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Brother

-Hei, ora è tutto ok.- sussurrò accarezzandole i capelli.

La piccola Amy si strinse alla vita della sorella, quest'ultima si appoggiò contro la porta appena chiusa prima di sospirare.

Amy era riuscita a poggiare i piedi a terra, aveva corso velocemente le scale prima di rifugiarsi in camera sua.

Joenelle aveva guardato Calum, gli occhi del ragazzo erano passati dall'arrabbiato all'addolorato.
Ormai neanche più ci faceva caso, ma Amy ci rimaneva sempre più male dopo gli attacchi di Calum. Ed era così piccola, e non capiva ancora tante cose.

-Perché fa così?- pianse contro la maglietta scura di Joenelle, sarebbe rimasta una macchiolina delle sue lacrime -Cosa gli ho fatto di male?-

Joenelle abbassò lo sguardo, vedeva solo i capelli neri di Amy e iniziò ad accarezzarglieli cercando di tranquillizzarla.
Osservò con gli occhi scuri la stanza, il lettino rosa era posto al centro della stanza mentre poster di principesse e personaggi Disney erano appesi ai muri.

-Niente. Noi non gli abbiamo fatto niente.- mormorò la sorella maggiore.

Amy si staccò leggermente da lei, si passò le mani strette in due pugnetti contro gli occhi umidi.
Si sistemò i capelli con il mento rivolto verso l'alto, il che fece sorridere Joenelle, prima di avviarsi verso il letto.

Si sedette al centro di esso, Joenelle la raggiunse. Prese una corona da un piccolo cassetto vicino all'entrata per poi posarla in mezzo ai capelli scuri della bambina.

-Le principesse devono fare il riposino di bellezza.- sussurrò sorridendo.

Joenelle fece per lamentarsi ma sbuffò solo un -Ok.-

Si stese impacciatamente e Joenelle la coprì con una coperta rossastra. Si chinò e le diede un bacio sulla tempia.

-Ci vediamo dopo.-

Amy annuì e si rannicchiò chiudendo gli occhi mentre Joenelle spegneva la luce e chiudeva la porta della stanza oltre le sue spalle.

Inchiodò subito i suoi passi.

Calum era chinato in avanti con le mani nei capelli, dondolava la testa avanti e indietro.
Appena notò la presenza della sorella si alzò di scatto.
Joenelle indietreggiò, tenendo uno sguardo duro e fiero.

Suo fratello non lo riconosceva più, era come vivere con un estraneo. E a lei dispiaceva così tanto perché era così legata al vecchio Calum.
Aveva cercato di capire, dopo che seppe la storia di Ryan, aveva cercato si farlo ragionare.
Lui non l'ascoltava mai.

-Come sta?-

Gli occhi scuri di Calum erano vitrei come un sottile strato di acqua al sole, aveva la bocca socchiusa e le labbra screpolate.
Joenelle accantonò la domanda, lo indicò con l'indice e si avvicinò.

-Tu non devi toccarla Calum, non ti devi neanche più avvicinare a lei.- sputò.

Lui rimase qualche istante confuso, poi la sua espressione diventò disperata.

-No, no Joe. Lei un giorno capirà, capirà che sono così solo perché ho sempre perso tutto nella mia vita.- la sua voce era rotta e se avesse iniziato a piangere, Joenelle avrebbe fatto lo stesso.

-Non sei l'unico che ha perso qualcosa.-

Gli passò di fianco, fece qualche passo poi si girò a guardarlo. Cercava di fargli capire tutto l'odio che provava per lui in quel momento.

-Io ho perso un fratello.- mormorò.

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-Mi dispiace.- sussurrai a sguardo basso prima di sedermi sul bordo del mio letto.

Appena Evie e Will andarono via io è Luke salimmo al piano superiore, cercavo di non incontrare il suo sguardo quasi spento. Aveva parlato tutto il pomeriggio con la sorella mentre io ero rimasta chiusa nella cucina a bere tè con sua madre e Mavis.
Cosa le aveva detto?
Durante la giornata persi il conto di quante volte ho ricorso alla mia amata tavola periodica per rilassarmi.

