4 CAPITOLO -Confessioni- (revisionato)
Tre le ferite causate dallo scontro con Weasley, le nocche sbucciate che mi ero procurato da solo, passarono inosservate.
Madama Chips, contrariata dal nostro compotamento, non usò alcun tipo di pozione o magia, ma si limitò a disinfettare i taglietti e coprirli con i cerotti, convinta che il dolore ci avrebbe reso più responsabili. Io e Ron, per tutta risposta, ci ritrovammo ad alzare gli occhi al cielo per poi incolparci l'un l'altro dell'accaduto.
- Per una buona volta, Weasley: non sono stato io a mettere il mio nome nel calice. Dovresti conoscermi almeno un minimo. Sai che non lo farei. - Gli dissi esasperato, mentre percorrevamo il corridoio, diretti alla lezione di trasfigurazione della McGranitt.
Il ragazzo sbuffò, ma non rispose.
Forse prenderlo a pugni non era stata una mossa intelligente per provare la mia innocenza.
Credetti che ormai l'argomento fosse stato accantonato, ma poco prima di arrivare davanti alla nostra classe, il rosso prese a parlare.
- Presumo di doverti ringraziare, Potter. - Disse a mezza voce, dopo qualche minuto in cui eravamo stati in perfetto silenzio.
- Ringraziarmi? E per cosa? Per averti mandato in infermeria? - Chiesi confuso, ma utilizzando ugualmente il mio tono più acido.
Lui ridacchiò come un ebete, fissando il vuoto con un interesse tale da farmi preoccupare.
Forse la sua testa aveva sbattuto sul pavimento troppo forte... forse gli avevo procurato un bel trauma cranico. O forse... mi aveva creduto sulla faccenda del calice, e le cose si erano rimesse al proprio posto.
- Se non fosse stato per te io ed Hermione saremmo ancora migliori amici... - Si grattò la nuca imbarazzato, guardando ovunque tranne che verso di me. Io repressi la voglia di bloccarmi lì dov'ero e cominciare a sbattere la testa sulla pietra fredda.
Ero riuscito a migliorare la vita di un Grifondoro con un piccolo consiglio, e avevo mandato a puttane la mia, scappando da qualcosa che in realtà avevo sempre voluto.
Sforzai un ghigno e continuai a strisciare i piedi per terra.
- Oh beh, allora fai bene a ringraziarmi, Lenticchia. - Lo presi in giro in tono superiore, prima di spegnermi, tornando ad essere cupo.
Ron stette per rispondermi per le rime, ma evidentemente colse il mutamento del mio viso e rimase in silenzio.
- Come hai fatto a capirlo? Che eri innamorato della Granger, intendo. - Mormorai, e per la prima volta il mio tono fu talmente gentile nei suoi confronti che potei giurare di vedere la sua bocca spalancarsi dalla sorpresa. Ci rifletté un attimo, probabilmente cercando di capire se lo stessi prendendo in giro o stessi facendo una domanda seria, poi scosse la testa.
- In realtà non te lo saprei dire con certezza. Hermione mi è sempre stata vicina, mi aiuta anche quando non dovrebbe e... ed è sempre al mio fianco. Sempre. Credo di essere abbastanza egoista a volerla tutta per me, ma allo stesso tempo mi rendo conto che lei rappresenta il tipo di persona che ognuno vorrebbe scegliere per sé stesso.- Raccontò privo di inibizioni.
-Hermione è quella persona che si cerca per una vita intera in lungo e in largo, fino a quando un idiota come gli altri ti fa accorgere che ti è sempre stata davanti agli occhi, anche se tu eri troppo in là per vederla. - Concluse, e come in un sogno mi accorsi che quel rosso non era affatto un cretinetto da quattro soldi come mi ero sempre ritrovato a pensare.
Per quanto avessi nutrito per lui e la sua razza una certa simpatia, nel corso degli anni, quella era la prima e reale volta chche lo consideravo davvero un mio pari e eguale.
