•1• primo giorno di inferno
Era una calda giornata di inizio giugno e quella che si prospettava una bella giornata di sole, era il cosiddetto ultimo giorno di scuola.
Mi svegliai grazie al "dolcissimo" suono della sveglia, ancora con gl'occhi chiusi, allungai la mano verso il comodino cercando di spegnere quell'aggeggio infernale, dopo vari tentativi la trovai e cercai di spegnerla, fallendo miseramente, con la mia solita sfiga la sveglia cadde a terra rompendosi.
Imprecai varie volte prima di alzarmi svogliatamente e raccogliere i pezzi, li appoggiai sul comodino appuntandomi mentalmente di buttarla.
Sbadigliai e trascinai i piedi verso l'armadio, frugai dentro e dopo poco tirai fuori dei pantaloncini di Jeans neri, una maglia a maniche corte Grigia e le mie inseparabili converse nere.
Mi vestii e andai in bagno, legai i capelli neri in una coda e dato che ero come al solito in ritardo non mi truccai.
Afferai lo zaino e scesi velocemente le scale di casa.
Salutai i miei genitori adottivi.
E dato che avevo perso lo scuolabus mi dovetti fare tutta la strada di corsa e la scuola non era molto vicina.
Corsi velocemente in classe e notai con piacere che la prof non era arrivata, mi avvicinai alla mia migliore amica, nonchè l'unica e la salutai.
<ciao Belle> dissi sedendomi accanto a lei con la mia solita grazia di un elefante asmatico.
<Ehy Lena, ma tu degl'orologi a casa ce li hai?> chiese divertita dal mio solito ritardo, la guardai malissimo ma decisi di lasciare perdere.
<non c'è ancora la prof? Strano> dissi tirando fuori il mio blocco da disegno.
Iniziai a disegnare due bambini, un maschio e una femmina, sembravano gemelli e si tenevano per mano.
<che stai disegnando Lena?> chiese Belle cercando di sbirciare.
Chiusi velocemente il blocco e lo misi nello zaino.
<nulla di speciale, i miei soliti disegni a caso> dissi cercando di esssere il più convincente possibile, oramai sono così abituata a dire bugie e a inventarmi scuse, che qualche volta le persone ci cascano.
E questa è una di quelle volte,
Lei alzò le spalle e si girò verso il suo libro.
Belle Wollard, la solita ragazza perfetta, capelli biondo cenere, occhi marroni, fisico magro e allenato.
Ha una voce meravigliosa e adora il tiro con l'arco, è arrivata alla mia scuola a inizio anno e all'inizio la credevo una di quelle smorfiose oche che non fanno altro che parlare di ragazzi, smalti, trucchi e vestiti.
poi ho capito che è dolce -forse troppo- ,simpatica e a volte anche fastidiosa.
Io invece Lena Davies, questo è il cognome ereditato dai genitori adottivi, quello vero non lo conosco.
Sono la ragazza solitaria di turno.
Capelli nerissimi ,occhi marrone scuro, non troppo alta, l'unica cosa che mi piace in me è il mio fisico abbastanza atletico dovuto agl'allenamenti di Boxe e scherma, gl'unici sport in cui mi sento in pace con me stessa.
Dopo mezz'ora di ritardo la professoressa Walker, una signora tozza, bassa e cattiva,entrò in classe scusandosi svogliatamente.
Ci guardò tutti uno per uno, soffermandosi su di me.
Si sedette iniziando a fare l'appello.
Dopo aver detto tutti i nomi inizia l'inferno.
<oggi interrogherò uno di voi...mmm Davies...vieni tu>
E te pareva, a causa della mia dislessia non ho potuto studiare quindi non so niente di niente.
Mi alzo lentamente dalla mia sedia, implorando con lo sguardo Belle di aiutarmi, lei ghigna e alza le spalle.
Stronza.
Mi avvicinai alla cattedra e propio in quel momento suonò la campanella che segnava la fine della prima lezione.
"Sia lodato chiunque sia lassù" pensai
Per poi prendere il mio zaino e uscire dalla classe seguita da quella cretina della mia migliore amica.
Mentre cercavo dei libri nel mio armadietto, la Walker si avvicina a me.
<Davies, non l'ho vista molto attenta alla lezione posso sapere il motivo?>
Grazie al cazzo, lei sa del mio decifit dell'attenzione.
<scusi se mi permetto, forse perché non me ne frega un emerito cazzo del medioevo?> dissi con voce ovvia.
Uno a zero per Lena, Boom!
<a fine giornata nel mio ufficio>> disse guardandomi con superiorità per poi girarsi e andarsene,
Fanculo lei e il medioevo.
La giornata passò tranquilla, tra insulti ai prof e cose varie.
Salutai Belle dicendole che se ci fosse stato un qualsiasi problema l'avrei avvisata e lei insicura se ne andò.
Mi avvicinai alla porta dell'ufficio della Walker e la aprii augurandomi buona fortuna mentalmente.
Spazio me:
Lo so, lo so il capitolo è corto spero comunque che vi si piaciuto , se così fosse vi chiedo di lasciare una stellina,
Al prossimo capitolo❤️
-Lena🖤
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