Capitolo 1. Rose
1.
Tutto questo è solo una stupida perdita di tempo.
Alzo la testa verso il soffitto e sbuffo mentre l'odore del fuoco mi infastidisce i sensi. Appoggio un gomito allo schienale della sedia e tiro su le gambe sul bracciolo di ferro, sento il metallo tirarmi la carne e la ferita che ho su un polpaccio, mi fa male ma non mi da troppo fastidio, mi piace questo dolore, mi distrae.
Giro il capo per guardare la stanza - i muri grigi, la parete di vetro alla mia destra, la porta alla sinistra, i pochi quadri che sono presenti - e accertarmi di essere sola prima di alzarmi con un balzo e avvicinarmi alla scrivania, zoppico leggermente mentre una fitta di dolore si allarga dalla gamba destra fino all'anca, la ignoro. Fisso la porta di fronte al tavolo mentre aggiro lui e la sedia d'ufficio, abbasso lo sguardo con cautela sulle varie carte sul ripiano di legno scuro.
Missione 97 88.
Missione 23 90.
Missione 31 03.
Sposto dei fascicoli memorizzando in che posizione erano messi. Osservo i titoli e ne apro alcuni, i fogli ruvidi che scorrono sui miei polpastrelli mentre li sfoglio alla ricerca di qualcosa. Niente, non c'è niente di nuovo - come ho già detto, una stupida perdita di tempo.
Torno al mio posto velocemente quando sento in lontananza dei passi avvicinarsi alla porta - mugolo di dolore e mi appoggio alla scrivania per respirare, mi pulsa il polpaccio e la coscia, il dolore che scorre sulla mia pelle come forti fitte, sopporto e mi siedo. Il proprietario dell'ufficio la apre circa due minuti dopo, due minuti e dodici secondi precisamente, li conto battendo l'indice sul bracciolo, un metodo che uso anche per allontanare la sofferenza della ferita e i pensieri, per tornare la Rose che gli altri conoscono. Sorrido a zio Harry e mi alzo dalla sedia per avvicinarmi a lui, mi osserva mentre faccio una smorfia di dolore, recitata alla perfezione, e mi allungo per dargli un bacio sulla guancia.
Il moro accenna ad un sorriso e mi accarezza la testa, non dice nulla sulla mia ferita. "Accomodati tesoro, scusa il ritardo." E si va a sedere dietro la scrivania. Torno al mio posto, metto i piedi sul piccolo tavolino tra le poltrone e il tavolo d'ufficio e lo guardo mentre sistema i fascicoli che ho toccato con ordine, senza nessun sospetto.
"Nessun problema zio, sono arrivata da poco." dico con un tono dolce, gli faccio un bel sorriso. "A cosa devo la mia chiamata?"
"Lo sai." afferma. I suoi occhi si scuriscono e abbassa leggermente il capo, poi lo rialza e mi fissa, serio. "Cosa devo fare con te?" Il suo tono è rimproveratorio ma gentile.
Non tolgo il sorriso dalla mia faccia. Alzo le spalle. "Non so di che stai parlando" dico dolcemente, il mio tono come miele.
"Mi ha contattato il sergente, mi ha detto dell'ultima rissa" Zio Harry se n'è andato per lasciare il posto all'auror pluridecorato Potter.
Alzo gli occhi al cielo e non mi faccio intimorire da quegli occhi verdi. Mi rilasso meglio sullo schienale e giocherello con le unghie sul bracciolo della sedia, genera un rumore deciso e fastidioso, ma Harry non dice nulla. "Non è stata una vera e propria rissa" faccio una smorfia. "È caduto a terra dopo sole due mosse" Non è una rissa se ti fai battere in tre secondi. "E ha cominciato lui, sai che mi ha aperto una gamba con un incantesimo?" Chiedo fingendomi innocente. Non l'ho guarita, volevo che vedesse il dolore nel mio viso e avevo bisogno di questo, di un dolore persistente per distrarmi.
Lui non risponde. Apre un cassetto e tira fuori un plico di fogli, lo appoggia sulla scrivania e si sistema gli occhiali sul naso, mentre comincia a leggere. "Dieci aggressioni nelle ultime due settimane"
"Non è colpa mia, cominciano sempre loro" dico. Zio mi ignora ma io non mi offendo, sono tranquilla.