- Perché me lo chiedi? È tremendamente imbarazzante parlare di queste cose con te. Soprattutto dopo esserci picchiati a sangue.- Mormorò, poi, arrossendo per la spiegazione dettagliata che mi aveva fornito.
- Tranquillo Ron. Nulla di imbarazzante, ma credo proprio che tu sia appena diventato il mio 'idiota come gli altri. - Esclamai pragmatico.
Ronald rimase perplesso a fissarmi, mentre io ragionavo con me stesso.
Draco era la mia persona. Era lui quello che volevo al mio fianco, ed anche se era dura da ammettere a me stesso, era lui che avevo sempre sognato.
E a chi importava se era un ragazzo?
A chi importava se era il figlio di un mangiamorte?
A chi importava se era un egocentrico buffone?
Lui era quello che volevo.
Lo avevo saputo inconsciamente sin da quando lo avevo visto. Era stato per lui che avevo scelto Serpeverde, e non solo per essergli amico.
Avevo capito che era lui la mia anima gemella nell'esatto istante in cui mi aveva detto il suo nome, quando i nostri sguardi si erano incatenati nel negozio di vestiario e non si erano mai più divisi.
I suoi occhi grigi mi avevano incantato e sottomesso al suo potere, ed io avevo avuto troppa paura per lasciarmi andare e perdermi nel loro carismo.
Per un attimo mi sentii leggero come se fossi appena salito sulla mia scopa e avessi preso il volo, così in alto da sfiorare le nuvole con le dita.
Una testa bionda fece capolino dalla fine del corridoio e i miei piedi ricaddero pesanti nel presente.
- Finalmente sieta arrivati! La McGranitt voleva togliere altri punti! Forza, non statevene lì impalati! Muovetevi! - Urlò Draco, venendoci incontro, e prendendo me e Ron per le vesti.
Io mi piantai con i piedi al suolo.
- Dai Harry muoviti, non voglio finire in altri guai per te. Per oggi ne ho fin sopra i capelli. - Mi sgridò il biondo, lasciando la presa su Ron e concentrandosi su di me. Lasciai che il rosso si allontanasse e scomparisse completamente dietro la porta dell'aula, prima di afferrare Draco per un polso e girarmi nella direzione opposta, quella da cui ero appena arrivato.
- Non. Dire. Una. Parola.- Sussurrai quando con la coda dell'occhio lo vidi aprir bocca.
- Potter! Maledetto sfregiato! Perderemo la coppa delle case se continui a comportarti in questo modo. Credimi, se tutti ti vorranno picchiare alla fine dell'anno scolastico, io sarò lì a darti il primo calcio nelle palle.- Mi sussurrò di rimando affrettando il passo e camminandomi al fianco.
Sorrisi.
- Si può sapere adesso che ti prende? Stai sorridendo come un coglione.- Mormorò confuso.
Il muro del corridoio si aprì in una porta di legno malandata e subito colsi l'occasione, sgattaiolandoci dentro, incurante di dove mi trovassi.
- Oh mio dio, ma questo è il bagno delle ragazze, Harry. - Draco parve preoccupato, ma entrò ugualmente.
- È rimasto inutilizzato per anni, Dray. Stai calmo.- Scocciato lo mollai e feci qualche passo in avanti, prima di voltarmi verso di lui.
- Stare calmo? Cosa ci facciamo in un bagno delle ragazze inutilizzato? - Chiese acido, incrociando le braccia al petto.
- Hai tirato fuori gli artigli? Mi sembra di ricordare che ieri non fossi così acido... - Borbottai canzonatorio, alzando gli occhi al cielo.
Lui parve preso in contropiede dalla mia constatazione e per poco non cadde per terra.
-Stai cercando di ritorcermi contro quello che ti ho detto? È stato un errore. Non avrei dovuto confessarti quelle cose. -
Repressi la risata che mi risalì dalla gola.
