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16 CAPITOLO

La stanza più grande della casa era sicuramente la stanza padronale, me ne resi conto nell'attimo in cui focalizzai le figure di molte persone nascoste nell'ombra delle lampade proiettate verso il letto. Per un momento cercai di capire chi fossero e per quale motivo rimanessero in una camera relativamente inutile, poi la risposta venne fuori da sola. Mio padre era steso sul suo letto. Le mani sul petto, le coperte stirate ai lati. "Oh mio Dio." Sussurrai più a me stesso che ad altri. Improvvisai una corsa e mi sedetti al capezzale dell'uomo. Presi tra le mie una delle sue mani, aspettandomela fredda e immobile: al contrario ricambiò la mia presa e sul viso si dipinse un mezzo sorriso.

"Harry. Harry. Harry." Cantilenò sereno con la voce come impastata dal sonno, ma potei capire che le medicine fossero la causa, mentre il mio sguardo si soffermaca instantaneamente sul comodino pieno di scatoline dall'aria inequivocabile.

"Padre." Risposi a mo di saluto.

"Mi dispiace così tanto." Si lagnò e una lacrima gli tinse il volto spento. "Avrei voluto di più per te. Avrei voluto che tu fossi più libero, proprio come tua madre. Ma non te ne ho data l'occasione. Per questo, figliolo anche se sarà troppo tardi, credo che tu debba scegliere la persona che ami. Persino un Malfoy..." un colpo forte di tosse lo costrinse a tacere. Scossi la testa cercando di mantenere le lacrime, anche se fui certo di sentire scie calde sulla mia pelle. "Padre.." mormorai ancora in tono supplicante.

"Hanno sempre visto in te gli occhi di tua madre, io invece continuo a vedere la sua anima, il suo sorriso, il suo amore. Tu sei lei. E lo sei stato sempre, Harry." Un altro colpo di tosse. Arthur si fece avanti entrando nel cono di luce e dicentando fastidiosamente visibile. Mio padre sembrò non farci caso mentre si affannava per respirare. "Padre. Avete bisogno di calma e riposo." Lo reguardì severo. Per tutta risposta il re fece una risatina e muovendo stancamente e impercettibilmente la mano, gli fece segno di andare. Arthur si congedò con un mezzo inchino accompagnato da una smorfia di disapprovazione.

Mio padre aprì un tantino gli occhi, facendomi scontrare con le sue iridi. Poi abbassò ancor più la voce e accennò con la testa a farmi più vicino.

"Sto per morire Harry." Mi confessò con dolore. Io serrai le labbra. Una lacrima colò lungo il mio viso cadendo poi sul copriletto,  ma nessuno osò dire una parola. "Conosco i tuoi fratelli. Conosco Arthur. Adesso lui sarà re, e non perderà tempo a mandarti via. Lo ha sempre voluto--" il fiato gli si mozzò e strinse più forte la mia mano in cerca di un appiglio. "Non potrò più impedirlo Harry. E neppure voglio. Questo non è il tuo posto come non era quello di Lily." Sorrise percettibilmente al ricordo della donna poi con uno sforzo immane testimoniato dal suo volto teso e imperlato di sudore, spirò le sue ultime parole. "Non lasciare mai che prendano ciò che io e la mamma ti abbiamo lasciato."

Il resto della notte passò stanco e piatto. Hope e Rose piangevano al mio fianco mentre io cercavo di tranquillizarle con fare da fratello maggiore, anche se ero il più piccolo.

Tutti discutevano di questioni burocratiche e mi venne quasi voglia di alzarmi e risvegliare mio padre con un manrovescio facendogli rendere conto della situazione in cui ci aveva lasciati.

Ron era arrivato qualche minuto dopo con l'affanno e la sorpresa noti a chi aveva perso sonno. Hermione lo seguiva svelta con l'aria trafelata. Entrambi mi rivolsero uno sguardo pieno di tristezza prima di proseguire fino al capezzale. L'unica a non farsi vedere fu Ginny, ma non me la presi. Era giusto che lei non partecipasse. Hope si addormentò tra le mie braccia, mentre Rose, calmandosi dondolava un po' sulla sedia. Le accarezzai la schiena.  "Andiamo Rose, vi accompagno in camera." Lei annuì e buttando un ultima occhiata al letto, si avviò fuori dalla camera da letto. Le lampade ai lati dei muri erano state accese in modo discreto e ora illuminavano di una luce tenue i corridoi. Avevo preso Hope in braccio, non volevo svegliarla, mentre camminavo svelto verso la sua cameretta. Rose mi rivolse un sorrisino triste quando la depositai sul letto mettendole una coperta addosso.  "Sarà meglio che rimanga qui." Disse guardando amorevole nostra sorella.  Annuii comprensivo. Rosalie si avvicinò a me repentina e con ancora le lacrime agli occhi mi abbracciò stretto. Mi lasciai andare a quella sensazione di benessere, ma come a risvegliarmi da quella serena utopia, il volto di mio padre mi spuntò nuovamente davanti agli occhi.

