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Capitolo 16.

Era trascorsa ormai una settimana.
Non ero triste.
Provavo un senso di vuoto , come se fossi morta dentro. Non riuscivo a piangere nè tantomeno a sorridere... ero impassibile. L'unica cosa che mi importava era che avevo ferito una delle poche persone che teneva davvero a me .
Quella mattina scesi dal letto di malavoglia , indossai dei vestiti a caso e infiliai delle scarpe comode . Non mi truccai nemmeno , coprii il viso con i capelli crespi e il cappuccio grigio della mia felpa . Afferrai un giubbino e un foulard che arrotolai goffamente attorno al collo. Mi caricai lo zaino sulle spalle e uscii di casa salutando tutti. Infilai le cuffie nelle orecchie e camminai piano , con le mani in tasca , sguardo rivolto verso il basso.
Arrivata davanti scuola posai il telefono e gli auricolari nella tasca della giacca e , sempre a testa bassa, entrai in classe. Sentii gli sguardi di tutti posarsi addosso e subito un brusio si diffuse . Voci, bisbigli ,sussurri... iniziavano ad irritarmi.
Mi sedetti in un angolo della classe dimenticandomi di tutto e tutti. Presi a scarabocchiare nervosamente sul diario parole incomprensibili mentre lo sguardo dei compagni bruciava come il fuoco.
La prof entró e urló qualcosa che non capii , subito tutti si ricomposero e iniziarono a scrivere veloci .

-Benedetta ? Tu non scrivi?- mi incitó la strega con uno sguardo omicida. Mi limitai a fissarla , la squadrai dalla testa ai piedi con aria di superiorità. -Mi hai sentito? Ti ho chiesto se hai intenzione di scrivere-

-No , prof... non mi sento tanto bene. Non è che potrei uscire a prendere un po' d'aria?-chiesi fingendomi gentile.

-È la prima ora , Santo cielo ! Sono appena entrata e già vuoi andare fuori? - ribattè la vecchia isterica.

Annuii spavalda e lei alzó gli occhi al cielo farfugliando qualcosa sulla "maleducazione dei giovani".

-Vai pure..- replicó esasperata lei.

Mi alzai trionfante e raggiunsi la porta . Quando la richiusi alle mie spalle mi sentii finalmente libera .
Vagai per i corridoi e appena feci per ritornare indietro mi trovai di faccia Alessandro. Un attimo. Cosa???

-Alessandro??Che,che diamine...?-provai a dire.

-Prima che tu mi domandi qualsiasi cosa : allora , la nostra scuola ha presentato un progetto sul riciclaggio e tutte quelle altre cose educative che i prof ci costringono a fare... e beh dobbiamo portarlo in tutte le scuole della città. Perció dobbiamo stare qui una settimana per raccogliere quanti piú rifiuti riciclabili possibili ... c'è in palio un viaggio a non so dove , se ti interessa puoi chiedere informazioni slla segreteria- disse.

-quindi... immagino ci sia anche... Davide-
Pronunciare quel nome mi faceva sentire terribilmente in colpa.

-Ehm..si.. a proposito ho saputo che vi siete ... si insomma...-

-Lasciati, ci siamo lasciati-esclamai fredda cercando di mantenere la calma .

-Si.. beh .. mi dispiace- spiegó e io ignorai le sue scuse . Lo salutai e mi affrettai a tornare in classe... era passato davvero tanto tempo da quando ero uscita.

**

Erano circa l'una e un quarto . Sara si era appena fermata a salutare Ale,il suo ragazzo, che era seduto su un gradino a distribuire volantini ; cercava di coinvolgere quante piú persone possibili al progetto che mi aveva spiegato poco prima. La maggior parte delle ragazze sembrava interessata all'idea.. ma io credo che fossero interessate agli amici di Ale. Erano infatti ,tutti molto carini e come al solito , le gatte morte flirtavano palesemente con loro. I "nuovi arrivati" avevano suscitato grande curiosità da parte delle ragazze e invidia da parte dei ragazzi , che si sentivano minacciati .

