6 CAPITOLO -Soluzioni?-
Importantissime note in fondo.
"Le lezioni delle prossime settimane saranno incentrate sul lavoro di gruppo. Quindi pretendo da voi una collaborazione reale e affiatata." Ci prese in giro il professor Piton, mentre passava il suo sguardo autoritario sui visi sconvolti e provati degli alunni presenti in aula. Non scherzava affatto.
Mi guardai intorno, fulminando qualche Grifondoro con aria sprezzante. Non avevo mai avuto seri problemi con loro, ma negli ultimi tempi, non odiarli mi sembrava sempre più strano e difficoltoso.
"Ovviamente, le coppie saranno miste. Grifondoro-Serpeverde." Un sussulto invase la stanza, anche se nessuno osò minimamente fiatare a questa scelta.
"E saranno le seguenti." Continuò il professore prendendo tra le mani una pergamena che aveva tutta l'aria di incutere timore.
"Malfoy. Weasley."
I due si scambiarono uno sguardo afflitto.
"Parkinson, tu starai con la Granger."
Hermione accennò ad un sorriso, ma Pansy parve non farci troppo caso, rimanendo a fissare dritto davanti a sè senza alcun movimento.
"Zabini. Finnigan."
Notai Theo fare una smorfia di disgusto sentendo i due insieme, ma non ci feci caso.
I nomi continuarono a scorrere tranquilli e le coppie si formarono man mano.
Sentimmo la campanella suonare e fui tentato di alzarmi anche se il docente era ancora intento a parlare.
"E Potter. Tu sarai in coppia con il signor Paciock."
Un brivido mi percorse lungo tutta la schiena. E se fino ad un attimo prima volevo solo uscire dalla camera, in quel momento il mio corpo non rispondeva a nessuno dei miei comandi.
Sentii me stesso ringhiare come un cane rabbioso, anche se non era neppure mia intenzione.
"Andiamo?" Draco al mio fianco si alzò precedendomi verso il corridoio. Incrociai i suoi occhi e dimenticai persino chi ero.
Sorrisi.
"Certo."
Mi sentivo osservato.
Girai la testa di scatto fermandomi, convinto che qualcuno mi stesse tenendo d'occhio. Nulla.
Vedevo solo Dray perennemente preoccupato, mi chiedeva se stavo male, o se avevo qualcosa di importante per la testa, ma io non lo sapevo. A volte mi sentivo diviso in due nel mio stesso corpo. Come se ci fossero due anime a governarlo e non solo una.
"Dovresti dirlo al professor Silente..." commentò Draco nascondendo l'allarme nel suo tono, che lessi comunque nei suoi occhi cristallini.
"Dovrei." Risposi io pensieroso.
Avevo deciso di farlo proprio quel pomeriggio, alla fine delle lezioni.
"Vuoi che ti accompagni?" la voce del biondo era quasi supplicante. Percepivo il suo sconforto e la sua agonia, ma non riuscivo a farla mia. Sapevo che lui stava male riguardo alla nostra situazione amorosa. Ma nella mia testa era come se nulla fosse successo. Anche se tentavo invano di capire le mie emozioni, loro erano come chiuse in una cassaforte della quale non possedevo la combinazione. Era frustrante.
"No. Vado da solo." Risposi quindi con tutta calma. Mi sentivo glaciale. E sapevo che anche il mio compagno avvertiva il distacco dei miei occhi.
Una vocina nel mio subconscio mi implorò di abbracciarlo, di annullare la distanza che poco a poco stavo imponendo tra di noi, ma un attimo dopo una voce più alta e severa mi impose di andare via senza nemmeno guarlarlo, facendomi dimenticare ogni mia precedente debolezza.
Due occhi rossi ed incandescenti saettarono nei miei pensieri e per poco non mi accasciai a terra.
"Harry?" Draco mi fu subito accanto.
Lo scacciai con sguardo omicida.
"Sta lontano." Dissi contro la mia volontà. Non sembrava neppure la mia voce.
Stavo perdendo il controllo di me. Di nuovo.