"Hai disobbedito innumerevoli volte, nei quattro mesi in cui sei stata in quella squadra" Non mi guarda mentre fa scorrere gli occhi sui fogli.
"È durata quattro mesi, è un traguardo" aggiungo divertita. Ce ne mettono due, in media, per cacciarmi.
"Insubordinazione e disubbidienza" Dice alzando le iridi verdi su di me. Mette giù i fogli.
Io gli faccio un bel sorriso mentre aspetto la punizione. "Cambierò squadra, se è quello che vuoi" Dico tranquilla. Tanto è sempre così.
Qualcuno bussa alla porta qualche secondo dopo, giro il collo mentre quella si apre e un uomo biondo entra. Lo guardo curiosa, conosco quegli occhi e quella postura, premo la punta della lingua sui denti mentre faccio un sorriso sorpreso.
"Vieni Scorpius, accomodati" Dice Harry. Alzo le sopracciglia mentre osservo il ragazzo ignorarmi e sedersi sulla sedia accanto alla mia, non mi guarda neanche, è rigido e serio. Ignora anche i miei piedi sul tavolino di fronte a noi ma vedo, dalla linea dritta della sua bocca, quanto disapprovi.
Scorpius Malfoy. Voglio ridere.
"Signore" Malfoy abbassa il capo in segno di saluto. "Cosa posso fare per lei?" La sua voce è più roca di quello che ricordavo, mi fa rabbrividire di sorpresa mentre lo fisso, è un uomo, e io che ricordavo un ragazzino innamorato.
"Ricorderai Rose" mi indica e il biondo, finalmente, mi guarda, i suoi occhi grigi ostentano controllo e mi fanno trattenere un ghigno crudele - faccio il mio miglior sorriso ammiccante. Lui rimane gelido anche di fronte alla mia espressione seducente, la cosa mi diverte un sacco.
"Sono sicura che si ricordi di me, eh Scorp?" Chiedo divertita mentre lo vedo irrigidirsi e distogliere lo sguardo. Controllato, un controllo che dentro non ha.
Si ricorda di me, è impossibile non farlo, lo conosco da quando avevo cinque anni e ne abbiamo passati sette in stretto contatto. Oh, quel ragazzino, era innamorato di me, spezzargli il cuore mi aveva fatto sentire così potente, cinque anni fa, è stato divertente.
"Si, signore" dice Malfoy con gli occhi bassi. È cambiato così tanto dall'ultima volta che l'ho visto, l'ultimo giorno di Hogwarts, quando avevamo diciassette anni, ora... ne abbiamo ventidue e si vede bene, su di lui. I capelli biondi in testa sono molto piu corti di come li portava a scuola, sono ordinati e tenuti all'indietro, alcune ciocche però gli sfuggono e gli cadono lungo le tempie e sulla fronte. La divisa nera gli sta molto bene, gli fascia i muscoli cresciuti con l'allenamento, il petto ampio e le spalle larghe. Da piccolo era magro e alto, ora è un cazzo di Dio, amo gli uomini muscolosi e amo, ancora di piu, quando tentano di ignorarmi in questo modo, quando è chiaro come il sole quanto ancora lo attiri. Sono sicura che sente perfettamente i miei occhi addosso, dalla rigidità della sua postura, ma io non mi imbarazzo, continuo a fissarlo.
Sorrido divertita, non so perchè è qui ma è certo che sono felice di averlo davanti.
Lo voglio mio. Di nuovo.
"Stai addestrando una squadra di cadetti, corretto?" Chiede mio zio. Mi acciglio e sposto gli occhi su Harry. Il biondo fa un cenno leggero con il capo, se è confuso non lo fa vedere. "Voglio che aggiungi un posto, per Rose" Scorpius alza la testa di scatto e fissa l'uomo di fronte a noi sorpreso, una piccola emozione su quel viso gelido.
Non mostro sorpresa, non mostro la confusione che mi annebbia leggermente la mente, rinchiudo le mie emozioni e mostro solo calma, quando parlo, anche se dentro sto scandigliando ogni più piccola possibilità. "Io sono già addestrata" gli ricordo.
Non posso. Non posso finire in una squadra di cadetti. Non riuscirei a... Scuoto la testa leggermente per scacciare il pensiero e mi assicuro che le mie barriere mentali siano solide. Lo sono.
