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twenty-eight

Tutto ciò che voleva Jimin quella sera, dopo una tale giornata sfiancante sia mentalmente che fisicamente, era tornare a casa e buttarsi a peso morto sul letto per lasciarsi cadere in un sonno profondo fino a mezzogiorno del giorno successivo.

Mentre percorreva la strada fuori dal casinò, sentiva già la morbidezza del suo materasso sotto le sue membra; il profumo del detersivo impregnato nelle lenzuola; il calore delle coperte-

Il suo treno di fantasie su quanto fosse bello dormire, si interruppe quando vide una macchina a lui familiare parcheggiata non lontano dal casinò. E conosceva davvero bene quella macchina: era la vettura di Min Yoongi. Nonostante non sapesse effettivamente se il suo hyung fosse lì per lui, iniziò a camminare verso di essa, muovendosi come se fossero i suoi piedi a comandare e non il suo cervello - che aveva ormai perso la definizione di razionale.

Quando fu abbastanza vicino all'auto, vide il finestrino dal lato del guidatore abbassarsi per metà, lasciando scoperto il volto della persona che aveva tanto voluto vedere.

- Hyung? -

- Jiminie. -

- Che ci fai qui? - chiese con curiosità, mentre una speranza proveniente dal suo cuore cercava di infiltrarsi nella sua mente, come un serpente che striscia affabilmente fra i rami ed i cespugli di un bosco.

- Sono venuto a prenderti. - rispose il maggiore con aria scontata, come se fosse la cosa più normale del mondo. A quelle parole così spontanee, il cuore di Jimin non poté che perdere un battito, a causa del suo lato romantico che trovava quel gesto estremamente dolce e premuroso.

- Oh... - le sue guance si imporporarono, mentre un timido sorriso si faceva spazio sul suo volto, - Grazie, non dovevi. -

- Avevo voglia di vederti. - Yoongi gli rivolse un sorrisetto che la diceva lunga prima di fare un cenno col capo, indicandogli di raggiungerlo sull'auto. E così fece, perdendosi poi in chiacchiere con il suo hyung, parlando delle più futili cose semplicemente perché ormai si sentivano a proprio agio l'uno con l'altro e sapevano che avrebbero potuto parlare di tutto.

- Ecco perché credo che usare quello shampoo sia meglio. È conveniente e lascia i capelli lisci come seta. - stava spiegando Jimin, mentre entravano nell'appartamento di Yoongi.

- Vuol dire che lo proverò e vedrò se hai ragione. - lo prese in giro il maggiore, voltandosi verso di lui e strizzandogli l'occhio prima di far girare la chiave nella toppa della porta, richiudendola alle loro spalle. Si tolsero entrambi le loro scarpe, riponendole nel mobiletto adibito all'ingresso, e precedettero poi verso la cucina.

- Hai fame? - chiese Yoongi, tirando un volantino di un ristorante di sushi da sotto una pila di giornali e pubblicità.

- Potrei mangiare un'intera mucca. - sbottò Jimin senza riuscire a trattenersi, facendo scoppiare a ridere Yoongi. Era raro che il verde ridesse così di gusto ma Jimin non poteva che apprezzare quella vista, cercando di imprimere nella propria mente il modo in cui gli occhietti di Yoongi si chiudessero mentre rideva o di come le sue labbra sottili prendessero una piega particolare mostrando i suoi piccoli denti e, di volta in volta, le gengive.

- Va bene, va bene. Basta che non mangi anche me. - ribatté Yoongi affievolendo la risata e tirando fuori il cellulare per comporre il numero del ristorante. - Ti va bene sushi d'asporto, no? - chiese sollevando lo sguardo sul minore.

Jimin annuì e si appoggiò con il fondoschiena al tavolo, osservando mentre il suo hyung parlava spigliatamente al telefono, ordinando piatti che a Jimin sarebbero andati più che bene dato che finalmente, quella sera, aveva un po' di fame rispetto alle altre volte.

