Capitolo 13
Rimasi impietrita sulle scale e lo lasciai scendere.
Non appena aprì la porta i due che prima erano parzialmente umani avevano mutato anche le braccia. Ad uno dei due uscivano dalle maniche come dei serpenti, mentre quelle dell'altro sembravano fumo nero.
William afferrò con una mano il collo di quello più viscido e con l'altra il collo dell'altro. Li spinse lontani, fino a che andarono a sbattere sul muretto poco più lontano che recintava casa mia.
Mi misi sull'uscio della porta, semi nascosta, non sapendo cosa fare. I due demoni si scagliarono contro William che si scansò cosi velocemente che a stento lo vidi.
Tuttavia quello che sembrava fatto di fumo, sembrò allungare quelle sue "braccia" e incatenare William, mentre l'altro si avvicinava pericolosamente. Dovevo fare qualcosa, ma non sapevo cosa. Mi sentivo così impotente che era frustrante.
Volevano me, no? Magari se mi fossi fatta vedere, avrebbero rivolto la loro attenzione alla priorità.
William si stava scurendo. Un nero pece, quasi cenere, che si intonava con il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli. Si stava propagando dalle dita delle mani, poi dai lati del viso. Sul suo corpo iniziavano a farsi strada strane linee che sembravano forgiarsi sulla sua pelle.
Non avevo idea di cosa stesse succedendo, ma dovevo intervenire.
Dovevo distrarli, ma allo stesso tempo dare il tempo a William di riprendersi per venirmi in soccorso. Non avevo un balcone che dava su quella parte del giardino, né potevo salire sul tetto, o nel frattempo William chissà che fine avrebbe fatto. Basta, dovevo prendere una decisione. Mi misi davanti alla porta con i piedi bene fissi a terra e le mani sui fianchi, cercavo di illudermi di essere sicura di me e di quello che stavo per fare.
-ehi voi due! Sono qui!-
Si girarono a guardarmi e in un nanosecondo William fu libero. Non aveva ancora perso il colore che sembrava avvolgerlo come una carta da regalo. Si girò a guardarmi, i suoi occhi erano spalancati e di un rosso così acceso da sembrare quello del sole quando tramonta.
Mi urlò qualcosa contro, ma tra la paura dei demoni che mi venivano in contro, l'adrenalina, e il pensiero stesso di William, non riuscii a capire. Indietreggiai, e proprio mentre uno dei due era ormai pericolosamente vicino li vidi entrambi come risucchiati indietro. Doveva essere stato William. Ora era nero solo da metà avambraccio alle mani. Mi guardò con uno sguardo omicida e non uno di ringraziamento per averlo aiutato un minimo. Poi urla -sta dentro stupida! Chiuditi dentro!- poi rivolse nuovamente l'attenzione ai demoni. Entrai dentro casa, e per quanto sapessi che fosse inutile, chiusi tutto a chiave.
Come qualche giorno fa, mi misi di spalle alla porta e piano piano scivolai fino a toccare terra. Non era il posto migliore, ma iniziai a pensare a quello che era successo.
Ero spaventata a morte. Sentivo da fuori strani rumori e quasi grida sovrumane, ovviamente che ci si poteva aspettare da un angelo caduto e due demoni, di certo non qualche grido che io avrei fatto.
Ad un tratto non sentii più niente. Spalancai gli occhi, e mi guardai attorno in silenzio. Notai la finestra della sala alla mia sinistra aperta per metà, mi stavo per precipitare a chiuderla, quando William comparve in piedi davanti a questa. Era ancora parzialmente nero e le linee che prima sembravano forgiarsi sulla sua pelle erano ancora presenti, ma ora su tutto il corpo, viso compreso.
-Will...-
Mi avvicinai lentamente, stavo per mettergli una mano sul viso, ma prima che potessi farlo sussurrò a denti stretti.
-perché lo hai fatto?- le braccia erano lungo il corpo e le mani erano chiuse a pugno.
-io...- non feci in tempo a finire la frase che entrò ed indietreggiai leggermente.
-perché lo hai fatto?!- questa volta quasi urlò.
-cosa?-
-perché ti sei esposta così? Lo sapevi che puntavano a te. E se non mi fossi ripreso in tempo? Che avresti fatto?-
-Will lo so, ma dovevo aiutarti, anche tu non eri messo bene e tutto per colpa mia-
-no, invece è mia la colpa- l'espressione dura che aveva all'inizio mutò, mostrandomi di nuovo di essere talvolta fragile.
-ma che dici? Senti possiamo stare a scaricarci la colpa a vicenda quanto vuoi, ma resta il fatto che ho aperto io a quei cosi-
-non è questo- si passò una mano nera fra i riccioli neri -se non ti avessi detto nulla dall'inizio, adesso non ti cercherebbero. Se io non ti avessi raccontato nulla-- lo interruppi, voleva darsi la colpa a tutti i costi, quando era ovvio che non era sua.
