LaGattomaia (2015)
La favola della buonanotte
《Mamma, mamma! Mi racconti la favola della buonanotte?》 Sussurra lievemente Francesca, sul punto di sbadigliare.
《Certo, tesoro. Cosa vuoi che ti racconti: Cenerentola, la Bella Addormentata, Biancaneve...?》 Le chiedo con delicatezza, per poi stringere tra le braccia il suo esile corpicino; lei sospira leggermente dopo aver emesso un gigantesco sbadiglio. 《Emh... non voglio un'altra favola, preferisco sapere la storia di te e papà.》 Borbotta rumorosamente premendo con forza il viso sul mio petto, aspettando che io ceda ai suoi capricci. Non posso fare a meno di assecondarla e, con delicatezza, le chiedo:
《Cosa vorresti sapere su noi due?》
《Ad esempio: come vi siete conosciuti, il vostro primo bacio e dove siete andati al vostro appuntamento, insomma la storia dell'amore tra te e papà.》 Dice, attendendo che io inizi a raccontare la storia richiesta.
Sbuffando all'idea di narrare quell' avvenimento, comincio a raccontare.
Era un bellissimo giorno di primavera, e, come ogni anno, in città arrivò il circo; da bambina mi piaceva sempre andarci, non mi perdevo mai un spettacolo, ma, a lungo andare, la mia voglia di ritornarci si affievolì sempre di piú.
Quel giorno io ero distesa sul letto e stavo leggendo una delle mie tante riviste che avevo normalmente; poi all'improvviso sentii il campanello suonare e dei passi avviarsi all'entrata, appoggiai il giornalino sul letto incuriosita da chi potesse mai essere, mi sporsi verso la porta dato che dalla mia camera si poteva chiaramente vedere l'ingresso: intravidi dei ciuffi corvini e lì capii subito che era il mio compagno di classe, Daniele.
Aveva dei bellissimi occhi verdi con qualche sfumatura di azzurro che gli davano un espressione mite, il suo viso era contornato da capelli color pece tenuti ordinati e ben curati e le guance erano coperte da un lieve strato di lentiggini; era davvero un bel ragazzo ma la mia domanda sorgeva ovvia ' che cosa ci faceva lui, qui?'. Intravidi mia madre chiacchierare con Daniele per poi dirigersi subito verso me, aveva chiaramente scritto in faccia che mi voleva dire qualcosa, infatti affermò:《Daniele è qui per te.》.
La curiosità e la sorpresa si fecero strada dentro di me, 'cosa avrebbe mai voluto il ragazzo più carino della classe da una persona così semplice?'.
Mi diressi verso la porta e appena lo vidi, un soave e timido "Ciao" uscì dalla mia bocca; lui mi guardò per qualche secondo, per poi abbassare lo sguardo. 《Ciao, sono venuto qui per chiederti una cosa》 Rispose in modo freddo e distaccato,
《Ah, dimmi》Dissi arrossendo leggermente
《Ti andrebbe di andare al circo, domani?》Domandò Daniele, nascondendo un leggero imbarazzo. Presa dallo stupore e impazienza non potei far altro che accettare. Dopo aver chiesto i dettagli per l'appuntamento, Daniele si dileguò ringraziandomi e io chiusi la porta.
Raccontai tutto a mia madre, sotto sua richiesta e andai a letto presto, sbattendomi il cuscino in faccia e mi accoccolai sul cuscino per cercare di non pensare al forte sentimento mai provato prima.
Ogni pensiero mi frullava in testa come se la mia mente fosse in piena turbolenza; le mie preoccupazioni, i miei sentimenti e i miei dubbi crescevano copiosamente, rendendo il tutto più difficile da sopportare. Ma tra tutti quei pensieri riuscii comunque ad addormentarmi.
Il giorno seguente...
