31 CAPITOLO -Epilogo-
31 CAPITOLO
-Epilogo-
"Non ci posso credere! Harry, ma è magnifico!" Allontanai il cellulare dall'orecchio, ma sentii ugualmente quello che mia sorella disse, dato il suo tono altissimo di voce. Malgrado tutto sorrisi.
La stanza attorno a me era silenziosa mentre io con la pancia piena me ne stavo steso sul letto a guardare il soffitto. Sentivo lo sguardo del mio ragazzo passarmi da parte a parte, e facevo finta di nulla mentre se ne stava appollaiato sulla mia scrivania.
"Si lo so..." Borbottai a disagio.
"Harry, ora devo andare. La mamma mi sta urlando di mettere in ordine tutti i vestiti che sto buttando all'aria per fare la valigia." Mi avvertì frettolosamente e riuscii a sentire in sottofondo nostra madre sbraitare.
"Gen. Devi venire qui solo per un paio di giorni..." Le feci presente.
"Voi uomini.." Sussurrò indignata. Io scoppiai a ridere prima di salutarla e chiudere. Guardai per qualche altro secondo il soffitto, preso dai miei fastidiosi pensieri, prima di buttate lo sguardo sul mio ragazzo. Era bellissimo nel suo pantalone nero strappato all'altezza delle ginocchia e una felpa sportiva bianco panna.
"Haaaaarry!" Draco si buttò addosso a me facendomi spalmare sul materasso con un gemito di dolore.
"Dray mi ammazzi così." Riuscii a dire senza fiato. Lui rise alzandosi di poco per guardarmi negli occhi. "Ohhh povero piccolo sfregiato." Mi prese io giro. Io lo guardai in silenzio fintamente tranquillo in modo che abbassasse la guardia, poi prendendolo di sorpresa ribaltai le posizioni facendolo finire sotto di me.
"Mhh...mi piaci quando fai il cattivo ragazzo." Disse ironico avvicinandosi alla mia bocca e baciandomi con calma.
"Ho un regalo per te." Disse dopo qualche secondo, costringendomi ad alzarmi dal suo corpo e sedermi a gambe incrociate sul letto.
Feci il muso insoddisfatto dal suo cambio di azione.
"Ma Natale è tra due giorni." Mi lamentai incrociando le braccia al petto. Draco arrossì.
"Lo so, ma forse questo sarà l'unico momento in cui riusciremo ad essere soli..." Ammise.
Io aggrottai le sopracciglia confuso.
"E questo cosa c'entra?" Chiesi.
Lui sorrise malizioso.
"Non voglio che il mio regalo sia di dominio pubblico, o per lo meno, voglio che lo veda prima tu." Espose il suo volere mentre io ero sempre più confuso e curioso.
"Dray... Parla chiaro." Dissi all'improvviso. Lui scoppiò a ridere, prima di alzarsi in piedi e frugare nella tasca del suo pantalone. Il cuore parve come uscirmi dal petto.
"Dray..." Sussurai preso dal panico.
Senza dire nulla mi prese la mano e la aprì posizionando un pacchetto incartato con cura nel mio palmo rivolto verso l'alto.
Non persi tempo e mi fiondai ad scartarlo bramoso.
Aprii la scatolina e per poco non scoppiai a piangere. All'interno, di un argento lucido e brillante, c'era una chiave attaccata ad un portachiavi dalla forma di un serpente verde e luccicante.
Scossi la testa.
"Non capisco..." Feci confuso, avevo una mezza idea di quel che apriva la chiave, ma volevo che lui me lo dicesse.
"Vieni con me." Draco mi porse la mano e mi aiutò a mettermi in piedi prima di stringermi a sè e afferrare la bacchetta dal pantalone. In pochi attimi ci smaterializzammo e io ne approfittai per stringermi ancor di più al corpo statuario del mio fidanzato. Aprii gli occhi una volta che il senso di vertigine scomparve e ad aspettarmi c'erano come sempre gli occhi meravigliosi di Draco ed anche se avevo intenzione di guardarli per tutta la vita, fui costretto a distogliere lo sguardo.
Ci trovavamo in un giardinetto ben curato ed accogliente, nel mezzo del quale c'era un vialetto di pietre di diversi colori e grandezze che portava ad una villa dall'aria sofisticata. La facciata era interamente dipinta di bianco, delle scalette di marmo bianco portavano al portico di legno scuro, che creava un dolce contrasto con il colore chiaro dell'intera struttura. Il portone dello stesso colore era scolpito con disegni geometrici che rendevano armonioso il complesso. Feci qualche passo avanti a bocca aperta e mi rigirai verso Draco senza parole. Lui sorrise, colmando la distanza che io avevo creato e prendendomi le mani tra le sue. I suoi occhi catturarono i miei e come ogni volta sembrò che il mondo girasse attorno a quel grigio tempestoso.
