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+44 9562274130:
Buongiorno Megan
La sera precedente avevo deciso di non rispondere e, naturalmente, avevo passato la notte in bianco a rimuginare.
Solo ora mi rendevo conto di essere scesa a patti con un completo sconosciuto che, per chissà quali assurde ragione, mi aveva offerto un contratto del tutto fuori dall'ordinario. Avevo studiato le sue parole per ore alla ricerca di un dettaglio, anche il più insignificante, alla quale aggrapparmi. Ma non avevo trovato nulla che potesse confermare o smentire la sua pazzia, perché arrivati a questo punto si trattava di questo. Nessun essere umano sano di mente avrebbe proposto un patto del genere ad una tizia che conosceva da cinque minuti. Aveva parlato di un milione di dollari che, dal canto mio, non sapevo nemmeno come fossero fatti. Mi veniva il magone solo a pensarci ma non mi restava molto da fare se non arrivare alla fine e tagliare il traguardo vincitrice. Dopotutto se c'eravamo già incontrati era probabile che in fondo ci conoscessimo già nonostante avesse affermato il contrario. Questa non era una città molto grande quindi con le domande giuste me la sarei cavata in un paio di giorni. O almeno ci speravo.
Eppure avvertivo una sgradevole sensazione scavarmi nel petto. Un campanello d'allarme grande come una casa che non riuscivo e dovevo ignorare. Dovevo restare con gli occhi aperti ed evitare che le cose si complicassero.
Tu:
Buongiorno, emh sconosciuto?
Hai percaso un nome che possa usare per chiamarti?
+44 9562274130:
Sconosciuto mi piace, mi da un'aria così sexy. Ma se vuoi puoi chiamarmi Harold
Harold.
Non conoscevo nessuno con questo nome ma per qualche strana ragione lo trovavo estremamente adatto.
Rude e delicato allo stesso tempo, suonava bene.
Tu:
Okay Harold,
hai anche un cognome?
Harold:
Se te lo dicessi dove sarebbe il divertimento?
Tu:
Allora inizio con
le mie domande
Harold:
Non vedo l'ora
Tu:
1. Perché la scelta è tra te e un milione di dollari? Hai davvero tutti quei soldi?
Ed inviai. Dovevo togliermi questo dubbio e sperare che mi dicesse la verità. Un milione di dollari sarebbe stata una cifra consistente persino per il presidente, quindi se voleva continuassi con questa assurdità, doveva garantirmelo in qualche maniera.
Harold:
Tecnicamente sarebbero due domande ma farò un'eccezione.
I soldi li ho e posso assicurarti che certamente non mi mancano, anzi
Harold:
Il motivo della scelta è abbastanza ovvia. Voglio una compagna al mio fianco che mi ami e accetti semplicemente per quello che sono e non per quello che possiedo. Ho provato in diversi modi a conoscere donne ma, in un modo o nell'altro scoprivano del patrimonio e iniziavano a chiedermi regali costosi o prestiti. Così invece credo sia più semplice farsi conoscere senza essere influenzati dalla vita agiata di cui dispongo
Rilessi quel messaggio almeno tre volte prima di digitare attentamente la risposta.
Tu:
Se sei così ricco come dici, perché hai scelto proprio me?
Harold:
Questa equivale come una domanda Megan. Ho deciso di giocare con te perché osservandoti ho capito quando avessi bisogno di una svolta nella tua vita ordinaria e potrebbe essere divertente per entrambi
Tu:
Cosa ne sai tu di che vita faccio io?
Questo tipo iniziava a darmi sui nervi.
Harold:
So più di quanto tu creda, ho fatto le mie adeguate ricerche.
Fai la tua ultima domanda
Tu:
Va bene... E non riuscissi
a scoprire la tua identità?
Harold:
In quel caso il patto si annullerà ma cercherò di farmi trovare e so che sarai abbastanza intelligente da non farti scappare questa opportunità
Avevo bisogno di distrarmi e riordinare un po' le idee così approfittai di quella mattinata di sole per uscire. Infilai il cellulare nella borsa ed indossai le mie amate converse consumate. L'aria gelida di Novembre entrò a contatto con la mia pelle accaldata provocandomi tanti piccoli brividi ma non me ne curai.
