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10 CAPITOLO -Le prove del torneo tremaghi-

Finalmente sono tornata con un nuovo ed esaltante capitolooooo! Yeeeeeeee. L'ho scritto un po' velocemente ma spero che si capisca dato che è di vitale importanza. Vi lascio quindi alla lettura e ci vediamo nelle note infondo (altrettanto importanti.)

"Non ce la faccio più!'' Sbottai il giorno dopo finite le lezioni. Buttai la borsa sul prato e mi sedetti sul prato umido e freddo.
Anche se erano soltanto le cinque e mezza di pomeriggio il cielo era scuro e del sole non c'era la minima traccia. Le uniche luci che illuminavano il grande parco che si estendeva nei dintorni di Hogwarts proveniva dalla moltitudine di lanterne poste qua e là in giro per la prateria. Erano state messe per illuminare il percorso sconosciuto alle nostre scuole ospiti, e forse avrebbero dovuto lasciarle anche dopo la loro partenza data la loro utilità. Chiusi gli occhi e respirai a fondo l'aria pungente stringendomi nel mio mantello. Un silenzio di tomba risuonava mortale e confortante attorno a me.
Sarei potuto rimanere lì in eterno.
"Tu devi essere Harry." Una voce limpida e sicura rovinò il mio attimo di pace facendomi spaventare come non mai.
Alzai gli occhi sulla figura che si stagliava scura davanti a me. Era esile e piccola, e visibilmente una ragazza anche se le lanterne non permettevano di mettere a fuoco il suo viso nei particolari.
"Emhhh... si?" Risposi quasi fosse una domanda, la ragazzina rise, una risata cristallina e fresca come la notte che stava per buttare il suo mantello sulle nostre teste.
"Pensavo che Harry Potter fosse un tipo più sicuro di sè." Mi prese in giro sfacciatamente. Sbuffai, ma infondo non aveva torto. "Con chi ho il piacere di intrattenere questa conversazione?" Chiesi allora sicuro e con una punta di orgoglio. La ragazza sconosciuta fece un inchino e sorrise nella luce soffusa. "Britney Genesis Parkinson..." si presentò allungando la mano. Io la strinsi confuso.
"Sì, sono parente di Pansy, precisamente una qualche sua cugina di terzo grado.." Confermò lei i miei dubbi. Avrei voluto guardarla meglio, quando l'unica cosa che si vedeva erano i capelli lunghi fino al fondo schiena rigorosamente neri e lisci. "Posso?" Britney fece cenno al pezzo di terreno accanto a me. Annuii alzando la testa e appoggiandola al tronco dell'albero in modo da poter vedere comodamente verso il cielo.
"Come mai non ti ho mai vista? Sei del primo anno?" Chiesi. Lei sorrise. "Baubatonx, a undici anni mi è arrivata la lettera di ammissione anche per Hogwarts, ma i miei genitori non mi volevano in contatto con questo posto." Disse e la sua voce prese una piega sentimentale. Non risposi.
"Qui però è bello." Interruppe nuovamente il silenzio. Ma non era fastidiosa. Al contrario la sua voce sembrava cullarmi, conoscermi.
"Sa di casa... o meglio. Ci sono persone che mi fanno sentire a casa.." si giustificò in imbarazzo. Risi. "Già. Anche io la penso così." Dissi solo.
Non sapevo il perchè, ma quella ragazzina mi inquietava e mi piaceva allo stesso tempo.
"Ti andrebbe di conoscerci meglio?" Chiese ad un tratto con la voce che tremava. Stavo per ribattere con una affermazione scortese del tipo "sono fidanzato" oppure "vedi che sono gay" ma lei si affrettò a precisare: "Nulla di sentimentale. Mi andrebbe solo di essere tua amica..." Ero sicuro che le sue guance si fossero tinte di rosso, anche se al buio non mi era permesso accertarmene. "È andata." Risposi con un sorrisino. Lei battè le mani entusiasta prima di buttarsi addosso a me in un abbraccio affettuoso. Una brezza calda al sapore di cioccolata e vaniglia mi invase, come se stessi annusando il profumo di casa mia.. poi però mi ricordai che una casa non l'avevo mai avuta, così mi irrigidii come una statua e costrinsi Genesis ad allontanarsi.
"Okay, allora domani ci vediamo dopo pranzo, davanti la sala grande." Borbottò lei ancora su di giri, incurante, o forse proprio non vedente il mio comportamento. "Certo." Mormorai. Lei si alzò agile e si abbassò per donarmi un bacio sulla guancia inebriandomi nuovamente del profumo confortante. "Buonanotte" disse scappando via.
Guardai l'orologio, in realtà erano solo le sei e mezza, avrei dovuto studiare per l'imminente lezione di pozioni, ma l'indomani sarebbe stato venerdì, e per domenica era fissata la prova primaria del torneo. Decisi di rientrare, dato che la luce oramai era nulla e mi posizionai sul lastrone di marmo di una finestra nell'ingresso, qualche metro distante dalla sala grande. Volevo scrivere una lettera a Sirius per chiedergli consiglio e soprattutto aggiornarlo sulle ultime novità, così presi un pezzo di pergamena dalla borsa e lo misi sulle gambe.
Scrissi tutto ciò che mi passava per la testa riguardo gli ultimi mesi. Scrissi del nome nel calice, scrissi delle mie visioni e dei miei momenti di "trans".Man mano che la penna scivolava mi sentivo sempre più leggero mentre nell'aria si diffondevano le voci soffuse di chi si apprestava a partecipare alla cena.
"Maledettissimo San Potter. Sai che ti cerco dalla fine delle lezioni?" La voce di Draco mi arrivò alle orecchie talmente forte che feci giusto in tempo a finire e chiudere la lettera prima di saltare per lo spavento.
"Tu sei pazzo." Sbottai arretrando un po' di più sul vetro freddo dell'imposta.
"Pazzo dici? Io sono morto di preoccupazione mentre tu scorrazzavi spensierato per la scuola..." mi riprese con le braccia incrociate e i piedi perfettamente perpendicolari al suolo. Alzai gli occhi al cielo.
"Draco. Davvero, non ho bisogno di litigare con te. Non adesso e giuro, non con te. -ribadii il concetto- Mi spiace che tu ti sia preoccupato, ma sto bene." Mormorai frustrato alzandomi con cautela e mettendo tutta la mia roba nella tracolla. Il biondo fece un passo indietro sciogliendo la sua posa e guardandomi afflitto. "Nemmeno io voglio litigare, ma non posso non pensare che ogni volta che vai via ci potrebbe essere qualcosa che non ti faccia tornare indietro." La sua voce si incrinò e dovetti fare leva su tutto il mio autocontrollo per non fiondarmi tra le sue braccia e stringerlo forte a me per rassicurarlo. Per fortuna a distrarmi dalle mie voglie arrivò un Ronald Weasley tutto affannato e mi prese per il braccio portandomi nella nicchia più vicina.
"Harry...." annaspò mettendo le mani sulle ginocchia e iniziando a riprendere fiato. Gli misi una mano sulla spalla. "Tutto bene pel di carota?" Chiesi vedendolo turbato, o forse era un illusione data dal suo affanno.
"Hermione.... lei ha... " fece per dire, ma ancora il fiato gli moriva in gola. "Le è successo qualcosa?" Cercai di capire preoccupato. Non si poteva dire che Ronald ed Hermione fossero i miei migliori amici, ma di loro mi importava il minimo indispensabile da farmi interrogare sulla loro situazione di salute. Il rosso scosse violentemente la testa prima di prendere un grande sospiro e riprovare nuovamente a chiarirmi la situazione.
"Lei ha scoperto qualcosa riguardo la prima prova." Mi guardò con una strana luce negli occhi: eccitazione miscelata a preoccupazione. Draco spuntò dietro la mia spalla e sbuffò spazientito.