"Harry. Tutti i momenti più belli e più brutti della mia vita li ho passati con te. Mi hai fatto spuntare il sorriso nei periodi bui e mi hai fatto piangere di felicità con i tuoi pregi e con i tuoi difetti. Delle parti della nostra vita insieme sono state cancellate, alcuni anni ce li hanno portati via, altri ce li siamo tolti da soli, ma sono fermamente convinto che tutto questo sia servito a renderci quel che siamo. Ad amarci ancora di più, perchè oo credo di amarti alla follia Harry. Questa è l'unica spiegazione plausibile a quello che mi succede quando sono con te.
Sono follemente, irreparabilmente ed irrimediabilmente innamorato di te.
Harry. Vuoi vivere con me?"
Persi un battito a sentire quelle parole uscire dalla sua bocca. Avrei voluto fiondarmi su quelle labbra così magnifiche e gridare che sì volevo vivere con lui per tutta la vita, ma in un attimo mi resi conto che non era quello che volevo, era troppo poco annuire contento alla sua proposta.
Tirai su con il naso e mi allontanai guardando a terra e passandomi la manica della maglia sul volto per poi incrociare le braccia al petto per ripararmi dal freddo del pomeriggio.
"Quando ti ho visto per la prima volta mi sentivo come se fossi al cospetto di un principe o di un re, di una persona importante insomma.
Poi... gli anni passavano e tu eri sempre lì, l'unica mia ancora, il mio migliore amico, la mia spalla, la mia vita. Non credevo di essere gay, e ancora oggi non sono convinto di esserlo. Potrà sembrare stupido, ma non ho mai pensato ad un ragazzo oltre che a te. Sei stato tu a dichiararti Draco e se non lo avessi fatto io forse non avrei mai capito che quello che provavo per te era amore. Dal momento in cui me ne sono accorto ho sempre voluto che tu non fossi una persona importante solo all'apparenza, ma che tu lo fossi per me. Che fossi il mio principe, il mio re. Ti amo Draco. Dico davvero, anche se la nostra storia non ha un senso logico, anche se la MIA storia non ha un senso. Tutto è sempre andato avanti senza che neppure io capissi cosa stava succedendo, l'unico punto fermo sei sempre stato, e sei ancora, tu. E sai qual'è la verità? È che voglio che tu lo sia per sempre. Quindi sì. Voglio vivere con te." Una volta finito, presi un respiro profondo ed alzai lo sguardo. Draco piangeva in silenzio.
Nemmeno un secondo dopo eravamo avvinghiati l'un l'altro in un abbraccio di singhiozzi e sorrisi e "ti amo" sussurrati.
"Dai entriamo. Fa freddo qui fuori."
Il biondo mi prese la mano e corse verso la porta, lasciandomi poi passare per aprirla con la mia chiave nuova di zecca.
L'odore di nuovo mi accolse, e prima che potessi attraversare l'uscio Draco mi prese in braccio mentre io continuavo a ridere.
"Non sono mica una sposa io!" Mi lamentai, anche se la sensazione di calore che mi procurava mi dava tutt'altro che fastidio, e l'idea di essere davvero sposato con lui mi non mi dispiaceva affatto.
"Infatti, non lo sei, ma ti posso assicurare che io e te finiremo all'altare prima o poi."
Sentirlo dire dal mio ragazzo fece il suo effetto, insomma, era tutto così perfetto quando ero con lui. "Credo si possa fare..." Feci fintamente disinteressato, Draco mi diede un bacio sulla fronte e chiuse il portone alle nostre spalle con un calcio per poi posarmi con leggerezza a terra e prendermi la mano per farmi da guida.
"Sbaglio oppure oggi mi stai facendo visitare più case del solito?" Ridacchiai riferendomi al tour della mattina a casa dei suoi genitori.
Dray alzò gli occhi al cielo e cominciò a camminare per il corridoio che si apriva subito in un grande open-space: nel salone c'erano divani chiari attorno ad un tavolino di vetro e una tv al plasma incastonata nel muro sopra al camino. Delle lampade da lettura erano accanto ad ogni seduta, e il muro a destra era coperto da una libreria laccata nera piena zeppa di libri. Stavo per piangere.
