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Amore E Dissapori

Parole: 1574

BRAD

Appoggiato allo stipite della porta osservo i movimenti delle sue mani.
Le dita che battono freneticamente sulla tastiera del PC e l'espressione corrucciata che assume quando si concentra.

Lo faccio ogni mattina, da quando è venuta a vivere con me.
Lei non lo sa, o forse finge di non notarmi, ma è così che inizia la mia giornata: osservandola.

Imprimendo nella mente ogni dettaglio del suo volto.
Dal modo in cui i suoi occhi dorati rincorrono le parole durante la lettura, a come le sue labbra carnose le pronuncino inconsciamente in un sussurro.

E dopo anni continuo a farlo.

La prima volta che l'ho fatto è stata la mattina dopo averla conosciuta, alla festa a casa di suo fratello Andy.

Non ricordavo quasi nulla della sera precedente; merito della sbronza colossale che avevo preso, ma ricordavo lei.

Lei che mi aiutava a stendermi sul letto e mi copriva, che con dolcezza mi sussurrava di riposare, nonostante il mio fiume di parole sensa senso.
Lei che aveva ceduto il suo letto ad uno sconosciuto, sbronzo tra l'altro, per farlo riposare lontano dal trambusto di una festa di fine estate.

Lei che sembrava un angelo.

Quando mi sono svegliato a casa di Andy la mattina seguente, non riuscivo a togliermi dalla testa il ricordo dei suoi occhi.
Mi ero convinto che si trattasse di un sogno finché non l'ho vista in quel salotto.

Mi sono appoggiato allo stipite della porta e mi sono fermato ad osservarla -esattamente come sto facendo adesso- prendendomi il tempo che mi serviva a capire che fosse reale e che la sbronza non c'entrasse nulla.

E lei era così presa da quel PC, da non notare la mia presenza.

Vedevo le sue labbra muoversi sussurrando ogni frase, le fissavo, rapito da quei movimenti.

Nell'istante in cui ha alzato gli occhi e mi ha guardato, qualcosa mi è esploso in petto.
Qualcosa di pericoloso.

Volevo conoscerla.

Ma ero combattuto all'idea di passare del tempo con lei, perché bastava la sua presenza a far riaffiorare in me sentimenti che credevo di aver sepolto.
E mi spaventava, perché avevo capito quanto Jenna sarebbe stata pericolosa per me.
Non è mai stata una di quelle che entra nel tuo mondo in punta di piedi, lei spalanca le porte e lo mette sottosopra.
Ne ho avuto conferma quando l'ho baciata.
È stato sufficiente respirare su quelle labbra una sola volta, per annientare ogni convinzione e farmi capire di essere rovinato.
Ed è stato quello il momento in cui ha iniziato a scombinare ogni cosa, perché dopo averle assaggiate volevo di più.

Volevo quelle labbra, il suo corpo. Ma non bastava.

Volevo anche la sua risata, il suo tempo. Volevo il suo cuore.
Volevo tutto.

Lo volevo, anche se sapevo che due disastri come noi non avrebbero portato a niente di buono, insieme.

Per la prima volta dopo tanto tempo, volevo correre il rischio di vedere il mio cuore schiantarsi.
Volevo rischiare, e tutto perché oltre la paura avrei trovato lei.

Ed ero convinto che ne sarebbe valsa la pena.

Le ho dato tutto di me e ho avuto tutto di lei, ma non è bastato.

Osservo la ragazza che ho amato per sei anni e ripercorro con la mente la nostra storia.
Cerco il momento in cui l'amore che provavamo l'uno per l'altra ha iniziato a scivolare via dalle nostre mani per diventare qualcos'altro, un amore con cui abbiamo convissuto, che abbiamo respirato per tanto tempo e del quale ci siamo drogati, ma che ora sembra essere sfumato via lasciando di sé solo un ombra.
Cos'è rimasto di tutto questo, di noi e dei nostri progetti per il futuro?
L'abitudine, ecco cosa.

Si è insinuata nella nostra storia come una malattia, consumandoci, nutrendosi di ogni giorno trascorso insieme, come un parassita.

E mi chiedo dove abbiamo sbagliato per arrivare a questo punto.

E fa male, perché credevo che con te sarebbe stato diverso, ci credevo a quel sogno.

Un sogno dal quale la realtà ci sta strappando con violenza, nessun dolce risveglio, non rimane altro che malinconia e un peso ad opprimere il petto, mentre mi rendo conto che non c'è niente che possa salvarci.

Perché lo vedo nei tuoi occhi, proprio adesso che ti osservo, un riflesso dei miei pensieri.

La leggo lì, la verità, in quelle stesse gemme ambrate che mi hanno stregato, quelle che adesso mi gridano contro che è troppo tardi per fare qualcosa, e che l'unica soluzione per andare avanti, è farlo ognuno per la sua strada.

JENNA

Chiudo il portatile con un gesto stizzito, oggi non è proprio giornata.

D'altronde, è da un pò che non lo è più .