"Vuoi dirci cosa o continuerai a fare il vago?" Si lamentò lanciandogli uno sguardo di sufficienza. "E tu da dove esci, Furetto?" Fece per tutta risposta il rosso, ricambiando con altrettanto trasporto lo sguardo. Sospirai ansioso.
"Non è il momento di discutere, Dray. Già è difficile così.." esclamai guardandolo affiancarsi a me e mettermi una mano furtiva sulla schiena. Mi calmai all'istante, ma la sensazione durò poco più di un soffio dato che la mano di Draco tornò inerte lungo il fianco.
"Parla..." disse a Ron in modo meno brusco ma pur sempre con astio.
Ronald si guardò intorno circospetto, poi tornò a fissare i suoi occhi nei miei. "Sarebbe meglio andare in un posto più tranquillo. Seguitemi. Herm vi spiegherà tutto in maniera più chiara." Affermò sicuro. Guardai la sala grande già gremita di studenti intenti a prendere posto ai propri tavoli e un languorino allo stomaco mi rese difficile superare il portone per andare su per le scale in una parte del castello nella quale era raro andassi.

POV DRACO

Man mano che salivamo il mormorio dei quadri appesi ai muri ci seguiva più fitto. Era infatti una occasione rara e molto strana quella in cui ci trovavamo. Due serpeverde al seguito di un grifondoro diretti alla sala comune di quest'ultimo. Ron non lo aveva detto, ma era totalmente scontato. Harry si scompigliava i capelli un po'a disagio o un po' in ansia, non sapevo dirlo dato che era qualche passo davanti a me. Incontrammo qualche ragazzo stranito che scendeva verso l'ingresso, ma per fortuna era l'ora di cena e quasi tutti stavano comodamente seduti a mangiare.
La rampa di scale dalla quale ero appena sfuggito stava già andando via, cambiando il percorso prestabilito e tirai un sospiro di sollievo guardando il vuoto sotto di me. Non mi sarei mai abituato a quelle scale. Malfoy Manor era un posto estremamente più calmo e sicuro, dove i problemi veri erano molto più gravi in realtà di qualche scala magica. Sospirai girandomi di scatto senza accorgermi che i miei due compagni si erano fermati, così sbattei il naso proprio sulla schiena di Harry. "Auch." Gemetti indietreggiando, ma nessuno sembrava averci fatto caso. Davanti a noi infatti si ergeva un quadro enorme il cui soggetto era una donna altrettanto enorme che in quel momento ci guardava con astio.
"Credo abbiate sbagliato casa signorini." Disse proprio a me ed Harry muovendo il dito indice in segno di negazione. La guardai contrariato.
"Sono con me." disse invece Ron spazientito. Aveva un tono di voce talmente perentorio da farmi dubitare della sua reale identità.
"Serpe acquatica." Continuò con voce atona e il quadro si aprì lasciando scorgere un passaggio, la signora grassa, borbottando parole senza senso, li fissò fino a che non sparirono all'interno del passaggio.
"Finalmente! Siete qui! Stavo impazzendo. Pensavo non sareste più arrivati. Oh miseriaccia. Non avrete mica discusso? È stato Ronald vero? Gli avevo detto di non esagerare con il suo solito caratteraccio..." Hermione ci travolse in un uragano di domande, risposte, affermazioni e dubbi. Guardai Ronald allarmato come per un riflesso incondizionato. "È normale." Mormorò alzando le spalle con un sorrisino idiota. Okay, il tono perentorio non faceva assolutamente per lui, magari era stato posseduto per una frazione di secondo. In realtà infatti era totalmente perso. Feci un colpo di tosse e attirai l'attenzione della ragazza che fermò il suo sproloquio fissandomi. "Bene, io direi di iniziare a parlare di cose serie. Cosa hai scoperto sulla prima prova?" Chiesi sicuro, ma dentro di me avevo quasi paura che da un momento all'altro mi sarebbe saltata addosso come una scimmia urlatrice.
