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«Tu sei pazzo» esordisce Hoseok dopo la spiegazione veloce del mio piano.
«Lo so, ma in questo modo potrò migliorare la vita di tutto il gruppo»
«E se non funzionasse? Sei a conoscenza del rischio che stai correndo, vero?»
«Certo che lo so, infatti ho aspettato che i BTS diventassero un po' più famosi per farlo»
Hoseok sospira, «da quanto tempo hai in mente questo piano?»
«Da più di quanto tu possa immaginare»
«Yoongi, non puoi farlo»
«Se te l'ho detto è perché mi fido di te e del fatto che non lo dirai a nessun altro»
«Non so, hyung, è qualcosa di troppo pericoloso. E se non funzionasse faresti fallire l'intera band. Hai aspettato che diventassimo famosi, ma proprio per questo il danno sarebbe troppo grande perché i Bangtan continuino ad esistere»
Sospiro e guardo per pochi istanti fuori dalla finestra il panorama sporco e affollato di Hong Kong, per poi tornare a guardarlo negli occhi. «La rivuoi, Chaehee?»
È lui che ora abbassa lo sguardo, ma al contempo fa un piccolo sorriso, uno di quelli che contiene molta tristezza. So perfettamente di aver toccato un tasto dolente, era proprio il mio obiettivo.
«Io spero che lei si sia dimenticata di me e abbia ricominciato la sua vita. Ormai è in età da matrimonio»
«Anche noi lo siamo, ma sai quanto il nostro lavoro influenza la nostra vita?»
«Più o meno come succede per ogni altra persona famosa»
«Beh, non mi va bene»

«Ragazzi, tra poco abbiamo il volo. Le valigie sono tutte pronte?» ci chiede Namjoon dall'altra parte della porta»
«Oh caspita, devo ancora finirla! Ci sentiamo dopo hyung»
«A dopo»

Mi rigiro verso la finestra mentre Hobi esce dalla camera. Hong Kong sarebbe veramente una città bellissima, se non fosse per la sovrappopolazione e per lo smog. Tutta la Cina lo sarebbe.

Il mio pensiero poi torna a Haneul, a come se la stia passando a Seoul. Il cielo, seppur inquinato, è lo stesso che guarda lei ogni notte, come quando ci sedevamo sul piccolo terrazzo della sua vecchia casa e guardavamo le stelle. La loro luce rifletteva il suo viso, aiutata dai lampioni presenti qua e là per la strada, e la facevano risultare quasi un angelo. In quei momenti, mentre lei guardava il cielo ogni volta con la stessa meraviglia di un bambino, io la osservavo, spesso la bramavo, e la amavo.
Mi manca il poterla amare, è qualcosa che non dovrebbe esser tolto a nessun essere vivente.

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