Epilogo 2pt
-il giorno dopo.
"Poteva essere chiunque!" Rimproverai il mio capo che per la prima volta sembrava dispiaciuto per una cosa che aveva fatto. Non seppi se esserne onorato o dubbioso.
"Mi spiace davvero tanto Harry, ma mi aveva detto di essere un tuo amico... e dato che vi avevo visti parlare ieri pomeriggio, credevo stesse dicendo la verità." Si scusò ancora e io mi lasciai andare ad un sospiro.
"Grazie Allen, non preoccuparti." Risposi infine e vedendolo davvero scosso, mi lasciai andare ad un sorriso. Ero davvero sorpreso dalla sua reazione, ma a questa sua gentilezza avrei potuto abituarmici.
La porta si aprì facendoci girare entrambi curiosi. Il locale era sempre vuoto a quell'ora e in quel giorno. Era sabato e la maggior parte dei clienti abituali si dilettava in diverse attività pubbliche randendo sempre il bar abbandonato e poco indaffarato.
Un paio di occhi marroni diventati oramai familiari mi scrutano mentre la figura di Sean si avvicinava. Strinsi il grembiule di stoffa tra le mani per mantenere il controllo.
"Buon--" cominciò con la sua voce profonda e pacata, ma venne interrotto dal vocione di Allen.
"Devo chiederti di uscire dal locale per favore. L'orario di apertura è tra circa un'ora." Disse ed uscì dal bancone come ad imporsi sul nuovo arrivato.
"Mi dispiace, ma devo parlare con Harry." Disse lui come se questa sua frase giustificasse tutto. Alzai gli occhi al cielo.
"Puoi tornare in un giorno chiamato mai--" fece per dire il capo e questa volta fui io a parlargli sopra. "No okay. Va bene." Dissi convinto uscendo anche io dal bancone e avviandomi fuori. "Torno prima dell'apertura." Lo rassicurai prima di andare fuori dal bar ed essere seguito dall'altro.
"Grazie per avermi dato un'altra possibilità... ieri mi sono fatto prendere dall'ansia." Disse Sean una volta che ci fummo seduti ad un tavolo della biblioteca nel locale dove spesso ero stato con Draco. Alzai nuovamente gli occhi al cielo.
"Dimmi solo quello che avresti dovuto dirmi ieri." Lo ripresi cercando di essere il meno acido possibile, anche se dalla smorfia ferita dell'altro mi resi conto di non aver fatto un grandissimo sforzo.
"È complicato." Mi rispose giocando con la tazza del caffè che aveva davanti. Io guardavo la mia come se fosse un acerrimo nemico.
"Puoi farmi un disegnino se ti riesce meglio." Borbottai sarcastico con una risatina spregevole. Lui alzò lo sguardo e incatenò i suoi occhi ai miei facendomi bloccare e facendo crollare tutte le mie difese.
"Smettila di comportarti da stronzo e viziato figlio di papà. Sei così diverso..." buttò lì mormorando l'ultima frase, facendomela capire a stento. Rimasi un po' offeso dal suo giudicare, ma la confusione che portava con sè quelle parole sussurrate faceva dimenticare la sensazione.
"Così diverso da cosa?" Chiesi incerto. Sean abbassò nuovamente lo sguardo.
"Da me." Rispose dopo qualche secondo e come la sera prima, capii stesse vivendo un enorme conflitto interiore.
"Cosa diamine significa?" Sussurrai non capendo a cosa si riferisse, anche se tutto in me lo stava urlando da quando QUEGLI occhi si erano fissati sui miei. Non volevo che quello che mi avevano urlato fosse vero.
"Non mi sono presentato a dovere ieri..." continuò mentre il susseguirsi di parole nella mia mente continuava ad essere sempre lo stesso. La mia voce che supplicava e supplicava che non continuasse. Ma dalla bocca non usciva neppure uno sbuffo. Ero immobile.
"Io sono Sean Evans. Sono il primo figlio di Lily." Il mondo riuscì ad ondeggiare così forte da farmi cadere dalla sedia. Sean si alzò per aiutarmi ma io strisciai indietro allontanandomi dalle sue braccia.
"No." Mormorai con gli occhi sbarrati e pieni di lacrime da offuscarmi la vista. "Harry." Cercò di farmi ragionare il moro. "No." Stavolta lo gridai e fui sorpreso a tal punto da rabbrividire per il mio stesso tono.
Cercai di respirare per qualche secondo per far smettere ai pensieri di rincorrersi l'un l'altro permettendomi di essere lucido.
I suoi occhi. Erano uguali a quelli di mia madre. Lo avevo notato da quando era entrato nel bar. Era talmente simile a me, ma quegli occhi. Scossi la testa accorgendomi solo allora che Sean mi teneva stretto al suo petto mentre singhiozzavo sulla sua spalla e le sue lacrime silenziose cadevano sulla mia camicia. Era così rassicurante. Era come essere di nuovo cullato dalla Sua pelle, dal Suo profumo. Strinsi quel ragazzo più forte a me e piansi fregandomene di sembrare una ragazzina. Fregandomene di tutto tranne che della sensazione di casa che mi comunicava il suo abbraccio.
