" ti amo! " dissi tutto d'un fiato con il mio viso arrossato e la mia voce tremolante per l'agitazione. Lui si girò, mi fissò guardandomi negli occhi, quasi volesse entrarci e mi prese, poggiando le sue mani su i miei fianchi facendomi indietreggiare fino al muro. Mi strofinò il suo dito sulla guancia arrossata, strizzai gli occhi al contatto e, anche se non potevo o meglio, non volevo alzare il capo e vederlo in viso; sapevo che aveva uno dei suoi sorrisetti sulle labbra. Lui era fatto così, sempre dolce e carino con tutti, sempre perfetto e al posto giusto al momento giusto. Come qualche minuto fa per esempio: ero stato preso di mira dai bulli della scuola come sempre e lui era lì, davanti a me dicendo che non dovevano prendersela con me solo perché ero diverso... già io ero diverso, tutti la chiamavano ' malattia '. Amare una persona dello stesso sesso era considerato una malattia. Fino a prima non consideravo questi stupidi commenti ma invece, quella volta l'avevo detto. Quando se ne andarono sbuffando, dalla mia bocca mi uscirono quelle esatte parole: " non c'è bisogno che mi difendi Gabriel... sono un malato ed è questo quello che mi merito. " si girò verso di me con faccia arrabbiata dicendomi di non dirlo più. Annui, non volevo che anche l'unica persona importante per me se ne andasse. Fece per andarsene così mi strinsi il petto all'altezza del cuore e gli urlai quelle parole... Dopo avermi strofinato il suo dito sulla mia guancia, mi prese il viso facendolo alzare incontrando i suoi occhi marroni... sempre così grandi e così accesi. Allungò il suo viso verso il mio provando a baciami, ero molto basso rispetto a lui quasi 17 cm di differenza, così mi alzai con le punte annullando quella differenza e lo baciai, premetti le mie labbra contro le sue. Erano calde e lisce al contrario delle mie, fredde e screpolate. Mi abbracciò da dietro i fianchi, poi mi prese in braccio così lo strinsi tra le miei braccia mentre le mie mani erano intrecciate nei suoi capelli biondi. Avevo sognato per tanto tempo questo momento e ora si era realizzato, lo stavo vivendo proprio in quel momento. Ero così felice che comincia a piangere di gioia. Mi rimise giù asciugandomi le lacrime, poi si abbassò sulle ginocchia e mi disse: " ricordalo, non sei più solo. Ci sono io con te. Fai di me la tua vita."