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Nome e cognome: Sienna Payne
E-mail: [email protected]
Password: *********
“Vuoi confermare questo nuovo account?”
Cliccai su approva e dopo aver inserito la foto di una ragazza a caso girata di spalle, mi misi alla ricerca del suo profilo.
Lo trovai dopo pochi secondi ed ispezionai per bene ogni foto, link e post presente. Esattamente come la volta precedente non vi trovai niente di rilevante tranne che per una foto di qualche anno prima che lo ritraeva insieme al mio capo.
Non ne rimasi particolarmente sorpresa, anche perché a giudicare avrebbero dovuto avere la stessa età. Il sr. Styles era una persona abbastanza influente ed era normale che conoscesse molte persone, tra cui appunto anche Niall. Osservai ancora la foto finché non spuntò il commento di un profilo denominato Edward Styles che scherniva l'amico per la sua faccia da pesce lesso.
Iniziai ad ispezionare anche quest'ultimo e scoprii essere molto simile al profilo di Harold Styles. Post simili, foto simili ed informazioni simili. Tutto corrispondeva alla perfezione ma un dubbio continuava a logorarmi.
Per quale ragione era impossesso di due account simili ed entrambi attivi?
Mi interrogai per ore ma, ogni volta, non riuscivo a trovare una spiegazione plausibile. Forse era solamente un tipo molto attivo oppure preferiva mantenere un profilo basso con i colleghi di lavoro. Una specie di vetrina che non infangasse la sua immagine anche nella vita privata. Tra gli amici di Edward trovai diversi dipendenti dell'azienda e non mi meravigliai che tutti loro mettessero mi piace come fossero cagnolini. Tutti pronti a leccargli il sedere anziché mantenere un briciolo di dignità.
Cercai nuovamente il secondo profilo di Edward ma, stranamente non riuscii a trovarlo. Provai persino a riavviare la pagina ma non cambiò nulla. Ancora una volta mi trovavo di fronte un fatto che aveva dell'incredibile e non tanto perché non trovai il profilo ma, bensì, perché era impossibile mi avesse bloccata visto che stavo utilizzando un account falso. Non sapevo più cosa pensare o come agire. Se l'avessi raccontato a qualcuno, probabilmente, non mi avrebbe creduto nessuno.
Sbuffai e tornai nuovamente sul profilo di Niall, appuntai alcune informazioni utili e spensi il computer.
***
La mattina seguente mi alzai di buon'ora nonostante avessi la giornata libera. Avevo una spedizione da compiere e niente e nessuno me l'avrebbe impedito. Ero intenzionata ad andare infodo alla questione e avrei fatto tutto ciò che era in mio potere pur di arrivare ad una conclusione.
Indossai un jeans al volo, una felpa rossa pesante e mi infilai di corsa in macchina. Ero consapevole del mio aspetto discutibile ma, dopotutto, sarebbe stato meglio non dare nell'occhio. Quindi lo stile da barbona insonne era più che azzeccato.
Dopo circa quarantacinque minuti di viaggio parcheggiai nel primo posto libero ed osservai l'imponente struttura architettonica, anch'essa vetrata, della Company H.E. Styles di Birmingham. Si, ero arrivata fino a qui perché avevo la necessità di venirne a capo e se internet me lo impediva niente, invece, ci sarebbe riuscito di persona.
Entrai nell'immensa, sfarzoso ed identica hall dell'azienda. Chiesi del biondo e attesi in silenzio. Nonostante fossi abituata a quell'ambiente non riuscivo a non sentirmi a disagio. Soprattutto oggi che non ero nella mia forma più smagliante.
«Ha un appuntamento?» domandò la la giovane donna dietro la scrivania principale.
«
Veramente no, sono un'amica di Niall e non credo gli dispiacerà» dissi tirando fuori il sorriso più falso e sfacciato del mio repertorio. Sapevo che per gli appuntamenti ci volevano mesi e sapevo anche che senza uno di essi era praticamente impossibile accedere ai piani superi.