-lo avrei scoperto comunque! Non mi arrendo facilmente e quando sono curiosa di qualcosa, indago fino a che trovo le risposte. Se tu non avessi ammesso di essere un angelo, lo avrei comunque scoperto, quindi non piangerti addosso. È stata una mia decisione-
Mi guardò negli occhi che ora erano completamente neri, quel bellissimo nero nel quale da sempre mi piaceva perdermi. Ora si stava avvicinando e alzò leggermente una mano.
-come mai sei diventato nero pece e cosa sono tutte quelle linee- riabbassò la mano e mi pentii di aver parlato.
Sorrise amaramente -diventiamo "neri" in diversi casi, quello di oggi era perché... diciamo che mi stavano facendo molto male. Dato che non siamo proprio angeli, ma siamo stati buttati qui, allora siamo immortali a tutto tranne che a piccoli particolari. Il punto è che diventiamo neri quando, se un umano fosse al nostro posto, morirebbe. È così per farci capire la soglia che stiamo oltrepassando.-
-mh per me non ha molto senso...-
-tante cose non hanno senso a questo mondo. È un modo per farci capire che siamo comunque graziati rispetto a voi-
-beh grazie. E quelle linee?-
-vedile come le vene degli angeli caduti, anche se non è esattamente cosi-
-e allora com'è? E poi quali sono gli altri motivi per i quali cambiate colore? Adesso ti penserò come un camaleonte-
-quante domande. Mi fai così brutto?- incrociò le braccia. Ora le linee nere erano piano piano scomparse e neanche le sue mani erano più scure.
-sono una ragazza curiosa. E poi non dicevo quello. Alludevo al fatto di cambiare colore...- figuriamoci, io che pensavo che lui era brutto. In quale mondo di quale galassia di quale universo?
Aveva già cambiato atteggiamento, era incredibile, peggio del colore. Quindi era anche lunatico, una ragazza con il ciclo praticamente.
-si certo-
I suoi occhi erano intensi e si avvicinava sempre di più, mi mise una mano fra i capelli, tanto delicatamente da farmi sentire un brivido lungo tutta la schiena. I suoi occhi erano leggermente incavati e grandi, esternamente pendevano leggermente in basso, così poco che solo in quel momento me ne accorsi. Aveva la fronte aggrottata e le sopracciglia folte e nere erano sui lati esterni leggermente alte, mentre ai lati interni vicine agli occhi. Tutto di lui mi dava alla testa. Abbassai lo sguardo, aveva anche un naso perfetto, con un'impercettibile gobbetta. Il labbro inferiore era leggermente più grande di quello superiore. Le sue labbra erano carnose il giusto e leggermente rosse. Si avvicinava sempre di più e non riuscivo a capire bene cosa stesse per succedere, sapevo solo che ero pietrificata.
Il campanello suonò ed entrambi ci allontanammo, riprendendoci. Come se fino a un secondo fa eravamo in un sogno.
-tesoro sono io! Ho dimenticato le chiavi!-
Perfetto, mia madre. Ottimo tempismo, davvero. Iniziai a gesticolare e a parlare sotto voce a William. -vai via! Dalla finestra forza!-
-ma io non voglio andare via- mi sorrise. Dannazione!
Lo spinsi fino alla finestra, sapevo che me lo stava facendo fare, era più forte di me e con niente si sarebbe potuto opporre. Quando sentii mia madre suonare di nuovo quasi lo buttai fuori dalla finestra. Poi disse -ci sentiamo più tardi- e se ne andò. Come se un tipo come lui mi scrivesse o chiamasse "più tardi". Perché fare promesse che sicuramente non avrebbe mantenuto? Perché fare promesse? Scossi la testa per cercare di mandare via il pensiero di William che si avvicinava o del suo sorriso.
Andai ad aprire a mia madre che ormai si era attaccata al citofono.
-tesoro! Mi stavano diventando bianchi i capelli!-
-scusa mamma- poi pensai, i corpi dei demoni? Erano ancora lì fuori? Tutta terrorizzata al pensiero che mia madre potesse vedere qualcosa del genere, corsi in giardino. Uscii fuori e i cadaveri erano ancora lì. Possibile che non li aveva visti?
Sentii mia madre a pochi centimetri dietro di me.
-amore cosa guardi?-
Mi voltai e stava guardando dove c'erano i corpi, ma non disse nulla. Com'era possibile che io riuscivo a vederli e lei no? Probabilmente è dato dal fatto che io conosco William che è un qualcosa di non umano. Era l'unica spiegazione, dovevo chiedere al più presto a William.
Mi voltai nuovamente verso i demoni. Ora si stavano come sgretolando e le loro ceneri sembravano come se si stessero assorbendo al terreno, fino a che non rimase alcuna traccia.
