Una scintilla e un deja vu
(Disegno fatto da me)
Passarono un paio di anni. Credo che dalla mia trasformazione erano ormai passati 5 anni circa.
Come sapete mi tocca nutrirmi almeno una volta al giorno per sopravivvere... Perciò ero costretta a spostarmi da una città all'altra per non far diventare deserto un paesino.
Il tempo lo passavo nel bosco. Non dormivo ma mi piaceva chiudere gli occhi e pensare a qualcosa...
Avevo sempre in mente una persona, un ragazzo... Non ricordavo chi era.
Tuttavia mi ricordo di averlo conosciuto alle elementari, lui faceva la quinta io la seconda, avevamo giocato insieme al parco e eravamo diventati amici; per tutto il periodo delle medie non lo vidi -dato che lui aveva già iniziato le superiori avendo tre anni più di me-, poi, quando ci rincontrammo, scoprii che si doveva trasferire e non ci vedemmo più.
Purtroppo non ricordavo il suo nome. Sapevo però che aveva un fratello circa cinque anni più piccolo di lui -quindi due anni più piccolo di me-.
Ci pensavo ogni notte... Non so perchè.
Ma voi vi starete chiedendo: l'hai più rivesto?
E alla vostra domanda vi rispondo con un semplice "si".
Molti di voi lo sapranno già, tuttavia non sapete come ci siamo rincontrati.
Bene.
Ora... Ve lo racconterò...
Passeggiavo nel bosco, la luna piena rispondeva nel cielo anche se era un po' calata, segno che il sole sarebbe sorto da lì a poco.
Mi sentivo osservata... E sentivo spesso dei fruscii tra le foglie.
Iniziai a correre. Non per scappare. Volevo salire su una montagnetta vicina per vedere il sole sorgere.
Eppure durante la corsa sbattei contro qualcuno cadendo a terra.
Mi rialzai subito e mi allontanai, solo dopo alzai lo sguardo e mi scontrai con i suoi occhi. Occhi verdi... Occhi spenti... Senza vivacità.
Aveva i capelli leggermente scombinati di un castano chiaro-scuro -di sicuro più chiari dei miei-, aveva delle cuciture sul naso e ai lati nella bocca abbozzando un sorriso finto.
Indossava una sciarpa a strisce marroncine-verdi e una lunga giacca sul marrone sporco che cadeva fino a sopra le ginocchia.
Portava dei pantaloni neri e una maglia grigia.
Mi guardava e mi scrutava da testa a piedi.
Ebbi un senso di deja vú improvviso.
Presi le mie forbici come per fare una minaccia.
Mi è parso per un attimo di averlo già visto da qualche parte.
<Chi sei?> gli chiesi.
<Potrei farti la stessa domanda> rispose lui.
<Di sicuro non servirebbe a niente dirti il mio nome> dissi io.
Sentii ancora dei fruscii dietro di me.
<Vieni con me>.
Mi prese per il polso e iniziò a correre verso destra.
<E-ehi!>.
Si fermò.
<Cosa c'è?>.
<Perchè hai iniziato a correre?> gli domandai.
<Ti sto salvando la vita> rispose.
<Da chi? E perchè?>.
<Da un... Un assassino... E non so neach'io il perchè, OK?!>.
<Ciao fratello> disse una voce maschile davanti a noi.
Lo riconobbi subito.
Jeff The Killer.
La sua faccia era praticamente su tutti i giornali.
Il ragazzo accanto a me sbuffò:<Perchè la stai seguendo?>.
Aspe... Stava seguendo me?!
<Tu perchè stai proteggendo la mia vittima?>.
<VITTIMA?! Caso mai sarai tu sarai la mia vittima!> gli urlai contro.
Lui si mise a ridere:<Io?... Vittima di una ragazzina?>.
<Questa "ragazzina" è un vampiro, e ti può fare il culo a strisce in cinque secondi> gli risposi.
<I vampiri non esistono, cara>.
<Vogliamo scommettere?>.
Si avvicinò a me e prese tra le mani la mia collana:<Un cristallo... Carino> disse con una nota di sarcasmo.
Gli presi il polso e allontanai la sua mano dal mio gioiello.
<Non toccare il mio cristallo>.
<Non toccarmi>.
Stavamo lì lì per iniziare a combattere ma il ragazzo di prima ci interruppe:<Non combattete qui. Siamo nel territorio di Slenderman>.
Ci staccammo l'un l'altro e vidi un raggio di sole sul prato.
<Che cavolo>.
Mi coprii gli occhi con un braccio.
<Che hai? I vampiri non bruciano al sole?> mi domandò con superba Jeff.
<Non sono una purosangue e una strana medicina mi ha cambiato il DNA, perciò quando i miei occhi vengono a contatto con la luce del sole rischio di perdere la vista> risposi e mi nascosi velocemente dietro un albero vicino, all'ombra.
Sentii la mia pancia brontolare e la 'abbracciai'.
Mi ricordai solo in quel momento che quel giorno non avevo bevuto e caddi a terra svenendo.
Pensai fosse la fine per me e invece quando riaprii gli occhi mi ritrovai in una casa malandata distesa su un divano un po' distrutto.
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