14 CAPITOLO
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14 CAPITOLO
"Egregio figlio."
La tavolata del salone era piena di ogni cibo esistente. Le sedie lungo i suoi lati erano occupate da alcuni dei miei fratelli. Riuscii a vedere Arthur alla destra del padre e alla sinistra la seduta vuota destinata a me. Cominciai a sudare freddo. I volti dei miei parenti erano tutti rivolti verso il sottoscritto, senza però avere alcun tipo di sguardo compassionevole, o amorevole. Per loro si trattava soltanto di affari, e di uno in meno che lottava per accaparrarsi il posto. Soffocai una risatina isterica. Persino ciò che doveva essere una famiglia si era ridotta a quello.
"Padre." Come da codice, mi inchinai al suo cospetto baciandogli cautamente la mano per poi ricevere il suo permesso ad alzarmi. Feci un cenno agli altri commensali e mi accomodai.
Il sovrano battè le mani, ed i piatti stavano già toccando il tavolo. Guardai il cibo nel mio, con occhio critico e la faccia nauseata. Mio padre alzò la sua forchetta, ma la rimise al posto designatogli quando vide il mio sguardo. "Non ti gradisce?"chiese accennando al pranzo.
Finsi noncuranza e mi appoggiai allo schienale della sedia. "Mi spiace padre, ma i fusi orari non aiutano l'appetito." Risposi in tono accondiscendente. Lui annuì comprensivo. "Tanto meglio." Borbottò e seppi si riferiva solo a me. "Figli cari. Io ed Harry ci assentiamo per qualche minuto. Voi continuate pure il vostro meritato pasto." Mi alzai e lo seguii mentre si congedava con la tavola e attraversava la sala diretto in quella contigua.
Era la stanza che io e Ron avevamo sempre chiamato "la camera privata degli affari", da piccoli entravamo lì dentro solo per affrontare qualche adulto dopo una delle nostre marachelle.
Mi sedetti 'comodo' su una delle poltrone ed aspettai che il re si sedesse difronte a me, ma lui mi concesse la sua vicinanza, siedendo al mio fianco. "Harry. Harry." Si lasciò andare ad un sorriso rassicurante, ed io mi rilassai un poco. "Mi è giunta quindi voce di un ragazzo in tua compagnia che non mi piace affatto: è di cattiva famiglia, ed anche se è un uomo di grande fama adesso, non è il ragazzo adatto a te. Per questo spero che tutto ciò non sia vero."
Per un attimo tutto intorno a me cominciò a girare. "Padre per mia disgrazia, ciò è verità. Ma voi lo giudicate ed accusate senza neppure conoscerlo. Draco è solo uno studente... e da questo deduco che le informazioni che avete su di lui sono totalmente errate." Replicai stringendo i pugni sui braccioli della grande seduta.
L'altro scosse piano la testa.
"Non mi sbaglio, caro figlio. Tutti qui conoscono i Malfoy, ed il fatto che sia ora uno studente, non lo rende tale." I suoi occhi scuri si scontrarono con i miei e seppi che la sua era la verità. Ma cosa significava?
"Tutto ciò che avete udito padre, è frutto di un orribile creazione. Conosco Draco e lui..." provai ancora ma non riuscii a finire la frase poichè per la seconda volta l'uomo scosse la testa. "Mi spiace davvero ma ho fin troppa ragione di crederci , Harry, è questo il problema. Non mi importa che tu sia omosessuale.Io ti amo come amavo lei. E questo non cambierà. Ma Lui. Lui è la persona sbagliata."
"Padre..." alzò una mano. "No. Ti proibisco di vedere anche solo un'altra volta quel tale. E ora andiamo. I tuoi fratelli ci aspettano."
Temetti che alzandomi sarei caduto per terra, ma lo feci ugualmente, andando a ritroso fino al mio posto. La situazione era identica a come l'avevamo abbandonata cinque minuti addietro, ma io non badai a nulla. Nella testa mi ronzavano le parole 'uomo di grande fama' 'tutti qui conoscono i Malfoy.'
Il Draco che conoscevo quindi era tutta una falsa?
Qual'era il motivo per cui mi era sempre stato accanto, sin dal primo istante? Come avrei fatto senza di lui?
Ma la domanda che mi premeva maggiormente era: sarei potuto tornare ad Hogwarts o era tutto finito?
Non toccai comunque cibo, e mi concedai verso la fine della seconda portata, barcollando verso la mia stanza. Era incredibile come i miei amici fossero spariti nel momento in cui io avevo bisogno di loro. Ringraziai però la loro assenza.
"Harry!" Sentii gridare mia sorella in fondo al corridoio, affrettai il passo. "Harry James Potter" chiamò nuovamente, ma ora più vicina. Scattai in velocità per togliermela dai piedi. Avevo già visto troppi membri della famiglia per affrontare una seconda conversazione nella stessa sera con Hope. Sentii il tacchettio delle sue scarpe sul pavimento, poi scartando a destra mi buttai nella mia camera. Diedi due mandate alla porta e mi avviai verso la cassettiera. Il telefono segnava qualcosa come cinque chiamate perse, ma non ne fui affatto sicuro dato che il display si spense per la mancanza di batteria.
