Capitolo 4.
E ci rimasi secca.
Chi l'avrebbe mai pensato che avessi potuto farle tanto del male? Si era ridotta così , per me..lei...Roberta!
Stava male , si sentiva in colpa, perchè era persa.
Era successo tutto a causa mia , a causa di quella litigata? Io ero andata avanti , ma lei , lei cosa aveva fatto in tutto questo tempo?Si piangeva addosso?
Pensava che non l'avrebbe mai dovuto fare .
Si era spenta.
Chiusa , chiusa in se stessa ad analizzare con dolore ogni attimo di quella discussione e pensava e ripensava che aveva sbagliato .
Era diventata ossessionata,ossessionata dalle sue azioni , non sapeva comportarsi.
Era vuota.
Cercò un mio abbraccio ma non volli , ero giusto un tantino scioccata , in primo luogo credevo che stesse solo facendo un po' la "vittima" della situazione , ma quando parlava...notai sincerità in ogni addolorata parola , come se le costasse un grande sforzo , raccontare, ma soprattutto ricordare .
Mi guardó e mi venne voglia di staccargli la testa dal collo. Iniziai a camminare avanti e indietro freneticamente.
< O Santo Cielo ti rendi conto?Come ti sei ridotta?! Sei una stupida idiota,si va avanti,mi capisci quando parlo ??AVANTI>
<Non potevo dimenticare > mi disse con una nota di dolore .
<Potevi!!Potevi invece!!Io l'ho fatto !!Dio mio guardati!>
abbassò lo sguardo un po' pentita.
<Sei una stupida idiota!!Lo capisci!?Ti sei ridotta così per me!?Cioè per una stronzata che hai fatto in un momento di rabbia?!Per uno schiaffo?!>
<Non è una stronzata .. ho sbagliato>mi disse con voce flebile.
<Gli sbagli servono a crescere , non puoi stare lì..... a ... piangerti addosso> la indicai.
Lei mi guardó timorosa,come se avessi un coltello in mano e la stessi minacciando di morte.
<Ti perdono okay?>
Lei mi guardò grata.
<Così la smetterai di....fare quelle cose lì che non servono a niente > continuai riferendomi a i graffi che si era fatta .
AUTOLESIONISMO.
Non ho mai preso tanto sul serio quella parola come in quel momento ,mi era sempre sembrato solo un modo per attirare l'attenzione .
Ma vederlo lì, sulla sua pelle , ferite profonde scavate da chissà quale oggetto tagliente per sfogare i sensi di colpa in una violenza, in una violenza che riguardava se stessa : "sbaglio io pago io" era quello che mi aveva detto , quello non era rispetto, lei non si rispettava più come persona e sapevo che non si sarebbe fermata a questo.
Era una reazione eccessiva ma potevo capirla , si perchè la conoscevo .
Si era sempre rimproverata di ogni sbaglio , fin da piccola , quando ,ad esempio, nella verifica di matematica faceva un solo errore e correva a casa a piangere.
Questo accadeva perchè voleva raggiungere la perfezione e se non ci riusciva si sentiva non realizzata , mediocre.
Nessuno sapeva quanto lei odiasse quella parola,quanto odiasse essere considerata così.
Allungai le braccia e la strinsi a me con tanta forza come se quell'abbraccio potesse perdonarla ancora di più.
Ma sapevo che il mio perdono non la aiutava a stare meglio , lei stessa non si perdonava , forse non l'avrebbe mai più fatto.
Davide ci raggiunse.
<che ho interrotto?>chiese
<Solo un momento commuovente di riconciliazione> dissi mentre vidi Roberta sorridere.
Quelle guance scavate quasi mi facevano rabbrividire.
Davide sorrise e notai perplessità nel suo sguardo.
Quando Roberta si allontanò venne lui ad abbracciarmi.
<Non è successo niente davvero>dissi
<Dipende che significato attribuisci alla parola "niente"> disse spostando la testa nell'incavo del mio collo.
<e poi come facevi a sapere che mi stavo chiedendo cosa...>
<Non lo so> mentii.
Sapevo esattamente il perchè.
Analizzavo ogni particolare del suo viso, immaginavo i pensieri confrontandoli con il suo carattere...mi era semplice capire cosa pensassero le persone .
<Si che lo sai> ribattè lui stringendomi a se con più forza .
<Ti conosco>dissi
<Mhm.. farò finta di crederci>mormorò per poi baciarmi.
Lo spostai un po' da me .
<Voglio parlarti,ti devo dire 102346182019 cose > affermai
<Io preferirei fare altro> mi disse guardandomi in un modo strano .
Gli rifilai un'occhiata indignata .