"E non hai ancora visto nulla..." Sussurrò il mio ragazzo con gli occhi che brillavano dalla felicità.
La cucina era magnifica, tutto era nuovo e splendente e mi chiesi quanto sarebbe durata sotto le torture dell'inesperienza della nostra coppia.
Non feci in tempo a darmi una risposta che già stavamo salendo al piano superiore al quale si accedeva tramite una scala a chiocciola posta a metà tra la cucina e il salone. Al contrario del piano di sotto, quello di sopra era diviso in stanze. La prima che Draco aprì era indiscutibilmente la nostra. I colori chiari erano gli stessi che avevo potuto ammirare in tutta la struttura, ma nella camera da letto si miscelavano alla perfezione con il verde e il grigio che il mio ragazzo aveva piazzato ovunque. Le lenzuola erano di un verde scuro molto simile a quello della nostra casa, il baldacchino invece era di un grigio chiaro che illuminava e allargava la visuale già ampia di per sè. Sul lato sinistro c'erano due porte, mentre dall'altro lato c'era una scrivania grigia piena di cancelleria nuova di zecca e posta con ordine.
"Aspetta. Perchè non abbiamo un armadio?" Chiesi indeciso se ridere o preoccuparmi della dubbia sanità mentale del biondo. Come aveva fatto a dimenticarsi di una cosa così importante. Lui per tutta risposta si battè una mano sulla fronte.
"Prova a vedere se questo ti aggrada." Aprì la prima porta e accese la luce.
"Per l'angelo! Draco questa è una fottutissima cabina armadio!" Gridai entusiasta.
Draco scoppiò a ridere e io cominciai a saltellare e a fare balletti osceni per tutta la cabina. Era enorme e dentro c'erano già centinaia e centinaia di vestiti, scarpe ed accessori.
"Lasciatemi qui vi prego." Mi abbandonai sulla moquette e mi guardai intorno con occhi sognanti.
"Oh. Vuoi fermarti qui... e io che pensavo che il bagno in camera ti sarebbe piaciuto."
"Bagno! In camera!" Scattai in piedi e corsi via verso l'altra porta spalancandola con violenza.
"Questo è magnifico!!" Urlai in preda alla più totale estasi.
Avevo una casa, un bagno enorme, una cabina armadio, un ragazzo magnifico.
Non mi accorsi di aver cominciato a piangere fino a che Draco non mi abbracciò cercando di consolarmi. Mi guardava triste non capendo cosa mi rendease così infelice. Gli leggevo nello sguardo la disperazione di aver sbagliato qualcosa. Io scossi la testa singhiozzando.
"Non riesco a smettere. Sono troppo felice." Dissi ridendo e piangendo nello stesso istante. Il viso del mio fidanzato ritornò luminoso e solare come pochi minuti prima, se non di più.
"Ti ci vuole un bel bagno caldo." Disse a metà tra il premuroso e il malizioso. Io annuii con foga.
"Sì, penso proprio che mi farebbe bene." Balbettai tra i singhiozzi. Draco ridacchiò sotto i baffi e io mi misi a girovagare per il perimetro mentre lui riempiva la vasca enorme che c'era all'angolo dell'accogliente locale. "Dray." Lo chiamai dopo qualche istante. Il rumore rilassante dell'acqua riempiva l'aria. Lui si voltò a guardarmi, dandomi la sua totale attenzione. Io al contrario strinsi le braccia al petto a disagio.
"Possiamo invitare tutti in questa casa stasera?"
Chiesi a bassa voce per paura della risposta, insomma, non ero neppure entrato che già avanzavo pretese.
La faccia corrucciata che esibì il biondo mi convinse dell'errore che avevo appena commesso.
"Ma cosa ti salta in mente, Harry!" Mi rimproverò e io volevo solo scavarmi un buco e nascondermi. Perchè non stavo mai zitto. Ora che andava tutto bene nella mia vita, dovevo avere il bisogno di sbagliare qualcosa. Il rumore dell'acqua si fermò di colpo e io rimasi con la testa bassa, anche quando sentii il mio ragazzo avvicinarsi.
"Questa non è una casa. Questa è la nostra casa, Harry. Non hai bisogno di chiedere il permesso come se stessi invadendo il mio territorio." Mi alzò il mento con l'indice e mi guardò dritto negli occhi.
"Scusa. A volte mi sento ancora quel ragazzino insicuro e solo che ero una volta." Ammisi sconsolato. Il mio ragazzo mi attirò a sè e mi strinse forte al suo petto.