Corsi verso la valigia ma il caricabatterie era in vena di giocare a nascondino. Sbattei un pugno sul muro, e ritornai nuovamente alla cassettiera. Mia sorella cominciò a bussare preoccupata, ma non ci diedi peso.
Aprii il terzo cassetto. Una marea di calzini e canottiere colorate mi fecero male agli occhi, le buttai per terra e afferrai quel che rimaneva.
Il mio portatile.
"Sì." Esultai a bassa voce portandolo con me verso il letto. Lo accesi e lo misi sulle gambe.
Ci vollero pochi istanti di caricamento, poi la schermata famigliare mi accolse con il suo verde elettrico.
Avviai il browser di ricerca, ma l'adrenalina che mi aveva portato fino a quella mossa, sembrò abbandonarmi tutta in una volta. Mossi esitante le dita sulla tastiera.
M-A-L-F-
Un messaggio di posta ellettronica mi impedì la visuale.
Da: Draco Lucius Malfoy
A: Harry James Potter
19.30 Inghilterra
Oggetto: Devo parlarti.
Harry. Io devo assolutamente parlarti. Perchè non rispondi al telefono? E poi dove sei finito? A scuola non mi hanno saputo rispondere, ma ho notato che non ci sono neppure le tue amiche
Sono preoccupato cazzo. Rispondi.
Da:Harry James Potter
A: Draco Lucius Malfoy
22.12 Parigi
Oggetto: Secondo nome
Wow, non sapevo avessi un secondo nome... magari me ne sono solo dimenticato, ma dato che non so nemmeno chi tu sia veramente, presumo sia stata una tua mancanza. Allora? Vuoi sapere dove sono? Sono a Parigi. Per colpa di non so quale coglione di giornalista, e tu non ci sei. Mio padre dice che sei un 'uomo di grande fama' ed io so solamente che mi hai strappato il cuore e te ne sei andato senza restituirmelo.
Chi sei veramente? Ho avviato una ricerca su di te. Devo continuarla, o vuoi essere tu a spiegarmi come stanno davvero le cose?
Inviai. Per non essere tentato, chiusi il browser e tenni lo sguardo fisso sul desktop. Le immagini dei miei Manga preferiti scorrevano oziosamente, quasi a darmi fastidio. Era la quarta ripetizione delle stesse foto quando finalmente la casella di posta si riempì.
La aprii convinto fosse Draco, ma era soltanto una stupida offerta pubblicitaria. Forse avevo aspettato troppo a rispondere, magari stava già dormendo.
Stavo per chiudere tutto, quando una nuova icona si aprì sullo schermo.
'Videochiamata'
'Accetta'
Un ragazzo dalla carnagione mulatta sedeva su quella che doveva essere la mia sedia nella camera dell'istituto. Aveva gli occhi di un colore indefinito, i capelli scuri e un sorrisino stampato in faccia. La roba di Draco era sparsa sul suo letto mentre di lui non c'era traccia.
"Ehilà Potter. Mi spiace ma Dray al momento mi è andato a prendere qualcosa da mangiare. Ti spiace se ho letto la tua e-mail?"
Rimasi a bocca aperta mentre lui sghignazzava ironico.
"E tu saresti?" Chiesi alzando un sopracciglio stupefatto.
"Oh scusami io sono Theodore Nott, compagno e fidato amico di Dray ." Si presentò grattandosi la nuca. Io annuii non sapendo cos'altro fare. "Non so cos'hai fatto a Draco, ma sta certo che se scopro qualcosa il mio pugno sarà sulla tua faccia in un instante." Minacciò. Un guizzo nella telecamera mi distrasse dal suo sproloquio. In una frazione di secondo la faccia antipatica di Nott venne sostituita da quella meravigliosa di Draco. Sentii il tonfo del ragazzo che nella fretta il biondo aveva scaraventato a terra e non potei fare a meno di sorridere.
"Harry dove diavolo sei?" Io feci scena muta ricordardomi d'un tratto di non essere ancora a conoscenza della verità. "Chiedilo al tuo amichetto." Risposi dopo un po' accennando con la testa all'altro individuo. Dray si voltò dalla sua parte con sguardo omicida. "Theo cosa hai fatto?" Gli chiese non accennando a spostarsi dal computer. Dal suo tono capii che come aveva detto Theodore, i due erano davvero intimi. La cosa non potè non darmi fastidio e per poco non strappai le lenzuola dalla gelosia.
Il moro si alzò e si sedette sul letto dove mi era possibile guardarlo.
"Solo una chiacchierata molto breve con quel Potter. Attendeva una risposta e non mi andava di farlo aspettare." Ammiccò verso di me attraverso la telecamera. Vidi Draco rivolgersi nuovamente al computer e non parlare per diversi secondi. Aspettai.
"Parigi?" Urlò sorpreso aspettandosi non so quale reazione. Annuii.
