La palestra
Tutto iniziò con un vestito.
Stavo fissando con sguardo vacuo gli abiti nell'armadio pensando a cosa avrei mangiato quel sabato sera: pizza o burritos? Ardua scelta. Presa dai miei dubbi amletici afferrai quasi alla cieca un adorabile quanto banale tubino nero e iniziai a infilarlo, ma qualcosa non andava. Quel qualcosa era il mio vestito e quel che non andava erano i chili presi durante la sessione invernale. Per la trentesima volta nel giro di una settimana mi ritrovai a maledire il giorno in cui scelsi di iniziare l'università anziché fare qualcosa di un po' più utile, non so, tipo la venditrice di cocco che d'estate gira per la spiaggia. Ci avrei guadagnato in salute mentale.
Non sono mai stata un tipo da dieta e nemmeno un tipo da attività fisica, ma rifare un intero guardaroba sarebbe stato un tantino troppo dispendioso. Senza parlare del fatto che mangiare mi piace, quindi l'unico modo per tornare alla mia forma ideale era andare alla tanto temuta palestra.
***
Era un bel giorno di marzo e stavo cercando di capire come avrei potuto sopravvivere a quaranta minuti di cardio. Quaranta. Avevo detto di voler perdere qualche chiletto, mica di volerne perdere venti. Non avendo nemmeno le cuffiette con me e dovendo ascoltare musica di dubbio gusto - non sopporto la musica house - iniziai a guardarmi intorno e li vidi. Sfilavano tutti di fronte a me: i tipi della palestra.
Raperonzolo.
Raperonzolo è quella ragazza che va in palestra truccata e con la lunga chioma sciolta. Sembra non sentire affatto la fatica. Non teme il sudore: in realtà nemmeno il suo mascara lo teme. Fa gli esercizi con grazia e dopo un'ora va via, quasi riposata, come se avesse passato il tempo in una spa.
La disperata.
La disperata va in palestra struccata e coi capelli legati del tipo "devo fare le pulizie" feat "sono in sessione lasciatemi perdere". Gronda sudore anche quando si riposa quei dieci secondi per bere, ma neppure lei lo teme: ormai sono diventati migliori amici. È lì, che cerca di non morire fra una pedalata e l'altra.
Quello che ci crede.
Che tu vada in palestra il lunedì o il martedì o qualsiasi altro giorno, lo vedrai sempre lì. Ho il dubbio che scassini la porta e ci vada anche quando è chiusa. Quello che ci crede fa esercizi su esercizi, fa a gara con gli altri ragazzi per dimostrare la sua superiorità fisica ed è il miglior amico dell'istruttore che ovviamente lo adora.
Quelli della dieta.
Quelli della dieta sono un po' in sovrappeso - o credono di esserlo - e fanno principalmente due cose: sudano e si lamentano. Di solito si dividono in due gruppi: quelli che ci vanno per sentirsi meno in colpa dopo aver mangiato pure la nonna, e quelli che si impegnano davvero.
Quelli che si danno.
C'è sempre qualcuno che si iscrive in palestra ma che poi non vedrai mai più nella tua vita. Tranne forse dal kebabbaro.
***
L'istruttore dopo appena due volte che mi ha vista ha già ben chiaro tutto: sono un'amante sfegatata dei dolci. Da quando l'ha capito mi chiede sempre se ho mangiato una torta al cioccolato o una crostata, per poi farmi la ramanzina "Non dovresti mangiare troppi dolci". Una volta, però, l'ho sorpreso: gli ho detto che il giorno prima avevo rifiutato un pezzo di torta. Lui ne fu molto contento. Peccato che avevo omesso di aver rifiutato quella delizia solo perché avevo già mangiato un waffle con crema alla gianduia e un pezzo molto grande di tiramisù.
Ma questi son dettagli.
Vi saluto con la foto di una mia torta di compleanno. Così, giusto per far venire fame anche a voi.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro