in ospedale stanotte." Spiegò.

"Ok, ma puoi rimanere qui se volessi." Mi uscì automaticamente dalla bocca e la vidi corrugare le sopracciglia. "Solo per dormire, lo prometto." Aggiunsi con un sorriso perché sapevo che stessimo andando con calma.

"Non sono sicura di resistere alla tentazione di rimanere sdraiata con te di fianco." Disse e il mio cuore iniziò a svolazzare di nuovo. "Ma... voglio davvero stare con mia mamma."

La tristezza nei suoi occhi e nella sua voce mi fece realizzare quanto egoista fosse stato chiederle di rimanere. Certamente voleva passare gli ultimi giorni di sua madre con la stessa. Così annuii velocemente e aprii la porta di fronte a lei. Si avvicinò al mio volto e mi sorprese con un piccolo bacio sulla guancia.

"Ci vediamo domani." Respirò affannosamente, cercando di darmi un sorriso.

"Buonanotte." Risposi e la guardai avviarsi alla macchina. Odiavo vederla andare via, non importava quanto poco tempo sarebbe dovuto passare prima di parlarle di nuovo. Prima che me ne rendessi conto, corsi verso di lei e la fermai in tempo.

"Fammi venire con te. Non l'ho vista per tutto il giorno." Mi uscii fuori spontaneamente. Lei fece una faccia sorpresa.

"Hai già abbastanza da fare qui. Sto bene, non ti preoccupare."

"Lo so, ma vorrei davvero vederla. Ritornerò qui prima che gli altri se ne accorgano."

La più giovane era troppo stanca per discutere e quindi accettò. Mentii quando dissi che non ero spaventata, perchè si, lo ero. Appariva così fragile quella notte e non avevo intenzione di lasciarla da sola.

Il viaggio verso l'ospedale fu calmo. Entrando nella stanza di Sinuhe, rimasi scioccata nel vedere la donna anziana. Stava molto, ma molto peggio dell'ultima volta. La sua pelle era pallida come se fosse quasi un fantasma e i suoi occhi erano senza vita. Mi ruppe il cuore vederla in quello stato. Come faceva Camila ad andare avanti? Solo immaginare che mia mamma stia così è troppo per me. Ero già sul punto di piangere.

Camila camminò verso il letto e, raggiunta la madre, le diede un bacio sulla fronte, timidamente, come se avesse paura di farle male.

Sinuhe respirava affannosamente, peggio di due giorni prima. Prese la mano di Camila e cercai al massimo di non piangere in quel momento.

"Vai a casa Camila." La donna malata disse con una voce roca. "Non voglio che tu mi veda così. Starò meglio domani."

La prima lacrima scese sulla mia guancia, quando vidi Camila sedersi sul bordo del letto e posare la testa sul petto della madre. Le ci volle un po' di forza, ma la madre riuscii a carezzare amorevolmente i capelli della figlia, facendomi piangere ancora di più.

"Prométeme hija." La voce stanca continuò. "Promettimi, che non sarai triste per sempre. Promettimi, di innamorarti e di amare perché questo è l'unico modo di vivere la vita completamente. Non scappare dalle persone che ti amano, perché tu meriti di essere amata. Ti amo tanto, non potrai mai capire quanto. E ci sarò, sempre. Ad ogni passo del tuo cammino: quando ti sposerai un giorno, quando avrai bambini. Non essere triste per sempre, ma portami con te."

Ero ancora bloccata nella mia posizione e l'unica cosa che sentivo era un colpo al cuore: per la donna che amavo e per la più grande che stava salutando sua figlia. Anche se non potevo vedere la faccia di Camila, sentivo dei singhiozzi veloci mentre Sinuhe le dava baci rassicuranti sulla testa.

"Non voglio dirti addio." Camila sussurrò ed iniziò a piangere disperatamente.

"Non devi, sarò sempre con te." Sua madre continuò e vidi lacrime scendere anche dal suo volto.

Forse avrei dovuto lasciare la stanza, ma nessuno aveva detto nulla. Ero congelata, guardarle abbracciarsi mi riportò a qualche ricordo. Passò molto, non riuscii neanche a definire quanto, prima che Camila si calmasse e alzasse con calma.

"Vado.. a rinfrescarmi velocemente." Disse evitando il mio sguardo e uscendo direttamente dalla porta, dirigendosi al bagno più vicino.

