Concorso di vvogliolaluna: Prima Traccia
Tema scelto: la Corte
Molti, a buon ragione, direbbero che quando si entra nella corte di un re o un imperatore si ha vinto una vita agiata e decorosa, priva di malattie, fame, preoccupazioni.... e, in un certo senso, chi così crede tutti i torti non ha.
C'è chi sogna tutta la vita di poter mettere piede nelle sale dove io cammino tutti i giorni, di poter conoscere le persone con cui io discorro come nulla fosse, di partecipare a sontuose feste e a balli in cui io mi trovo quasi ogni sera e di imparare dai migliori musicisti, intellettuali e artisti che la società abbia in circolazione come faccio io. Ma nonostante questo la vita di corte non è facile o tantomeno felice, anzi, è pericolosa e costruita su una sottile ed estremamente fragile rete di segreti e favoritismi che potrebbe crollare in qualsiasi momento.
Perché spesso, questi stolti sognatori, non si rendono conto che il gioco non è entrare nella corte, ma rimanerci.
Il tempo mi ha insegnato che la vita di corte alla fine non è altro che un gioco che, se giocato bene, può fare la fortuna del giocatore, così come, se giocato male, può tranquillamente portare alla sua rovina senza che nessuno ci faccia troppo caso, senza che nessuno muova un dito, perché finché non sei tu a perdere vedere gli altri crollare non può darti altro che sollievo.
Insomma, col tempo si impara tutto: a sorridere nel modo giusto, a danzare al ritmo di melodie mai sentite, a ridere con la giusta tonalità e a mentire sempre meglio sia a se stessi che agli altri, a recitare con abilità sempre più convincente tanto da non riconoscersi più allo specchio e nell'anima.
"E tutto questo per cosa?" Potrebbero chiedere alcuni: "Per pura sopravvivenza", risponderei io.
Nella corte nulla è trasparente, pochi sono gli amici e molti sono i nemici, uomini e donne di ogni rango la popolano con un unico obbiettivo: farsi amare.
Perché i re, le regine, i nobili, i gran signori... coloro a cui attorno si concentrano vite di ogni genere, queste figure che tutti guardano con invidia e gelosia celate da frivoli sorrisetti e risate accondiscendenti, sono loro il centro di tutto, il sole attorno a cui ruota il ridicolmente piccolo universo della corte, sono loro coloro che dall'alto dei loro solitari troni e piedistalli dorati hanno un disperato bisogno di amare e di essere amati.
I più romantici potrebbero intendere il mio uso della parola amore nella sua eccezione più pura, più comune, più romanzata. Purtroppo, non è di questo sentimento di cui io parlo perché anche chi non è mai stato innamorato può distinguere la differenza tra l'amore reale e quello fasullo. Ed è di amore fasullo che io vi parlo. Di amore basato su di un'apparenza perfetta, costruito su di un ideale fittizio e impossibile, nonché tenuto in vita dalla bellezza dell'essere e non dell'anima.
Farsi amare a corte vuol dire mutare a piacimento di chi può garantirci non solo un posto nella loro realtà dorata, ma anche tutto ciò che mai potremmo sognare: posizione, ricchezze, stabilità, notorietà e molto, molto altro. Chiunque cederebbe davanti a questa prospettiva, chiunque sarebbe disposto a tutto per trasformare in realtà questa fantasia e la corte non è altro che un agglomerato di questi chiunque che, disperati di farsi amare, non esiterebbero a vendere la loro stessa anima per arrivare finalmente a far parte di quel mondo dorato. Mondo che appartiene proprio a coloro che giostrano così tranquillamente con la loro vita dei cortigiani, interessati solo a soddisfare la loro immensa fame di amore umano.
