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Vedo le persone a una decina di metri sotto di me.
Sembrano così piccoli e infimi, tutti passano correndo affanosamente e facendosi gli affari proprio senza soffermarsi su ciò che li circonda.
È triste vedere come la vita delle persone prosegue senza essere minimamente influenzata dalle tue azioni, il sapere che anche senza di te il mondo continuerà a girare e ad andare avanti.
Pensate solo a quante persone stiano morendo in questo preciso istante, eppure nessuna di quelle persone che sono sotto di me pare pensarci o preoccuparsene.
Così come non si preoccupano di un ragazzo seduto sulla balcone del terzo piano del suo palazzo, prossimo al suicidio.
Ho sempre pensato fosse davvero stupido il suicidio, insomma, la vita è una cosa unica ed è davvero un peccato torgliersela.
è come se per natale ti regalassero un prodotto unico ed introvabile al mondo e voi lo buttaste in un bidone.
Insomma, un vero spreco.
Eppure qualcosa potrebbe avermi fatto cambiare idea.
La vita può raggiungere una svolta, una pessima svolta.
Quando avviene qualcosa che può sconvolgere tutto il resto e tutti i tuoi piani.
Come la chiave di volta che svela il segreto e su cui si basa l'intero libro.
Ora sto parlando come se avessi contratto una malattia mortale.
Infondo io ci sono nato con ciò, lo sono sempre stato.
In poche parole ho solo una concezione diversa rispetto ai 'normali canoni dell'amore'.
Anche se penso sia qualcosa di davvero ridicolo, chi è che può decidere cosa è o non è giusto nell'amore?
Chi può decidere per chi dovrei provare o non dei sentimenti?
ai ragazzi possono piacere i ragazzi così come le ragazze.
Insomma, non ci vedo niente di strano.
Eppure la società non la pensa così. Eppure nessuno di quelli che credevo amici o i miei familiari la pensano così.
Ricordo ancora le parole del mio migliore amico Luke, quel suo grido disperato "tu non sei fottutamente normale, Michael, e non lo sarai mai".
Mi ferirono così tanto. Come una lama dritta al petto.
Si allontanarono tutti da me, nessuno dei miei amici riuscì ad accettarmi. Mentalità troppo chiuse.
È incredibile che Luke abbia spezzato un'amicizia così forte come la nostra solo per i miei gusti, considerati sbagliati dalla società.
L'unica che mi capì fu mia madre, peccato che il destino decise di portarmela via.
Per carità, non è morta, è solo dalla parte opposta del mondo.
Dopo il divorzio dei miei fui costretto ad andare a vivere da mio padre, e mia sorella da mia madre, che per lavoro si trasferì in America.
Una vera e propria scissione della famiglia Clifford.
Per mio papà e mia sorella è come se non esistessi, è già tanto se mio padre mi compra ancora da mangiare.
Con mia mamma mi sento poco e niente, è sempre molto occupata e comunque pago molto per chiamarla.
Sono solo, in poche parole.
Solo, scartato. E posso garantire che la sensazione della solitudine è davvero straziante.
Ed è per questo che ora sono qui, su questo balcone.
Mio padre è uscito poco fa per andare fuori città per una commissione.
E io sono in casa. Solo. Come sempre, imsomma.
E ora guardo l'asfalto seduto sulla fredda ringhiera.
I miei piedi penzolano nel vuoto dandomi una piacevole sensazione di libertà.
Non sono ancora molto sicuro in realtà, ma tanto ormai non credo di poter far altro nella mia vita.
Guardo il cielo, il sole sta tramontando.
Oggi sembra proprio un ottimo giorno per morire.
Penso che la vita ci dia tanti motivi per vivere quanti per morire. Sta solo a noi scegliere a quali dare più importanza.
Sto per darmi la spinta con le mani però qualcosa risalta ai miei occhi.
Sul ciglio della strada ci sono due ragazze. Si stanno baciando. Ed è una scena così tenera che non posso non osservare.
Posso sentire da qui l'amore che c'è tra di loro, la felicità che si procurano stando insieme e mi chiedo, come tutto questo possa essere sbagliato? Perchè l'amore dovrebve esserlo?