"Harry, ascoltami..." venne però interrotto dalle braccia del ragazzo che era con lui, che lo avvolsero e si soffermarono sul suo petto scolpito. "Theo che minchia fai?" Chiese Draco preso contropiede. "Voglio il mio cibo Dray." Disse mentre con la testa tra l'incavo del suo collo lo baciava piano. Per poco il computer non mi volo dalle mani. "Vattelo a prendere." Rispose brusco il biondo, ma l'altro nom accennò a spostarsi passando invece a mordicchiargli un orecchio.
Strinsi i pugni ed incrociai le braccia. "Ne ho avuto abbastanza. Vi lascio alla vostra privacy." Quasi gridai chiudendo la schermata. Ero troppo arrabbiato e deluso per rimanere a guardare qualsiasi cosa che riguardasse Draco. Fui capace solamente di scaraventare il portatile ai piedi del letto e uscire da quella stanza.
"Maledizione!" Esclamai quando barcollando nel corridoio urtai contro un vaso che si infranse in mille pezzi sul pavimento.
Tutto era buio e regnava il silenzio, quindi il fagore della caduta sembrò rimbombare per tutto il palazzo. Avrei voluto gridare per la frustazione, ma dato che non mangiavo da qualcosa come tre giorni, mi limitai ad accasciarmi sul pavimento di cocci infranti. "Ehi. Ehi. Ehi. Tutto bene, amico?" Quello che riconobbi dopo un po' essere un servitore, uscì da una delle porte allineate sul muro. Indossava un pantalone della tuta grigio, come i suoi occhi, era a piedi nudi e senza maglia.
Rimasi a bocca aperta dalla sorpresa. Da quando ragazzi così belli lavoravano alla villa? "Come ti chiami?" Chiese ancora mentre con una mano calda e affusolata mi aiutava ad alzarmi. "Harry." Risposi. I suoi occhioni si aprirono e per poco la mascella non gli finì sul pavimento.
"Oh mio Dio, scusi principe, non avevo inteso fosse lei." Disse quasi balbettando. Io gli sorrisi intenerito. Era talmente dolce.
"Oh non ti preoccupare..." lasciai in sospeso non sapendo quale fosse il sui nome.
"Travis"
Aveva anche un nome appetibile. Magari mi sarei lasciato un po' andare, infondo non stavo tradendo nessuno.
"Non ti preoccupare.. Travis.. ma mi sentirei meglio se solo mangiassi qualcosa." Bofonchiai con il mio sguardo da ragazzino innocente. Lui sbattè più volte le palpebre, poi si divise da me e fece un passo indietro. "Ho alcuni snack in camera, signore, o preferisce che l'accompagni in cucina?" Chiese troppo sorpreso per essere malizioso. "Credo che accetterò la prima opzione. Sai quando uno ha fame, deve assolutamente fare qualcosa. E chiamami harry." "Sì, signore.... scusa, Harry." Sorrisi ancora mentre lui rientrava in quella che era la sua stanza. Lo seguii voltandomi soltando a chiudere la stanza a chiave. L'altrò si limitò a guardarmi, i suoi occhi si scurirono quando capì le mie intenzioni. "Harry?" Chiese con voce roca. "Non credi faccia caldo, Travis?" Risposi al suo sguardo togliendo la felpa e rimanendo il canotta. La collana ricadde sulla scapola e la guardai, era un semplice filo d'argento a cui era appeso un'anello dello stesso materiale.
"Sì, credo faccia abbastanza caldo." Fu Travis ad avvicinarsi. Arretrai verso la parete così da appoggiarmici sopra e guardare il ragazzo. "E potresti aiutarmi a togliere questi?" Feci un cenno ai miei vestiti e lui sogghignò malizioso. "Con piacere, Harry." Marcò sul mio nome sensuale, e in un attimo decisi che quel tizio mi stava davvero simpatico.
Mi fu addosso in un attimo. Le sue labbra tastarono forti e marmoree le mie, ma non erano morbide e calorose come quelle che davvero volevo. La mano di Travis strisciò lungo il fianco fino ad arrivare al cavallo dei miei pantaloni. Il sospiro che lanciai venne catturato dalla bocca dell'altro.
Ma i movimenti ben presto divennero viscidi e ambigui. Non erano ciò che avrei voluto. Io volevo Lui. E non sarebbe cambiato lasciandomi scopare da qualcuno che non fosse lui.
Allungai le mani e allontanai quel busto scolpito dal mio. Poi mi alzai sulle punte e donai a quel dio un casto bacio sulle labbra. "Buonanotte Travis." Dissi mentre aprivo la porta e sgattaiolavo fuori. Strinsi tra le mani l'anello che portavo al collo. Dovevo scoprire la verità.
Okay non uccidetemi prometto che nel prossimo capitolo mi faccio perdonare.... Comunque non pensate che la copertina sia magnifica? (È un pezzo di Harry Potter e la pietra filosofale che mi è piaciuto alquanto mlmlml)
Chiedo venia per gli errori commessi e aspetto il vostro giudizio: attraverso un commento e/o accendendo la stellina qui sotto Xx
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