Draco rimase con la mano in aria pronta ad aiutarmi, la guardai corrucciato chiedendomi quale sentimento lo portava a fare tutto ciò... pena? Affetto? Amore? Una fitta più forte alla testa mi costrinse a chiudere gli occhi e a respirare profondamente. Mi succedeva spesso. Passavo le ore in biblioteca sperando di riuscire a capire quello che avevo. Ma era tutto inutile. Nessuna malattia o magia oscura aveva i miei stessi sintomi, e oramai non sapevo più se fossero realmente sintomi o paranoia acuta.
Eppure i cambiamenti li avevano notati tutti.
Non riuscivo a dormire.
Non mangiavo.
Nelle poche notti in cui riuscivo a chiudere gli occhi, incubi dei quali non avevo idea della provenienza, mi divoravano.
Ero sempre chiuso in me stesso.
E cosa più importante: perdevo il controllo del mio corpo.
Non mi accorsi nemmeno di essermi alzato da terra, e neppure di aver cominciato a camminare, oramai i sotterranei erano già lontani. Era successo di nuovo. Mi bloccai in mezzo al nuovo corridoio e mi presi la testa tra le mani. Non potevo continuare così. Dovevo andare immediatamente dal preside.
Lui era l'unico a potermi realmente aiutare. La sensazione di essere osservato si rifece spazio dentro di me, fui tentato di girarmi e gridare a chiunque mi stesse seguendo, di smetterla, ma sapevo di essere solo paranoico.
Un dolore all'altezza della cicatrice mi costrinse a liberare la mente. Mi vidi camminare attraverso i corrodoi fino al mio dormitorio e chiudermi sul mio letto, ma non ero io che comandavo i miei movimenti. I miei pensieri sembravano andare a rilento mentre cercavo quasi di battermi per liberarmi da quella forza che mi attanagliava.
Mi chiesi se fosse stato più difficile comandare una parte minore del mio corpo, come la bocca, magari avrei potuto chiedere aiuto. Mi parve sentire la risata avara di qualcuno, come se si stesse prendendo gioco di me. Avevo voglia di piangere, disperarmi, ma era tutto inutile.
Dentro la mia stanza non c'era ancora nessuno, e do questo nei fui indubbiamente felice.
Oramai mi ero rassegnato alla mia situazione, limitandomi ad osservare la mia prossima ed inaspettata mossa. Era frustrante. Come in un film babbano, vidi me stesso stendersi sul letto.
Un attimo di lucidità mi salvò dalla disperazione quando frustrato mi addormentai.
Sono vicino.Mi parve di sentire, poi più nulla.
*POV DRACO*
"Hermione." La ragazza era seduta a quello che di solito era il mio tavolo in biblioteca. Feci finta di essere irritato dalla sua presenza indesiderata, ma la verità era che mi faceva piacere averla incontrata. Lei era una delle poche persone che conoscevo ad essere capaci di darmi una mano.
"Draco." Mi rispose con un mezzo sorrisino, senza neppure alzare la testa dal grande e polveroso libro che aveva sotto al naso. Lo aveva così vicino da chiedersi per quale motivo non stesse già starnutendo, forse aveva qualche specie di anticorpi che la proteggevano. Scossi la testa e buttai la borsa con i libri sul piano in legno per poi strisciare una sedia per terra e sedermici elegantemente sopra.
"Posso esserti utile?" Hermione alzò gli occhi verso di me con aria di sufficienza rimanendo però con la testa sul libro.
"Cosa te lo fa pensare Granger?" Dissi menefreghista. Lei sorrise al mio tono e si concentrò realmente su di me chiudendo il volume e sospirando.
"Harry." Disse solo. Un brivido mi percorse la schiena e mi vergognai del mio poco e precario autocontrollo. Cercai di ricordarmi memtalmente che ero un dannatissimo Malfoy. Mi ritrovai ad annuire quasi sconvolto.
"Lo so Draco, potresti anche non considerarmi tua amica, o amica di Harry, ma sinceramente lo sono di entrambi e ci tengo a voi in ugual misura." Trasecolai, ma la lasciai continuare.