Mi accorgo di Brad appoggiato alla porta, mi osserva con quell'espressione che da troppo aleggia sul suo volto:
La Sconfitta.
E da un pò di tempo, la sento anch'io sulla mia pelle.
La difficoltà, la voglia di lasciar perdere tutto.
Ci sono giorni, in cui l'unica cosa di cui sono consapevole, è che non sto bene e non sono dove dovrei essere.
Che la terra continua a girare, anche se io sono rimasta ferma, ancorata a qualcosa che avrei dovuto lasciare andare da tempo.
Che la vita va avanti per tutti, nonostante i cambiamenti, ma che io non lo faccio, non cambio.
non trovo il coraggio di farlo.
Non sto andando avanti, non sto andando da nessuna parte.
E so che non dovrei, ma continuo a rimanere aggrappata a lui con tutte le mie forze, forse alla ricerca di una sicurezza.
Ed è una cosa folle, senza alcun senso e che va contro ogni logica.
Una cosa dannosa per entrambi, un gioco pericoloso che prima o poi ci lascerà il segno.

Io, lui e una relazione finita che ci ostiniamo ancora a condividere, e che per abitudine continuiamo a tenere in piedi.

Ed è sbagliato, lo so.
Lo sappiamo entrambi.

E anche se sento qualcosa, se credo di vedere in lui un riflesso di quello che provo, non basta.
Non basta per tornare ad essere ciò che siamo stati, per fare un altro tentativo.
Ed è arrivato il momento di smetterla di farci male, di guardare in faccia la realtà. E affrontarla.

In questa relazione ci siamo persi da tempo.
Aggrappati entrambi ad una routine che, come un cuscinetto, ha attutito la caduta di ogni sentimento.
Persi nell'abitudine di viverci senza farlo per i sentimenti che ci legavano un tempo...

Non faccio altro che continuare a trascinarlo lontano, per paura di affrontare la vita con la sua assenza, paura che mi sussurri a un millimetro di distanza.
Devo solo trovare il coraggio di lasciarlo andare, in nome dell'amore che c'è stato, ma che non tornerà a scandire le nostre vite.

《 Jen.》 La sua voce interrompe i miei pensieri.
Si lascia cadere sulla sedia al mio fianco e continua ad osservarmi, forse indeciso su quello che deve dirmi, ma l'ho capito.

《 Vieni qui》 mi fa cenno di sedermi sulle sue gambe.
Lo faccio, mi siedo su di lui come ho fatto migliaia di volte.

《 Guardami》 mi dice dolcemente, stringendo la presa sui miei fianchi.
Incontro i suoi occhi verdi e aspetto di sentire le sue parole, con l'ansia che mi scivola addosso.

《 Abbiamo rimandato per troppo tempo questa conversazione》 dice, prendendo la mia mano.
《 Penso che sia arrivato il momento di parlare di quello che sta succedendo tra di noi》 Annuisco, consapevole del punto in cui finalmente stiamo arrivando.
《 qualcosa non funziona più 》 continua a voce bassa, mentre gioca con le mie dita.
Mi guarda serio, per sondare la mia reazione, in cerca di una risposta.

《 Lo penso anch'io》 concordo.

《 È cambiato qualcosa tra noi.
E abbiamo continuato a far finta di niente, ma non possiamo andare avanti così, Jen》 sospira passandosi una mano sul volto.
《 Non c'è più il sentimento che ci legava prima, è cambiato.
Noi siamo cambiati》 Ammetto.
《 Ti amo, Brad, ma è un tipo di amore diverso》 Continuo, e anche se vedo il dolore attraversare i suoi occhi, so che finalmente sto facendo la cosa giusta per entrambi.

Non puoi fingere di amare ancora qualcuno, perché se sei capace di farlo, non lo hai mai amato veramente.

《 Ti amo anch'io, ma è come se fosse...》 si ferma per cercare il termine, ma finisco la frase al posto suo.
Perché so perfettamente di cosa sta parlando.
《 Un amore Fraterno? 》
Annuisce.

《 È che, manca qualcosa...》 sussurro.

《 Già, manca qualcosa》

《 penso che la cosa migliore...》

《 Sia lasciarci》 finisce lui.

E nonostante il dispiacere, so che è la soluzione migliore.
《 Si》 rantolo con le lacrime agli occhi e un nodo stretto in gola.

《 Mi dispiace che ci sia voluto tanto... siamo diventati l'uno l'abitudine dell'altra e abbiamo continuato una storia che non ci avrebbe portato da nessuna parte.
Meriti un uomo che ti ami, e che lo faccia meglio di come ho fatto io》 sussurra stringendomi in un abbraccio.

《 Dispiace anche a me, Brad.
Abbiamo iniziato questa storia con le migliori intenzioni, e se c'è qualcuno che merita di essere felice, quello sei tu.
Sono sicura che troverai qualcuna che saprà amarti nel modo giusto》.

Qualcuna che non sarò io.

L'amore ha mille sfumature diverse.
Forse il nostro è finito nel mezzo, forse non è più quello di un tempo, ma ti lascio andare, proprio perché ti ho amato.
Ti lascio andare prima che l'abitudine distrugga ogni residuo di ciò che siamo stati.
Ti lascio andare anche se ho paura.
Ti lascio andare perché, a modo mio, ti amo ancora.

























































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