twenty-four
— Hobi hyung! — gridò Jimin entrando di corsa nel suo appartamento - almeno, il maggiore aveva pensato di lasciargli la porta aperta -, — Hyung, dove sei? — Jimin continuò a chiamarlo mentre girava di stanza in stanza fino a quando non aprì la porta della camera del maggiore e se lo trovò di faccia.
— Hoseok-ah! Che ci fai qui? — esclamò Jimin, sperando che la scena a cui aveva assistito sotto passasse in secondo piano. Ma nemmeno questa volta la fortuna era dalla sua parte, infatti il maggiore sollevò un sopracciglio e sbuffò.
— Che cos'era quello, Jimin? — chiese con tono freddo e chiamandolo, di nuovo, col suo nome per intero.
— Hyung, posso spiegarti... —, balbettò il minore, sentendo il rossore invadergli il collo ed il volto, — È solo che Yoongi hyung è sempre così- —
— Risparmiati i dettagli, per favore. — sbottò Hoseok guardando altrove prima di riportare lo sguardo sul più piccolo e lasciare uscire delle parole che Jimin sperò non pensasse per davvero, — Non sapevo potessi arrivare tanto in basso. —
Detto ciò spinse Jimin dal letto, allontanandolo dalla porta e richiudendola, barricandosi nella sua camera, che era rimasta vuota per settimane.
Dopo essersi ripreso dal suo stato di shock iniziale - ed aver sentito letteralmente il suo cuore lacerarsi -, Jimin iniziò sbattere le sue piccole mani sulla porta della camera. — Hoseok hyung, so che non intendevi dire quello! Però, ti prego, ascoltami- —
— Jimin, vai via. —
— Hyung, sul serio. Voglio sapere come stai! Perché sei tornato proprio a quest'ora? È successo qualcosa? — tentò di nuovo Jimin, in fondo era davvero preoccupato e non riusciva a capire perché il suo coinquilino stesse reagendo in quel modo. Essendo il ragazzino ingenuo e dolce che era, non riusciva a capire cosa avesse fatto per infastidire così tanto Hoseok.
— Ho detto va' via! — disse l'altro, questa volta un po' più forte.
Jimin provò a spingere la porta, chiusa a chiave, nella speranza di ottenere cosa? Buttarla giù? Forse non era l'opzione migliore.
— Hyung... — disse l'ultima volta, ma quando ricevette ancora silenzio in risposta, lasciò scivolare la mano dalla maniglia e, trascinando i piedi, si diresse in camera sua.
Senza nemmeno preoccuparsi di mangiare o cambiarsi, o anche spostare le coperte, si lasciò cadere di schiena sul letto, avvicinandosi poi al cuscino. La stanza era immersa nel buio, dato che non si era preoccupato di accendere la luce, e l'unico bagliore arrivava da un lampione a qualche metro dalla sua finestra e che riusciva a filtrare attraverso la serranda.
Jimin aveva gli occhi aperti e fissava il soffitto, come se stesse aspettando che da un memento all'altro la risposta ai suoi problemi apparisse scritta proprio lì. Passarono minuti e tutto ciò che voleva era addormentarsi così da dimenticarsi per un po' dell'accaduto con Hoseok e nella speranza di continuare a sognare dei momenti con Yoongi.
Solo in quell'istante si ricordò di stare ancora indossando la maglietta del suo hyung ed arrossì involontariamente. Si voltò su un fianco e si accoccolò ad un cuscino, inspirando il profumo del suo hyung di cui la maglietta era impregnata.
Era sicuro di potersi finalmente addormentare, quando sentì una vibrazione e si maledì mentalmente per essersi dimenticato di togliere il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Lo prese con lentezza, assonnato, e lo sbloccò, rimanendo abbagliato dalla luminosità eccessiva.
Quando la sistemò al minimo, notò i messaggi che gli erano arrivati. Uno di essi risaliva a qualche ora prima ed era di Hoseok, che lo avvisava che sarebbe tornato a casa. Jimin sentì una stretta al cuore. Se solo avesse controllato prima i messaggi...
Scuotendo la testa per scacciare i pensieri, passò ad un messaggio più recente che, sorprendentemente, era da parte di Yoongi. Gli augurava la buonanotte.