- Arriveranno tra mezz'oretta. - annunciò Yoongi, chiudendo la chiamata, poi ripose il volantino al suo posto e raggiunse Jimin, non riuscendo a fermare il sorriso che si aprì sul suo volto solo a vedere il più piccolo così bello e sereno in casa sua. Si avvicinò a lui, posandogli le mani sui fianchi, e gli lasciò un veloce e delicato bacio sulle labbra, che spezzò il fiato ad entrambi per quanto sapesse d'amore.

Dopodiché, fece scivolare una sua mano in quella di Jimin ed intrecciò le loro dita, guidando il grigio verso il divano nel salotto. Pochi minuti dopo si ritrovarono entrambi sul divano, un plaid a coprire i loro corpi abbracciati. Yoongi era disteso sul divano, le gambe leggermente divaricate posizionate lungo di esso; fra di esse si era steso Jimin, posando il capo sul petto del maggiore il quale, automaticamente, aveva portato una delle sue mani fra i soffici capelli dell'altro, accarezzandolo.

Avevano fatto partire un film alla TV, ma nessuno dei due sembrava essere interessato, troppo concentrati sui loro pensieri, e sul battito dei loro cuori che non sembrava volerne sapere di rallentare ad un ritmo più umano e salutare.

Prima che Jimin potesse aprire bocca ed esprime il suo parere su quanto quel film fosse noioso, il campanello suonò ed entrambi sbuffarono, restii ad abbandonare quella posizione così confortevole. Dopo un bacio-richiesta da parte di Yoongi ed un ulteriore suono alla porta, il minore si alzò controvoglia trascinandosi fino alla porta con i soldi in mano raccolti dal tavolino davanti al divano.

Aprì la porta trovandosi davanti il fattorino - con una faccia piuttosto infastidita dalla breve attesa - con in mano il loro cibo. Lo prese, pagò e salutò in fretta, correndo di nuovo dal suo hyung per infilarsi sotto il plaid accoccolato a lui.

Jimin davvero non riusciva a comprendere come fosse potuto arrivare a questo punto con Yoongi. Sembrava tutto così assurdo. Inizialmente Min Yoongi era stato solo l'affascinante cliente dall'aria misteriosa che che ci aveva provato con lui più volte al casinò. Ma poi, pian piano, giorno dopo giorno, bacio dopo bacio, si era trasformato in qualcosa di più. Era diventato un confidente, una persona cara, qualcuno senza il quale Jimin non riusciva più ad immaginare la sua vita.

Nonostante questo cambio repentino avesse richiesto molto tempo - così come era giusto che fosse - Jimin avrebbe fatto tutto daccapo se, alla fine, fosse arrivato comunque a condividere questo momento così intimo con Yoongi.

Perché Yoongi non era più solamente un ragazzo affascinante che ci aveva provato con lui. Ormai Jimin lo sapeva bene, e anche se non l'avesse ancora ammesso del tutto a se stesso, in cuor suo sapeva fosse così: Min Yoongi era il suo primo amore.

Non sapeva ancora se fosse ricambiato, se lo sarebbe mai stato o se la loro relazione sarebbe diventata qualcosa di concreto. Non sapeva nulla di tutto ciò. Ma per ora gli andava bene così. A poco a poco. In ogni caso era sicuro che non avrebbe mai dimenticato il suo hyung dagli occhi dal taglio felino e dal sorriso gengivale tanto adorabile.