"Non lasciare mai che prendano ciò che io e la mamma ti abbiamo lasciato."

Mi spiace papà, ma non riuscirò ad essere forte. Pensai con rammarico, poi donando un bacio sulla fronte di Rose, tornai nel mio alloggio, attento a non percorrere nuovamente il percorso lasciato. Senza voltarmi indietro.

***

"Non puoi andartene via!" Mi urlò dietro Ronald mentre io attraversavo imperterrito il viale della casa. Oramai era mattina inoltrata e i funerali dovevano svolgersi soltanto nel primo pomeriggio nella cappella privata di famiglia.  "Ron! Maledizione. Non sto andando via!" Sbottai contrariato quando mi prese una spalla e mi tirò indietro guardandomi negli occhi. "E allora cosa stai facendo?" Chiese alzando un sopracciglio in un evidente e creato cipiglio di ironia.

Sospirai. "Mettiamola in questo modo: adesso che il re è morto qui per me non c'è più posto. Assisterò al rito funebre,  alla lettura del testamento e molto probabilmente non mi sarà concessa una scelta ugualmente." Dissi convinto lasciandogli uno sguardo loquace. "Andiamo Harry, non penserai davvero che papà ti cacci via?" Chiese con un risolino, ma entrambi sapevamo che era proprio ciò che Arthur avrebbe fatto. "Ascoltami Harry, promettimi solo che aspetterai che papà lo faccia. Non fare lo sbaglio di condannarti da solo. Annuii e il rosso mi abbracciò con trasporto. "Te lo prometto." Dissi.

Il quell'istante dal retro della casa arrivò una macchina bianca dai vetri oscurati che si fermò di fronte a noi. Il finestrino posteriore si abbassò mostrando una Ginny Weasley dall'aria tristemente serena. Mi rivolgeva uno dei suoi sorrisi caldi, che ben presto mi ritrovai a ricambiare.

"Serve un passaggio?" Chiese calando gli occhiali da sole in una mossa elegante e puntando i suoi occhi nocciola nei miei.

Non me lo feci ripetere due volte,  con un sorrisino compiaciuto salutai Ron e salii in macchina. La rossa appoggiò la testa sulla mia spalla, tranquilla.

Il cancello si aprì al nostro passaggio. Come sempre alcuni giornalisti erano appostati come avvoltoi nelle vicinanze, avvicinati dalle carcasse di un nuovo scoop. Un moto di disgusto mi chiuse lo stomaco, ma il mio pensiero non potè far altro che correre a lui. Insieme a tutte le domande che mi attanagliavano.

I suoi sentimenti per me erano stati sempre così limpidi.  Perchè spingersi in una storia con me, quando essendo mio amico avrebbe saputo e avuto ciò che cercava?

Ginny sospirò afflitta, d'un tratto ricordai del giorno in cui era successo tutto. Del singhiozzo che strappò l'aria della biblioteca.  "Tu mi ami, non è vero?" Chiesi alla ragazza tranquillamente. Lei quasì saltò via dalla mia spalla allontanandosi.  Risi mentre lei diventava ancor più rossa. "Lo prendo come un sì." Feci con finta nonchalance per poi appoggiare un gomito sulla gamba accavallata mantenendomi il mento in una strana e  verosimile imitazione de 'il pensatore'.

"M-ma no. Tu se-sei,  n-non so: mio amico (?)" Cominciò a gesticolare e dire parole che sembravano senza senso.  Risi ancora. 

"Lascia perdere Ginevra. " la esortai, lei si bloccò con le mani ancora in aria per poi abbassarle nel silenzio. 

La quiete durò un paio di minuti,  poi fu il turno nella rossa per interrogarmi.

"Per me Harry, Lui ti ama davvero. Chi farebbe un viaggio così lungo, fino a Parigi, soltanto per chiarire se ti avesse tradito oppure no." Mi disse con mezzo tono accusatorio.  Mi grattai la nuca. "Non so io-- Aspetta, aspetta, aspetta. Come sai che Malfoy è stato qui? Io non te l'ho detto!" Esclamai sorpeso, ma conscio di quello che dicevo. Non avevo parlato con alcuno dell'incontro avvenuto la sera prima.