-niente mamma, rientriamo-
Quella sera di mangiare non mi andava proprio, dissi che non avevo fame perché avevo mangiato troppo a metà pomeriggio e mia madre sembrò crederci. (The Lumineers - Slow it down)
Andai in camera mia e mi stesi sul letto. Era stata la giornata più lunga, bella, emozionante, avventurosa che io abbia mai trascorso. Tuttavia è stata anche paurosa e quasi oscura per gli avvenimenti che si sono susseguiti.
Piegai un braccio e lo misi sugli occhi e ripensai a William, ai suoi continui cambiamenti d'umore che mi davano alla testa.
Tutto di lui mi dava alla testa, il modo in cui mi guardava, come mi sorrideva. Addirittura quando era assorto da qualcos'altro impazzivo, ma non volevo ammetterlo, perché se lo avessi fatto avrebbe significato che ero spacciata. Spacciata del tutto, completamente, totalmente. Non potevo ammetterlo, avrebbe significato avere una debolezza, e io ho imparato a non averne, a non volerne. L'immagine del viso di William impressa nella mente, non aiutava affatto.
Ripensai al suo comportamento quando stava per uscire a combattere quei demoni, quello è stato l'unico momento in cui ho avuto quasi paura, ma ho anche avuto paura quando stava per essere "ucciso".
Mi aveva spaventato. Mi faceva paura. Mi piaceva. Mi faceva sentire bene. Poteva una persona farti provare due sentimenti così contrastanti? Poteva il cuore permettere di provare questi due sentimenti per la stessa persona nello stesso momento? Possibile che paura e amore andassero d'accordo? Doveva essere così, perché mi sentivo esattamente a quel modo.
Da un lato gli sarei saltata addosso e gli avrei dato il mio primo bacio senza pensarci, dall'altro avevo una voglia di scappare perché terrorizzata. Non sapevo dire quale dei due sentimenti effettivamente prevalesse sull'altro. Temo fossero allo stesso livello.
Il fatto era che tutto in lui era perfetto e mi piaceva da impazzire.
Poco dopo il telefono iniziò a squillare e senza pensarci lo misi all'orecchio -Lily non è stata una grande giornata, vorrei dormire ora, scusa-
Stavo per riattaccare, quando la voce che sentii dall'altra parte non era decisamente di Lily -come mai non è stata una grande giornata?-
Mi misi a sedere di botto e ignorai il mal di testa che mi era venuto per la mia mossa azzardata -beh, sai le solite cose-
-c'entra forse un ragazzo?-
-forse- mi morsi il labbro e sorrisi leggermente al pensiero dell'espressione di William in questo momento.
-sai cosa penso su questa parola-
-si, ed è per questo che continuerò a ripeterla- sorrisi.
-come stai, dopo quello che è successo?- la sua voce si fece più seria e ferma.
-normale, sai mi capita tutti i giorni di avere a che fare con angeli caduti, demoni. Ormai sono un'esperta-
Sorrise amaramente, lo riuscii a capire anche per telefono, mi sembrava di conoscerlo così bene quando in realtà, non lo conoscevo affatto. Non mi raccontava mai niente di lui.
-dimmi qualcosa- non sentendolo rispondere specificai -qualcosa che nessun altro sa- fece ancora una pausa, poi parlò.
-sono nato qualche secolo fa-
-cosa?! Quando?-
-agosto 1730? Se non mi sbaglio il 17-
-"se non mi sbaglio"?-
Sospirò -quando passa tanto tempo, le cose meno importanti si fa fatica a ricordarle-
-ma cosa dici! Aspetta- ero a bocca aperta. Era nato nel 1730 -1730? Stai scherzando? Avresti così tanti anni che saresti considerato un pedofilo!-
Lo sentii ridere e feci lo stesso. Fui sollevata nel pensare che lo avevo reso un minimo felice, sussurrai -grazie-
-per cosa?-
-per avermi raccontato qualcosa di te- seguì una pausa, non di quelle imbarazzanti che vorresti finissero, ma una di quelle che ti faceva capire che c'era una persona lì per te. Un silenzio quasi piacevole, per quanto amassi da impazzire persino la sua voce profonda.
-detective, ora devo andare. Ci vediamo domani-
Mi morsi il labbro inferiore -ok. Notte- e riattaccai. Un sorriso da ebete si formò sulle mie labbra.
Aveva mantenuto la promessa e si era fatto sentire.
"Ci vediamo domani" la frase più bella di sempre, una promessa che qualcosa sarebbe accaduto.
>>>>Spazio autrice<<<<
Salve a tuttiiiii
Prima di tutto grazie infinite per le 1,42k di visualizzazioni! ❤
Alloooooraa che ne pensate? La questione del marchio non è ancora risolta, e neanche questo "mutamento" che possono subire gli angeli caduti. Che ne pensate di quello che prova Eloise per Will? E Will prova qualcosa oppure si sta solo divertendo con Eloise? Cosa volevano i demoni dalla ragazza?
Ok dopo avervi messo tutte queste belle domande in testa, oltre che spronarvi ulteriormente a dirmi cosa pensate della storia, avrei finito.
Al prossimo capitolo piccole lettrici/lettori❤
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