- Jiminie, - lo richiamò il maggiore con una leggera gomitata sul braccio, la bocca ancora piena di ramen, - Ci sei? Questa puntata l'hai già vista o possiamo guardarla insieme? -

Jimin batté le palpebre, accorgendosi di essersi perso nei suoi pensieri per l'ennesima volta, e rassicurò il suo hyung con una risposta positiva ed un sorriso sincero, - Questa va benissimo. Non vedo l'ora di sapere cosa succederà fra Jane e Rafael! -

Ebbene sì, stavano guardando proprio una serie TV tanto scontata quanto divertente come Jane the Virgin che, dal canto suo, Yoongi non avrebbe mai immaginato di guardare, ma con Jimin accanto era tutto diverso. Avrebbe continuato a guardarla solo per vedere ogni volta quanto fosse appassionato il viso dell'altro ragazzo mentre seguivano una nuova puntata. Adorava come Jimin scoppiasse a ridere per ogni minima battuta, illuminando lo spazio intorno a sé di una luce così intensa che quasi accecava il cuore di Yoongi. Adorava come le sue labbra si piegassero in una smorfia triste ogni volta che ad un personaggio succedesse qualcosa di brutto. Adorava semplicemente avere al suo fianco quella piccola pallina felice dai capelli argentati, dagli occhi grandi ed un sorriso così tremendamente dolce che ogni volta che lo vedeva, Yoongi sentiva come se un centinaio di elefanti stessero attraversando il suo stomaco. Aveva una vaga idea che gli pizzicava il fondo della mente su cosa potessero significare quelle sensazioni, ma non voleva correre, non voleva affrettare le cose. Sapeva solo che tutto ciò che gli bastava era avere Park Jimin al suo fianco.

Non impiegarono molto a finire di mangiare e, quando terminarono, troppo pigri per raggiungere la cucina, lasciarono tutto sul basso tavolino in vetro e legno davanti a loro, risistemandosi nella loro posizione sul divano.

La serie TV nel frattempo procedeva, le puntate scorrevano una dopo l'altra, e l'aria si scaldava, in televisione, mentre due personaggi si baciavano appassionatamente, e anche nella realtà, soprattutto quando Yoongi mosse il capo, poggiando le labbra sulla fronte di Jimin e facendole scivolare fino alla mascella, all'angolo delle labbra e al collo. Jimin chiuse gli occhi, godendosi quella sensazione che gli mandava brividi lungo la schiena, accentuati a causa dell'altra mano di Yoongi che si insinuò sotto il suo maglioncino, accarezzando la pelle del fianco e dell'addome.

La bocca di Yoongi continuava il suo percorso sul collo del minore, lasciando di tanto in tanto dei baci più umidi, fin quando non si fermò in un punto sotto l'orecchio iniziando a mordere e succhiare, sapendo che avrebbe fatto impazzire Jimin. E così fu. Il più piccolo dovette prendersi il labbro inferiore fra i denti per non emettere alcun suono, ricorrendo a tutte le sue forze per resistere a quella piccola tortura che Yoongi gli stava riservando quella sera.

Non avevano mai avuto dei momenti loro veramente intimi. Tutto si era limitato a qualche sessione di baci che si era scaldata un po' troppo, ma niente di più. Entrambi si erano sempre fermati, in un silenzioso accordo a non procedere. Come se entrambi volessero aspettare qualcosa per cui valesse la pena continuare.

Dopo aver torturato abbastanza il collo del minore - Jimin era certo di avere ormai una notevole macchia viola che si sarebbe occupato di dover coprire nei giorni successivi -, Yoongi si fermò vicino le sue labbra, facendo sì che i loro respiri si fondessero. Nel frattempo la sua mano continuava a vagare per la pelle calda del grigio, il cui respiro era sempre irregolare e le cui labbra fremevano alla poca distanza che le separava da quelle del suo hyung, vogliose di scontrarsi ed assaporarsi.

Cosciente dei propri desideri e di quelli di Jimin, Yoongi finalmente posò le sua labbra fini su quelle carnose del minore in un bacio che di gentile aveva ben poco. Forse stavano riversando in esso tutta la passione che avevano trattenuto per le settimane precedenti fino a quel momento, dimostrandola fra denti che si scontravano e lingue che si incontravano in un tango sensuale ballato su una musica fatta di respiri irregolari ed ansimi.

