Time
-Per favore puoi fermarti un secondo?- urlò.
Il ragazzo si girò, facendo scricchiolare le suole di plastica contro la neve caduta il giorno prima. La sciarpa scura gli pendeva dal collo, si strinse nella giacca mentre una nuvoletta di fumo usciva dalle sue labbra schiuse. Faceva freddo.
-Cosa vuoi?- sbottò, forse frustrato da tutta quella situazione.
-Io,- Zora fece un passo indietro. Si guardò intorno toccandosi i capelli scuri.
Christian si avvicinò alla ragazza di scatto.
-Se non vuoi dirmi niente allora non darmi più fastidio Zora.- mormorò a denti stretti.
Le diede le spalle e continuò a camminare per il marciapiede.
-Senti, vaffanculo Christian! Perché mi tratti così?- lo raggiunse.
Lui si voltò ancora una volta, colpendole una spalla con la mano aperta.
-Mi stai fottutamente prendendo in giro? Tu mi stai trattando di merda.- le tolse le mani di dosso -E non so neanche il perché.-
Zora si portò le mani contro il viso, sembrava sul punto di piangere.
Il ragazzo la guardava paziente, voleva solo capire cosa aveva fatto di male. Era riuscito ad ammettere a se stesso che quei giorni senza Zora lo avevano a poco a poco distrutto, fino a farlo incazzare per la disperazione.
-Dimmelo Zora.-
Si avvicinò ancora di un passo, di scatto portò le mani ai lati del suo viso.
-Dimmelo!- urlò poggiando la fronte contro la sua.
-Come faccio a spiegarti?- rispose a tono -Non so neanche io cos'ho Christian, non lo so e ho paura.-
Lo sguardo del ragazzo si addolcì, le accarezzò una guancia con le dita coperte dai guanti.
-Provaci, ti prego.- parlo a bassa voce.
Zora guardò in basso, serrò le labbra per poi schiuderle.
-Quanto stai con altre ragazze sto..male. Mi sento male. Non mi piace quando dici che qualcuno ti fa sentire meglio di come ti faccio sentire io. Mi piace quando mi baci, quando parliamo di tutto. Io, non lo so Christian.- mormorò.
Zora lo guardò, i capelli biondicci spuntavano da sotto un capello grigio, sorrise.
Sorrise fino quasi a ridere, strinse la presa sulla pelle della ragazza e la portò più vicino a se.
-Anche tu mi piaci, Zora.- rise ancora.
Posò le labbra contro le sue per qualche secondo, si staccò quando lei corrugò la fronte.
-Non ho mai detto che mi piaci.-
Christian alzò gli occhi verso il cielo bianco.
-Stai zitta.- rise. Passò un braccio sulle sue spalle e iniziarono a camminare.
Zora si strinse a lui, appoggiò la testa contro la sua spalla e sfiorò la sciarpa profumata. Finalmente era in pace, si sentiva come se un peso l'avesse liberata. Christian le era mancato, e forse non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.
-Christian.- lo chiamò dolcemente.
-Eh.- disse lui, stringendola e sorridendo.
-Buon Natale.-
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CALUM
Una volta, quando ero piccolo, avevo chiuso senza farlo apposta mia sorella Joenelle di 7 mesi in bagno.
Ricordo che i miei genitori erano al piano di sotto ed io volevo solo giocare con mia sorella. Ricordo l'ansia che provai, la paura che si facesse male. E la colpa sarebbe stata totalmente la mia, non avevo nessuno da incolpare se non mi stesso.
Urlai tirando la maniglia più forte che potevo e i miei genitori accorsero subito in mio aiuto.
Appena mio padre sfondò la porta mi precipitai dalla mia sorellina che, ignara di tutta la situazione, stava seduta sula pavimento di piastrelle bianche. Con uno sguardo sereno.
Mio padre mi tirò un ceffone, ma potevo sopportarlo. La gioia che provai nel ritoccare mia sorella, nel sapere che era salva mi fece da anestetico a tutto quanto.
Più o meno, mentre camminai intorno all'isola della mia cucina, provai quello. Quella strana e bella sensazione di aver ritrovato qualcosa, ti poter ancora influire su quella cosa.
Cercai di guardarla il meno possibile mentre muoveva la gamba a penzoloni dallo sgabello su cui era seduta.
Si era tolta il capello e lo teneva tra le dita, tirando la stoffa di lana.