Io, io non sono altro che una dama, potrebbero protestare molti. Una di quelle belle signorine che fluttuano leggere attorno alla maestosa regina, signora, contessa o simile. Non sono mai troppo bella, perché mai devo oscurare la gran dama, ma nemmeno troppo brutta, perché giammai dovrei farla sfigurare: un ornamento, ecco cosa potrei dire di essere, un ornamento rifinito di pizzi, merletti semplici, risate sciocche e commenti compiacenti e adulanti.
Non sono diversa da nessuno dei lupi affamati che infestano la corte, anch'io recito, mento, trasformo me stessa per il piacere altrui, anch'io cerco in ogni modo di farmi amare.
Ma, a differenza di tutti gli altri, io ho successo. Il mio viso, il mio sorriso, la mia risata, la mia voce vengono ricordate, non si perdono tra i milioni di loro simili perché io faccio in modo che rimangano e per sempre.
Quando nacqui da una povera famiglia nobile in rovina davanti a me si prospettava un futuro triste e incerto.
Quando mio padre morì e mia madre si ritrovò sola al mondo davanti a me si faceva sempre più certa l'immagine di una vita di povertà e miseria.
Quando ero una bambina e mia madre cominciò a lavorare per le strade di Parigi e passavo le notti a fissare il soffitto mentre aspettavo che i gemiti finissero, decisi che no, questa non era la vita che davanti a me doveva dipingersi come stava facendo.
In quegli anni ogni giorno mi dicevo che, se fossi stata abbastanza intelligente, abbastanza furba e abbastanza forte, avrei potuto ottenere la vita che volevo, che sapevo di meritare.
Me lo ripetevo quando cercavo lavoro nelle case delle nobili signore, quando osservavo per le prime volte quelle recite a cui si poteva assistere solo in quei salotti e ne imparavo ogni trucco, me lo ripetevo quando mi esercitavo davanti allo specchio crepato della mia stanza e quando la ricca signora da cui lavoravo aveva deciso di prendermi sotto la sua ala.
Non per sua bontà ovviamente, ma poco mi importava e poco mi importa tuttora, lei non rappresentava per me altro che l'ennesimo passo avanti verso il mio destino.
Perché la corte non è altro che un gioco, spietato e sleale come pochi, e, quando a testa alta cammino per i saloni di regge imperiali e i salotti dei più illustri uomini in circolazione, so che nessuno, nemmeno la nobildonna più furba o il messere più carismatico, è più bravo di me a giocarlo.
Io sono Francesca Maria Argenta Costantini, figlia di un nobile decaduto e di una donna che morì da puttana, sono la dama più fidata della regina, sono l'amante prediletta di innumerevoli potenti, la custode dei loro segreti più intimi, l'allieva migliore di intellettuali di ogni genere e la musa degli artisti più importanti.
Ma, soprattutto, sono amata come nessun altro.
Mi sono fatta amare con tale maestria e bravura, con tale semplicità e fascino da poter muovere l'intera corte come nemmeno la stessa regina potrà mai fare.
Sono colei che, dietro sorrisi giulivi e risate cristalline, tiene in pugno vite di uomini apparentemente intoccabili e di donne all'apparenza perfette, sono colei che un giorno sarà più in alto di chiunque altro seduta al fianco di un Re magari o di un Imperatore con una corona sul capo e il potere tra le mani.
Angolo Autrice
Privet Wattpadiani!
Questa è la prima traccia per il "Concorso sempre aperto" di vvogliolaluna
Pubblico qui la traccia per pura comodità, visto che non ho visto scritta da nessuna parte la richiesta di pubblicare un libro apposito per il concorso, ma in caso contrario chiedo all'organizzatrice di avvertirmi subito e provvederò a creare un libro a parte!
In ogni caso mi sono divertita moltissimo a scrivere questa piccola storia (anche se è completamente diversa da quella che mi ero immaginata inizialmente) e spero che vada bene e che in ogni caso sia piaciuto a te, chiunque tu sia, che hai letto fino a qui!
Saluti,
VirgyEverdeen 🐲
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