"I cadetti non si addestrano solo fisicamente. Hai creato molti guai ultimamente e nessuna squadra ti vuole Rose, ho bisogno che impari l'obbedienza, non posso giustificarti per sempre" Harry si passa una mano su una guancia e mi guarda, stanco.
"Mi rifiuto di farmi trattare come una ragazzina. Sono addestrata, mandami in un'altra squadra" dico seria, mostro un po' della rabbia che mi attanaglia, giusto per fargli vedere che non mi farò comandare. La ferita sulla gamba comincia a darmi più fastidio, sono brava a controllare il dolore ma ora mi sfugge di mano.
Zio non perde la compostezza, ma i suoi occhi si addolciscono. "Sei addestrata fisicamente. Non sai prendere ordini, non sai obbedire" la gentilezza che usa nel parlarmi mi fa sentire come una bambina e mi fa solo arrabbiare ancora di più.
"Non sono un cane" ribatto mettendo i piedi a terra con forza, ignoro la fitta alla gamba. Le mie scarpe toccano il pavimento lucido velocemente e con la coda dell'occhio vedo Scorpius abbassare una mano verso la bacchetta legata alla coscia. Lo ignoro anche se processo tutte le informazioni che riesco a cogliere di lui. Ci sono diversi pugnali sulle cinte che ha sulle gambe e sulle braccia, e mi guarda con attenzione, come se anche lui stesse processando le mie informazioni. Non mi conosce abbastanza, non mi vede da anni, ma mi ritiene una minaccia, non avrebbe mai portato una mano alla bacchetta se non lo pensasse, e questo mi farebbe compiacere, se non fossi ancora concentrata su Harry Potter.
"Non sai controllare il tuo carattere" afferma il moro tranquillo. Per lui non sono una minaccia, non ha paura di me. "Sei un auror Rose, e hai alle spalle due anni di servizio, ti ho sempre giustificata, perché sei brava, ma non posso più farlo"
"Scordati che mi allenerò con qualche diciassettenne solo perché avete problemi con il fatto che non mi faccio mettere i piedi in testa" sono seria, seria e arrabbiata.
"Tu non solo non ti fai mettere i piedi in testa, ma li metti agli altri Rose. Crei caos in squadre perfettamente bilanciate, squadre di uomini e donne forti e bravi. Ho accettato questa cosa per qualche anno, ma devi imparare ad obbedire. Sei un soldato, non un capo"
Stringo i denti e i pugni. "No" dico, tremendamente seria. "Non andrò insieme a dei cadetti"
"Allora andrai a processo per aggressione aggravata, insubordinazione e indisciplina" È ancora più serio di me. Lo fisso aggrottando le sopracciglia, confusa. Cosa? "È un accordo che ho preso con il sergente Zalier" dice, il tono più dolce. "Tu ti fai allenare, torni come l'auror migliore di tutti, e lui non ti mette a processo. Sai che le regole auror sono rigide, verresti allontanata" Ecco perchè insiste, ecco perchè c'è Scorpius qui, un testimone.
Stringo i pugni. "Papà dove è?" Chiedo quasi sibilando.
Non posso, non posso perdere questi contatti e rimanere rinchiusa insieme a dei ragazzini. Non posso.
"Non c'è, non può intercedere a tuo favore" Harry è serio. "Neanche Hermione potrà dire nulla. È una cosa tra me, te e il sergente Zalier"
Mi impegno per non mostrare tutta la mia rabbia. "Quanto tempo?" Chiedo.
"Quanto tempo addestrerai i ragazzi, Auror Malfoy?" Chiede Harry guardando il biondo.
Scorpius è rigido e freddo, al mio fianco, e la cosa mi agita ancora di più. "Altri quattro mesi per l'addestramento base" dice, il tono piatto. La sua voce è roca e graffiante e odio il modo in cui riesce a controllarsi. Lo guardo a lungo, il profilo delicato ma deciso, da uomo, è più virile di quello che ricordavo, e lo voglio ancora, ma al momento sono troppo incazzata per pensare di sedurlo. Comunque lui non mi guarda, rivolge tutta la sua attenzione a Harry Potter e non lo fa perché è il capo, lo fa perché non riesce a guardarmi, lo distraggo, lo attiro e lo faccio ricordare di Hogwarts. Farei un sorriso compiaciuto se non fossi arrabbiata.