Mi svegliai di mattina presto, quando i primi raggi del sole entrarono nella mia stanza, ancora mezza assonata mi alzai, dirigendomi verso il salotto, per guardare la TV. Dopo qualche ora di continui giri e rigiri su canali poco interessanti, andai in cucina per mangiare e dopo aver consumato il pasto preparato da mia madre, iniziai a preoccuparmi su come vestirmi e così cercai un opinione altrui:
《Mamma, cosa potrei indossare per l'uscita con Daniele?》 Chiesi imbarazzata, giocando freneticamente con le mie dita, ma pur sempre tenendo lo sguardo abbassato.
《Non saprei, guarda nel tuo armadio》 Affermò lei, indicando con il gesto della mano l'edile alle mie spalle.
Mi misi a cercare accuratamente, selezionando ogni capo tra i mucchi di vestiti, ma per quanto cercassi non trovai niente di adatto all'appuntamento, lentamente andai nel panico, non trovavo il vestito perfetto da indossare, poi con la coda dell'occhio notai un particolare abito di un bel colore blu notte, il busto, stretto e sopra alla vita, era forma di cuore, legato da una fascia di seta, anch'essa colorata di blu, il tutto fa scendere delicatamente il tessuto, sottile e ordinato, lungo fino alle ginocchia che fa sentire, per chi lo mette, a proprio agio; insomma era l'abito che volevo: semplice, ma raffinato, delicato, ma comodo e perfetto per l'appuntamento in questione. Me lo provai subito, vedendo che mi stava discretamente bene, 'È bellissimo, ma da dove diavolo spunta questo vestito?' Pensai, aggrottando un sopracciglio 'Non mi sembra di averlo mai comprato' Conclusi, mettendomi alla ricerca di una possibile risposta; girai lentamente lo sguardo e notai, con grande stupore degli occhi puntati su di me, infatti mia madre era appoggiata sullo stipite della porta, fissandomi stranamente dall'alto in basso, scrutando ogni piccolo dettaglio sul vestito e su chi lo indossava. Si accorse dopo qualche secondo che anche io la stavo guardando, stupita e divertita.
Mi sorrise radiosa e mi chiese 《Ti piace il vestito?》
《Si》Risposi con certezza, girandomi su me stessa, ancora una volta, per ammirare l'abito 《Ma mamma, sei stata te a...》 Venni improvvisamente interrotta da un semplice 《Si te l'ho comprato io, ti sta benissimo.》. Disse, abbracciando calorosamente la sua unica figlia à cui tanto voleva bene.
Le ore passavano in fretta e dopo aver mangiato un decente pasto per cena, mi truccai superficialmente e attesi il momento tanto desiderato; alle 8.30 suonarono al campanello e io andai ad aprire, scorsi Daniele che indossava dei bellissimi jeans sbiaditi e una camicia bianco latte, il tutto lo faceva sembrare più maturo e autonomo. Fece un cenno con la mano destra verso l'auto di suo padre, dove mi diressi ed entrai con cautela, chiudendomi la portiera alle spalle. Il viaggio durò veramente poco, restando nel completo silenzio e imbarazzo, non riuscivo a guardarlo in faccia.
Appena uscimmo dalla macchina del padre di Daniele, un'ondata di musica e allegria prevalse su di me, il luogo circostante era addobbato da piccole lanterne, di ogni forma e luminosità che davano vita a quel piccolo spiazzo di pianura, normalmente isolato, solitario, ma ora solare e allegro.
Avevo dimenticato la magia di quelle serate, quando il cielo mostrava il suo massimo splendore e la musica, la luce dai suoi sgargianti colori, rendevano il cielo ancor più stellato e meraviglioso di prima, pieno di sorprese e bellezze, facendo brillare gli occhi di tutto il pubblico dopo essere usciti dal tendone del circo. Mi piaceva vedere i sorrisi e lo stupore di tutti, soprattutto durante un' acrobazia spericolata, quando le persone sono lì, ad osservare attentamente e a preoccuparsi del acrobata che, in atto, fa perdere qualche respiro al pubblico e dopo farlo sentire sollevato e felice.