Dovevo assolutamente uscire e pensare ad altro, almeno per un po' prima di impazzire.
Camminai fino in centro ed entrai in una delle caffetterie del luogo ordinando una cioccolata calda. In inverno era la mia bevanda preferita e non mi cibavo praticamente d'altro. Un toccasana per l'anima e il palato.
«Ecco a lei» disse il cameriere porgendomi la tazza fumante accompagnata da panna e dolcetti di pasta frolla.
Ringraziai e mescolai accuratamente la bevanda sperando si raffreddasse in fretta. La caffetteria era piccola e non troppo affolata, tutto intorno aveva delle vetrate che affacciavano sulla strada e dal soffitto pendevano vecchi vinili incastrati a delle lampadine.
Fu il trillo acuto proveniente dalla mia borsa a scuotermi e senza rendermene conto avevo rovesciato metà del contenuto della razza sul tavolo.
Calmati Meg è solo un SMS.
Harold:
Trovami Megan, sono più vicino di quanto pensi
Il mio sguardo saettò allarmato in ogni angolo del locale in cerca di....qualcosa. Era possibile che mi avesse seguita e fosse qui? Sentivo l'angoscia bruciarmi lo stomaco e il battito accelerare ad ogni sguardo che posavo sulle persone presenti.
Poteva essere chiunque.
Tu:
Sei uno stalker? Devo iniziare a preoccuparmi?
Harold:
Mh direi di no ma posso diventarlo se ti fa piacere
Tu:
Come farò a riconoscerti se non so niente del tuo aspetto?
Harold:
Ed è proprio questo il bello, dovrai costruirmi nella tua testa e cercare di avvicinarti il più possibile al mio aspetto reale. Se farai le domande giuste riuscirai a trovarmi più in fretta di quanto pensi e credimi, quando mi vedrai saprai riconoscermi
Sospirai poggiandomi allo schienale della seggiola imoagliata e mi concentrai sulle sue parole: dovrai costruirmi nella tua testa.
Era alto? Basso? Capelli chiari o scuri? Atletico o pigro? Non sapevo nulla di lui apparte il suo nome, un piccolissimo dettaglio tra mille che comunque, lo rendeva quantomeno più reale.
Dovevo raggiungere quel milione di dollari ad ogni costo e avrei passato notti intere a fare ricerche se questo sarebbe servito a farmi avvicinare anche solo di un millimetro alla mia meta. Perché era questa l'unica cosa che volevo, prendere i soldi e chiuderla. Sapevo che il suo scopo fosse differente ma come lui stesso aveva ammesso era difficile trovare qualcuno che potesse amarlo realmente e, sicuramente, io non avrei fatto eccezione grazie a questa stupida farsa.
Harold:
Ho delle cose da sbrigare, ci sentiamo presto Meg
Harold:
Posso chiamarti Meg vero?
Tu:
Se proprio non puoi farne a meno...Harry
Tu:
Posso chiamarti Harry, vero?
Passai praticamente di nuovo la notte insonne a pensare alle parole dello sconos- volevo dire Harold e niente sembrava avere un senso logico. Potevo fidarmi di lui? E se a giochi fatti si fosse tirato indietro nel darmi il denaro? Cosa avrei potuto e dovuto fare a quel punto?
Sbuffai frustrata gettandomi sotto la doccia bollente dove per un attimo riuscii a calmarmi. Ero stanchissima e se non volevo ritrovarmi più coinvolta di quanto già non fossi, dovevo prenderla più alla leggera altrimenti ne avrei solamente fatto una malattia.
Mi gettai sotto il piumone e poco dopo sprofondai in un sonno tormentato dove un uomo in completo elegante mi tendeva la mano.
SPAZIO AUTRICE
Holaaa! Che ne pensate di questo secolo capitolo? Sono molto curiosa di leggere i vostri commenti. Spero che fino ad ora la storia vi piaccia e che non sia noiosa; questo capitolo è stato leggermente più corto dell'altro appunto perché non volevo appesantire troppo la storia dall'inizio. Commentate e votate mi raccomando!
Alla prossima ❤
Ig: redkhloewattpad/ _saradevincentiis
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