Perchè dovermi negare la felicità? Per essere definito 'normale'? Beh, io non sono fottutamente normale perchè in fondo nessuno è fottutamente normale. Non esiste un reale concetto di 'normalità'. Ognuno di noi deve essere se stesso, non ha senso doversi mimetizzare tra gli altri, essere un numero tra tanti.
Ho troppo cara la vita per poterla buttare come se niente fosse.
Posso sempre cambiare le cose a modo mio. C'è ancora speranza, posso riuscire a migliorare nella vita.
Faccio un movimento veloce per girarmi e poggiare di nuovo i piedi sulle mattonelle del balcone ma per sbaglio scivolo e mi ritrovo a penzolare nel vuoto con le mani strette alla ringhiera di ferro.
E urlo e mi tengo forte, faccio di tutto perchè non posso cadere. Non ora.
Le persone sotto di me hanno cominciato a notarmi. Sento molti gridi venire da sotto: "aiutatelo!", "Qualcuno chiami i soccorsi", "ma come ci è finito così?"
Ma io li ignoro continuando a gridare.
Le dita della mano sinistra scivolano lentamente dalla ringhiera e mi ritrovo a dovermi aggrappare solo col braccio destro. Non posso farcela, sto cedendo.
Chiudo gli occhi, aspettando solo che le dita scivolino e io senta l'impatto con l'asfalto ma, al contrario di quanto mi aspettassi, sento una mano calda prendere la mia e tirarmi di peso di nuovo sul balcone. Quando sento finalmente i piedi a contatto con la superficie alzo lo sguardo notando un volto che conosco molto bene e non mi sarei mai aspettato di vedere qui.
"Luke? Che ci fai qui?" chiedo.
"Potrei farti la stessa domanda, perchè tu eri lì a penzolare?" Incrocia le braccia al petto e io sbuffo sonoramente.
"Sono scivolato mentre m-mi stavo sporgendo" mento, cercando di apparire il più rilassato possibile.
"Io ero passato di qui per..beh, chiederti scusa, ma poi ho sentito delle urla, ho visto che la porta di casa era aperta e sono subito entrato e poi..sì, ti ho tipo aiutato" afferma continuando a torturarsi il labbro.
"Eri venuto per chiedermi scusa?"
"Sì, in questi mesi ho pensato a quanto stupida possa essere stata la mia reazione, insomma io ero solo spaventato. Sono stato uno stupido, perdonami."
Lo guardo un po' con circospezione, ci sono rimasto davvero male e magari potrebbe sembrare ingenui perdonarlo subito ma in fondo io gli voglio bene e, conoscendolo, vedo che è sincero. Perchè non dovrei perdonarlo?
"Certo, Luke, sei perdonato"
"Sì, lo so ho, esagerato con le parole, ma davvero non lo pensavo e- aspetta mi hai perdonato?"
"Sì, tranquillo, ora va..bene, sì"
"Oh grazie, Mike" mi abbraccia di slancio e mi sento così bene. Era da un po' che nessuno mi abbracciava.
Dopo esserci staccati dall'abbraccio, Luke mi sorride calorosamente e io non posso fare a meno di sciogliermi a quel sorriso.
Do un'altra occhiata di sotto, e noto che le persone sono tornate a camminare per i fatti loro, senza importarsi di ciò che gli succede attorno. Probabilmente, anche loro hanno i loro grandi problemi, anche loro hanno passato ciò che ho passato io. O magari no, chi può dirlo?
E in lontananza, ancora sul ciglio della strada vedo le due ragazze di prima.
Il loro sguardo è puntato su di me e una delle due, che ha i capelli bicolore, accena un saluto con la mano libera mentre l'altra è incastrata in quella dell'altra ragazza coi capelli corti.
Io sorrido, per poi guardare Luke che intanto è rientrato in casa.
Penso che non bisogna mai scoraggiarci, qualsiasi cosa accada e questo d'ora in poi lo terrò bene a mente. Infondo le cose brutte non durano per sempre. E dovremmo inoltre essere orgogliosi di non essere definiti 'normali' perchè, come ho detto, nessuno di noi lo è.
Spazio autrice
So, ho scelto il primo incipit con una teen fiction Muke..più o meno, lol
Spero vi sia piaciuta e sì, le due ragazze sono le malsey..già
Dai, ci stavano troppo hahah
-All the love
Fede xx
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