Era questa la bellezza di un posto così pieno di magia che rendeva felice anche l'uomo più sfortunato al mondo, ma perché io abbandonai un luogo simile con il tempo? Tuttora me lo chiedo e ogni volta non so dare una risposta concreta; adoro il circo, anzi, lo amo, la sua musica, i suoi colori e la sua stessa magia mi attrae sempre, è così colorata e piena di vita.
Ero così ammaliata e contenta che non mi resi conto di aver ignorato totalmente Daniele, il quale mi guardava sorpreso e sollevato, mentre aspettava che io ritornassi dal mondo in cui mi ero persa. Entrammo nel tendone davanti a noi e, seduti nei propri posti, iniziò lo spettacolo: i trappezzisti, le contorsioniste, i domatori di leoni e i clown, anche se mi facevano un po' paura, erano veramente bravi, i loro salti, le loro battute e il loro coraggio, in quella serata, furono le più belle acrobazie che avessi mai visto, mano nella mano, con lui, il ragazzo che mi aveva fatto ricredere sulla magia del circo.
Purtroppo la loro esibizione durò veramente poco, almeno per me, in quanto speravo davvero tanto che la serata non finisse mai, ma sapevo che poteva succedere. Appena varcai l'uscita, Daniele mi tirò verso il retro del circo, non accessibile per il pubblico, ma noi due, con una scaltra rapidità, riuscimmo ad entrare velocemente, senza che nessuno ci vedesse: 《Che cosa stai facendo?》 Gli chiesi, mettendomi una mano sulla fronte .
《Siamo dentro al circo, ora, no?》 Lo vidi sghignazzare malignamente
《Ma sei proprio uno stupido, eh?》 Mi guardai attorno, notando le immense gabbie circostanti, però quando fermai lo sguardo su di lui, questo mi stava guardando negli occhi, e lentamente si avvicinò al mio viso, ma io, presa dal panico, lo fermai, spingendolo indietro, non riuscivo a capire il perché lo avessi fatto, ma non riuscì nemmeno a guardarlo in faccia, mi vergognavo di me stessa. Lui si limitò a girarsi e a riprendermi la mano, come prima, ma molto più distaccato e lungo il tragitto, corto e silenzioso, non ci degnavamo nemmeno di uno sguardo, passammo da un buco della recinzione, lontano dalla musica e il rumore del circo ci sedemmo per terra ,sotto il cielo stellato che era sopra di noi, la brezza accarezzava i miei capelli e il leggero frusciare degli alberi faceva da sottofondo a questa magnifica serata e decisi di interrompere il silenzio, dicendo: 《Scusami per prima...》 incominciai a scusarmi《Non era mia intenzione interromperti》 finii, sentendomi a disagio.
《Non ti preoccupare, è soltanto la prima volta che vengo rifiutato da una ragazza》Rispose, mostrandomi un sorriso di consolazione.
《Sai...sono sempre stato innamorato di te, ma non ho mai avuto occasione o il coraggio di chiederti di uscire.》Disse tutto d'un fiato, liberando ciò che aveva dentro al suo cuore 《Così, ho chiesto alla tua migliore amica, Chiara, quali erano i tuoi interessi e lei mi ha detto che ti piaceva il circo fin da piccola e alla fine ho preso dei biglietti》 Le sue parole, sincere e lievi, si ripetevano dentro alla mia testa e non potei far altro che piangere di gioia per la sua gentilezza, mi girai verso il suo viso, a pochi centimetri da me e prendendoglielo con le due mani, lo baciai in bocca, sfogando tutta la mia gratitudine verso di lui.
《Ma mamma... lo hai baciato prima, tu??》 Mi chiede sorpresa e un pochino imbarazzata Francesca.
《Si, tesoro》Mi limito a risponderle,
《Ma questa non è una favola》Dice lei, pensando a come sia diverso il finale di questo racconto 《Infatti é la storia vera di me e papà, di come ci siamo conosciuti e come sia stato capace lui a farmi ritrovare l'amore verso il circo, questa è la mia storia, bambina mia.》.
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