Vortice
La ragazza riflessa nello specchio era sempre la stessa.
Gli stessi capelli castano chiaro con le punte rosse, coperti dal berretto di cotone anch'esso rosso, gli stessi occhi grigi ed espressivi, le stesse labbra sottili, lo stesso naso leggermente a patata ed anche gli zigomi alti erano sempre uguali.
Eppure guardandomi mi vedevo diversa.
C'era una luce diversa nel mio sguardo e la mia pelle mi sembrava più radiosa.
Ripercorsi con le dita, lentamente, tutti i punti che Mello aveva morso ed accarezzato quella notte. Ogni volta che i miei polpastrelli toccavano un determinato punto della mia pelle, se chiudevo gli occhi, potevo vedere ancora nella mia testa tutto quello che Mello mi aveva fatto quella notte.
Collo: i suoi baci aggressivi.
Spalle: le sue mani forti che si ancoravano lì per entrare ancora più profondamente in me.
Labbra: le sue che toccavano, cercavano, mordevano e bramavano le mie.
Riuscivo a vedere ancora tutto, ogni singolo momento, ogni singolo movimento.
Quella notte una parte di me era andava via e non desideravo riaverla indietro. Ero cresciuta.
Non ero più la stessa di poche ore prima, mi sembrava di aver cambiato pelle e questa nuova mi piaceva... mi piaceva così tanto.
Al mio risveglio Mello non era più nel letto lì con me, tipico di lui, ma non mi era importato. Perché Mello adesso era ovunque.
Era nella mia testa, era nei miei respiri, era nella mia anima. Mi era entrato sotto pelle e non sarebbe andato mai più via da lì.
Era tatuato indelebilmente.
-Sei morta dentro a quel bagno?- domandò la voce di Matt, al di là della porta.
Trasalii, facendo anche cadere a terra la mia spazzola.
-No, ecco... scusami. Esco subito- risposi.
Trafficai altri due secondi per mettere via tutte le mie cose e lasciai scattare la chiave.
Matt finse di dormire, come prova del fatto che ci avessi messo una vita per liberare il bagno, ed io lo spintonai uscendo .
-Stupido- dissi ridacchiando, mentre andavo via.
Perfino il covo adesso mi sembrava più bello, mentre percorrevo i labirintici corridoi sempre un po' più familiari passo dopo passo.
Tutto il mondo sembrava più bello adesso.
Quando arrivai nella famosa sala con i divanetti non trovai Mello dello stesso parere. Il ragazzo infatti non faceva che sbraitare verso due dei suoi uomini. Erano grandi e grossi eppure li vedevo tremare fin da qui.
Patetici.
Mello blaterava qualcosa in merito ad un affare andato in fumo a causa loro e più parlava e più quei due omoni si facevano piccoli, piccoli.
Io restai semplicemente ferma lì, appoggiata sul muro, e per niente intenzionata a mettermi in mezzo per beccarmi insulti anche io.
Conoscevo Mello quel tanto che bastava per capire che era meglio stare alla larga da lui quando era arrabbiato, era capace di prendersela con tutti in simili situazioni.
Mi tenni a distanza di sicurezza, limitandomi ad osservare il ragazzo.
Mello era perfetto in tutto quello che faceva, perfino mentre insultava qualcuno in quel modo.
Osservai attentamente i suoi capelli ondeggiare leggermente ogni volta che scuoteva la testa disgustato e la freddezza con cui elencava i mille posti in cui avrebbe potuto infilare la sua pistola piena di proiettili per ripagare tale incompetenza. Mi veniva difficile vedere le mani di Mello sporche di sangue, nonostante la sua indole, eppure lo erano e mi stupii nel capire che la cosa non mi disgustava affatto. Io avevo scelto lui, nonostante i suoi difetti e non mi sarei mai rimangiata la scelta.
Era lui l'unico che volevo.
Fu in quel momento che il ragazzo mi notò e ordinò agli uomini di allontanarsi.
L'espressione di sollievo sui loro visi fu immensa e mi guardarono intensamente, come a ringraziarmi della mia presenza.
Mello si avvicinò lentamente a me dandomi modo di guardare tutto di lui.
