17/05/1965
Cara mamma,
So che ho sbagliato e so che sto sbagliando anche adesso ma non mi sono trattenuto quando avevo a portata di mano il mio sogno.
Mi dispiace di essere partito senza dire niente, ma quella era l'ultima occasione che avevo. Quel sabato mattina Zayn era arrivato trafelato con in mano due biglietti per New York, due pezzi di carta che stavano a simboleggiare il futuro che avevo sempre immaginato per me. La parte più razionale di me mi diceva di rifiutare quell'offerta, che era rischiosa e sconsiderata; sentivo il cuore battere contro la gabbia toracica come volesse uscire dal petto, una sensazione fastidiosa alla bocca dello stomaco, le mani che stringevano con forza la valigia; nel momento in cui salivo su quella nave era come se il tempo si fosse fermato. Il forte vento salmastro non mi infastidiva, i capelli corti alzati dalla brezza marina, i miei polmoni potevano finalmente riempirsi di aria fresca, l'aria della Grande Mela. Ho trovato ristoro in un vecchio edificio a Williamsburg, la mia camera è all'ultimo piano e ogni sera mi beo delle dolci note e delle voci squillanti del teatro sulla strada opposta. Ho trovato lavoro come garzone in un piccolo ristorante italiano in modo da racimolare qualche spicciolo e sono fiducioso di riuscire a ottenere il ruolo di protagonista in un'opera indipendente chiamata "Tutti insieme appassionatamente".
La città è fantastica sotto tutti gli aspetti: le strade sono sempre affollate anche agli orari più impensabili, le donne e gli uomini vestono elegantemente e camminano orgogliosi per Wall Street, quando la sera vado per locali mi accompagno a ragazzi dal viso rosso per il vino e le risa. L'Irlanda mi manca molto così come parenti e amici ma qui posso avere una vita nuova; così come fece mio padre.
So che papà era venuto in Irlanda per inseguire il suo sogno di divenire un cantante quindi confido che almeno lui capirà cosa significa avere un sogno.
Forse non appoggerai la mia decisione, la definirai scellerata. Già ti immagino: seduta sulla piccola poltrona del salotto, oppure appoggiata alla cassetta delle lettere. Con un solco tra le sopracciglia e le dita appoggiate sul labbro inferiore, le spalle ricurve. Mi dispiace di poter risultare una delusione ai vostri occhi ma questo sono io: un ragazzo con il sogno di recitare a teatro, sentire le risa e gli applausi della gente, camminare a testa alta per le strade di New York. Ti voglio bene.
Tuo figlio e presto attore di teatro,
Niall Horan
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