Baltimore High School
Luke girò la testa verso la mia figura, allentò la presa sulla mia mano ma subito lo fermai.
-Cosa c'è che non va?- chiesi.
Gli avevo raccontato di Calum, di come i nostri sentimenti alla fine si rispecchiassero più del dovuto e di cosa aveva detto su di lui. Mi venne voglia di piangere, perché tutto quello che facevo non sembrava abbastanza per Luke? Il suo sguardo era distante.
-Non so più cosa fare Luke.- ammisi, la voce leggermente alta per nascondere le lacrime nervose che stavano minacciando i miei occhi azzurri.
Lui si fermò, scrollò le spalle avvolte in un giaccone pesante ed abbassò la testa verso il marciapiede pieno di neve.
-Mi spiace che il mio umore ti renda triste.- mormorò. Aveva le sopracciglia aggrottate.
Mi misi davanti a lui sentendo un calore estraneo divamparsi per il collo ed il viso.
-Non mi rende triste, mi fa incazzare.- iniziai, gli misi una mano contro al petto -Sto provando di tutto per farci passare questa storia di Ryan, e tu non provi neanche il minimo sollievo. Calum ha detto che ti vuole rivedere, non ti basta? Non ti basta il fatto che io e lui siamo qui per te?-
Le sue mani grandi mi presero per le spalle, mi portò più vicino a lui con uno strattone, con il mento sfiorava la mia sciarpa bianca.
-Mi hai mai sentito dire queste cose? Stai zitta. Mi basti e sono felice che Calum voglia di nuovo allacciare i rapporti con me.- disse con il tono basso e roco. Fece un colpo di tosse, portandosi una mano davanti alla bocca.
-E allora cosa c'è che non va? Voglio solo vederti sereno, lo capisci?- mi disperai. la mia sopportazione era al limite, volevo solo che fosse felice, con me.
-È solo una giornata no ok Hayley?-
Gli diedi le spalle e continuai a camminare, in realtà non sapevo dove andare, era Luke che doveva andare da qualche parte e io lo avevo solo accompagnato. Scrollai le spalle e mi strinsi nella giacca.
Mi sentii tirare per il braccio, mi fece quasi cadere ma la sua stretta si fece più ferrea.
-Dove stai andando?- mi chiese, gli occhi accesi da una leggera rabbia, forse era solo infastidito.
-Non lo so ma, a quanto pare, non riesco a farti felice. Quindi forse è meglio che ti lascio stare.- quasi urlai.
Mi dava solo fastidio che dopo tutto quello che facevo, lui non era ancora in un certo senso appagato.
-Se ti sento ancora dire una stronzata del genere, non so cosa ti faccio.- mi intimidì.
Ressi il suo sguardo duro, non poteva più farmi paura.
-Perché lo sai che ti ho cercata per anni, lo sai che sei l'unica persona da cui non riesco ad allontanarmi e sai che è tutto vero. Tu mi rendi felice.- mi ripeté.
La sua presa si allentò appena, io mi portai le mani contro al viso.
-Scusa, lo so. Sono solo stanca.- cercai di trattenere il respiro. Mi appoggiai al suo petto e la cerniera di metallo mi raffreddava il punto della guancia con cui la toccavo.
Luke mi passò una mano sulla spalle, perché non potevamo essere come persone normali? Avevo sempre saputo che le persone normali non provano così tanto dolore e delusioni, però ci speravo. Speravo che io e Luke potessimo essere una coppia normale, prenderci in giro a vicenda e costruirci un futuro insieme.
Però eravamo sempre in qualche modo legati al passato, volevo fermare tutto quello.
Far in modo che, tornati in Inghilterra, ci saremmo scordati di tutto. Non ne avevo ancora parlato con lui ma avrei voluto che restasse con me anche quando ci saremmo disconnessi da tutto, da Baltimora, da Ryan.
Io e Luke eravamo stati marchiati fin da subito, e gli effetti delle nostre disgrazie si riscontravano dopo anni.
Noi eravamo deboli, la differenza tra me e Luke era che io lo davo a vedere. Lui lo nascondeva.
Lo nascondeva anche per me, perché sapeva che se lo avessi visto perdere la testa, lo avrei fatto anch'io. Lui sapeva che ero fatta così, assorbivo le emozioni degli altri.
Ecco perché, nonostante lui mi avesse reso felice, non lo ero completamente. Perché lui non lo era.
Dopo qualche minuto fece intrecciare le sue dita con le mie, iniziammo a camminare e i miei piedi lasciarono impronte superficiali contro la neve caduta la sera prima.