"Ho sempre desiderato avere una famiglia normale... un fratello che mi volesse bene e non pensasse a me come ad un rivale per l'eredità o per il potere." Dissi quando la voce riuscì ad uscire dalle mie labbra salate. "Ora sono qui." Sussurrò Sean al mio orecchio. Sorrisi.
Non seppi quanto tempo rimanemmo lì, sul pavimento freddo di quella caffetteria, ma il telefono suonò rovinando quel momento che durava un'eternità e fui costretto a tornare alla mia realtà e soprattutto al mio lavoro.
"Non sparirai vero?" Chiesi al ragazzo che camminava al mio fianco prima di cominciare il mio turno al caffé. Lui mi sorrise rassicurante e solo guardandolo con quella luce mi accorsi di come fosse bello e di come fosse uguale a mia madre. Ogni sfumatura di lui me la ricordava.
"No. Non sparirò." Disse spettinandomi i capelli per andare via.
"All'ora di pranzo smonto. Vieni a casa mia?" Mi meravigliai della tranquillità con cui lo dissi. Sean sorrise ancora di più voltandosi per guardarmi. "Sarebbe un onore." E con un occhiolino girò l'angolo per sparire alla mia vista.
Allen fu piuttosto dispiaciuto per il proprio comportamento, ma grazie a tutta quella situazione, eravamo riusciti ad avvicinarci più di quanto avremmo mai sperato.
Passai ogni minuto vuoto a pensare a mio fratello. Era così bello e così strano. I miei fratelli non potevano neppure essere contati sulle dita per quanti ne erano. Ma lui era del tutto unico e speciale. Lui era MIO fratello e di nessun altro. Lui mi voleva bene, non cercava i miei soldi.
"A lunedì!" Sorrisi al capo mentre felice me ne andavo per la strada affollata verso casa. Il sole era alto e la gioia che mi portavo dietro mi rese il viaggio molto più piacevole. Trovai Sean seduto sugli scalini al ridosso dell'appartamento. Le buste della cucina d'asporto accanto a lui e un sorrisino sghembo sulle labbra. Mi ritrovai a sorridere di rimando. "Non avresti dovuto." Risi mentre afferravo le chiavi per inserirle nella serratura del portone in legno. "Non preoccuparti. Non è stato un disturbo. E poi sono appena arrivato." Mi informò calmo. Aprii la porta lasciandogliela aperta e alzai gli occhi al cielo scherzosamente. Della musica arrivava dalla camera da letto. Possibile mi fossi scordato la radio accesa?
Guardai Sean comunicandogli con lo sguardo che mi sarei allontanato un momento e poi mi addentrai per il corto corridoio. La porta della stanza si aprì prima che la toccassi. I miei occhi si allargarono e per poco non buttai quell'intruso sul pavimento.
"Draco!" Gridai saltandogli addosso e fiondandomi sulla sua bocca e baciandolo ridendo felice per qualche istante. Allacciai le gambe alla sua vita mentre lui mi sosteneva e nello stesso tempo stringeva sul suo petto. Mi accoccolai nell'incavo della sua spalla assaporando ogni sfumatura del suo odore. Aveva il potere di farmi dimenticare tutto. E in quel momento dimenticai la presenza di Sean. Allarmato mi ricomposi mollando il mio ragazzo e girandomi verso la cucina, per poco non svenni. Mio fratello ci guardava come se fossimo alieni appena scesi sulla terra e io fui sicuro di averlo perso prima ancora di essermi abituato alla sua figura.
"Emhhh...." cominciai non sapendo cosa fare. Fu Draco a precedermi. "Chi è questo?" Chiese tra l'acido e l'infastidito. Io non riuscii a parlare guardando gli occhi del moro spegnersi ad ogni respiro. Mi avvicinai a lui come ad un animale impaurito. "Sean." Dissi, lui sembrò svegliarsi e mi sorrise abbracciandomi. "È una scelta che rispetto. Non sparirò mai." Mi sussurrò come a voler rispondere a quella profonda parte di me che pensava che da un momento all'altro mi avrebbe abbandonato e avrei perso un'altra persona a cui tenevo. Draco tossì dietro di me e Sean si grattò la nuca imbarazzato facendo qualche passo indietro dal mio corpo.
"Mi dispiace. Io sono Sean. Il fratello di Harry." Si presentò. Fui felice di vedere il viso di Dray rillassarsi per poi sciogliersi in un sorriso mentre ci raggiungeva. "È un piacere, io sono il suo ragazzo." Rispose e io risi. Felice. Felice davvero.
