Oggi il cielo è oscurato da grosse nubi, sembra che qualcuno ci  abbia gettato della vernice grigia sopra per sporcarle,  per eliminare ogni traccia di quel bianco candido.

Il freddo pungente penetra attraverso la giacca che indosso e mi riempie di brividi.

Supero l'entrata e attraverso il corridoio.
Qualche infermiera mi passa accanto, alcune mi salutano con un cenno, altre mi ignorano e io faccio altrettanto.

Arrivo  davanti la stanza ventidue con dieci minuti di anticipo.
Aspetto appoggiato al muro, in disparte, per consentire agli addetti di passare con le barelle.

L'infermiera apre la porta della stanza, mi rivolge un sorriso triste e si fa da parte per lasciarmi entrare, varco la soglia e l'odore di medicinali è talmente forte che sento quasi un sapore amaro in bocca.
Spalanco la finestra per far circolare l'aria, per mandare via quel miscuglio di odori tristi.

Nathalie è stesa sul letto.
Sepolta tra le coperte la sua figura minuta quasi non si nota.

《 Ciao... ci conosciamo?》 Mi saluta, nonostante il tono incerto della sua domanda, sorridendo.

Mi uccidi, lo fai lentamente e te lo lascio fare.

《 Sono Kevin》 le dico.

Basta il mio nome per veder nascere un sorriso sul suo volto.

《 Sai, anche il mio ragazzo si chiama Kevin》 Esclama felice.
Sembra più lucida, oggi.
Ricambio il suo sorriso anche se sento un groppo in gola, con  la tristezza che mi scivola addosso.

Perché non si ricorda di me, non ricorda nulla.

Da tre anni la sua mente è diventata una trappola.
Un tunnel pieno di corridoi dove si perde costantemente, nessuno può aiutarla, non c'è una mappa per farla uscire.
È una malattia ereditaria, ci hanno detto.
Sapevamo che sarebbe potuto accadere, ma speravo...
Pregavo, che non succedesse.

Ma la speranza è una bastarda.
Non muore mai e ti spinge ad annientare te stesso.

《Davvero un bel nome.
Ti va di parlarmi di lui?》 Non riesco a controllare il tremolio della mia voce, non ci riesco mai quando le faccio questa domanda.

《Certo.
Stiamo insieme da cinque anni...》   racconta, poi si blocca a fissare la finestra e non posso fare altro che aspettare.
Ignorare il fatto che la sua mente abbia svoltato in un altro corridoio.

Scruta il cielo, distrattamente.
Le sue mani trovano la treccia che ha sul lato destro e iniziano a scioglierla.
È una fissa, non sopporta avere i capelli fuori posto.
È sempre stata così.
Mi siedo al suo fianco, e inizio ad aiutarla a districare i nodi.

《Posso fare una cosa?》sussurro incerto.
Punta i suoi occhi azzurri su di me e annuisce.
Passo le mani tra le ciocche, lei riprende a parlare tranquillamente.

《Sono davvero fortunata ad averlo incontrato》

Quando ho finito, una nuova  treccia laterale le ricade su un fianco, stretta come piace a lei.
La controlla passando una mano su tutta la lunghezza e soddisfatta del risultato mi rivolge un sorriso.
Sento un peso sullo stomaco.
Una volta quel sorriso lo incontravo ogni mattina.
Era il miglior buongiorno del mondo.

《Grazie.  Sei davvero bravo.
Posso chiederti... perché sei qui?》

Sono qui perché la metà del mio cuore   è in questa stanza.
Perché la sto guardando negli occhi in questo momento.
Sono qui perché ti amo, Nathalie.
E anche se non lo ricordi, mi ami anche  tu.

《 Sono il  dottor Anderson, ma puoi chiamarmi Kevin.
Il dottor Cooper oggi non c'è e mi occupo dei suoi pazienti.
So che dovrebbe venire il tuo ragazzo, volevo accertarmi che stessi meglio per poter ricevere delle visite》rispondo alla sua domanda ingoiando il dispiacere.
Non posso dirle chi sono, ci ho provato in passato ed è stato straziante per entrambi.
Quindi,  oggi sono un dottore.
Se serve a vederla, diventerò chiunque.
La settimana prossima sarò un astronauta.

Non è forse questo, che significa amare?

《 Se ti va male come dottore potresti fare il parrucchiere, hai talento.》 commenta divertita.

《Lo prenderò in considerazione》

Ignora la mia risposta e si incanta.
È così bella...
《 Tu credi al colpo di fulmine?
Io non ci credevo prima》 la sua domanda mi prende in contropiede.
Non riesco a formulare una risposta che riprende a parlare.
《 Ho conosciuto Kevin, nel momento più brutto della mia vita.
È stato come se il destino avesse avuto pietà di me, sai?
Come se,  dopo tutto ciò che mi aveva tolto, avesse deciso di ricompensarmi mettendolo sul mio cammino.
Ho incrociato il suo sguardo...》

Mi guarda con consapevolezza, lucida.
Mi vede,  e che io sia dannato se non mi ha appena riconosciuto.

Lo fai, ti ricordi di me.

I suoi occhi diventano lucidi e si colmano di tristezza.

E sorridi, senza farlo veramente.

《 Il "tuo" sguardo.
In quel momento ho capito.
  il mio cuore sarebbe stato tuo, perché aveva deciso di appartenerti.
Il mondo si è fermato, non esisteva più niente. Solo tu.
I tuoi occhi mi hanno chiamata con forza e tutto dentro di me gridava di raggiungerti, perché da quel momento il mio posto era al tuo fianco. 
Non è un colpo di fulmine?》 Termina con voce bassa.
Darei qualsiasi cosa, anche la vita, pur di aiutarla ad uscire da quei corridoi.

《 Sì. Si, lo è...》 rispondo con il cuore in gola.

Perché ti amo, Nathalie.
Perché quel giorno non sei stata l'unica a ricevere una saetta nel petto.
Perché ho provato le stesse emozioni che hai provato tu.
Il mio cuore è tuo da quel giorno, lo sarà sempre.
Perché le nostre anime si sono fuse nel momento in cui i nostri occhi si sono trovati.
E questo...
Questo è un colpo di fulmine, è amore.

E quel colpo di fulmine lo provo sempre quando ti guardo.

Ma non posso dirtelo, Amore mio.
  Tra pochi minuti un altro corridoio ti porterà via da me.

La stringo in un abbraccio, dicendole all'orecchio quanto la amo.
Anche lei me lo sussurra.

Quando mi alzo per andar via torna a guardarmi, persa nuovamente.

《 Ciao... ci conosciamo?》

《 Scusa,  ho sbagliato stanza》.

Mi uccidi, lo fai lentamente e te lo lascio fare.
Non è forse questo,  che significa amare?