La rossa si portò la mano alla testa e io la osservai di sottecchi? "Ginny?" Chiesi serio.  Lei mi sorrise innocente. "Ho fatto entrare io Draco nella villa." Ammise con finta purezza. Io rimasi a bocca aperta. "Ma lui non sapeva niente di te." Mormorai confuso.  "In realtà non è corretto. Diciamo che Draco mi conosceva in altra veste." Mi fece l'occhiolino, ma io continuai a scuotere il capo confuso.

"Lui ti ama. Era per questo che si stava allontanando da te. Me ne ha parlato. Quando tu me lo hai detto è stata solo una conferma." Cercò di spiegarmi. Io la fulminai con lo sguardo. "Ti ha detto anche il motivo per cui è andato via?" Chiesi sprezzante.  "Perchè non c'era minuto in cui non si pentisse di ciò che aveva fatto." Rispose prontamente.  "Se mi amava come sperperava in giro di amarmi, mi avrebbe detto subito la veritá e avrebbe subito le conseguenze." Contestai acido.

"Tu non gli hai detto di essere un principe." "Già li sapeva, e poi io non provavo ancora niente per lui." Rincarai sicuro. "Non gli hai detto di me." Alzò le sopracciglia severa.  "Perchè sapevo quale era il mio futuro,  ed era lui." Risposi disperato,  lei fece leva su questa emozione continuando. 

"Non capisci?" Mi chiese disperata.  "Tu hai le tue motivazioni,  lui ha le sue. A te potranno sembrare ingiuste o senza senso, ma non sai cosa lui pensava di ottenere." Rincarò la dose con il suo tono afflitto.  L'auto si fermò difronte ad un enorme parco a due metri circa dalla chiesa dove si sarebbero scolti i funerali.  Scesi e respirai l'aria pulita di quel verde immerso nel tratto urbano. La ragazza mi affiancò in silenzio mentre camminavo schiarendomi le idee.

Lui mi amava. Come potevo crederci? Ed io? Lo sapevo meglio della mia mente. Lo amavo alla follia.  Ma come aveva detto Weasley, anche io avevo dosato la mia buona parte di omissioni nel rapporto e questo non cambiava i miei sentimenti.

"Oddio Harry!" La rossa si fermò di colpo in mezzo al selciato, gli occhi spalancati da cerbiatta. Mi guardai intorno convinto ci fosse qualche maniaco pronto ad attaccarci, ma eravamo soli. Il cure batteva all'impazzata a causa dello spavento. Mi portai una mano al petto in attesa che si calmasse. "Cosa?" borbottai affannato. "Ti sei scordato di quale giorno è?" Chiese piena di delusione.  Cercai di calcolare in quale giorno, per lo meno mese ci trovassimo, ma era tutto inutile.

"Harry James Potter. Oggi compi diciotto anni." Si scaldò subito la ragazza. Io la guardai in attesa di ulteriori chiarimenti. 

"Sai oggi è il giorno in cui festeggi il tuo compleanno.  Sono diciotto anni che sei nato..." continuò.  Feci sicuramente una smorfia poco carina, perchè la ragazza mi fissò contrariata, poi sospirò pesantemente e assunse il suo modo di fare sfacciato da ragazzina 15enne qual'era, seppur mantenendo la sua intelligenza e calma. "Sei davvero incredibile.

Cosa vuoi realmente fartene di questa vita che oramai ti è capitata fra le mani? Perchè per il momento non hai fatto altro che buttarla al vento senza neppure degnarla di uno sguardo." Mi riprese gesticolando con le mani che poi le ricaddero rigide lungo i fianchi. Abbassai la testa. "E cosa dovrei fare allora? Dimmelo tu, visto che sei così dannatamente in gamba." Sbottai alzando la voce frustrato.

"Dovresti dare una seconda possibilità a chi te l 'ha chiesta." Rispose con ovvietà. Serrai gli occhi e presi una lunga boccata d'aria. Inspira. Espira. Inspira. Espira.

"Okay." Mi decisi infine. Mi accolse un grande sorrisone."Hai ragione. Devo vivere la mia vita. Devo andare avanti e scordare tutto. Anche Malfoy." Continuai. La rossa perse il sorriso.

Si diede, invece, il palmo sulla fronte, scuotendo la testa. "Non hai capito nulla di quello che ho detto..."

Angolino miiiio:
Eccomi qui. Dunque, mi scuso per l'ora, il ritardo, e per gli errori che sicuramente ho commesso dato che come mio solito scrivo di notte e non correggo prima di pubblicare (salvo in occasioni da segnare sul calendario) spero che il capitolo vi sia piaciuto.  Fatemelo sapere con un commento e/o accendendo qui sotto la stellina *w*
Un bacione Xx

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