40ANNI DOPO...
Sono passati 50 anni da quando il mio cuore ha iniziato a sanguinare, 50 anni passati ad urlare la notte distruggendo quel silenzio piacevole che sembra parlare da se.... Ormai anche mia moglie mi ha lasciato, portata via dal cancro; e io non ho potuto fare nulla se non stare a guardare e piangere, piangere e disperarmi. In quei giorni tutto il mio dolore è cresciuto, si è moltiplicato, si è gonfiato e alla fine è esploso proprio nel momento in cui la mano di Angelina ha perso la sua stretta nella mia, i suoi occhi si sono spenti e un'ultima lacrima ha solcato la sua guancia. Non sarebbe corretto dire che in quel periodo io mi sia disperato, perché era peggio, non dormivo più, non mangiavo più, ho pensato più volte di lasciare tutto e raggiungere il mio fratellone Fred, ma mio figlio aveva già perso sua madre, non potevo fargli questo, il mio amato Freddie, l'unico rimasto con me. Nonostante la mia forza di volontà e il mio pensiero fisso di non voler lasciare mio figlio alla fine gli anni hanno preso il sopravvento su di me, e in poco tempo mi sono ritrovato immobile su quello che sarebbe diventato il mio letto di morte. Gli ultimi giorni della mia vita sono stati senza dubbio quelli in cui ho visto piangere più persone in vita mia, mio figlio Fred era sempre vicino a me, mi aiutava, mi teneva per mano e mi diceva che mi voleva bene; io alle sue parole sorridevo, nonostante sapessi che probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che le avrei sentite. Passavo il mio tempo con gli occhi chiusi, non ero capace di osservare la sofferenza che si presentava di fronte a me, gli occhi lucidi delle persone a cui volevo bene, mi era impossibile guardarli senza rendermi conto della sincerità che si stagliava al loro interno e di conseguenza mi era impossibile non piangere, e io non volevo passare gli ultimi momenti insieme alla persone che amavo piangendo, ma volevo essere felice e far sorridere le persone che un tempo avevano fatto sorridere me.
L'ultimo giorno della mia vita lo passai con le persone a me più care, mi erano tutte vicine, Fred si trovava sempre accanto a me, sulla stessa sedia, con gli occhi lucidi. Harry, Ron, Hermione, Ginny, Bill, Fleur, Charlie e Teddy erano intorno a me e mi facevano sentire protetto e a casa mia. Non c'era bisogno di parlare, con gli sguardi comunicammo tutto, io sapevo bene che per loro era difficile, ma dopotutto avevano capito, avevano capito che io ora potevo essere finalmente libero, libero dal mio dolore che ormai era parte di me, libero dai pensieri che mi opprimevano la testa e libero nello spirito e nell'anima. L'ultima cosa che sentii prima di chiudere definitivamente gli occhi e lasciarmi cullare da quelle tenebre che stavano per fasciarmi furono le parole di mio figlio -ti voglio bene- e allora sorrisi. E fu così che la morte mi colse, con il sorriso sulle labbra, sorridevo perché nonostante dovessi fare i conti con la spaventosa figura incappucciata ora ero libero, sorridevo perché mio figlio mi amava, sorridevo perché sapevo di aver vissuto la mia vita al meglio e sorridevo perché sapevo, sapevo che tra poco avrei rivisto la mia metà, e avrei ricominciato a vivere di nuovo e non a sopravvivere.
" arrivo Fred, fratello mio, la mia stella più bella, adesso ci rivedremo".