-Ripetilo. - Dissi semplicemente.
Il biondo si bloccò e mi guardò fisso negli occhi.
- Cosa? -Chiese confuso.
- Quello che mi hai detto ieri. Dimmelo di nuovo.-
Draco abbassò lo sguardo rimanendo in silenzio.
-Oh andiamo... fallo.- Mi lamentai avvicinandomi. Draco, però, non disse nulla.
Continuò a guardare il pavimento come su ci fosse qualcuno pronto ad aiutarlo lì sotto e lui fosse in attesa di suggerimenti.
- Bhe mettiamola così Dray, se non vuoi parlare allora non parlerò nemmeno io. E non ti dirò quello che ho da dire.- Mormorai facendo un passo avanti.
-Non ti dirò che sono un cretino a non averlo ammesso prima... - Feci un altro passo verso di lui.
- Non ti dirò che non devi continuare a mantenere tutte quelle maschere da duro davanti alle persone che ti sono vicino, perché sei semplicemente stupendo quando non le hai.- Un altro passo.
- Non ti dirò che tutte le mie scelte, le ho prese in funzione di te.-
Adesso eravamo a pochi centimetri di distanza.
- Non te lo dirò... - Gli alzai il viso, prendendolo dal mento e fissando i suoi occhi perfetti, che si fecero lucidi, proprio come la sera prima.
- ... non te lo dirò che anche io sono innamorato di te.- Conclusi con un tono che poteva sembrare supplicante, ma che in realtà racchiudeva tutta la convinzione e sicurezza che avevo in corpo.
Le labbra del Malfoy presero a tremare, mentre mi guardava con occhi sgranati e increduli.
Passai il pollice su di esse.
Al tatto erano così lisce e perfette.
Non seppi neppure come successe, ma in un secondo ero finito a toccarle con le mie.
Non era un bacio passionale e carico di sentimenti. Era solo uno sfioramento di bocche. Semplice e puro. Il modo migliore per comunicare quello che avevo cercato di spiegare a parole.
Mi staccai dopo un attimo e feci un passo indietro allontanandomi del tutto da Draco.
- Sei un completo idiota San Potter.- Abbozzò un sorriso alzando gli occhi al cielo e una lacrima solitaria scese sulla sua guancia.
Non badò neppure ad asciugarla.
Semplicemente si riavvicinò a me e con lui le sue labbra. Era strano e inappropriato pensarci, ma le avevo sempre sognate così, le sue labbra. Fredde e vellutate, eleganti come lui.
- Questo non cambia le cose. Se la McGranott toglie i punti ti becchi un calcio nelle palle.- Mormorò a pochi centimetri dalla mia bocca.
- Recupereremo giocando a Quidditch... - Sbottai io di rimando per poi lasciargli un ennesimo bacio a stampo.
La McGranitt ci guardò al di sopra degli occhiali a mezzaluna con uno sguardo severo e nello stesso tempo accorto.
- Spero che per le prossime due ore non ci siano altri svenimenti signor Potter, per oggi ne ho abbastanza di interruzioni.- Ci disse prima di voltarsi e ricominciare la sua spiegazione.
- No Professoressa. Mi dispiace.- Mi scusai, leggermente confuso. Di quale svenimento parlava?
Presi posto vicino a Draco e aprii il libro, non prima di essermi girato nella direzioe di Ron con sguardo interrogativo. Percependo la mia occhiata insistente, alzò la testa, guardandomi di rimando.
- Svenimento? - Mimai con le labbra.
Lui si limitò ad alzare le spalle, facendomi l'occhiolino.
- È una mattina intera che sorridi come un ebete, quanto forte hai sbattuto la testa?- Mi parlò finalmente Draco, una volta che ci fummo seduti alla lunga tavolata dei Serpeverde per il pranzo.
Faceva finta di non essere neppure interessato, ma io sapevo che stava ribollendo dalla voglia di sapere. Alzai le spalle.