Ora Sinuhe si concentrò di me, che ero ancora paralizzata da cosa avevo appena visto e sentito. Mi disse di avvicinarmi e mi mossi automaticamente. La donna mi prese la mano nello stesso modo in cui prese quella della figlia: volevo smettere di piangere, ma non ci riuscivo.

"Grazie Lauren." Disse ed io scossi la testa perchè non doveva affatto ringraziarmi. "Grazie per essere diventata una parte così importante della nostra vita: specialmente quella di Camila. Te l'ho già detto ma sono così felice che lei abbia te. Il mio più grande dolore è di abbandonare le mie figlie, ma ora so che te ne prenderai cura. Sono amate, quindi grazie per amare mia figlia nel modo in cui lo fai."

Volevo dire qualcosa. Niente. Nessuna parola usciva dalla mia bocca. La mia voce sarebbe stata troppo tremante. Invece guardai i suoi occhi stanchi e le carezzai la mano, annuendo leggermente.

La porta si aprì di nuovo e questa volta entrarono Camila con suo padre e Sofi. Sapevo che era il momento di andare via. Dovevano stare tra di loro, quindi baciai la guancia di Sinuhe gentilmente e, dopo averla guardata un'ultima volta, mi alzai e andai verso il resto della famiglia. I miei occhi incontrarono quelli di Camila per un secondo. Avrei voluto dirle che sarei rimasta fuori se avesse avuto bisogno di me.

"Vai a casa." Sussurrò e fece un sorriso coraggioso.

Feci come mi disse e lasciai alla famiglia Cabello il loro spazio. Il ritorno verso casa fu irreale. Mi sentivo intontita e fuori controllo. Tutto ciò a cui riuscivo a pensare era Camila e cosa probabilmente stesse attraversando. Non avrei mai potuto capire quanto soffrisse. Avevo perso mia nonna, che soffriva di cancro, quando avevo quindici anni, ma perdere un genitore non era di sicuro la stessa cosa. In più, Camila era sempre stata intima con sua madre, cosa che rendeva tutto più difficile. L'unica cosa che potevo fare era esserci per lei a questo punto.

Ritornando alla villa, tutti quanti stavano dormendo e decisi di fare lo stesso. Facile a dirlo, la mia mente era troppo occupata a pensare a cuori spezzati in quel momento all'ospedale. Passarono almeno due ore finché il mio corpo si rilasso e caddi in un sonno rilassante.

Essendo una persona che dormiva poco in generale, mi svegliai immediatamente quando sentii la porta di camera mia aprirsi. Sapevo che eravamo nel bel mezzo della notte perchè il sole non era ancora sorto e il buio ricopriva la stanza. Accendendo la lampadina sul comodino alla mia destra non ebbi tempo di ragionare che mi ritrovai il corpo di Camila tra le braccia, che mi ributtava sul letto. La abbracciai subito.

Stava tremando freneticamente, come non l'avevo mai sentita. I suoi singhiozzi mi fecero unire al suo pianto. La mia maglia era completamente bagnata dalle sue lacrime, non mi importava. Tutto quello che volevo era farla sentire al sicuro e amata. Volevo che sapesse che poteva mostrarsi distrutta e vulnerabile ai miei occhi.

"È morta." Sentii la voce tremante parlare e rafforzai la stretta sul suo corpo per tenerla meglio.

"Mi dispiace... mi dispiace tanto Camila." Ripetei ancora e ancora, perchè non c'erano altre parole per confortarla in quel momento.

Chiusi gli occhi e carezzai i suoi capelli per calmarla.

"Non posso... immaginare un mondo.. senza... di lei..." Sussultò.

"Hai sentito che ha detto. Sarà sempre qui." Cercai di dire.

Dopo tanto tempo si lasciò andare e si addormentò esausta tra le mie braccia. Il suo respiro sembrava regolare, ma ciò non mi fermo dal carezzarle la schiena e la nuca. Per quanto fosse straziante tutto questo, mi sentivo speciale perché si fidava di me.

Mi ricordai Sofi dire che Camila avrebbe rifiutato la realtà, ma quella notte non sembrava così. Purtroppo non sapevo che il tragico evento avrebbe cambiato le cose nel futuro.

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