-Perché,- respirai, posando le mani contro la superficie di marmo -perché sei qui?-
Per la prima volta alzò lo sguardo, i suoi occhi chiari cercarono i miei.
-Luke ci ha invitati, ha detto che ti sarebbe piaciuto rincontrare vecchi amici.- parlò.
Mi bloccai, la fissai negli occhi quasi con una nota di sarcasmo.
-Amici?-
-Tu e Connor siete sempre stati amici.- ripose ad alta voce.
-Ma io e te mai.- commentai.
Lei si alzò di colpo, mentre camminò veloce verso la porta della cucina chiusa i suoi capelli rossi le caddero lungo la schiena.
Mi erano sempre piaciuti.
-Credevo che ti avrebbe fatto piacere rivederci. Ma se non è così, benissimo, togliamo il disturbo.- borbottò.
La raggiunsi e bloccai con una mano la porta. Mi misi tra lei ed essa, impedendole di uscire.
-Mi fa piacere rivedervi.- dissi -Mi fa piacere rivedere te, Alexis.-
Indugiò e fece un passo indietro, il maglione che portava era troppo largo per il suo corpo.
La osservai per qualche istante, gli occhi chiari erano contornati da trucco e la montatura degli occhiali era più tondeggiante di quella che mi ricordavo.
Incrociai le braccia la petto, era diventata più alta, il suo corpo era cambiato ed anche le sue movenze, il suo modo di rapportarsi ad un nuovo ambiente.
Era cresciuta, a 18 anni credevo che sarebbe rimasta piccola per sempre.
-Sei così diversa.- dissi dolcemente.
Si porto una ciocca di capelli rossi dietro un orecchio.
-Tu invece sei esattamente come ti ricordavo.- sorrise.
Quando notai che il suo corpo si rilassò mi spostai dalla porta, camminai verso il tavolo e mi sedetti sullo sgabello di fronte a quello su cui stava salendo.
-Non so se sia una cosa bella o brutta.- parlai ridacchiando.
-Bella. Sembra che il tempo non sia mai passato.- giocò con il cappello.
-Cazzo se è passato invece, e non ha avuto pietà di me.- commentai, cercai di essere sarcastico anche se tutto quello che dicevo aveva un fondo di verità.
Per anni il mio nemico più grande era stato il tempo, il tempo che mi portava via ricordi.
Non avrei mai visto il tempo far crescere Ryan, in quel momento ci pensai ma dopo semplicemente realizzai che non sarebbe durato per sempre. Il tempo mi avrebbe portato via piano a piano dettagli della sua persona, il tono della voce, il modo in cui gesticolava, ricordi interi.
Anni dopo, semplicemente, avrei collegato a Ryan solo l'idea che mi rimaneva di lei.
E andava bene così, perché l'idea che avevo su di lei non sarebbe mai cambiata.
Come non sarebbe mai cambiata l'idea che avevo di Alexis, e il fatto che fosse li per me lo dimostrava solo si più. Sapevo che Luke l'aveva fatta venire per aiutarmi con la mia depressione. Il suo accettare di quella offerta aveva solo confermato che bella persona fosse, cosa che sapevo già da giovane.
-Lo so, non ha avuto pietà per nessuno.- disse lei, si portò gli occhiali su per il ponte del naso e sorrise.
Una volta le dissi che non volevo niente tra di noi, neanche cinque millimetri di vetro.
Vedevo i suoi occhiali come un ostacolo, come se li usasse per nascondere qualcosa nei suoi occhi enormi.
Erano solo ricordi.
-Quanto è passato?- domandai.
-Quasi 8 anni.- mi rispose tranquilla.
Wow, pensai, il tempo mi era sfuggito di mano.
-E dimmi, cosa fai di bello adesso?- chiesi.
-Veramente mi hanno appena licenziato e sto cercando lavoro.- appoggiò le mani sul tavolo -Forse non ho mai smesso di essere una sfigata.- sorrise.
I suoi occhi socchiusi mi guardarono, sorrisi anche io.
♈️♈️♈️♈️
NUOVO ALMBUUuuUuM!
Lexi e Connor sono tornati! E, devo dirvi, che siamo quasi alla fine di Disconnect. Per me è dura da accettare ma quando tutti i pezzi saranno a posto semplicemente farò finire la storia.
Grazie per leggere Disconnect.
ciao ciao
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