Il gilet nero con la zip che lasciava scoperta una piccola porzione di pancia, i guanti neri, la cintura con la croce celtica argentata ed i pantaloni di pelle nera con i lacci lo fasciavano perfettamente e terminavano con un paio di stivali rosso ruggine.
Solo uno come lui poteva stare bene con un simile vestiario.
Si fermò davanti a me senza toccarmi, mentre la mia pelle fremeva per la vicinanza con il suo corpo. Mi sentivo ancora addosso il calore delle sue mani.
-Beh? Vuoi startene lì impalata come un'idiota ancora per molto?- domandò, incrociando le braccia scocciato.
Era il mio Mello quello. Il mio sgorbutico e freddo Mello di sempre.
Nemmeno il sesso era riuscito ad addolcirlo un po', ma me l'aspettavo e mi andava bene così.
-Basta ridacchiare e andiamo piuttosto- continuò, guardandomi male.
-Andare? Andare dove?- chiesi più che confusa.
-Di là ad aspettare Matt. Kira non lo cattureremo di certo stando qui a perderci in ridicole smancerie- mi spiegò, iniziando a camminare con quella sua andatura elegante abbastanza da farmi impazzire.
Il potere un po' lo aveva cambiato. Stava su ancora più dritto e sembrava più autorevole che mai, quel ruolo gli calzava a pennello.
Notando che non lo stavo seguendo mi guardò minacciosamente e quello bastò a farmi muovere le gambe verso di lui.
Intrecciai le nostre mani e lui sbuffò, ma non mi scacciò. Mi bastava quello.
Ottobre era il mese che in assoluto preferivo.
C'erano le castagne, i primi pomeriggi pigri stretti ad un plaid, i libri da leggere sul davanzale della finestra mentre i vetri si appannavano, i maglioni morbidi ed Halloween.
I primi mesi nel covo erano passati tra alti e bassi, tra festicciole e traffici illeciti, tra spari e riunioni segrete nella stanza di Mello.
Io ero riuscita a farmi rispettare a mio modo e mi ero ritagliata il mio angolino nella malavita.
Regolavo alcuni traffici di droga ed aiutavo Matt con le operazioni al computer. Non era il massimo per una come me violare la legge, ma era l'unico modo per aiutare Mello a mantenere il controllo di quella gang.
Avevamo bisogno di molti, moltissimi soldi e non potevamo farlo senza ricorrere a mezzi decisamente poco ortodossi.
Con il tempo ci eravamo portati molto avanti con il caso Kira e per settimane avevamo cospirato ed elaborato piani per appropriarci del death note, il famoso oggetto che aveva portato L alla morte e Kira al potere.
Quando me ne avevano parlato ero rimasta di sasso, ma mi ero convinta quasi subito trovando la giusta determinazione per collaborare.
Secondo Mello ne esistevano due copie. Una in mano alla polizia giapponese e l'altra nelle mani di Kira.
Per avere la prima Mello aveva optato per rapire il capo della polizia giapponese Takimura, allo scopo di estorcere informazioni e fare uno scambio. Il quaderno per la sua vita.
Non andavo pazza per il piano scelto né per l'idea di rapire una persona per realizzarlo. Ma Mello mi aveva azzittita subito e Matt si era lasciato trascinare.
Alla fine era stato deciso così, anche se io avevo tantissima paura.
Temevo di vedere qualcosa andare storto ed avevo paura per le nostre vite.
Ci stavamo infilando in una spirale pericolosa ed apparentemente senza via d'uscita. Bisognava solo riuscire a stare a galla.
La mattina dell'8 ottobre mi mordicchiavo le unghie in modo talmente agitato ed evidente da beccarmi diversi schiaffi sulle mani da parte di Mello.
Le cose tra noi due andavano relativamente bene, ma non mi risparmiavo nessun tiro mancino da parte sua.
Passavamo metà del nostro tempo sotto alle lenzuola ed io non ero mai stata tanto innamorata in vita mia.
Avrei fatto qualsiasi cosa per lui, qualsiasi cosa. Anche violare la legge. Tutto pur di farlo contento e dargli ciò che voleva.
Per farlo ero disposta anche a mettere da parte le mie paure più profonde.
Lo stesso valeva per Matt.