La situazione sembrò prendere una piega tutta sua. In un colpo secco, Yoongi afferrò Jimin per i fianchi e ribaltò la loro posizione, finendo così a cavalcioni sul minore, con le ginocchia ai lati della sua vita. Si chinò su di lui facendo incontrare nuovamente le loro labbra e posò le mani sul suo petto, mentre l'altro le portò sulla nuca del verde. Il maggiore si abbassò con il corpo, facendolo venire a contatto con quello di Jimin che ansimò contro la sua bocca. Interruppero il bacio solo quando il maglioncino di Jimin dovette passare per la sua testa per essere tolto prima di finire da qualche parte sul pavimento.

Yoongi si tuffò nuovamente sulle labbra dell'altro, godendosi questa volta, sotto le proprie mani, il calore della pelle di Jimin a contatto con la propria. Nonostante la luce fosse poca e venisse solamente dalla TV ancora accesa, Yoongi riusciva a vedere come il petto del minore fosse leggermente rosso, a contrasto con la sua pelle solitamente bronzea.

Anche questa volta fu Yoongi ad interrompere il bacio per portare le sue labbra proprio sul petto di Jimin, il quale invece arpionò le sue dita ai capelli del maggiore, tirandoli un po' più forte ogni volta che un nuovo succhiotto venisse a formarsi sulla sua pelle.

Preso dal momento, non appena Yoongi si rialzò pronto a riattaccarlo in altri baci, Jimin portò le mani tremanti sul petto dell'altro, faticando per sganciare i bottoni della sua camicia così da mostrare finalmente quella pelle diafana che tanto amava. Aveva appena finito di sbottonare l'ultimo, posando le mani sull'addome di Yoongi, quando quest'ultimo portò le sue mani su quelle di Jimin, fermandolo.

Si sollevò, mettendosi seduto sui polpacci e su parte delle gambe stese di Jimin, che lo guardava con le labbra socchiuse e lucide ed uno sguardo tra il confuso e lo spaventato, spaventato di aver fatto qualcosa di sbagliato nei confronti del maggiore.

Per fortuna, Yoongi riuscì a captare i pensieri di Jimin e lo rassicurò immediatamente, con un veloce bacio sulle labbra ed un tenero sorriso. Jimin corrugò la fronte, continuando a non capire, ma rilassandosi sotto quel tocco così delicato, in contrasto a quelli che avevano condiviso prima.

- È meglio, - Yoongi si schiarì la voce diventata roca per l'eccitazione del momento, - È meglio che tu vada a dormire. È tardi e domani devi andare a provare. -

Jimin annuì lievemente, passandosi la lingua sulle labbra mentre il maggiore gli liberava le mani dalla sua presa e si scostava per scendere dal divano. - Ti presto dei vestiti per dormire. -

Mentre scompariva in una qualche altra stanza della casa, Jimin rimase sul divano, ormai seduto con la schiena nuda contro la spalliera, le labbra dischiuse e lo sguardo perso, mentre la sua mente attraversava i più svariati scenari che potessero spiegargli perché il suo hyung si fosse fermato così all'improvviso in un momento che parlava chiaramente per sé.

Fu proprio la voce del maggiore a destarlo e a farlo alzare dal divano. - Te li ho lasciati sul mio letto, cambiati pure e puoi restare lì a dormire. Io dormirò qui sul divano. - diede una leggera pacca sulla spalla al minore, prima di porgergli la sua maglietta che era inspiegabilmente finita dall'altra parte del divano soli pochi minuti prima.

In assoluto silenzio, timoroso di poter dire qualcosa di sbagliato - seppur Yoongi non sembrasse affatto arrabbiato -, Jimin si diresse verso il bagno per darsi una rinfrescata e poi, verso la camera di Yoongi. Si cambiò velocemente nei pantaloni di tuta grigia e nella maglietta nera che gli aveva lasciato il maggiore e si infilò sotto le coperte nel letto matrimoniale, dalla parte opposta alla porta, vicino la finestra.

Rimase con lo sguardo sul soffitto scuro, fin quando il rumore della porta che si apriva gli fece spostare lo sguardo. Era Yoongi che, dopo aver fatto una bella e risanante doccia rigorosamente fredda, era venuto a controllare come stesse il suo ospite.

- Stai dormendo? - chiese a bassa voce, per paura che in caso avesse potuto svegliarlo.

Jimin constatò se dire la verità o fingere di dormire, ma vedendo che comunque il suo hyung sembrava ancora così premuroso, optò per la prima opzione, - No. -

Yoongi entrò allora del tutto nella stanza, fermandosi al bordo del letto e sedendosi su di esso, facendo abbassare il materasso sotto il suo peso. - Stai bene qui? - chiese con un tono ricco di interesse nei confronti del minore, che mugugnò in risposta.

- Okay. Se hai bisogno di qualcosa, sono nel divano. - fece per alzarsi ma uno spostamento di coperte e la voce di Jimin lo fecero fermare.

- Non andare. Resta qui. - parlò piano Jimin, ormai completamente voltato sul fianco verso il più grande, il quale, preso alla sprovvista da quella richiesta, rimase fermo in mezzo alla stanza come un emerito idiota per un po' troppo tempo. - Ti prego. - aggiunse il grigio con una voce così fresca e delicata come una melodia rilassante, che Yoongi non poté rifiutare.

- Va bene. Spengo le luci e vengo. - uscì velocemente dalla stanza, facendo ciò che aveva detto, e poco dopo tornò da Jimin, scostò le coperte e si distese sul materasso, per poi ricoprirsi. Non era da lui comportarsi così, ma il suo corpo era tremendamente teso come una corda e rigido come un pezzo di ghiaccio. Era come se avere al suo fianco Jimin in quel contesto lo rendesse tremendamente nervoso. Perché essere nel letto, uno accanto all'altro, senza fare niente, aveva un significato più profondo che condividere un letto per un atto di pura passione. E Yoongi sentiva tutto il peso di quelle riflessioni gravare sul suo petto, quasi a mozzargli il respiro.

Solo quando sentì nuovamente le coperte muoversi ed un improvviso calore su di sé, riuscì a calmarsi un po' e a riprendere a respirare normalmente. Jimin si era avvicinato a lui, abbracciandolo di lato e posando la testa sulla sua spalla. Yoongi esitò un attimo ma poi si lasciò andare, ricambiando a sua volta la stretta con un braccio attorno alla vita del minore.

- Buonanotte, Yoongi Hyung. - mormorò Jimin, sistemandosi meglio contro di lui.

- 'Notte, Jiminie. - Yoongi sentì solo un profondo sospiro di Jimin - che gli ricordò quanti in realtà ne avesse fatti durante quella giornata - prima che il suo respiro si regolarizzasse e cadesse in un sonno profondo, di gran lunga il migliore degli ultimi tempi.

Dal canto suo, Yoongi rimase sveglio per un po', rimuginando sui suoi pensieri e sulle sue intenzioni - cosa che aveva fatto abbastanza spesso ultimamente. Una cosa era ormai certa, anche per il suo cervello: di lasciar andare Jimin non ne aveva affatto voglia. Ma restare così non aveva neppure molto senso. Quindi cos'altro gli restava se non diventare qualcosa di concreto?

In fondo, doveva ormai accettare che si stesse pian piano innamorando di quel piccolo mochi che sembrava tanto innocente ma che nascondeva un fuoco interno che riusciva a scaldare entrambi. Ed ora che le cose erano state messe in chiaro, l'ultima cosa che gli restava veramente da fare era chiedergli di essere suo. Suo davvero.

E aveva anche una buona idea di quando lo avrebbe fatto.

n/a
credo che questo sia il mio capitolo preferito in assoluto.

inoltre, scusate se non ho aggiornato ieri ma ultimamente sto attraverso una sorta di blocco dello scrittore e... diciamo che non shippo più yoonmin come una volta quindi è un po' più difficile scrivere. in ogni caso, mi impegnerò per portare a termine questa storia quindi spero resterete con me♡

annyeong,

-mic

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