<Scusa.> disse alzando le mani al cielo .
Gli raccontai della scuola,dei compagni e di tutto il resto .
< Sabato vuoi venire con me alla Feltrinelli ?>mi chiese
<Oddio si..sisisisisi!>esclamai
<Ma lo fai per me oppure...>continuai
<No,assolutamente no... mi piace leggere... di solito leggo quando sono deluso ..sembra strano ma quando mi sento male a causa delle persone ... è come cambiare vita, ti metti nei panni di un personaggio che non sei tu, vivi ció che vive il protagonista ma in qualche modo ti senti impotente e potente al tempo stesso, le cose accadono ma non ti segnano.. è un altro mondo> disse con tanta semplicità snza accorgersi di quanto fossero belle quelle parole.
<Io ti amo , lo sai?>dissi.
Lui annuii e io lo baciai .
Era così bello sentirsi amata.
Amata da lui.
Ero in qualche modo in una bolla ... in un mondo ovattato .. in cui se mi offendevano per l'aspetto o per il mio modo di essere sapevo che almeno a qualcuno piacevo per come ero e me ne fregavo di quel che pensavano gli altri.
Mi faceva stare cosí bene.
Tornammo vicino agli altri e iniziammo a chiacchierare un po' a ridere.. a giocare.
< Ti posso accompagnare a casa..?> mi chiese Davide.
<Si insomma... è buio ...>continuò
Io annuii.
<Ale vieni anche tu con noi?>chiesi.
Vidi Sara diventare pallida.
<Fede viene a prendermi... mi ha appena mandato un messaggio..>disse lei
ODDIO.
Avevo combinato un guaio.
<Chi è Fede?>chiesero in coro Ale e Davide.
<Un mio amico> dissi.
Sara fece un sorrisetto strano.
Aveva la faccia tutta bianca, le labbra secche e spente, i capelli arruffati , tremava.
Ale seguì con i suoi occhi la traiettoria del mio sguardo fino ad incrociare quello di Sara.
Le si avvicinò, si sfilò la giacca e la appoggiò delicatamente su di lei.
Si muoveva tanto piano come se con qualche movimento brusco avesse potuto romperla.
La strinse a se molto preoccupato.
Davide afferrò il mio braccio,forse involontariamemte.
<Non fa niente, dovrò conoscere i tuoi amici prima o poi > disse Alessandro guardando Sara.
Lei annuì e iniziai a tremare anche io .
Mi sentivo in colpa.
Sara non voleva sapere chi preferiva tra i due e io le avevo dato l'occasione giusta per scoprirlo.
Ma in fondo io che ne sapevo che Fede sarebbe venuto con noi?
< Come faremo con le bici?> chiesi
<Già>esclamò Sara con un fil di voce.
<Facciamo così, Io e te ritorniamo a casa insieme in bici e Fede accompagna Sara a piedi.>replicò Davide rendendomi la persona più felice al mondo.
Aveva capito.
Aveva intuito che c'era qualcosa che non andava e mi aveva aiutato.
<E io?>chiese Ale.
<Non ti preoccupare Ale... me la caverò..Fede è un bravo ragazzo>ammise Sara.
Lui sbuffò rumorosamente.
<Ti prego.>lo supplicò Sara.
< Uff...va bene> disse infine.
Ma si vedeva lontano un miglio che l'idea non lo allettava.
Marco e Michela smisero per un attimo di baciarsi e Michela sussurrò qualcosa in un orecchio di Roberta.
Lei annuì.
Cosa si erano dette?
Forse Michela le stava chiedendo se mi aveva già parlato delle ferite,di lei e di quello che era successo.
O forse no .. forse non si dicevano nulla di importante.
Quando rimanemmo in 4: Io , Davide , Alessandro e Sara era già tramontato il sole ed era quasi ora di cena , poco dopo vedemmo la figura di Fede avvicinarsi sempre di più.
Quando fu di fronte a noi Ale e Davide iniziarono a salutarsi.
Lo conoscevano?
<Federico Rossi.. che ci fai tu qui?> chiese Davide
<Sono venuto a fare compagnia a queste due belle ragazze> disse.
Sara arrossì leggermente.
<Conosci Sara e Benny?>chiese Ale.
Fede fece cenno di si con la testa.
<Ale si è fatto tardi noi andiamo>tagliai corto io.
Poi lo abbracciai e mi allontanai sotto braccio di Davide.
<Dove sono le bici?>chiese lui mentre gli indicavo la rastrelliera.
Lui ne afferrò una,fece pressione sul pedale e iniziò ad avanzare lentamente .
Io iniziai a camminargli accanto con l'altra .
<Come conosci Fede?>domandai.