Il ragazzo in questione giocava indisturbato col GameBoy da diverse decine di minuti, mentre Mello batteva il piede sul pavimento sempre più nervoso. Vedevo una vena in particolare del suo collo pulsare in modo decisamente anormale, significava che sarebbe esploso di lì a breve.
-La vuoi piantare con quel dannato aggeggio o stai forse cercando un pretesto per fartelo infilare su per il culo?- domandò Mello retorico, causando un forte sbuffo da parte di Matt. Il rosso obbedì e spense l'apparecchio.
-Allora quando vuoi sai essere serio, resta concentrato- disse Mello -e vale anche per te, smettila di mangiarti quelle unghie, mi stai facendo arrabbiare- continuò rivolto verso me.
-Tu sei sempre arrabbiato, Mello. Da almeno due settimane... anzi no da tutta la vita. Oggi però sei peggio del solito, hai il ciclo per caso?- domandai, facendo ridacchiare Matt e facendo pulsare ancora di più la vena sul collo di Mello. Probabilmente a breve sarebbe esplosa.
-Ieri però quando ti facevo urlare e supplicare di averne ancora ti andavo bene, no?- ribadì. La mia faccia diventò più rossa dei capelli di Matt e ricordai per l'ennesima volta una regola fondamentale: mai mettersi contro di Mello, potresti pentirtene.
-Sei...-
La mia frase fu bloccata da Eddy, uno dei tirapiedi di Mello, che entrò nella stanza con un sorriso soddisfatto. Insieme a lui c'era anche Rodd Los, il boss con cui Mello si era alleato e con cui divideva il potere... anche se di fatto era finito col prendere ordini anche lui dal ragazzo qualche volta.
-Takimura è qui- disse Eddy.
-Molto bene- rispose Mello.
Notai chiaramente il suo sguardo cambiare e farsi più oscuro.
A me non era stato dato il permesso per scendere giù nel sotterraneo per vedere l'uomo, quindi bloccai Mello sulla soglia della porta.
-Mello, non me l'hai mai voluto dire... ma per quale motivo vuoi una copia del death note?- domandai.
Lui mi guardò ghignando e lessi quasi della perversione omicida nel suo sguardo.
-Una copia? Chi ha parlato di una copia? Io le voglio tutte e due- rispose.
-Perché due?- chiesi.
-Che ragazzina insolente. Non è chiaro? Con uno potremmo uccidere e con l'altro impedire che uccidano noi- rispose Rodd Los al posto di Mello.
Lo ignorai e tornai a dedicarmi a Mello.
-Questo non me l'avevi detto! Pensavo che il quaderno ti servisse per portarti avanti col caso ed avere una marcia in più per indagare, non avevamo parlato di uccidere!- urlai, afferrando Mello per un braccio.
Lui mi scacciò con un gesto brusco e mi guardò pieno di rabbia. Non mi aveva mai rivolto uno sguardo simile e per tale indietreggiai di un passo.
-Ascolta, anche il governo americano è a conoscenza del quaderno omicida e sta facendo sul serio per appropriarsene. Non permetterò a nessuno di arrivarci prima di me. Li prenderò tutti io ed una volta avuti finalmente sarò il numero uno- rispose.
Non mi diede il tempo di rispondere e se ne andò insieme a tutti gli altri.
Ero arrabbiata e delusa dal suo comportamento ed iniziavo a capire perché di tanto rifiuto quando mi ero proposta di vedere anche io l'ostaggio, sapeva che gli avrei messo i bastoni tra le ruote.
Mello stava esagerando ed io non potevo fare niente per fargli cambiare idea.
La sua anima stava diventando sempre più nera.
TADAN
OH MIO DIO! La storia è in classifica.
819esima nella categoria fan fiction. Tutto solo grazie a voi. 819 volte grazie, di cuore.
Volevo aggiornare domani, ma dopo aver visto questo ho voluto "premiarvi". Ve lo meritate.
Ho inserito la descrizione di Red per sopperire alla grave mancanza del suo aspetto in questa storia, visto che una ragazza mi ha chiesto privatamente questo favore. Spero di averla fatta felice e di aver dato modo anche a tutti voi di immaginarvi Red.
Se avete QUALSIASI richiesta o domanda sentitevi pure liberissimi di scrivermi e farmelo sapere, farò in modo di accontentarvi nel limite delle mie capacità.
Buon proseguimento :)
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