-Hai davvero bisogno di tutti questi ragazzi per questa "campagna" sul riciclaggio?- chiese irritata la mia amica.

-Certo.. piú ne siamo , meglio è- rispose lui sorridente.

-Sarà... ma quelle troie laggiú ci stanno provando spudoratamente con Matteo- disse Sara indicando un ragazzo moro evidentemente a disagio.

Sorrisi a quell'affermazione e il sorriso sfumó in un lampo lasciandomi con un'espressione cupa.
Davanti ai miei occhi...Davide...in carne ed ossa...
Okay.
Inspirare.
Espirare.
Sapevo che fosse a scuola , ma vederlo davanti a me... come se niente fosse...dopo una settimana... mi faceva un certo effetto. Trattenni il respiro involontariamente .
Stava bene , forse aveva perso qualche chilo, ma stava bene . Sorrideva spontaneamente mentre distribuiva fogli di carta a tutti coloro gli si presentassero davanti.
Mi sforzai di spostare lo sguardo su qualcun altro ; ma non ci riuscii. Era cosí bello ...
Aveva i capelli spettinati come sempre, gli occhi allegri e profondi... quel sorriso perfetto ...

Si giró a guardarmi.
Mi girai dal lato opposto.

Nel momento in cui i nostri sguardi si erano incrociati avevo provato una fitta morsa allo stomaco .

Mi girai di nuovo a guardarlo : questa volta non era solo. Stava parlando con una bionda che assomigliava tanto a barbie.

Mi sforzai di respirare ... in fondo non stavamo piú insieme, poteva parlare con chiunque .

Lui sorrideva.
Lei pure.
Ora la guardava come se volesse baciarla.
Lei lo abbracciò e gli diede uno schiaffetto scherzoso sulla spalla.
Lui sorrise.
Lei si giró e se ne andó.

Sperai con tutta me stessa che lui non lo facesse... ma invece...

SI MORSE IL LABBRO INFERIORE.

A quel punto il cuore si laceró in due. Mi sentii morire dentro. Vedere lui flirtare con un'altra faceva malissimo. In fondo avrei dovuto aspettarmelo... mi aveva avvisato...

-Andiamo a casa- sussurrai con voce rotta a Sara .
Lei mi guardó e capí subito a cosa mi riferissi.

Per tutto il tragitto di ritorno non parlai. Continuavo a pensare. Forse stavo esagerando..forse mi sbagliavo ; non era di certo un reato mordersi un labbro . Camminai velocemente mentre Sara faticava a starmi dietro.

-Benny ...Aspetta..per favore- disse lei con il fiatone.

-Scusa...è solo che...-

-Hai visto Davide , lo so , me ne sono accorta-

-Stava flirtando con una tipa... cioè ci lasciamo da una settimana e lui già ci prova con le altre ragazze?-

-Non dire cosí , conoscendolo voleva solo essere gentile-

-Ci sono modi e modi di essere gentile!-urlai e una vecchietta si giró a guardarci.

Sara mi zittí e mi rimproveró. -Sei impazzita? Vuoi che ci sentano tutti??-

-non mi importa- singhiozzai scoppiando in un pianto isterico.
La mia amica mi abbracció e mi stampó un bacio sulla guancia.

-Benny...ormai è finita...so che è difficile...ma non puoi piangere per tutta la vita! Devi uscire , vedere gente ... -

-Non voglio vedere nessuno-

-Ma..potresti farti degli amici..potresti uscire e divertirti..potresti distrarti -

-Hai ragione- risposi tirando su con il naso . -Ma il punto è che appena lo vedo ..io ... tutto il mio buon senso svanisce e divento un ebete -

Lei rise piano e io le sorrisi.
-Faremo un passo alla volta ...ti aiuterò ad uscire da questa storia okay? Come lui è andato avanti devi farlo anche tu-
Sorrisi e la guardai riconoscente.

-Grazie- sussurrai prima di abbracciarla.
-E di cosa?- chiese lei
-Di esserci sempre...nonostante tutto-

Mi strinse a se e per un attimo il mio cuore spezzato ritornó a battere.

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