"Tu non sei mai stato solo ed insicuro. E non lo sarai mai. Io ci sarò sempre amore mio." Affermò. Io arrossii.
"Come mi hai appena chiamato?" Feci mezzo scandalizzato. Draco scoppiò a ridere e mi spinse via facendo finta di essere offeso dalla mia affermazione.
"Non vuoi essere il mio amore? Bene penso che darò queste chiavi a chi se le merita davvero." Mise il muso sventolandomi le mie chiavi davanti. Io risi e mi buttai su di lui cercando di prenderle.
"No! Sono le mie! Oramai me le hai regalate!" Feci peggio di un bambino.
Draco ovviamente le portò più in alto, alzandosi sulle punte per evitare che le prendessi.
Socchiusi gli occhi.
"Vuoi la guerra?" Sussurrai retorico prima di prendere la rincorse e saltare su di lui. Sfortunatamente non avevo calcolato che lui si potesse tranquillamente spostare di lato, così mi ritrovai con una costola mezza rotta e il corpo immerso nell'acqua della vasca.
Ringhiai arrabbiato. Il mio fidanzato rideva mantenendosi la pancia e per poco non cadde per terra.
"Me la paghi stronzo!" Urlai e cogliendolo di sorpresa aprii l'acqua e azionai il getto della doccia, bagnando lui e metà del pavimento lucido.
"Oops." Alzai le mani al cielo come a chiedere scusa. Draco si guardava sconvolto.
"I-i- m-miei me-meravigliosi capelli.." Balbettò. Io cercavo solo di non ridere.
"Credo che ora serva un bagno caldo anche a te." Sorrisi impertinente mettendomi in un angolo della vasca e facendogli segno di entrare.
Ovviamente smise di fare la parte del povero orfanello e velocemente si spogliò raggiungendomi. "Sei in astinenza?" Chiesi prendendolo in giro. Lui alzò per la millesima volta gli occhi al cielo.
"Sì infatti. Io ed il mio fidanzato non ci siamo visti in questi ultimi giorni..." Disse entrando nella vasca e sedendosi proprio davanti a me.
"...vuoi sopperire tu a questa mancanza?" Chiese poi schietto portandosi i capelli indietro con la mano.
"Oh. Certo, con molto piacere. Ma che la cosa rimanga fra noi.. il mio fidanzato sa essere violento a volte." Continuai a reggergli il gioco. Lui alzò il sopracciglio. "Davvero?" Chiese realmente interessato. Io mi sollevai, togliendo il maglioncino che indossavo e buttandolo sul pavimento bagnato e coperto da uno strato di indumenti appartenenti al mio ragazzo, per poi buttarmi su quest'ultimo e baciarlo.
"Oh sì, ma a me piace quando lo diventa."
Non dovetti aspettare molto prima che la frase sortisse il suo effetto. In un attimo infatti mi ritrovai schiacciato sul marmo duro della vasca con la bocca di Draco sulla mia.
"Sei uno stronzo." Risi. Lui sorrise.
"Il tuo stronzo." Ammise il biondo. Io mi sciolsi.
"Sì. Mio."
-Qualche ora dopo-
"Sicuro di aver chiamato tutti?" Chiesi preoccupato mentre trafficavo in cucina con il dolce.
Avevo avuto la furba e felice idea di invitare tutti i miei amici e parenti e di chiedere ad ognuno di loro di portare qualcosa, così da non fare figure di mersa con le mie scadenti doti culinarie.
Avevo deciso però di preparare almeno il dolce e dovevo ammettere che in un'ora ero riuscito a fare qualcosa di veramente carino. Una torta al cioccolato con strati di panna e nutella e fragole, gentilmente offerte dal frigorifero superfornito della mia nuova casa.
Draco era appena spuntato al mio fianco e mise una mano sul mio fianco.
"Sì amore." Mi rispose baciandomi il collo.
"Mi ci potrei abituare." Sussurrai riferendomi alla sua dolcezza.
"Anche io.." Draco continuò a baciarmi il collo.
"Amore.." Lo scimmiottai. Lui continuò a fare quello che stava facendo.
"Sai che non avrai il secondo Round, vero?" Chiesi sorridendo.
Lui finalmente si staccò. "Bhe... io ci ho provato." Sospirò, mi diede un altro bacio, questa volta sulla guancia e si avviò verso il salotto, non prima che io gli tirassi una ciabatta addosso.
