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Capitolo 34

"Povera Desy: si è presa una bella cotta e in meno di sette giorni era già lì a soffrire. Ma non eri mica tu che dicevi che non era ancora nato il ragazzo che ti sottometteva?"

"E non eri sempre tu che ci prendevi in giro dicendo che l'amore ci aveva rincitrullito? Be, te sei diventata peggio di noi"aggiunge Emma ridacchiando.

"Cosa... Cosa volete dire?" domando iniziando a tremare come una foglia.

"Credevi veramente di averci ingannate col tuo atteggiamento da strafottente? Ma dai, si vedeva lontano un miglio che stavi rodendo dalla gelosia!" continua Gery scoppiando poi a ridere.

Il dolore fisico diventa più intenso mentre le guardo terrorizzata e piena di confusione.
Sono consapevole di essere bianca come un fantasma e la testa inizia a girare come una trottola.

"Cosa significa tutto questo?" Domanda Miriam perentoriamente "Che avete combinato?"

"Io e Stefano non siamo mai stati insieme. È mio cugino" confessa Emma ridacchiando.

Sconvolta da quella confessione, mi giro verso lui.
Ha lo sguardo a terra con aria colpevole e imbarazzata

"Eravamo stufe di vederti prenderci in giro, con quella tua sfrontatezza, l'allegria di chi non ha mai sofferto per amore. Eri irritante. E abbiamo organizzato tutto questo per darti una lezione"

"Dalla tua reazione capisco che l'hai imparata" osserva Gery "e che sei veramente innamorata di Ste, quindi vi facciamo i nostri migliori auguri. Nessuno vi impedisce di stare insieme e se questo è amore vero, non possiamo che essere più soddisfatte"

"Ma che razza di amiche siete?"urla Miriam indignatissima, "questa è cattiveria pura, ma non vi vergognate?"

"Ma siete normali?" Domanda Antonello irritandosi

"Desy, io e Anto non sapevamo nulla di tutto questo. Io non.. Non credevo potessero arrivare a tanto"

Non ascolto nemmeno le scuse di Paolo. Resto con lo sguardo fisso verso Emma e Gery che sorridono divertite. E il dolore aumenta sempre di più ogni volta che aggiungono spiegazioni, il pugno nello stomaco è intensissimo, ora.

Sono stata illusa ancora una volta. Ste non prova le stesse cose mie, le sue parole servivano solo a convincermi per farmi abboccare all'amo ed io mi sono bruciata ancora una volta.
E non solo: ho perduto nuovamente Renato facendo la scelta sbagliata.
Me l'aveva detto, lui, di non fidarmi di Ste, che non lo convinceva affatto.

Dentro di me c'è una grande confusione: rabbia, frustrazione, impotenza.
Vorrei urlare, mettere le mani addosso a quelle che erano le mie migliori amiche per far provare il dolore fisico che sto provando io in questo momento.
Ma c'è qualcosa che me lo impedisce: si chiama orgoglio.
Non darò loro un'altra soddisfazione: quella di vedermi piangere.

"Desy, tutto bene?" Chiede Gionny dolcemente

"Ehi, che è quella faccia?" domanda Emma "dovresti essere contenta: hai trovato un ragazzo d'oro. Abbiamo scelto solo il meglio per te"

"Emma... Finiscila" sussurra Ste imbarazzato

"Ti abbiamo fatto un favore, alla fine" conclude Gery.

Rialzo lo sguardo.

"Allora fatemene un'altro: andatevene a fanculo".

"Desy, non te la sarai mica presa?"

Le guardo con una freddezza assoluta.
"Spero che in questa settimana vi siate divertite perché da questo preciso momento non vi darò nemmeno la soddisfazione di rispondervi per le rime. Non vi meritate nemmeno un insulto visto che siete già voi due siete un insulto alla natura umana. Vi consiglio amichevolmente di non presentare le vostre facce da culo a casa mia perché giuro su quanto è più vero a questo mondo, che vi prendo a calci".

Gery ed Emma sbiancano e non si azzardano a replicare.

Poi mi volto verso Ste che, come un condannato a morta, aspetta la sentenza.

"E tu sappi che mi fai schifo. Sparisci dalla circolazione, evapora, estinguiti! Ed abbi la decenza di non lasciare fossili"

Lascio 5 euro sul tavolo per la bibita che non ho consumato e me ne vado per la mia strada.
Ma prima, mi avvicino ai miei fratelli.

"Non aspettatemi, non so quando tornerò a casa. Non preoccupatevi: ho bisogno di stare con me stessa per un bel po' di tempo"

Nessuno osa contraddirmi.

Me ne vado senza voltarmi.

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