Luke mi accarezzò una guancia, era in piedi davanti a me e potevo vederle tenere il peso sul fianco destro.
Alzai leggermente gli occhi e osservai come il suo maglioncino cadeva sopra la cintura scura.
Mi ricordai di quando era solito indossare canotte con il nome di band sconosciute stampate al centro della stoffa. Alcune volte avevo avuto l'opportunità di indossarle, ripensando a quei momenti e, a quanto lo facesse felice vedermi con qualcosa di suo addosso, mi alzai avvicinandomi alla sua valigia.
Lui mi fissò in silenzio aprirla, presi una sua maglietta a maniche corte e la posai sulla sedia davanti alla scrivania. Presi il bordo del mio maglione iniziandolo a tirarlo su sopra il mio stomaco.

-Cosa stai facendo?- mi chiese a voce bassa e roca.
Guardai la porta chiusa a chiave, mia madre aveva la camera al piano di sotto e sicuramente era già andata a dormire.
Mi tolsi il maglione, slacciai il reggiseno e lo lanciai vicino alla cesta dei panni sotto lo sguardo di Luke. Mi fissava in silenzio come se avesse timore di me.

Mi abbassai i jeans e, successivamente, buttai anche quelli nella cesta.

Non gli risposi, presi la sua maglietta e la infilai. I suoi occhi chiari passarono si tutto il mio corpo quando mi avvicinai a lui.

Lo abbracciai appoggiando la testa sul suo petto.

-Sei bellissima.- mormorò, le mie guance si colorarono di rosso e chiusi gli occhi.

-Mi dispiace per oggi.- dissi ancora.
-Non è colpa tua.-

Mi posò una mano dietro al collo e io alzai la testa per guardarlo.

-Lo è, invece.- risposi malinconicamente.

-Ascoltami Hay, Zora non riesce ancora a capire quello che mi legava a te.-

Lo fissai, lui ricambiò il mio sguardo per minuti.

Non sapevo cosa dire, di certo avevo contribuito alle motivazioni per cui Luke aveva lasciato l'America.

E Zora aveva tutte le motivazioni per odiarmi, solo che volevo che capisse che quello, che tutto quello, era sempre stato più grande di noi. Come se non potessimo controllarlo.

Luke si passò la lingua sul labbro inferiore, l'anellino tremò a quel contatto. Mi baciò con delicatezza perché era triste, e io volevo condividere la sua tristezza.

L'altra mano si posò sul mio fianco e accarezzandomi riuscì ad alzare un po' la stoffa della sua maglietta che stavo indossando.

Si intrufolò sotto di essa mentre con la lingua aveva già creato un collegamento tra le nostre labbra.
Mi piace baciarlo, mi piace avere un contatto con lui perché era uno di quei pochi momenti in cui eravamo pari.
In cui nessuno era più forte o più debole, quando ci toccavamo soffrivamo di meno.
Si sedette sul bordo del letto, tirandomi a cavalcioni su di se senza far staccare le nostre labbra.

-Mi piaceva quando indossavi le mie cose.- informò.
Fece un piccolo sorriso e io fui felice dei suoi tentativi di non pensare alla sua famiglia.

-A te stanno meglio.- commentai.

-Scommetto che io però non sembro così sexy, uhm?-

Mi sfiorò il collo con il naso per poi iniziare a posare leggeri baci in quell'area, mentre la mia pelle superava il colore rosso intenso.

Si sdraiò, con le gambe ancora fuori dal letto e i piedi contro il pavimento, ed io finii sopra di lui.

Mi chinai iniziando a succhiargli in piccoli baci la mascella delineata. Fece un piccolo lamento ed il mi spostai verso la guancia, per poi ritornare contro la sua bocca.

Le sue mani si spostarono sulle mie cosce scoperte, accarezzò la pelle e poi salì fino al mio sedere.
Sussultai e gemetti nel bacio quando mi spinse corto i suoi fianchi.

Continuava a spingermi contro la sua erezione e ogni tanto emetteva mugoli si piacere.

Quando fummo senza fiato, con un sorriso mi spostò da un lato del letto, si alzò andando verso le valigie ed io lo guardai con un sorriso malizioso.

-Tu mi farai andare fuori di testa.- disse più a se stesso. Risi per il commento mentre lui si piegò in avanti, aprendo una tasca della valigia. Prese un rettangolo argentato ma si fermò quando notò qualcosa nella mia valigia, che era aperta di fianco alla sua.

I suoi occhi si incupirono, mi venne la pelle d'oca.

Lui prese qualcosa all'interno della valigia rosa. Si rigirò l'oggetto tra le mani.

-"DISCONNET"? Cos'è Hayley?-
Luke si avvicinò ed appoggiò il libro sul letto, sentii come se uno tsunami mi avesse colpito in pieno e non potessi fare niente per evitarlo.

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