Hermione sbarrò gli occhi e si lasciò andare su una poltrona prendendosi il viso tra le mani. "Oh mio Dio scusatemi, vi ho fatto venire qui proprio per questo..." si massaggiò le tempie con le dita mentre io alzavo gli occhi al cielo sbuffando ironico. Harry mi diede una gomitata. Mi girai verso di lui e gli buttai un'occhiata omicida, ma lui era troppo concentrato sulla riccia la quale nel frattempo aveva aperto un grosso libro sul tavolo e aveva fatto segno di avvicinarci.
"Vi converrebbe sedervi." Disse. Scambiai uno sguardo eloquente con Harry, sapevamo infatti che non stesse per accadere nulla di buono.
Facemmo comunque quanto ci era stato detto.
"Qualche giorno fa una ragazza mi ha dato questo libro. Mi ha detto che avrei dovuto leggerlo perchè era di vitale importanza..." si fermò per respirare e poi riprese. "... gli ho chiesto dove lo avesse preso e a cosa mi servisse esattamente, ma Lei mi ha detto solo che avrei capito una volta letto..." fissò lo sguardo in quello di Harry e per la prima volta fui geloso, anche se non era il momento o la situazione giusta per esserlo.
"Lei chi?" Chiese il moro con un filo di voce. Sembrava calmo e rilassato, ma il labbro stretto tra i denti lo tradiva in modo plateale. Hermione frenò un brivido. "Non lo so Harry. Non me lo ha detto. Mi ha detto solo di fidarmi." Disse in un lamento per poi ributtarsi con la testa tra le mani.
"Okay. Tralasciando questo importante particolare. Cosa c'è scritto su quel libro?" Chiesi non riuscendo ad aspettare.
" Bhe. È una specie di annuario. Sono registrati i verbali di ogni torneo tremaghi, sin dal primo anno in cui furono immessi nelle scuole di magia..." Hermione sfogliò le pagine del grande tomo e una nuvoletta di polvere aleggiò nell'aria facendomi starnutire.
"Il torneo è stato introdotto circa 700 anni fa e ce n'è stato uno ogni 5 anni fino al 1792 in cui è stato abolito per le troppe uccisioni. In questo frattempo si sono svolti un centinaio di tornei le cui prove sono state sempre diverse. O almeno così ci hanno sempre detto...." spiegò Hermione, con una tale disinvoltura da far sembrare che quella che stesse spiegando fosse la storia della sua vita.
"Cosa intendi dire?" Chiesi confuso dalla sua allusione. Lei mi rivolse un sorrisino inquietante per poi tornare a spiegare. "In realtà leggendo questo libro si può notare che ci sono dieci triplette di prove principali che vanno a ripetersi ogni dieci edizioni. Ciò significa che di prove non ce ne sono mai state di nuove, tranne che per i primi cinquant'anni. Le edizioni successive erano solo repliche dei decenni precedenti, ma con studenti e generazioni differenti."
Sorrise questa volta fiera di aver capito e avuto la possibilità di studiare questo fenomeno. Sbarrai gli occhi. "Ciò significa che sappiamo quali saranno le prove di quest'anno!" Esclamai eccitato senza neppure aspettare una qualche reazione da parte del mio compagno.

#angolino della Channaki
Alloooora. Spero tanto tanto tanto che il capitolo vi sia piaciuto e che mi possiate perdonare per la lunga attesa. Mi odio da sola al solo pensiero. Spero anche di riuscire a portarmi avanti con la scrittura della storia durante le vacanze così da renderle meno noiose ahahhaha scherzo.
Segnalatemi gli errori e provvederò subito a correggerli, magari nella notte, visto che ora devo scappare a studiare chimica.
Se il capitolo vi è piaciuto accendete la stellina e/o commentate, se volete seguirmi ne sono felice e...... ci rivediamo con il prossimo capitolo! Bella a tutti ragazzi! lol
(Imitazioni si Favij a gogo)
Un bacione Xx

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