"Ho notato che ultimamente si comporta in modo strano. All"inizio pensavo fosse solo una reazione al torneo tremaghi, poi mi sono convinta che c'erano altri motivi dietro. Magari tu puoi chiarirmi qualcosa." Disse arricciandosi una ciocca di capelli sul dito con fare nervoso. Mi ritrovai ad annuire nuovamente.
Quella ragazza continuava a spiazzarmi.
"Bhe. Anche se ho i miei dubbi.....Ma ci sono cose ricorrenti che Harry fa?" Chiese hermione perplessa sul domandarlo o meno. Ci pensai su. E alcuni flash mi risalirono alla mente come se stessero aspettando soltanto che io gli chiedessi di farlo.
"Adesso che ci penso sì, dannazione. A volte si eclissa, come se non stesse in questo pianeta, e subito dopo, quando torna in lui, tende a toccarsi la fronte. Avrei pensato che fosse una specie di abitudine ma ora so..."
Hermione riflettè per un solo attimo sulle mie parole.
"La cicatrice." sussurrò guardandomi. "Voldemort"
Conclusi io.
Al ritorno in dormitorio, trovai Harry con la testa tra le mani. Stavo ancora riflettendo sulle mie recenti scoperte. Non sapevo davvero come fare ad aiutarlo. Harry sembrava non sapere cosa gli accadeva, ed anche per Hermione, lui era del tutto ignaro di ciò che gli stava accadendo. Allora come potevo aiutarlo? Mettendolo in guardia?
Per quel momento decisi di far finta di non averlo neppure visto mentre mettevo in ordine la mia parte di camera. Sapevo già che mi avrebbe trattato come una pezza, e non ero pronto a sopportarlo. Anche se non era in lui.
"Dray." La sua voce mi pugnalò calda e disperata alle mie spalle. Non volevo girarmi, mi sarei perso in quei suoi dannatissimi e pericolosi occhi verdi. Mi arrischiai ad un solo sguardo, e come sospettavo, fui catturato da lui e non potei fare a meno che avvicinarmi al suo splendore.
Aveva fli occhi rossi causati dal pianto trattenuto e qualche lacrima sfuggita che gli solcava il volto. Mi uccideva vederlo in quello stato.
"Mi dispiace." Disse ancora con la voce rotta.
Arrischiai ancora un passo, che però mi fu fatale. Harry mi afferrò per un polso e mi attirò a se baciandomi. Era lui. Il vero lui. Da quanto? Non lo sapevo, ma ne ero felice. Anche se sapevo la verità.
"Io non so cosa sta succedendo Dray." Sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra. Lo abbracciai stringendolo più forte che potevo. Oramai ero seduto a cavalcioni sulle sue gambe.
La testa appoggiata alla sua spalle e le sue braccia strette sulla mia schiena.
"Risolveremo tutto Harry." Lo rassicurai non riuscendo e non volendo dividermi dal suo corpo. Da lui. Sentii lacrime calde bagnarmi il collo e lo strinsi ancora più forte. "Ti prego. Non lasciarmi solo." Sussurrò intervallando le parole ai singhiozzi.
"Io ho già scelto il lato a cui appartenere." Dissi. Era già molto tempo che sapevo a chi donare la mia fedeltà, e man mano che le ore passavano, mi convincevo che non era solo la lealtà che volevo offrire ad Harry. Ma me stesso. Harry non mi mollò neppure un istante mentre strisciava più alto sul letto permettendo ad antrambi di stenderci su di esso. Posai la testa sul suo petto e rimasi abbracciato a lui.
"Ti racconterò ogni cosa." Bisbigliò Harry. Gli baciai il mento.
"Okay." Dissi solo, prima di vederlo addormentarsi.
Angolino autrice:
Allora allora allora. Sono le 4:30 AM quindi capitemi, perchè il capitolo l'ho scritto ora e sto tipo dormendo. La scuola è iniziata e sinceramente più che la mancanza di tempo, è proprio la giusta ispirazione a mancare. Spero comunque di riuscire ad aggiornare il più presto possibile dato che come già sapete, amo scrivere Drarry e ci tengo ad ogni mia storia.
Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento (negli scorsi capitoli non ce ne sono stati molti e questo mi dispiace tantissimo) e/o accendete la stellina qui sotto☆. Un bacione e buonanotte.
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