"Quattro mesi..." Stringo i pugni e fisso mio zio. "Non posso stare lontana dai miei casi per quattro mesi"
"Sono stati già reindirizzati verso altri auror" dice zio tranquillo. "Non dovrai preoccupartene"
Mi cade il mondo addosso. L'impegno che metto per non mostrare il colpo che mi ha inferto questa notizia mi fa male, malissimo.
"E..." Devo chiederlo. "Il caso sui ribelli? Sai che togliermelo mi costa molto"
Il cuore mi martella nella cassa toracica e non riesco a controllarlo, la paura che me lo stringe è una paura che non provavo da anni, perchè so, so che non posso perdere quel caso.
"Ti concentrerai sull'addestramento, sull'obbedienza" Harry mi sorride dolcemente. "Non ti darò nessun caso"
"Posso lavorarci e allenarmi" dico piano, evitando a me stessa di mostrare troppo le emozioni che mi martellano nel cuore.
"No tesoro" È gentile ma io sento solo la rabbia e la paura dentro di me. Non posso, non posso farmi togliere quel caso. "Scorpius sarà il tuo capitano. Dovrai obbedirgli come se ne valesse della tua stessa vita, qualsiasi cosa ti chieda di fare"
Ora devo calmarmi, fare finta che vada tutto bene, e poi vedere cosa fare. Non posso farli insospettire, non posso permettermi di farli incazzare. Quindi mi calmo, rilasso il mio cuore e faccio un sorriso provocatorio, torno a mettere i piedi sul tavolino. Mi sporgo leggermente verso il biondo e lo guardo divertita. "Tutto quello che mi chiederà di fare?" Chiedo, il tono malizioso non passa inosservato né a zio Harry né all'uomo che sto guardando.
Scorpius Malfoy si irrigidisce, senza guardarmi, e mantiene la posizione fredda, ma le sue guance si colorano leggermente di rosso mentre la malizia nelle mie parole lo raggiunge. È così deliziosamente carino che per un attimo riesco a concentrarmi solo su di lui.
"Bene" Harry si alza, ignorando volutamente la mia domanda, il biondo si tira su velocemente, seguendolo. Sospiro e mi metto in piedi pigramente. "Rose, aspetta fuori, devo scambiare alcune parole con Scorpius. Poi lui ti porterà all'ufficio G per darti tutte le informazioni"
Annuisco tranquillamente e mi sporgo sulla scrivania per scoccare un bacio su una guancia di mio zio. Poi mi raddrizzo e guardo il biondo, tenta in ogni modo di non guardarmi, di non farsi condizionare dalla mia presenza, è patetico e carino insieme, mi avvicino a lui e appoggio una mano su una sua spalla, il suo odore mi colpisce i sensi, è fresco, come bergamotto e qualcosa di fruttato, arancia, forse, o mandarino, sento anche della lavanda, odora di estate. Si irrigidisce e mi fa quasi ridere. "È stato un piacere vedere il tuo bel viso Scorpius" Articolo bene ogni singola parola, il suo nome più di tutte, mentre parlo piano, abbastanza perché lui mi senta ma non perché zio possa cogliere le parole.
Il biondo è così rigido e controllato che se non avessi visto un nervo del collo pulsare e le mani stringersi a pugni avrei pensato che il mio tono provocatorio non avesse sortito nessun effetto su di lui. Gli dò una pacca sulla spalla, facendo una risata di scherno, ed esco.
Appena metto un piede fuori perdo ogni arroganza e malizia. Mi passo le mani sul viso e mi appoggio con la schiena al muro di fianco alla porta, quando la chiudo.
Devo trovare una soluzione.
Uhhh, ch'è successo Rose?
Dato che questo è il capitolo iniziale, lascia volutamente diverse domande, a cui si risponderà più avanti. In generale ci sono delle cose che non nascondo, quindi con un po' di intuito potete capirle da come agisce Rose.
E Scorpius? Cosa pensate di lui? E di lei? E di questa bella situazione?
Ditemi cosa pensate.
Posterò di nuovo venerdì, se tutto va bene.
Baci
H
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