Jimin sorrise istintivamente, sentendosi arrossire per l'ennesima volta a causa del suo hyung dai capelli verdi. Aveva sognato di questo momento così tante volte e finalmente era arrivato. Digitò velocemente una risposta, ricambiando l'augurio con una emoji sorridente... Pensava fosse ancora presto per mettere un cuore.
Senza aspettare ulteriore risposta, mise da parte il cellulare e chiuse gli occhi, addormentandosi con un sorriso che non riusciva a scacciare e con addosso il profumo del suo hyung.
———
La mattina successiva, a svegliarlo fu un tonfo non tanto distante dalla sua camera, che lo fece grugnire e rigirarsi nel letto, prima di sentire un'altro tonfo, questa volta ancora più vicino.
— Porca miseria... — borbottò stropicciandosi gli occhi e realizzando che era stato il suo cellulare a cadere dal posto fra le coperte in cui l'aveva lasciato la sera precedente.
Allungò un braccio e tastò con le dita sul pavimento freddo cercando il cellulare e afferrandolo. Lo accese e si rigirò sulla schiena così da stare più comodo mentre controllava se avesse ricevuto altri messaggi. Mentre apriva un messaggio ricevuto da Yoongi, ricordi del giorno prima passato con lui invasero la sua mente, facendolo accaldare e sentire il suo cuore tamburellare nel petto.
Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro per calmarsi. Non illuderti, Jimin, intimò a se stesso prima di riaprire gli occhi e leggere il primo messaggio.
Yoongi hyung:
biscotti al cioccolato o frappé alla fragola?
oggi vai a lavoro tardi, non è vero?
spero tu sia già sveglio così da farti trovare pronto alle dieci
ah dimenticavo, passo io a prenderti.
Jimin sorrise istintivamente a quei messaggi, sentendosi come una liceale con la sua prima cotta. Stava per rispondere immediatamente di sì al suo hyung quando un pensiero coscienzioso lo bloccò: quel giorno avrebbe decisamente dovuto parlare con Hoseok hyung, e sapeva che se fosse uscito con Yoongi per colazione, beh, non sarebbe stato facile ritornare a casa poco dopo.
Si mordicchiò l'interno della guancia mentre constatava quale opzione scegliere. Infine, bloccò il cellulare senza rispondere a Yoongi e si alzò dal letto, passandosi una mano fra i capelli per cercare di domarli almeno un po'. Si diresse in cucina, venendo subito investito da un odore piuttosto invitante.
— Hoseok hyung? — chiese con tono incerto, fissando la schiena del suo coinquilino intento a preparare qualcosa ai fornelli. Quest'ultimo si voltò e sorrise a Jimin, ogni traccia del malumore della sera prima sembrava essere sparita.
— Buongiorno, Jimin. — disse brevemente, prima di riportare la sua attenzione alla padella. Jimin corrugò le sopracciglia e cercò di capire se fosse tutto uno scherzo: dov'era finito l'Hoseok infastidito e freddo della sera precedente?
Decise per ora di stare zitto e si sedette a tavola, giocherellando con le dita sul tavolo mentre aspettava che Hoseok finisse. Per fortuna non ci mise molto, e quando lo vide sistemare dei pancake su dei piatti, il cuore di Jimin si fece ancora più piccolo.
Non aveva più dato una risposta a Yoongi per fare colazione insieme, non stava provando ancora a chiarire con Hoseok, e adesso stava per fare una colazione che non fosse con Yoongi.
— Ecco a te. — disse Hoseok tranquillamente, spingendo un piatto verso Jimin. Prese poi dal frigo un barattolo di sciroppo alla fragola e lo posò sul tavolo, sapendo che fosse il preferito del minore.
Nonostante Jimin avesse letteralmente l'acquolina in bocca, non toccò immediatamente il cibo, preferendo prima parlare con il suo coinquilino.
— Hyung... Che sta succedendo? — chiese con voce incerta. L'altro smise di masticare, con la bocca ancora piena, e alzò lo sguardo su di lui.
— Mh? — inghiottì e si pulì la bocca.
— Ieri sera ci siamo urlati contro e adesso mi prepari la colazione? Non so te, ma io sono un po' confuso. — ammise, giocherellando con le sue dita sotto il tavolo.
— Già, hai ragione. Beh, volevo solo scusarmi per ieri sera. Non so cosa mi sia preso, sul serio, non avrei dovuto perdere le staffe per nulla. In fondo, puoi uscire con chi vuoi. È solo che il modo in cui quel ragazzo ti ha preso e ti ha sbattuto contro la portiera mi ha disturbato. Sembrava violento. —
Jimin non poté che trattenere una risata a quelle parole, scatenando un'occhiataccia da parte del maggiore, — Che hai da ridere? —
— Niente, è solo che -, un'altra risata, — Yoongi può essere tutto tranne che violento. —
— Come vuoi, non mi convince molto. Non ti ricordi come si comportava? O l'hai già dimenticato dopo i suoi baci così focosi? — sbottò con una finta risata il maggiore.
— Scusami? — Jimin cercò di stare calmo, ma l'atteggiamento di Hoseok stava iniziando a fargli perdere le staffe.
— Ripeto: quello non mi convince. Dovresti stare attento, piuttosto che metterti con il primo che incontri senza nemmeno conoscerlo. —
Ciò che più ferì Jimin fu che Hoseok sembrasse così convinto di ciò che stesse dicendo. Come se lo stesse paragonando senza problemi ad una sgualdrina che si concedeva al primo che passava.
Jimin chiamò a sé tutte le sue forze per non lanciare il piatto di pancake in testa ad Hoseok e respirò a fondo prima di parlare, — Innanzitutto, quello ha un nome, ossia Yoongi. E inoltre, sei tu a non conoscere come si è sviluppata la nostra storia. Sei stato tu a scomparire per settimane e ad andartene di casa. Sei stato tu a comportarti in modo strano e a rifiutare ogni mio tentativo di aiuto. Quindi adesso non venire qui a farmi la predica, perché non sei mio padre! —
A questo punto, Jimin era in piedi difronte al maggiore, rosso in volto, le braccia stese lungo i fianchi e le mani strette a pugni. Anche Hoseok si sollevò, dimostrando di essere una decina di centimetri più alto.
— Non scaricare la colpa su di me. Mio padre sta male ed ho tutto il diritto di passare il mio tempo con lui. Piuttosto, tu, da quando esci con Yoongi, hai perso interesse per tutti gli altri. Non mi stupirei se Namjoon mi dicesse che non gli parli più. — disse con rabbia, che scemò alla fine della frase trasformandosi in ironia.
Jimin roteò gli occhi e sbuffò, — Se sei frustrato per qualche strano motivo e hai deciso di fare lo stronzo con me per sfogarti, beh, mi dispiace ma non te lo permetterò. — sbottò il minore, andando verso la soglia della cucina, — Volevo rifiutare l'invito di Yoongi per stare con quello che credevo fosse il mio migliore amico nonostante tutto ma vedo che l'impegno non è reciproco. —
Detto ciò, se ne tornò in camera sua a scegliere dei vestiti e correre a farsi la doccia, per farsi trovare pronto da Yoongi - sempre se quest'ultimo fosse stato ancora disposto ad uscire con lui.
Hoseok, dal canto suo, sfogò la sua rabbia concentrandola in un pugno ben assestato sul tavolo di legno a cui sedeva. Le cose non erano andate come previsto, ma davvero non sopportava di vedere Jimin con quel tizio, non capiva cosa ci vedesse di speciale. Sembrava solamente un playboy intenzionato ad ottenere da lui solo una cosa... E Hoseok non avrebbe mai voluto che qualcuno giocasse con i sentimenti del suo Jiminie. Però non avrebbe nemmeno voluto ferirlo lui stesso, ma era stato ciò che era finito per fare e se ne era già pentito.
n/a
scusate se non sono attiva come prima, ma in questo periodo sono super occupata fra danza ed esame di inglese (che avrò domani). per fortuna la scuola è finita oggi ed ho un peso in meno.
dopo questa sfilza di informazioni inutili, mi dilegua sperando che vi sia piaciuto il capitolo
annyeong
-mic
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