Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

4.Terza Prova - Scontro con il nemico

The real enemy - 1038

Chi era il vero nemico?

Margot non faceva che ripetere quella frase ininterrottamente, in modo quasi ossessivo, mentre senza fiato e con i muscoli che chiedevano pietà continuava a correre.

Aveva iniziato quel fuggire all'alba ma nonostante il sole fosse alto e quasi a metà del suo giro sentiva ancora il fiato putrido dei sobaky sulla nuca, il loro frenetico ringhiare e la sua risata.

Non credeva che Sloan li avrebbe trovati così presto, secondo i suoi calcoli in quel momento lui doveva essere comodamente seduto sulla sua poltrona sfasciata a bere un infuso di miele mentre, nel resto dei regni, regnava la morte e il terrore; ma aveva capito da tempo che la sfortuna e il "caso" erano presenti anche nei mondi finti come quello. La sua sbagliata deduzione, comunque, aveva portato non pochi problemi.

Gli bastava ricordare in che condizioni erano gli altri alla sua fuga...

Un ramo rialzato pose fine alla sua frenetica quanto stanca corsa e, senza neanche accorgersene, Margot si ritrovò a fermare una rovinosa caduta con le mani. Era sporca, sudata, impaurita, infuriata ed ora anche superficialmente ferita. L'unica cosa che riuscì a fare, in quel circolo vizioso di confusione, fu cercare di fermare le lacrime e rialzarsi. Non doveva farsi piegare dagli eventi, questo era quello che gli ricordava sempre Gadlar e non voleva mancare ai suoi insegnamenti proprio adesso. Quindi fece forza sui palmi e cercò di capire dov'era finita. Era circondata da alberi e cespugli, nessun sentiero artificiale svettava in tutto quel verde e il non conoscere bene il bosco in cui si trovava non aiutava. Forse continuando a camminare in avanti avrebbe trovato qualcuno disposto ad aiutarla...

"Continuando in avanti non farai altro che addentrarti ancora di più" disse una voce gelandola sul posto. "Andando verso est troverai un fiume, si, che sicuramente ti porterà verso un villaggio di orchi. Dicono che non siano così ospitali con gli sconosciuti, sai?" Margot iniziò a girarsi lentamente, consapevole di non potersi sottrarre all'inevitabile. "A Ovest invece c'è una città, lo ammetto. Ma credi saranno clementi con un nemico del loro padrone?" Mancava un ultimo passo e sapeva che lo avrebbe trovato ghignante. "E, pensa un po', l'unica strada che ti rimane è quella che hai percorso. Quindi, Margot, vieni da me."

Era ancora sporco di fuliggine- e questo non fece altro che farglielo odiare ancora di più- ed i capelli ricci e bianchi erano sparati in tutte le direzioni. Gli occhi erano socchiusi, come quando si ride, ma il colore violetto era ugualmente visibile. Indossava un cappotto grigio, pieno di buchi, e sulle spalle svettava l'elsa di una spada.

Una spada, si accorse in quel momento, da cui gocciolava sangue.

E la furia la pervase.

"Vedo che sei arrabbiata, Margot." Sussurrò con voce divertita "Non vorrai mica combattere? È questo il desiderio che vedo nei tuoi occhi?"

Non riusciva a staccare gli occhi dalla lama macchiata, ne era morbosamente attratta e una voce velenosa continuava a ripetere un mantra nella sua mente: È colpa tua, è tutta colpa tua, canticchiava questa. Quel sangue doveva essere il tuo, continuava.

E la furia, mischiata al senso di colpa, crebbe.

"Sai? I tuoi amici mi hanno deluso. Credevo sarebbero durati di più." Disse Sloan mentre lanciava l'arma alle sue spalle. "Vuoi provare a batterli?"

E lì, con quelle parole, la furia esplose.

Corse verso di lui, consapevole di non essere nessuno al suo confronto ma intenzionata a fargli la metà del male che provava, e tirando un pugno verso il suo viso chiuse la mano.

Lo colpì. E lo schiocco del colpo continuò a risuonare per molto.

" Lenta." Disse Sloan freddo.

Era alle sue spalle e con un piede le fece perdere l'equilibrio.

Era inutile. Inutile. Inutile. Inutile. Ma voleva continuare a provarci.

Cercò di colpirlo ancora, ancora e ancora ma a differenza di prima, Sloan, schivò ogni colpo.

"Determinata ma debole."

Non vide il pugno arrivare ma sentì il senso di vuoto che seguì il colpo allo stomaco inferto dell'avversario.

Il dolore era insopportabile e l'aria sembrava mancarle e, inevitabilmente, si ritrovò in ginocchio.

Non vide il primo calcio, non vide il secondo e non vide neanche quelli che seguirono ma il dolore, Oh il dolore, quello era un compagno fedele e persistente.

"Potrei ucciderti senza muovere neanche tutto il braccio." Le disse dopo l'ennesimo gemito di dolore.

E lì una scintilla scoppiò.

Si alzò dolorante e continuò a cercare di colpirlo, inutilmente certo, ma continuò a provare.

Chi era il vero nemico?

Sloan avrebbe potuta ucciderla da tempo, aveva appena confermato i suoi sospetti, ma non lo aveva fatto. Non l'aveva neanche colpita forte come avrebbe potuto, anzi era ancora capace di alzarsi e contrattaccare. Aveva passato il tempo a studiarla, a parlare ed a colpirla quando si muoveva in modo sbagliato. Sembrava quasi che stesse cercando di insegnarle come batterlo.

"Buon gancio, Margot, ma ancora troppo debole." Pugno.

"Schiva su. Non vorrai mica rovinarti quel bel faccino?" Pugno.

E si accorse di star migliorando.

Chi era il vero nemico?

Poteva essere lui? Aveva ucciso tante persone, lo aveva letto e visto, ma allora perché non faceva lo stesso con lei? Perché aveva salvato Enea quella volta in cui il loro rifugio era stato assaltato uscendosene con un "Sarebbe noioso se tu morissi per mano di altri"?

Quella volta, certo, uno di loro era rimasto gravemente ferito per mano sua ma aveva salvato Enea.

Sloan era un continuo susseguirsi di bene e male, quasi come se non potesse farne a meno.

Chi era il vero nemico?

Era lui il vero nemico? O lo era chi aveva deciso che lui lo sarebbe stato per tutti?

Un pugno più forte degli altri la fece barcollare e cadere a terra sfinita, lasciandola inerme e con la vista sbiadita per la mancanza di occhiali, e dopo averci provato capì di non riuscire a rialzarsi.

"Stanca, Margot?" furono le parole che precedettero l'elsa che con un colpo le oscurarono la vista e l'udito, facendola cadere in un nero viscoso e profondo.

Sentì quel "Chi era il vero nemico?" rimbombare per l'ultima volta ma la risposta, in quel confuso buio, non riuscì proprio a trovarla.

baanshe Emma-Blues ballerinafralestelle

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che non abbia deluso le vostre aspettative.
Volevo solo avvertirvi che la parola Sobaky, usata per  esseri che non ho descritto (per ora), è di origine Ucraina e significa "cani".
Volevo solo rendervi partecipi e spiegarvi il significato di una parola che, almeno per la maggior parte di voi, è nuova.
Spero anche di non aver deluso voi giudici ma che, al contrario, sia riuscita a farvi provare le stesse emozioni della mia protagonista ^-^
'Notte, 'Giorno o 'Meriggio a chiunque legga!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro