twenty-nine
Il tepore mattutino portato dai raggi del sole che superavano le tapparelle, fu la prima sensazione che percepì Jimin non appena aprì gli occhi. Sbatté le palpebre più volte e si passò la lingua fra le labbra secche dal sonno. Automaticamente fece per portarsi una mano al viso, ma ciò gli venne impedito da un peso che lo bloccava. Solo in quel momento realizzò dove fosse ed i ricordi del giorno precedente si riversarono nella sua mente come un fiume in piena. Un rossore improvviso si diffuse sulle sue guance paffute mentre un sorriso involontario si aprì fra di esse.
Rinunciò a sollevare una mano - considerando che, in qualche modo, fosse sotto il corpo di Yoongi - e si voltò verso il maggiore, riuscendo almeno a liberare l'altro braccio incastrato in quello di Yoongi. Gli posò la mano sulla schiena, accarezzandola dolcemente, arrivando fino alla nuca e all'attaccatura dei suoi capelli verdi, in cui iniziava a intravedersi la ricrescita nera alla radice.
Rimase per qualche minuto ad osservarlo. Ad ammirare ogni suo singolo particolare. Si concentrò su quel naso dalla forma arrotondata che sembrava così delicato in confronto al taglio netto della sua mascella, eppure nel suo insieme il volto di Yoongi era così bello, così semplice ma intrigante che rappresentava una vera e propria trappola, e Jimin ci era caduto in pieno.
Non poté trattenere un sorriso intenerito quando Yoongi lasciò uscire uno sbuffò dalle labbra semiaperte e si inumidì le labbra, per poi portarsi una mano alla guancia grattandola in modo adorabile. Poco dopo sollevò le palpebre mostrando inizialmente uno sguardo perso che, non appena mise a fuoco, si trasformò in uno allegro, accompagnato da un piccolo sorriso e da un insolito accenno di rossore sulle sue guance pallide.
— Buongiorno, Jiminie. — salutò con voce roca per il sonno, chiudendo per qualche secondo gli occhi felini per poi riaprirli e puntarli in quelli del minore, che ricambiò il saluto.
— Ciao, hyung. — in un impeto di improvviso coraggio, Jimin si sporse in avanti e lasciò un bacio sullo zigomo del maggiore, scostandosi poi per trovarsi a poca distanza dal suo volto.
— Dormito bene? — chiese il maggiore, mentre iniziava a muoversi sotto le coperte - liberando innanzitutto il braccio di Jimin, il quale fece un sospiro di sollievo.
Mai dormito meglio. — Sí, bene. Tu? — gli sorrise amabilmente, facendo scomparire gli occhi in due mezzelune.
La migliore dormita di sempre. — Pure io. — ricambiò il sorriso, prima di avvolgere le braccia attorno al corpo del minore e tirarlo sul suo petto, facendogli posare il capo nell'incavo del suo collo.
Jimin aveva ripensato a come avevano interrotto le cose ieri sera ma aveva cercato di non darci troppo peso e che forse il suo hyung l'aveva fatto per il suo bene, per il bene della loro relazione. Forse era stato meglio così. Aveva deciso di continuare a pensarla così, sarebbe stato più semplice andare avanti. Ed in fondo, sapeva che fosse stata la cosa giusta da fare. Avevano ancora tanta strada davanti a loro. Ci sarebbe stato il tempo anche per quello.
— Tutto bene, piccolo? — chiese Yoongi, accorgendosi del minore perso fra i suoi pensieri, e portò una mano sulla sua guancia per accarezzarla dolcemente, passando il pollice sullo zigomo, sulla sua mascella pronunciata e sul suo labbro inferiore carnoso e soffice che impediva spesso a Yoongi di fare pensieri casti.
— Sí, hyung. — Jimin non poté che arrossire a quell'appellativo, non ancora abituato a sentirlo uscire dalle labbra del maggiore. Si strinse di più al suo hyung ed inspirò il
suo profumo, prima di parlare. — Che vuoi fare oggi? —
— Pensavo che potessimo fare colazione insieme, ovviamente, e poi magari andavi a parlare con Hoseok hyung, — spiegò, accarezzando con una mano i capelli del più piccolo, — sai, voglio che facciate pace così potrete festeggiare quando ti ammetteranno nell'accademia. — disse e si sporse a lasciargli un bacio fra i capelli scompigliati.
— Hai ragione, hyung. Sarebbe fantastico poter festeggiare tutti insieme. Dovrei dirlo a Jungkook che inviterebbe Taehyung, che è anche amico di Hoseok. — Jimin si sollevò un attimo processando il tutto — Sei un genio, Yoongi hyung. —
— Duh, non era ovvio? — Yoongi alzò le sopracciglia con una finta aria altezzosa, ricevendo un buffetto sulla guancia dal minore. — E comunque, l'altro giorno pensavo che dovrei farti conoscere il mio amico Seokjin, quello del casinò. Ormai siamo praticamente sempre insieme e non so... Fai parte della mia vita quotidiana. —
Jimin si prese il labbro inferiore fra i denti a quelle parole, assaporando la dolcezza del loro suono e lasciando che un rossore improvviso ma ben giustificato si diffondesse sulle sue guance. — Smettila, hyung. —
— Dico solo la verità, Jiminie. So che non ne abbiamo mai realmente parlato ma ci tengo a te. — Yoongi accompagnò le parole con un gesto della mano che, dalla chioma argentea del minore si spostò a una delle sue mani, giocherellando con le dita prima di farle intrecciare alle proprie.
— Anch'io tengo a te, hyung. E spero tu sappia quanto io ti sia grato per tutto quello che stai facendo per me. — ribatté Jimin, ricambiando la stretta della mano che il suo hyung gli stava offrendo.
— Ed io spero che tu sappia quanto sono fiero di te e dei traguardi che stai raggiungendo. So che non mi deluderai. — il verde si chinò a lasciare nuovamente un bacio al minore, questa volta sulla sua fronte. Scese poi sullo zigomo ed infine sulle labbra, lasciando che l'altro lo approfondisse, intrecciando entrambe le loro mani. Jimin si spostò, sistemando le sue gambe ai lati della vita del maggiore e portando le loro mani intrecciate sul materasso accanto a loro, prima di abbassarsi su di lui, approfondendo il bacio.
Yoongi liberò una delle sue mani dalla presa di Jimin e la portò alla base della sua schiena, facendola scorrere sotto la sua maglietta, mentre il minore passava la propria lingua sul labbro inferiore del verde, invitandolo a schiudere le labbra. Il bacio venne approfondito immediatamente, portando così entrambi i ragazzi a gemere l'uno contro la bocca dell'altro. Il minore spinse il suo corpo contro quello del suo hyung, sentendo l'eccitazione crescere in lui per la seconda volta dalla sera prima. Ma, esattamente come la prima volta, Yoongi portò entrambe le proprie mani sul viso di Jimin e lo allontanò da sé, le loro labbra che si separarono con uno schiocco lasciando una striscia di saliva ad unirle.
Yoongi riprese un attimo il fiato dopo il lungo bacio mozzafiato, e parlò, la bocca nuovamente vicina alla pelle profumata del minore, — Hoseok hyung ti aspetta. Vai e parlagli. —
Jimin alzò gli occhi al cielo, trovando quelle parole un incentivo abbastanza forte per staccarsi dal suo hyung - dopo un ultimo veloce bacio a fior di labbra - e alzarsi dal letto, rotolando fra le coperte. Senza nemmeno preoccuparsi di chiedere al suo hyung, aprì un'anta dell'enorme armadio che si trovava davanti e si chinò, frugando fra l'ammasso di indumenti per la maggior parte neri, in cerca di qualcosa da poter indossare. Fu proprio quando trovò una felpa blu scuro niente male ed un paio di pantaloni neri di tuta, che sentì due braccia avvolgersi attorno alla sua vita e la sua schiena combaciare con il petto di Yoongi.
— Hyung... — si lamentò Jimin, reprimendo un sorriso. — Smettila o non riuscirò ad andarmene. — Il maggiore mugugnò in risposta e lasciò qualche bacio umido sul collo dell'altro, prima di lasciarlo finalmente andare.
I due ragazzi riuscirono a prepararsi - seppur le loro azioni furono spesso interrotte da qualche bacio rubato - e andarono a fare colazione al bar più vicino che ci fosse, dato che Jimin non era proprio in vena di perdere altro tempo. In breve, si ritrovarono nella macchina del suo hyung, fra le strade di Seoul ed infine, davanti la casa di Jimin ed Hoseok.
Jimin era più che sicuro che in quel momento avrebbe trovato il suo hyung a casa, dato che il martedì non aveva lezione all'università e, per quanto si ricordasse, ad Hoseok piaceva passare quel giorno a rilassarsi in casa. Si passò le mani leggermente sudate per l'ansia sui pantaloni e prese un profondo respiro. — Ci vediamo dopo, hyung. Credo che passerò a provare oggi pomeriggio, dato che domani è il grande giorno. —
— Va bene, ti aspetto. Buona fortuna. — Yoongi catturò le labbra di Jimin in un baciò quando il minore si sporse verso di lui, e gli diede una pacca sul fondoschiena mentre usciva dall'auto, riuscendo a vedere solo in parte il volto arrossato del grigio mentre si allontanava.
Mentre Min Yoongi si allontanava dalla via, pronto a mettersi a lavorare sul suo progetto allo studio, Park Jimin cercava di raccogliere tutto il suo coraggio e la sua calma per affrontare la situazione. Fece girare lentamente le chiavi nella toppa e quando sentì la serratura scattare, Jimin spinse la porta, entrando nell'abitazione, e richiudendola dietro di sé. Un vocio proveniente dalla TV accesa giunse alle sue orecchie, e Jimin avanzando verso il salotto, proprio come si aspettava, trovò Hoseok steso sul divano con una lattina di Sprite in mano a guardare un programma di cucina.
Il maggiore non sembrava nemmeno essersi accorto della porta che si apriva ma, quando Jimin lo chiamò flebilmente, voltò all'istante il capo verso di lui e la sua espressione rilassata si trasformò in una di sconforto.
Senza dire nulla, il maggiore voltò nuovamente il capo verso la TV, riprendendo - o anche facendo finta - a guardare il programma. Jimin sospirò, cosciente che chiarire non sarebbe stata una cosa semplice, ma si decise a farsi avanti. Doveva farlo, per il bene della sua amicizia con Hoseok e della sua "relazione" con Yoongi.
— Hoseok hyung? — lo chiamò il minore, raggiungendolo in salone e accendendo la luce.
— Cosa vuoi? — sbottò l'altro, abbassando il volume del televisore facendolo diventare solo un brusio di sottofondo alla loro imminente conversazione.
— Chiarire. — ammise in tutta onestà Jimin. Ed era vero; tutto ciò che voleva fare era porre fine a quella faida ridicola che lo contrapponeva a colui che per tanti anni era stato il suo più caro amico.
— Non c'è nulla da chiarire, ne abbiamo già parlato. —
— E invece no! È qui che ti sbagli. — Jimin si morse la lingua per trattenersi ed evitare di scaldare l'aria ancora prima del previsto.
— Sempre ad incolpare gli altri, vedo. — disse il rosso, sbuffando una risata infastidita prima di alzarsi e raggiungere il minore nel mezzo del salotto.
Jimin si limitò ad alzare gli occhi al cielo, — Per favore non rendere le cose più difficili di quanto non siano già. —
— Perché sei qui per chiarire? Perché ti ostini a voler sistemare le cose con me? —
— Perché eri il mio cazzo di migliore amico e, se non te ne fossi accorto, la nostra amicizia è andata a puttane mesi fa. — sbraitò Jimin non riuscendo più a trattenersi; era rosso in viso, le braccia prima alzate a voler enfatizzare il discorso gli ricaddero lungo i fianchi, con un tonfo non appena toccarono il suo corpo.
— Sei stato tu a renderla inesistente. Non ti sei più preoccupato di chiedermi come stessi, nonostante sapessi della malattia di mio padre. Non eri mai libero per passare un pomeriggio con me invece che con il tuo ragazzo. O forse non è ancora il tuo ragazzo? Già, sicuramente non lo è, perché gli interessa solo scoparti per bene, vero? — il sorrisetto beffardo che si aprì sul volto di Hoseok fece solo infuriare Jimin maggiormente.
— Smettila di parlare così di lui! Nemmeno lo conosci. E anche se fosse lì solo per portarmi a letto, qual è il tuo problema? Sei invidioso perché tu non hai nessuno? Oppure vuoi lui? Forse sei così disperato da volermi togliere l'unica persona che mi rende felice. —
— Continui a scaricare la colpa su di me per cose che non ho mai detto. Sono stufo di questa situazione, Jimin. — sbottò Hoseok, incrociando le braccia al petto, — Me ne vado. —
E nonostante Jimin avrebbe voluto gentilmente rispondergli "sí, a fanculo", lo riprese per un braccio quando si voltò per andarsene dal salone. — Tu non vai da nessuna parte. Come hai ben detto, questa situazione deve finire perché sta stressando entrambi. E per l'ennesima volta, sono qui per chiarire. Scusa se non sono stato presente come volevi, scusa se mi sono fatto prendere troppo dal ragazzo che mi piace trascurando il mio migliore amico e scusa per qualsiasi altra cosa io abbia fatto che possa averti ferito. Davvero, mi dispiace di non essere stato l'amico che volevi. Ma tu... Tu avresti potuto semplicemente dirmelo. Eravamo migliori amici, sei il mio coinquilino. Un giorno qualsiasi avresti potuto prendermi da parte e chiedermi che cazzo mi fosse preso. Ma invece non l'hai fatto, perché? —
Hoseok abbassò gli occhi, cercando di riordinare i suoi pensieri mentre sentiva in sottofondo il respiro affannato di Jimin in seguito a quella parlata senza sosta. — Perché non ho avuto il coraggio per farlo e... Dato che non mi resta che ammetterlo, la gelosia mi ha accecato. —
Jimin corrugò le sopracciglia, confuso dalle parole del maggiore, — Gelosia di cosa? Di che stai parlando? —
Hoseok lasciò uscire una risata amara, — Ma certo, nemmeno te ne sei accorto tanto eri preso da Yoongi. — Jimin lo fulminò con lo sguardo e il maggiore cercò di ricomporsi, mordendosi la lingua prima di dire altre cose fuori luogo. — Non ti sei mai accorto di come ti guardassi? Ti come volessi starti accanto ogni qual volta stavi male? Hai mai fatto caso al fatto che invece che salutarti con una semplice pacca amichevole sulla spalla, avrei voluto poggiare le mie labbra sulle tue? Insomma, non ti è mai stato chiaro che mi piaci? Che mi piaci come più di un amico, più di un coinquilino. — Hoseok si passò una mano fra i capelli, inumidendosi le labbra passandoci la lingua sopra prima di riportare lo sguardo affranto sul minore.
Quest'ultimo se ne stava in piedi, immobile, non sapendo cosa dire. — Jimin, ora capisci quanto possa essere stato difficile per me vederti iniziare una storia con Yoongi? Vederti uscire tutto agghindato per lui e tornare con le labbra gonfie per i baci piegate in un sorriso... Io non potevo farcela. Ecco perché ho creato questa muraglia di menefreghismo e arroganza attorno a me, perché volevo allontanarmi da te e dal male che, senza volerlo, mi stavi procurando. O meglio, che mi stavo procurando da solo. —
Quando, dopo infiniti secondi di silenzio, Jimin si decise a parlare, la sua voce uscì debole e roca, — Avresti potuto dirmelo prima. Ne avremmo parlato insieme e avremmo capito come gestire la situazione. Io... Non so, da quanto ti piaccio? Possibilmente ci sarebbe potuto essere qualcosa fra di noi se io ti avessi guardato sotto un'altra luce, ancora prima di conoscere Yoongi hyung. —
— Non me la sentivo di distruggere la tua felicità. Nonostante stessi male io, preferivo continuare a distruggere il mio stesso cuore piuttosto che arrecare danno al tuo e toglierti quel meraviglioso sorriso dal volto. — finalmente un sorriso sincero, seppur piccolo ed effimero, si fece spazio sul volto del ragazzo dai capelli rossi e l'altro non poté che ricambiarlo, anche se con una stretta al cuore.
Senza pensarci due volte, Jimin azzerò la distanza che li separava avvolgendo le braccia attorno al collo del suo amico, che portò le sue attorno ai suoi fianchi. — Ti perdono, hyung. — sussurrò flebilmente il minore, posando il capo sulla spalla dell'altro.
— Non devi farlo subito, Jimin. Capisco se sei ancora arrabbiato con me, ne hai tutte le ragioni. Mi sono comportato da stronzo. —
— Sí, decisamente, — ridacchiarono entrambi, — ma anch'io non sono stato da meno. Quindi scusa ancora per aver trascurato il nostro rapporto e ti perdono, ora. Ricominciamo d'accapo, torniamo ad essere Hoseok e Jimin di un tempo, che passano le serate dopo il lavoro e l'università ad oziare sul divano e a mangiare cibo spazzatura. —
— Ne sarei più che felice. — Hoseok finalmente regalò un sorriso genuino al minore, che si staccò dall'abbraccio così da poterlo guardare negli occhi. — Mi sei mancato. —
— Anche tu, hyung. — Jimin giocherellò con le sue dita, mentre veniva attraversato da tante emozioni contrastanti, ma al momento la sua mente riusciva a pensare solo ad una cosa che prevaleva sulle altre. — Mi sono iscritto a un provino alla BigHit e... In teoria, dovrei farlo domani. Non sono sicuro di entrare, ma se ti andrebbe, beh, potresti venire. — propose Jimin, le gote leggermente rosse. — Ci saranno anche gli altri. Anche Taehyung e Jungkook. —
Il sorriso di Hoseok si allargò ancora di più, le sue labbra che prendevano la forma di un cuore, — Puoi considerarmi parte del pubblico. — ed entrambi scoppiarono a ridere.
I due ragazzi, con i loro cuor ormai in pace ed i volti sereni e sorridenti, rimasero a parlare per un tempo che sembrò infinito, recuperando tutto quello che avevano perso in quelle settimane di litigio. Quando Jimin annunciò di dover andar via, intenzionato a fare un'ultima prova di danza e canto prima del giorno successivo, salutò il suo hyung e mentre usciva di casa, il suo cervello gli mandò un unico pensiero.
Yoongi aveva ragione: Hoseok hyung era veramente innamorato di lui.
n/a
quasi tremila parole, just saying.
è stato difficile scrivere questo capitolo perché faccio schifo a mettere drama nelle storie ed odio rendere hoseok una brutta persona, maaa dovevo farlo. spero vi sia comunque piaciuto leggerlo e credo che sia uno dei miei preferiti.
ci vediamo al provino di jimin, annyeong
-mic
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