"Davvero un grande ragazzo." Disse soddisfatto Draco quando Sean se ne andò ed ebbe l'opportunità di stringermi tra le sue braccia. Era così bello quando mi abbracciava da dietro. La mia schiena sul suo petto.
Sorrisi e appoggiai la testa sulla sua spalla guardando il suo viso rilassato.
"Com'è andata in Romania?" Chiesi di rimando. Lui mi abbassò lo sguardo baciandomi la tempia. "Benissimo. Ho diviso la stanza con un modello rumeno. Molto costruttivo.." mormorò come indeciso. Gli mollai un pugno sulla spalla. "Stai scherzando!" Lo rimproverai dividendomi da lui e incrociando le braccia al petto. Lui sorrise. "No. Non scherzo." Continuò con la sua faccia sghemba, ridendo sotto i baffi. Mi lanciai all'assalto e gli buttai le braccia al collo. "Sei un idiota." Gridai aggrappandomi a lui mentre mi faceva girare. "E tu sei bellissimo." Mi sorrise e credetti di sciogliermi sul pavimento. Invece il biondo precedette ogni mio più roseo pensiero, buttandomi sul divano e sdraiandosi su di me baciandomi ardentemente lr labbra. Inutile negare che le sue labbra mi fossero mancate come ad un pesce può mancare l'acqua. Le nostre bocche erano nate per appartenersi.
"Ti amo come nom ho amato mai." Sussurrò dividendosi da me per togliermi la maglietta che indossavo. Lo osservai in tutto il suo splendore quando a cavalcioni su di me, accaldato tolse anche la sua. La collanina che portava sempre al collo brillava nella sua scritta latina. Draco mi aveva accennato che ci fosse inciso il 'motto' della sua famiglia, ma non avevo mai accennato a volerne sapere la traduzione.
"Come mai amerò.." dissi io ridendo. Lui annuì.
Mi fece alzare e slacciò la cintura. Senza il suo sostegno i jeans caddero a terra senza opporre resistenza. Afferrai per i capelli il biondo tirandolo verso di me e baciando ogni parte del suo collo e marchiandolo godendo dei suoi gemiti nel tempo che le mie mani sbottonavano i bottoni e la zip dei suoi pantaloni e li abbassavano assieme ai boxer.
"Non sono mancato solo a te." Scherzai quando avvicinandomi di più sentii la sua erezione sulla coscia. Draco ringhiò frustrato e mi spinse nuovamente sul divano. "Dray.." sospirai mentre il suo bacino strusciava sul mio creando l'attrito necessario per farmi eccitare. Lui aveva gli occhi chiusi e gemeva ad ogni movimento. "Draco." Lo richiamai ancora. Lui fissò i suoi occhi diventati scuri nei miei ed un fremito di voglia mi percorse tutta la schiena facendomi rabbrividire. "Fammi tuo." Dissi solo. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte. Finì di spogliarmi dolcemente e tra un bacio e l'altro rendeva quell'amplesso carico di emozioni e sensazioni represse. "Sei mio." sussurrò roco e gemetti per il suo tono possessivo. "Sì." Riuscii a mormorare. Lui si fermò dentro di me facendomi sentire tutta la sua pienezza. "Dillo Harry." Borbottai qualcosa frustrato ma Draco afferrò i miei polsi mantenendoli sulla testa ed io fui costretto a concentrarmi. "Dillo." Ripetè ancora più roco e profondo. Sgranai di poco gli occhi. "Sono tuo." Mormorai cercando di farlo sbloccare nei movimenti. Per mia fortuna dopo questa mia confessione tutto ritornò a funzionare e gli ansiti vennero soffocati dalle nostre bocche e dal cigolio del divano. Non avrei avuto più il coraggio di guardare i vicini se avessero sentito tutto ciò che combinavamo. Ebbi voglia di ridere ma oramai eravamo al culmine ed ero sfinito. "Harry." Draco si abbandonò su di me e io lo racchiusi nel mio abbraccio cullandolo su di me e i nostri cuori si avvicinarono calmandosi l'un l'altro e rassicurandosi, perché tutto sarebbe andato per il verso giusto.
"Voglio che diventi mio marito, ma prima dovrei farti conoscere i miei genitori.." bisbigliò Draco prima di cadere nel mondo dei sogni.
Oh cazzo.
#Angolino personale.
Sì lo so, sono crudele per la fine che ho donato a questa storia buahhahahaha ma mi piace molto come è venuta....
Spero di essere riuscita a farvi appassionare un po' a questa fanfiction e anche un tantino al mio modo di essere e di scrivere. Così come spero che questo non sia un saluto definitivo e che continuiate a seguire le cretinate vhe scribo e pubblico. Fatemi sapere cosa ne pensate di quest'ultimo capitolo con un commentino e/o accendendo la stellina ☆ qui sotto. Un bacione e mi scuso per gli errori ortografici commessi.
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