Erano creature minuscole. Erano atterrate sul nostro pianeta da poco, ma volevano conquistare il nostro territorio.

Noi non ci preoccupavamo di loro. Erano piccolissimi e non ci avrebbero causato nessun dolore. Avevano a disposizione solo la loro forza, ma noi avremmo vinto sicuramente: eravamo più grandi e allenati.

Eravamo davanti a loro.

Essi continuavano a fare segni di lotta, muovevano quegli strani arti e, ad ogni movimento, noi capivamo che volevano conquistarci.

Uno di loro, penso il loro capo, si avvicinò a noi e iniziò a emettere versi strani da un'apertura sulla sua testa.

Probabilmente ci stava insultando. Noi non potevamo accettarlo.

Prendemmo le nostre pistole laser e li uccidemmo tutti.

Fu una battaglia vinta in partenza. Loro provarono in tutti i modi a difendersi, senza risultati.

Noi eravamo troppo forti.

I loro corpicini caddero uno ad uno sul terreno rosso del nostro pianeta.

Ci avvicinammo ad uno di quei cadaveri.

Erano completamente diversi da noi.

Avevano un corpo slanciato e snello, con due arti attaccati leggermente più in basso della testa e altri due arti più lunghi attaccati alla fine del corpo.

Sulla loro testa erano attaccati strani peli, di colore e lunghezza diverse.

La loro faccia era formata da solo due occhi piccoli, una sporgenza con due buchini e quell'apertura da cui erano uscite quegli strani versi.

Uno di essi teneva un cartello con dei segni strani sopra, forse quei simboli erano il loro alfabeto. C'era scritto: "Veniamo in pace". Probabilmente era un messaggio di guerra, ma non conoscendo la loro lingua non potevamo saperlo.

Quelle creature si facevano chiamare terrestri.