Ci fermammo davanti ad un cancello arrugginito che un tempo doveva essere stato di un bianco acceso.
Continuai a guardare l'edificio davanti a me, incapace di distogliere lo sguardo dal cortile esterno.
La sua voce mi arrivò piatta, quasi come un surrurro: -Oggi è l'anniversario di morte di mio fratello. Sono solo un po' triste.-
Non mi girai a guardarlo, il contatto mi bastava. Il suo braccio avvolse la mia vita e subito dopo appoggiai la testa contro la sua spalla. Sapevo che non ne voleva parlare.
Spostai lo sguardo al cortile che circondava la struttura ormai vecchia. Una marea di immagini presero possesso della mia mente e tutti i ricordi che riguardavano quell'edificio vennero a galla.
Tutte le volte che avevo camminato per quei corridoi e tutte le volte in cui avevo sperato di non incontrarci Luke.
-Perché siamo qui?- domandai.
-Mia madre mi ha chiesto di andare a parlare con il preside, Zora sta combinando casini.- mi spiegò.
Mentre camminammo oltre alle inferiate arrugginite mi voltai a leggere la scritta "Baltimore High School", trattenni il respiro e continuai a stare al fianco di Luke. Non ero realmente nervosa di entrare, sapevo che ormai io con quel posto non ci avevo più niente a che fare.
Una signora anziana ci venne ad aprire la porta principale, non ricordai se fosse stata una mia bidella. Si passò le mani contro i pantaloni della tuta e ci indicò i corridoi da prendere per la presidenza, ovviamente tutto era cambiato.
Gli armadietti non erano più di un blu scuro ma verdi, le pareti erano dipinte di una tonalità di verde più chiaro e le aule erano state spostate.
Quel posto non mi ricordava più niente, non accendeva ricordi brutti che avrei preferito evitare.
Mi tolsi la sciarpa e seguii Luke lungo i corridoi, quando arrivammo davanti alla presidenza si girò a guardarmi.
-Mi aspetti qua? Non credo di metterci molto comunque.-
Annuii, si sporse verso di me dandomi un leggero bacio e mi sorrise, bussò alla porta di legno e qualche secondo dopo entrò.
Quando realizzai la mancanza di Luke mi guardai intorno e mi sedetti su una delle due sedia nello spazio dedicato all'attesa per parlare con il preside.
Dovevano parlare riguardo a Zora?
Appoggiai i gomiti sulle ginocchia e pensai a quanto fossero simili, Zora mi ricordava molto Luke quando l'avevo conosciuto, sicuro di se e con la voglia di torreggiare su tutto e tutti. Non l'avevo mai considerato un comportamento sbagliato, avevo solo avuto paura per Luke, come ne avevo per Zora. Quando sei in alto è più facile cadere e ti fai più male.
Battei il piede contro le mattonelle e mi alzai, decisi di farmi un giro e iniziai a vagare per i corridoi, la scuola era così silenziosa senza studenti.
-'Sti ragazzini!- sentii urlare.
Mi sporsi con la testa all'interno di un'aula e subito notai due signore pulire dei banchi.
-Se lo becco..- mormorò una delle due, si chinò di più verso il banco e strofinò con un panno -Chi c'è seduto qua?-
L'altra donna, leggermente più magra di quella prima, sospirò divertita.
-Credo Friek.- rise.
-Domani vede quel ragazzino.- borbottò.
Scrollai le spalle e passai oltre, le superiori non mi mancavano molto, non ho mai basato un ricordo felice su un'esperienza che mi era capitata alle superiori.
Un uomo uscì da una classe, teneva la testa bassa verso la propria cartella ma quando alzò gli occhi si fermò. Strinse le palpebre in due fessure e mi guardò, io cercai di non farci caso e continuai a camminare.
-Hayley Cohen?-
Mi girai al mio nome, l'uomo fece un grosso sorriso e venne verso di me. -Non si ricorda di me? Sono il professor David.-
NO ALL'OMICIDIO
Lo so, mi state odiando e ne avete tutto il diritto visto che è dal 465 a.c che non aggiorno.
Volevo solo dirvi che sono stata davvero impegnata con la scola a fare le ultime verifiche e sono contenta di dirvi che ho quasi finito tutto. Ho avuto vari problema ma da oggi dovrei tornare ad aggiornare tutte le storie come il solito.
Voi? Come state?
Grazie ancora per leggere Disconnect.
Buona serata.
ciao ciao
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