01/11/1982
Carissima Emily,
Sono tornata dalla peggiore festa che si sia mai vista in tutta l'Inghilterra. Gli inglesi sono riusciti a rovinarmi anche Halloween.
Styles mi ha invitato solo perché sua madre gli aveva detto che non si fidava a mandarlo da solo, ubriaco al volante dopo una stupida festa liceale. Ho accettato sotto consiglio di Annabelle è obbligata da mia zia.
Alle 21 in punto ero pronta, stretta in un aderente abito nero, sul ciglio della strada aspettando che quell'idiota si facesse vivo. Dopo mezz'ora ha avuto la decenza di uscire di casa, vestito con una camicia nera sbottonata, i capelli spettinati e alzati dal freddo venticello che, ormai da un tempo infinito, accarezzava le mie gambe scoperte. Mi ha squadrata senza scusarsi per il ritardo, accusandomi per non essermi vestita a tema. Ha smesso di parlare solo quando l'ho minacciato di andarmene.
Siamo arrivati in un vecchio stabilimento tessile e dopo neanche cinque minuti ci siamo persi di vista. Sembrava che tutti si conoscessero, anche se ero consapevole fosse impossibile, ma tra quella folla rumorosa e brilla mi sembrava di essere tornata al primo giorno di scuola.
Ero decisa a passare la serata in un angolo della sala, aspettando il momento in cui il mio accompagnatore si fosse fatto vivo, ma i miei piani sono stati stravolti dall'arrivo di quest'ultimo. Allegro e pimpante mi ha preso per mano spingendomi verso la pista da ballo e appoggiandomi al suo petto. Ridacchiava ai miei tentativi di fuga, appoggiando le mani sulla mia schiena e la sua fronte contro la mia.
Mi sono arresa muovendomi a tempo di musica nel momento in cui è partito un pezzo dei Queen. Mi stavo divertendo come non mi divertivo da tempo, Harry sussurrava stupide barzellette al mio orecchio, la musica assordante faceva vibrare i vetri, un intenso odore di fumo impregnava i miei capelli ma niente mi avrebbe preparato a quello che sarebbe accaduto pochi istanti dopo: un ragazzo sbronzo ci è caduto addosso vomitando sul mio vestito tutto ciò che aveva ingurgitato a cena. Mi sentivo così male che avrei voluto semplicemente sparire, ero talmente nervosa che sentivo già le lacrime di rabbia scorrere sul mio pallido viso. L'ho costretto a riaccompagnarmi a casa, appena messo piede nella mia stanza mi sono disfatta del vestito gettandolo in una cesta. Harry è rimasto con me tutto il tempo, non ha fiatato fino a quando non mi sono calmata (e di questo gli sono grata).
Siamo rimasti soli per quelle che credo fossero due ore. Mi ha sussurrato nell'orecchio parole perfette, ha asciugato le mie lacrime e mi ha stretta a se facendomi sentire il battito incessante del suo cuore.
Non tutto è andato per il verso giusto, ma almeno posso dire che il mio primo bacio è stato al chiaro di Luna.
Diana,
Una ragazza reduce dal suo primo bacio
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