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Confessioni

Ayra279

"Dicci, Herm. Lo sai che ti accetteremo comunque, qualunque cosa tu ci voglia dire" aveva esordito Harry, quando la migliore amica aveva detto che aveva una cosa importante da dire loro.

"Tranne se scopro che la Dramione è reale, allora no, non penso che sarei in grado di parlarti ancora, sappilo" era stata la precisazione di Ron, che però aveva avuto in risposta solo un'occhiataccia dalla ragazza, che lo aveva intimorito non poco, oltre a metterlo istantaneamente a tacere.

"I miei genitori..." iniziò titubante la ragazza.

"I signori Granger? è successo loro qualcosa?" la interruppe Harry preoccupato. Come prevedibile, era estremamente sensibile all'argomento.

"No... ma vi ho mentito su di loro..." il ragazzo-che-è-sopravvissuto tirò un sospiro di sollievo, per poi realizzare le parole dell'amica.

"E perché mai?" Ron non riusciva a credere che quella ragazza, che era sempre stata trasparente con loro, avesse mentito su un argomento del genere.

"Non mi avreste mai creduto, se vi avessi detto la verità, lo so che ho sbagliato, ma non ho visto altra soluzione" si giustificò lei, in fretta e furia. Nonostante tutto, aveva paura di venire abbandonata da quelli che per tanti anni erano stati i suoi amici e compagni di... beh, tutto.

"Okay, allora dicci" aveva risposto accogliente Harry, dato il disagio di Hermione.

"Immagino che voi non abbiate mai sentito parlare di semidei, giusto?"

Entrambi scossero la testa con aria di dinniego: nel mondo magico non si parlava di mitologia babbana ed Harry non aveva avuto un'istruzione sufficiente nel mondo babbano.

"Bene, sarà una spiegazione lunga e complessa, temo." commentò la ragazza, rimboccandosi le maniche "Allora, fra il 1200 ed il 400 a.C. vivevano i greci. Ron, no, non mi guardare con quella faccia da ofiotauro alla gogna, è necessario quello che sto per dirvi"

"Pensi che dovremmo prendere appunti?" domandò Harry, ironico.

"Forse... probabilmente sì. Ad un certo punto sarà necessario, credo" sorrise appena Hermione, pensando al suo complesso e complessato albero genealogico. "Comunque, dicevamo. I greci ritenevano che sull'Olimpo, il monte più alto di tutta la Grecia, vivessero gli dei. Questi avevano l'abitudine di avere figli coi mortali. Tale progenie era nota come semidei o, meno gentilmente, mezzosangue. Con l'avvento dei romani, il culto è cambiato e si è perso nella storia"

"E quindi? non capisco che cosa centri con te, Herm" la interruppe Ron, ricevendo un'altra occhiataccia "va bene, scusa, finisci"

"Ecco. Il fatto è che gli dei non sono mai morti... quasi tutti, insomma." ricordava piuttosto bene quando zio Grover le aveva raccontato del defunto Dio Pan "Ed hanno anche continuato ad avere figli dai mortali. Nemmeno pochi, se volete saperlo."

"Quindi sei una semidea?" domandò incuriosito Harry, avanzando un'ipotesi. "Se esiste un dio dell'intelligenza, allora direi quello"

"Non proprio. I miei genitori sono figli degli dei, non io, a dire il vero... mia mamma è una figlia di Atena. Un'eccezionale figlia di Atena, a detta di tutti" lo corresse bonariamente la ragazza.

"E tuo padre? Un babbano?" si informò Ron, speranzoso. Sapere che la ragazza era nipote di una dea era già più che abbastanza.

"Oh, no. Per nulla. Il figlio di uno dei tre pezzi grossi, Poseidone" ridacchiò la ragazza.

"Ehm... cioè?"

"Harry, il foglio di appunti di cui parlavi prima. Questo è il momento di tirarlo fuori, sai?"

"Sarà così complicato?"

"Non hai idea. Sarà peggio. Ho faticato a starci dietro io" sul volto dei due ragazzi si disegnò istantaneamente un'espressione terrorizzata: se la geniale Hermione aveva fatto fatica a seguire qualcosa, loro, che erano notoriamente meno portati al ragionamento di lei, non avrebbero capito proprio nulla.

"Allora..." dopo due ore Hermione aveva finito di fornire un quadro approssimativo della genealogia greca ai due migliori amici, mentre i due erano quantomai confusi.

"E quindi tu sei la nipote del dio del cielo e del dio della saggezza?" domandò Ron, come riepilogo.

Nonostante non ci fosse una nuvola in cielo, si udì un tuono potente ed irritato.

"Questo cosa vuol dire?" domandò preoccupato Harry, guadando in su.

"Significa che il divino Zeus non ha gradito di essere nominato inutilmente... sono nipote del dio del mare, dei terremoti e di un sacco di altre cose e di Atena, dea della saggezza, della strategia militare, secondo me anche dell'architettura e del buon gusto" corresse, fiera della propria provenienza familiare.

"Della saggezza non avevo dubbi" sorrise Harry, in riferimento alla sua spiccata intelligenza "Ma il dio del mare?"

"Intraprendenza. Probabilmente sarei finita direttamente fra i corvi altrimenti" sorrise la ragazza "Fra l'altro, il mio nome significa sacra ad Hermes"

"Hermes è il dio di... no, Herm, non me lo dire.... dei viaggiatori? oppure erano i diplomatici?"

"Entrambi Harry, oltre che dei viandanti, delle strade, dei commercianti, degli cheesburger..." sorrise la ragazza, in ricordo di uno dei libri del padre, che, ne era sicura, fossero stati editati dalla madre. Santa donna, c'era poco da dire in materia. Era da lei che aveva acquisito quelle spaventose occhiate raggelanti, con le quali metteva a tacere chiunque.

"Dei cheesburger?" domandò Ron, illuminandosi come un albero di natale.

"Lunga storia Ron, lunga storia..." minimizzò Hermione "Ve la racconto un'altra volta, quando avrete letto e studiato un compendio di mitologia greca e romana"

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