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15

Si trovava in mezzo a Jungkook e Taehyung, dietro aveva Yoongi, Jimin e Hoseok mentre davanti c'erano Jin alla guida e Namjoon al suo fianco.
Il silenzio regnava nella vettura e l'unico rumore udibile, oltre a quello del motore e ai suoni al di fuori della macchina, era il picchiettio che produceva il dito di Jungkook contro la portiera.
Il corvino guardava fuori dal finestrino frustrato.
Era arrabbiato, sapeva che c'era qualcosa che non andava.
Ormai lo sapeva da tempo ma ogni volta che faceva un passo avanti lei ne faceva uno indietro, immaginava che per lei fosse difficile ma non riusciva ad accettarlo.
Egoismo, testardaggine, ... aveva smesso di trovare una parola che racchiudesse quei suoi pensieri.
Sapeva solo che a Serena ci teneva e non le avrebbe permesso di arrivare ad un punto di non ritorno, ma per fare ciò lei si doveva fidare di lui cosa che fino a quel momento non aveva fatto.
Casa sua le faceva paura lui lo sapeva, da come evitava l'argomento, da come si rattristava all'argomento famiglia.
Tremava, lo vedeva.

Mentre dava indicazioni a Jin sentì il suo corpo venire scosso dalla paura, cosa le aspettava la spaventava a morte.
Sentiva lo sguardo del corvino al suo fianco bruciarle sulla pelle, sapeva che era preoccupato ma non poteva dirgli nulla se no ci sarebbe andato di mezzo e questa era l'ultima cosa che Serena voleva.
Voleva raccontargli tutto, togliersi finalmente quel peso enorme ed essere aiutata.
Lui avrebbe fatto di tutto, ne era sicura, come era sicura del fatto che non meritava tutto quel bene da quell'innocente ragazzo.
Ormai aveva capito che tipo era e sapeva che le persone come Jungkook erano quelle che soffrivano di più per una delusione, lei sarebbe stata la sua, sarebbe stata il suo macigno.
Era ingenuo, pronto a tutto per aiutarla senza pensare a cosa realmente stava andando in contro.
No, non glielo avrebbe permesso.
<siamo arrivati> affermò Jin parcheggiando dalla parte opposta della casa un po' malandata.
Era piccola e su un piano solo, l'intonaco bianco ormai aveva preso un colore grigiastro e si staccava dai muri.
Il giardino attorno ad essa non era affatto curato, si poteva intravedere qualche bottiglia rotta.
E pensare che qualche anno prima chiunque l'avrebbe considerata una bella villetta, mentre ora sembrava una casa abbandonata.
Una sensazione di vergogna pervase la ragazza mentre Jungkook osservando quella casa provò un immensa tristezza e rabbia, se avesse potuto non l'avrebbe fatta scendere, piuttosto l'avrebbe portata a casa con se.
Notò che non era l'unico a pensarla così infatti vide che l'allegria che aveva circondato i tre passeggeri che si trovavano dietro, insieme a Taehyung, si fosse spenta.
Serena sprofondò nel sedile, non voleva scendere da quella vettura.
Aveva paura di affrontare la realtà, codarda l'avrebbe definita l'uomo che l'aspettava in casa ma la verità era che da quando aveva conosciuto Jungkook e i Bangtan aveva iniziato a pensare che forse sarebbe andato tutto diversamente.

"Bel sogno, svegliati Serena"

Si disse la ragazza mettendosi subito ritta e appena Jungkook scese dalla macchina lo seguì con movimenti più lenti ma sicuri.
Appena fu fuori l'aria pungente la colpì e le fece rimpiangere il calduccio che si era formata nella macchina, che si era formato nel suo cuore ormai tremante e pauroso.
Si mise lo zaino in spalla rivolgendo successivamente l'attenzione sul ragazzo davanti a sé che la guardava tristemente.
Lo osservò intensamente e la stessa cosa fece il corvino che si sentiva impotente davanti alla realtà.
<puoi sempre venire da noi lo sai che non sarebbe un problema> provò a convincerla ma lei scosse dolcemente il capo.
<lo so, ma sarebbe come scappare dai problemi>
<fatti aiutare> sussurrò Jungkook abbassando lo sguardo mentre la ragazza sentì una morsa allo stomaco, le faceva male vederlo così.
<lo sai, non puoi fare niente e lo devi accettare> pensò di essere stata troppo dura ma forse era la soluzione si disse tra se.
Sconfortato e a pezzi Jungkook appoggiò una mano sul capo della bruna incominciando ad accarezzarlo amorevolmente. Gli occhi della più piccola iniziarono a pizzicare.
Serena voleva piangere, urlare che non voleva andare a casa sua, che voleva stare con lui e con i suoi amici, che avrebbe desiderato una vita normale, voleva poter sorridere senza preoccupazioni.
Tutto così irraggiungibile.
La castana prese tra le sue piccole mani quella del maggiore che poco prima si trovava sulla sua testa e la portò davanti al suo petto stringendola, nonostante lo trovasse difficile alzò gli angoli della bocca formando un luminoso sorriso che sorprese il corvino.
<Jungkook sorridi, amo il tuo sorriso> disse lei facendo diventare lucidi gli occhi del più grande, che malgrado tutto le regalò uno dei suoi soliti sorrisi da coniglietto.
<aspetto con ansia il tuo caffè allora> bisbigliò lui mentre lei lasciò la sua mano che ricadde lungo il suo fianco.
<a domani jungkookie> disse lei sorridendogli un ultima volta dopodiché salutò i ragazzi in macchina, attraversò la strada, percorse il vialetto di casa e entrò nella struttura senza voltarsi mentre il corvino la guardava affranto rientrando successivamente in macchina.

<la lasci andare via così?! Hai visto che non voleva tornare a casa> disse Taehyung dispiaciuto per ciò che era successo ma il corvino non lo ascoltò il suo pensiero era altrove.
<Tae pensi che Jungkook non ci abbia provato?> domandò frustrato Jin, anche lui era preoccupato per lei.
<ma...> provò a ribattere il ragazzo dai capelli arancioni ma ad intervenire questa volta fu Jimin che, vedendo il maknae distrutto, intimò al compagno di tacere.
Jungkook non lo accettava, era debole e le lacrime che gli solcavano le guance lo confermavano.
Si lasciò andare in un silenzioso pianto, mentre la macchina ripartì velocemente lasciando la via deserta.

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