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14

<signorina Bianchi venga alla lavagna> annunciò il professore di scienze, mettendosi in ordine un ciuffo ribelle che gli ricadeva continuamente davanti agli occhi.
Serena si pietrificò sul posto mentre Jungkook spalancò gli occhi vedendo l'orologio.
<ma stiamo scherzando?! Mancano solo cinque minuti> bisbigliò la castana al ragazzo al suo fianco, mentre nella stanza calò il silenzio.
<non faccia la timida, avanti> disse l'uomo fissandola con un sorrisetto che la ragazza interpretò come strafottente, pensava di coglierla impreparata ma, sfortunatamente per lui, per quel giorno aveva studiato, nonostante la materia non le piacesse affatto.
Lentamente si alzò e si diresse verso la cattedra dopodiché si posizionò davanti al professore dando il fianco destro alla lavagna mentre il sinistro al resto della classe.
Il professore iniziò l'interrogazione ma alla fine della seconda domanda la campanella suonò e l'uomo diede il permesso di uscire a tutti tranne a Serena, la quale iniziava ad innervosirsi e a preoccuparsi.
Una volta le era capitato di tornare a casa tardi e la conseguenza era stata un occhio nero.
L'ultimo ad uscire fu Jungkook, il quale, prima di andarsene, si scambiò un'occhiata con Serena che gli accennò solamente un leggero e impercettibile sorriso, come a volerlo rassicurare.

L'interrogazione andò per il meglio e la ragazza riuscì a prendere un sette, ma ciò che non la fece rallegrare perché, oltre al fatto di aver perso un quarto d'ora, il professore la congedò con una gelida e meschina frase.
<solo perché il professore di matematica ti adora non vuol dire che anch'io ti renderò la vita facile, straniera, questo non è il tuo posto cerca di capirlo in fretta>
Per Serena si era comportato da perfetto razzista, ma cercò comunque di non dargli troppo peso.
Percorse i corridoi ormai vuoti e, a passo spedito, scese le scale, appena fu fuori dalla struttura un forte vento freddo la colpì facendola rabbrividire e stringere nel suo giacchino.
Si fermò un istante alzando il viso verso il cielo coperto da nuvole grigie, ripensando inevitabilmente alle parole del professore, capendo, solo in quel momento, quanto fossero vere.
Si sentiva fuori posto e non voluta e, purtroppo per lei, tornare in Italia non sarebbe stata comunque la soluzione giusta,  nulla sarebbe stato più come prima. Era tutto sbagliato e frustrante.
Sospirò sentendo quella sensazione familiare di pizzicore agli occhi che rese la vista della ragazza appannata.

"Non è giusto"

Pensò tra sé stringendo i pugni e cercando di fermare le lacrime.
Quando riprese il controllo delle sue emozioni ricominciò a camminare imboccando, poco dopo, la via dove, di solito, gli amici più grandi di Jungkook lo aspettavano con la macchina.
Intravide una figura somigliante al corvino ma pensò che fosse strano e che a quell'ora, sicuramente, fosse già al dormitorio che condivideva con gli altri.
Però fu costretta a ricredersi quando vide quella figura venirgli incontro e il sorriso da coniglietto comparirgli sul volto.
L'aveva aspettata per un quarto d'ora fuori al freddo.
Il cuore di Serena iniziò a palpitare con frenesia nel suo petto.
<sei ancora qui?> chiese lei stupita.
<si, volevo assicurarmi che quell'uomo non ti avesse mangiato> scherzò il corvino arrossendo leggermente, mentre da un monovolume nero di fianco a loro uscirono fuori tre figure che, dopo poco, Serena riconobbe come Taehyung, Jin e Hoseok che la salutarono allegramente.
<ciao ragazzi> ricambiò lei, nelle settimane precedenti aveva avuto modo di fare la conoscenza di tutti loro e li aveva subito presi tutti in simpatia.
<mi dispiace di avervi fatto perdere tempo> si scusò lei.
<ma di che, ci fa piacere aspettare un'amica> la rincuorò subito Jin, facendola stupire per le parole appena pronunciate.
<com'è andata?> chiese Jungkook con un po' di timore.
<bene, non ti preoccupare> gli rispose la castana anche se non era vero.
Jungkook notò che c'era qualcosa che non andava, ma sapeva per certo che, in ogni caso, non glielo avrebbe mai detto, di sicuro non davanti agli altri.
<io devo andare, sono già in ritardo> cercò di dileguarsi, non era dell'umore per restare a parlare con loro, non quel giorno. A fermarla però fu Taehyung, che le appoggiò una mano sulla spalla.
<fa freddo e si sta facendo buio. Volevamo offrirti un passaggio> le disse quest'ultimo con un adorabile sorriso rettangolare.
<grazie, ma credo proprio di dover rinunciare, vi ho già fatto perdere fin troppo tempo e non voglio approfittare della vostra gentilezza> mentì, le sarebbe piaciuto restare ancora in loro compagnia.
<ti abbiamo detto che non è un problema> ripeté Jin, sfregandosi le mani per il freddo.
<sul serio ragazzi, non fa niente, abito qui vicino non vi preoccupate> mentì una seconda volta, abitava abbastanza lontano, ma aveva paura della sua reazione se li avesse visti, se avesse visto che aveva passato del tempo con qualcuno oltre a lui.
<dai che sarà mai, almeno ti tireremo su di morale> le diede un buffetto Hoseok, mentre Jungkook iniziò a capire che ci fosse realmente qualcosa che non andava a casa della ragazza.
<qual'è il problema?> chiese il corvino con tono severo, facendo sorprendere i suoi amici e facendo tremare la ragazza.
<n-nessuno> rispose Serena con voce tremante, Jungkook aveva intuito qualcosa e lei lo aveva compreso e ciò non poteva fare altro che turbarla.
<non mi sembra> continuò lui, facendola deglutire rumorosamente, non aveva intenzione di cedere questa volta, avrebbe saputo la verità con le buone o con le cattive.
Un forte silenzio calò tra i ragazzi, la tensione era alta e tutti la percepirono, anche quelli in macchina.
Serena abbassò il capo sotto lo sguardo inquisitore del ragazzo che non accennava a mollarla.
A salvare la situazione fu Yoongi che, abbassando il finestrino, sporse la testa fuori dal veicolo e intimò tutti a salire sul veicolo.
<muovetevi a salire che sto diventando vecchio, questo vale anche per te, Serena> a quel punto la ragazza non poté fare altro se non cedere e salire in macchina.
Non incrociò più lo sguardo con il corvino, sapeva che sarebbe stato troppo difficile sostenerlo, come sapeva che quella sera l'uomo che l'aspettava a casa non le avrebbe dato scampo.

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