«Chiamo e chiedo conferma, il suo nominativo prego»
Merda.
«In verità vorrei fargli una sorpresa, sa sono appena tornata in città e quindi...» lasciai la frase in sospeso cercando di essere convincente.
«Mi dispiace ma non posso farla salire senza un appuntamento o un nominativo» ripetè risoluta incrociando le mani sotto al mento.
«Non volevo arrivare a tanto ma... sarò costretta a chiamare Edward e dirgli di rivedere il suo tanto qualificato personale di Birmingham» la provocai mettendole di fronte il contatto numerico del suddetto con tanto di foto annessa.
Le sue iridi si dilatarono leggermente
ed inziò a biasciare una seria di scuse poco credibili ma non mi interessavano. La rassicurai sul fatto che non l'avrei chiamato sul serio e dopo avermi indicato il suo ufficio, sparii dentro i bagni del personale.
Percorsi due rampe di scale e quando fui di fronte la sua porta entrai senza ripensamenti. Orami era tardi per tornare indietro e dovevo tenere ben a mente la ragione che mi aveva spinta a compiere questo gesto folle. Non dovevo tentennare o sarebbe stato un disastro.
Quando il biondo mi notò notai nel suo sguardo quanto fosse sorpreso di trovarmi lì. La sua mascella era arrivata praticamente a terra e, nonostante fosse fasciato da un completo d'alta sartoria, era comunque stravaccato sulla poltrona peggio di uno scaricatore di porto.
«Ma che cazz... Che ci fai tu qui? E come hai fatto a t-trovarmi?» balbettò grattandosi la nuca e facendo il giro della scrivania per venirmi incontro.
Bingo.
«È questo il trattamento che riservi a chi blocchi su Facebook? » ironizzai poggiandomi contro lo schienale di un divanetto.
Sospirò scompigliandosi i capelli ed allentando di poco il nodo alla cravatta.
«Mi dispiace di averlo fatto m-ma come avrai intuito sono stato costretto... Sapeva quanto fossi intelligente e non ci ha messo molto a capire che la tua prossima mossa sarebbe stata trovarmi, ed infatti eccoti qui» confessò desolato ma con una punta d'orgoglio quando mi indicò.
Sapevo di non potergli dargli torto, avevo già pensato alla possibilità che fosse stato costretto dal suo migliore amico ed infatti la cosa non mi turbò.
Ero qui per un'altra ragione.
Buttai fuori tutta l'aria che avevo nei polmoni ed annuii.
«Ho bisogno del tuo aiuto»
«Lo sospettavo ma ehi, come diavolo hai fatto a raggirare Patricia? Quella donna è peggio di un chiquaqua con le mestruazioni» gracchiò divertito imitando il tremolio involontario dell'animale.
Scoppiammo entrambi a ridere e sperai in cuor mio che avrebbe deciso di schierarsi dalla mia parte.
«Beh mi sono giocata la carta del “non farmi chiamare il capo” e non ha obbiettato» spiegai.
«Intelligente, bella e divertente... se non fossi sotto l'occhio vigile del mio amico a quest'ora ti avrei già sposata» ammise afferrandomi una mano e baciandola in un goffo inchino.
Scossi la testa e sorrisi dinanzi al suo gesto inopportuno ma estremamente da lui. Questo ragazzo non conosceva pudore ma era amico di due persone che stimavo ed apprezzavo quindi oltre a fare il giullare, probabilmente, doveva possedere anche un gran cervello.
«Ormai sei qui e so che non riuscirò a toglierti di mezzo quindi...» sospirò «sono a tutto orecchie»
«La questione è molto semplice. Harold ha smesso di rispondere ai miei SMS e l'ultima cosa che mi ha scritto fu qualcosa del tipo “dente per dente” e quelle stronzate lì. Devi aiutarmi a capire che diavolo sta succedendo» quasi lo implorai quando mi di fronte a lui. Eravamo a poco più di un metro di distanza ma potevo scorgere tutte le emozioni del momento attraversargli il volto.