"Auch." Gemette toccandosi la testa dolorante.
Io gli feci la linguaccia ed incrociai le braccia in attesa. "Non te la riporterò lì, Harry."
Fu il suo turno di fare la linguaccia. Io non mi arresi. Presi la bacchetta e la agitai.
"Accio pantofola." Brontolai e la rimisi al piede.
"Pigro." Gridò Draco dalle scale.
"Stronzo." Urlai di rimando.
Guardai per l'ultima volta la torta sul piano della cucina e mi avviai anche io nella mia stanza. Una volta al piano di sopra mi accorsi che c'erano ancora delle porta che non avevo aperto. Mi affacciai alla prima, quella davanti alla nostra stanza. L'interno era di un colore celestino e arredata di due letto singoli ed un armadio a muro, la finestra alla fine della stanza era ampia e coperta da una tenda rigorosamente bianca. Andai avanti ed aprii l'altra porta rimanendo senza fiato, era una stanza interamente ricoperta di foto. Ogni parete era un collage di colori e di momenti. Mi avvicinai ad uno dei quattro muri e cominciai a guardare con attenzione. La prima foto che vidi ritraeva Draco, all'eta di cinque o sei anni che correva dietro ad una piccola bambina di circa la stessa età, la foto era in bianco e nero, ma la chioma nero corvino di Genesis era riconoscibile distante anni luce. Sorrisi intenerito e passai alla foto accanto. Ce ne erano così tante che non sapevo dove guardare.
Un ragazzo snello e dai tratti severi se ne stava seduto sullo stesso prato della foto che avevo appena visto. Aveva un sorriso appena accennato, ma anche dalla foto se ne poteva percepire l'intensità, il suo sguardo era fisso verso qualcosa che non rientrava nella prospettiva della foto, ma il vento muoveva le foglie e l'erba intorno a lui.
"Tom..." Nominò Draco.
Io per poco non caddi a terra dalla sorpresa. "Davvero? Questo è Tom Riddle?" Chiesi alternando lo sguardo dalla foto al mio ragazzo, che annuì convinto con un sorriso affettuoso sulle labbra.
"Era proprio un bonazzo." Apprezzai. Draco mi diede un pugno sulla spalla.
"Prima di tutto io sono il tuo fidanzato. Seconda cosa, è come se lui fosse tuo padre." Cercai di non dare peso alla sua veritiera affermazione e alzai le sopracciglia espressivo.
"E quindi? Anche mio padre è un bell'uomo." Mi difesi. Draco rise.
"Sei proprio senza speranza." Mi abbracciò ed io tornai a concentrare la mia attenzione sulle foto.
La maggior parte, mi accorsi, ritraevano me e Draco.
"Eravamo proprio uniti eh?" Feci triste.
"Sì, lo eravamo. Ma lo siamo anche ora." Si affrettò a dire il mio ragazzo. Io annuii.
"Lo so." Lo guardai negli occhi e sorrisi. "E so anche che siamo entrambi follemente innamorati." Gli diedi un bacio sulla bocca.
"E che se non ci andiamo a dare una sistemata i nostri parenti crederanno che non siamo nemmeno capaci di vivere da soli." Continuò il biondo.
"Hai ragione." Dissi mentre lui già si avviava alla porta tenendomi per mano.
"Draco?" Piantai i piedi per terra e lo costrinsi a fermarsi.
Lui mi guardò confuso.
"Come mai questa stanza è vuota?" Chiesi curioso, dato che oltre alle pareti piene non c'era nulla. Lui arrossì.
"Bhe, pensavo che una stanza in più magari un giorno ci sarebbe servita." Si grattò la nuca in imbarazzo. Io sbarrai gli occhi.
"Non ti sembra un po' affrettato e surreale?" Chiesi spaesato. Lui annuì con vigore.
"Lo so. E non deve essere per forza così. Pensavo solo che..." Non riuscì a finire di parlare che io mi fiondai sulle sue labbra.
"Con te al mio fianco affronterei ogni cosa. Anche quella più affrettata e surreale."
Dichiarai con sicurezza.
"Insieme." Suggellò Draco.
"Insieme." Confermai io.
-Fine-
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#Angolino Chan
Ehiii piccole Angurie, questo era l'ultimo capitolo di questa storia *piange e si dispera*, Ovviamente so che a voi non interesserà nulla quindi rimango qui a soffrire in solitudine. Vorrei ringraziare tutti quelli che sono rimasti (un bacione grande grande) e insomma, cosa dire.
Vi amo.
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