- Cos'è? Non posso essere felice? .- Cantilenai, ed ebbi l'impressione di sembrare un ubriaco per davvero.
Infatti Draco sbuffò alzando gli occhi al cielo.
- Certo che puoi esserlo. Vorrei solo capire a cosa sia dovuta tutta questa allegria. - Disse, ancora speranzoso. Risi facendo finta di pensarci.
Era chiaro che stesse cercando di farmi ripetere ciò che gli avevo detto nel bagno delle ragazze, poche ore prima. Ma io non avrei ceduto.
- Ovviamente sono felice perchè io amo... - Cominciai. - ...il pollo. Lo amo proprio. E oggi abbiamo il pollo per pranzo!- Annunciai infine addentando una coscetta di carne. Il biondo sbuffò irritato.
- Sei un idiota.- Rispose arrabbiato, ma al contrario di come doveva realmente risultare, sorrideva anche lui. La sala era gremita e per la prima volta non feci caso a tutti gli sguardi che mi oltrepassavano da un lato all'altro, di tutti i ragazzi che parlavano alle mie spalle e di quanti stessero complottando contro di me.
Ero lì, insieme a Dray e tanto mi bastava per essere felice.
-Ragazzi... c'è qualcosa di strano tra voi stasera.- Blaise ci guardò, come se fossimo due alieni, e quando rubai un pezzetto di carne arrosto dal piatto del mio compagno, aggrottò ancor di più le sopracciglia.
Draco ed io ci voltammo a guardarci negli occhi e in un istante scoppiammo a ridere.
- Era esattamente di questo che stavo parlando.-
Disse allora Zabini, tornando confuso a mangiare la sua cena, senza però smettere di rivolgerci sguardi fugaci.
Mi sentivo strano.
Sembrava come di fluttuare all'interno di una bolla che da un momento all'altro avrebbe potuto scoppiarsi, lasciandomi cadere da ormai chilometri e chilometri di altezza, senza alcun freno.
E la cosa mi faceva dannatamente paura.
La testa prese a farmi male, ma non un male fisico. Anche lei sembrava essere avvolta da una strana cappa, da una foschia che non pareva voler sparire.
- Harry.- Mi richiamò Draco, probabilmente vedendomi pensieroso.
Mi guardai intorno cercando il suo sguardo, ma la sala si era svuotata. I banchi che fino ad un attimo prima erano pieni di alunni, ora parevano essere stati abbandonati. Le tavolate erano ancora piene di cibo e scarti e per un secondo pensai di essermi trattenuto fin troppo nella sala, ma non poteva essere.
Era stato solo un istante, niente di più.
- Harry.- Eppure la voce di Draco continuava ad arrivarmi chiara e limpida come se la sala ne amplificasse il suono e la vicinanza.
Sentivo il ragazzo al mio fianco anche se in realtà non vedevo nessuno.
Avrei voluto alzarmi per vedere dove fossero finiti tutti, quando i miei movimenti cominciarono a diventare lenti e abbozzati e i miei pensieri rallentarono fino a diventare un sottile e precario filo.
-Harry. Devi svegliarti.-
Questa volta la voce di Draco era ancora più
vicina.
Una luce invase la sala pian piano risucchiando nel suo vortice luminoso ogni cosa. Il tavolo dei professori, i muri in pietra, il soffitto, i lunghi tavoli in legno e persino me.
- Ha aperto gli occhi.- Furono le uniche parole che riuscii a sentire prima di venire invaso dal frastuono.
#angolinomio
Ehilà non mi ammazzate. Lo so che sono in enorme ritardo e che il capitolo è una merda ma risparmiatemi..... la colpa è tutta del mio internet che non riesce neppure a postare un maledetto capitolo per quanto va lento..
IMPORTANTE--->
Nello scorso capitolo non ho ricevuto molti commenti e devo ammettere di esserci rimasta un tantino male, quindi per favore, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacione e alla prossima
Non dimenticate di accendere la stellina ☆
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