«L'altra sera sono uscita a cena con il sr. Styles e lu-»
«Wait wait wait! Sei uscita con Edward?» mi bloccò quasi urlando.
«Siamo andati a cena ma non è questo il punto Niall»
Si strofinò la mano sulla fronte e scosse la testa.
«Harold ti aveva esplicitamente chiesto di non uscire con nessuno e, in particolare, con lui...quindi mi chiedo, per quale ragione l'hai fatto?»
«I-io...se non l'avessi fatto avrei perso il posto e non potevo permetterlo. Sono stata costretta e anche se non è una motivazione valida io...» blaterai cercando di reprimere la vergogna che, in questo momento, mi stava colorando le guance. Dall'esterno poteva sembrare un gesto innocente ma sapevo quanto in realtà fosse squallido aver accettato il suo invito. Mi sentivo uno schifo.
«Bastardo figlio di puttanata» sussurrò tra sé e sé accartocciando dei fogli ormai inutilizzabili.
«Senti avresti dovuto dirglielo, lui crede che tu sia veramente interessato a lui ed ai suoi soldi» mi spiegò con un velo di incertezza nella voce.
«Hai ragione...è solo che non volevo ferirlo inutilmente. Passata quella cena non avrei avuto più nessun tipo di contatto con Edward se non lavorativo ed invece è andato tutto storto» sprofondai nella seduta imbottita del divano e buttai la testa all'indietro. Ero stata una vera idiota e ora ne stavo scontento le conseguenze nonostante avessi agito con buone intenzioni.
Rimase in silenzio per alcuni minuti picchiettando un dito, con fare nervoso, contro il legno della scrivania.
«Se sai qualcosa che mi sfugge devi dirmelo, basta giocare» dissi.
«Per favore» lo pregai incrociando le mani in segno di pietà e sporgendo il labbro inferiore.
Sospirò rumorosamente guardandosi intorno come se avesse timore che qualcuno potesse sentirci. Avvicinò il busto nella mia direzione e quando fu abbastanza vicino, sussurrò.
«Tta Harold ed Edward non scorre buon sangue ed è per questo che continuava a metterti in guardia. Non voleva cadessi nella sua trappola anche tu» ammise guardandomi serio negli occhi.
«È perché?» chiesi. Ero ad un passo dal collegare un altro tassello di questo enorme puzzle e speravo di poterci finalmente capire qualcosa.
«Non farmelo dire, non spetta a me par-»
Lo interruppi con un gesto della mano e senza rendermene conto mi ritrovai in piedi ad inveirgli contro.
«È della mia fottuta vita che stiamo parlando Niall, vi state prendono gioco dell'esitenza di un essere umano e questa cosa è scorretta. Mi avete trascinata in questa merda e ora tu mi aiuterai a venirne fuori, intesi?» l'aggredii gesticolando e sputando tutto d'un fiato quello che, per troppo tempo, ero stata costretta a tenere per me.
Mi scrutò indeciso per alcuni secondi e alla fine, si abbandonò contro lo schienale facendo un giro sulla sedia girevole. Probabilmente sapeva avessi ragione infondo, non era così stupido da negare l'evidenza davanti al fatto compiuto. Nonostante fosse suo amico doveva ammettere, almeno a se stesso, quanto tutto ciò fosse terribilmente disonesto.
«Eh va bene bambolina, sei così sexy quando ti arrabbi e non potrei dirti di no» continuò «conta pure su di me» ammiccò facendo ondeggiare il sopracciglio e beccandosi una pacca dietro la nuca.
«Ma che ho detto?» si massaggiò dolorante la parte colpita e senza rendermene conto mi ritrovai a sorridergli grata.
SPAZIO AUTRICE
Hello!
Vi aspettavate che avrebbe creato un fake per trovare Niall? Evidentemente questo storia la tocca più di quanto voglia ammettere a sé stessa. Mi raccomando come sempre commentate e votate.
Alla prossima ❤
Ig: redkhloewattpad/ _saradevincentiis
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