<era nella mia squadra>mi rispose.
<Come mai non gioca più?>
<A causa di un infortunio... > disse nostalgico
Sospirò.
<Come farai a tornare a casa ?>
<Mi farò venire a prendere da mamma>disse.
I minuti trascorsero lenti .
Il silenzio della sera si faceva sentire.
Eravamo taciturni, non perchè non avevamo nulla da dirci,ma perchè non volevamo interrompere il canto della notte .
Quando fummo arrivati posammo le bici in cortile .
<Notte Dadda> mi disse.
<Ciao Dedè> gli risposi.
Mi accompagnò di fronte la porta .
Poi mi afferrò per i fianchi , avvicinandomi a lui, tenne la mia testa tra le sue mani ,inclinò il volto e si avvicinò sempre di più a me .
Quando le nostre labbra entrarono a contatto iniziai a sentire le guance incendiarsi.
Quando ci baciammo alla francese,sentimmo il rumore della porta e ... Osservai pentita l'espressione stupefatta di mio padre che era sull'uscio.
<O mio Dio...scusa...scusa tanto...mi ...mi scusi..> disse lui riferendosi a mio padre .
Io rimasi a bocca aperta a guardare la scena.
< Ecco fai meglio ad andare> Disse poi papà assumendo un'espressione dura .
<Buonanotte..>mi disse Davide
<Buonanotte> dissi io e lo abbracciai brevemente.
<Tua madre?>chiesi.
<Ora la chiamo> mi rispose lui allontanandosi.
Mia madre spostò papà dalla porta e si piazzò davanti a me.
<O ma insomma Giovanni!!> disse riferendosi a papà
<Mhm...Davide giusto?Perchè non ti accomodi dentro mentre aspetti che tua mamma arriva?> chiese lei.
Lui guardò prima la mamma,poi mio padre e poi me che continuavo ad annuire come un'idiota.
<Okay..ne ...sarei felice>disse per poi entrare.
Mamma gli fece posto nel salone , sul divano , papà si sedette accanto a lui costringendomi a spostarmi vicino a mamma.
<Hai fame?>chiese lei
<No ..grazie> le rispose cortese Davide.
Quando la mamma si allontanò per prendere non so cosa, papà iniziò a fargli il 4 grado.
<E così tu saresti...> disse lui
<Papà!Lascialo stare!>esclamai io sulla difensiva.
Davide rise.
<tranquilla , è tutto a posto> mi rassicurò Dedè.
Papà lo squadrò con lo sguardo.
La mamma ritornò con della legna per il camino.
Fece alzare papà dal divano e lo mise a dare fuoco ai pezzi di legno .
<Che scuola frequenti?>chiese lei
<Liceo scientifico>rispose lui.
Mamma mi guardò sorridente.. aveva capito che tipo di ragazzo era. Ne ero certa. Lo dicevano i suoi occhi che scinitillavano dalla gioia.
Dopo un po' anche papà sembrava essere fiero di me.
Gli era piaciuto.
Sentimmo il rumore di un clacson .
<è mamma>spiegò Davide
<Vieni caro, ti accompagno, è stato un piacere conoscerti>disse la mamma
<Anche per me... arrivederci signore> disse riferendosi a mio padre.
Poi guardò me sorridente.
Mamma ci lasciò un po' soli.
<Sono così> mi giustificai io.
Lui rise.
<Sono simpatici>ammise.
Poi si avvicinò a me inclinò il capo e iniziò a baciarmi lentamente ,amavo il suo essere delicato,i suoi baci mi facevano sentire così viva.
Il clacson suonò ancora.
<Devo proprio andare> mi disse
<Già> risposi divertita.
<Allora ciao> replicò
<ciao>aprì la porta e la richiuse quando fu uscito.
<Potete uscire ora!> urlai e quasi subito vidi entrare dalla porta della camera affianco tutta la famiglia che mi tartassò di domande.
Aprii la porta della mia camera e lasciai il corpo cadere sul letto a peso morto.
Papà entrò nella stanza.
<Hey..>disse
<Hey>
<Non sei più una bambina ormai...>
Sorrisi scoprendo il letto dalle coperte.
<Sei diventata grande..>
Non sapevo dove volesse arrivare.
<So che sarai perfetta anche come adulta> ammise poi mi lasciò sola .
Un po' perplessa mi lavai e mi infilai nel letto esausta.
Spensi il lumino da notte che avevo sul comodino e chiusi gli occhi.
Il telefono vibrò.
1 messaggio da Dedè
"Mi manchi Dadda"
Avrei tanto voluto rispondergli ma ero troppo stanca, attivai la modalità aereo e mi addormentai
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