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Casa Næsheim

21:21
Quando Isak aveva accettato di andare a quella cena con tutta la famiglia di Even, non sapeva cosa gli fosse passato esattamente per il cervello. Insomma un conto era essere andati a cena con solo la madre e il padre ma quella sera ci sarebbero stati anche zii, cugini, nonni e chi più ne ha più ne metta. In quel momento, davanti alla porta di casa Bech Naesheim, Isak aveva serie intenzioni di voltarsi dall'altra parte e scappare il più lontano possibile. L'unica cosa che lo tratteneva dal fuggire era la mano di Even intrecciata con la sua.

-Stai tranquillo, nessun membro della mia famiglia morde- disse Even per tranquillizzarlo -Almeno credo- aggiunse sollevando le sopracciglia.

-Oh grazie mille, mi aiuti molto così- ironizzò Isak sbuffando.

Even sorrise, strinse più forte la mano del suo ragazzo e bussò alla porta.

La madre del più grande, Rebekka, si presentò subito sull'uscio.

-Ciao caro come stai?- chiese la donna entusiasta, abbracciando Isak.

-Mamma santo cielo, se lo stringi un altro po' me lo sciupi del tutto-

Rebekka alzò gli occhi al cielo e sciolse l'abbraccio -Ecco- disse riferendosi a Isak -é tutto tuo-

Isak salutò la donna e seguì Even nel salone.

Il più piccolo si trovò davanti a un gruppo di persone che chiacchieravano animatamente tra di loro.

Even tossì, attirando l'attenzione dei presenti -Famiglia questo è Isak, Isak questa è la mia famiglia-

Isak cominciò ad assumere diverse gradazione di rosso mentre tutti i parenti del suo ragazzo si presentavano, uno dopo l'altro, a lui. Salutava tutti con una stretta di mano e un "Piacere di conoscerla".

Finito il giro di presentazioni, Even si avvicinò e gli sussurrò -E la parte difficile è andata, ora puoi ritornare a respirare.-

-Come comandi tu, Evy- gli disse Isak sorridendo.

Even lo guardò con sguardo sghembo prima di lasciargli un bacio sulla guancia.


Si erano seduti tutti quanti al grande tavolo al centro del salone e avevano passato una gradevole serata. Il cibo ottimo. Ma questo Isak lo aveva già appurato quando aveva mangiato la prima volta a casa Bech Naesheim. Ogni tanto i cugini di Even, William e Finn, li guardavano sorridendo e bisbigliando tra di loro, ma la mano del suo ragazzo era sempre sulla sua coscia per tranquillizzarlo.

Finita la cena, tutti si dilettarono in diverse attività. Chi puliva i piatti, chi chiacchierava davanti al caffè, chi guardava la televisione, chi giocava a freccette, chi a biliardino e chi si baciava in una stanza appartata.


Isak era stato molte, molte, volte nella camera di Even e ogni volta rimaneva affascinato da qualche altro disegno che compariva sull'armadio del ragazzo. Amava i disegni di Even, soprattutto quando li faceva per lui. Ma in quel momento, impegnato a baciare il più grande, non aveva minimamente prestato attenzione alle sue nuove opere.

Le mani di Isak erano aggrappate al giacchetta di Even, che intanto circondava con le mani i fianchi del suo ragazzo.

-Non mi piace la maglietta che indossi- disse il maggiore staccandosi dal bacio.

-Come fa a non piacerti se me l'hai regalata tu- chiese Isak perplesso.

Even lo guardò malizioso -Ti preferisco senza- disse l'attimo prima di togliergli la maglietta.

Isak sorrise -Si in effetti anche io ti preferisco senza-. E gli sfilò lentamente ciò che lo ricopriva.

Un tempo il più piccolo sarebbe morto dall'imbarazzo per una situazione del genere, ma oramai l'intimità tra di loro era diventato un qualcosa di naturale che vergognarsi era uno dei suoi ultimi pensieri.

Isak si stava abbassando per levare a Even anche i pantaloni, quando una piccola bambina fece il suo ingresso nella camera.

Even prese subito per un braccio isak, e lo fece rialzare.

-Even, Even, Even- disse la bambina correndo tra le braccia del ragazzo.

-Hey Grethe- disse il ragazzo abbracciando la ragazzina e guardando Isak con gli occhi spalancati.

Grethe si sedette in mezzo ai due ragazzi -Sai abbiamo ritardato un sacco perché c'era un sacco di traffico per strada e la gente continuava a non muoversi anche quando c'era il verde così pappa si è arrabbiato un sacco e ha cominciato a suonare il clacson a ripetizione e allora il tizio che era seduto nella macchina davanti la nostra è sceso e ha urlato qualcosa di brutto a pappa e pappa stava per scendere dalla macchina quando mamma lo ha fermato e gli ha detto di rimanere dentro la macchina e di ripartire perché intanto il semaforo era diventato verde e quindi adesso eccoci qua- finì la bambina tutto d'un fiato.

-Isak- disse il grande rivolgendosi al suo ragazzo -questa è la mia cuginetta Grethe. Ha sei anni e come hai potuto vedere non smette mai di parlare-

La bambina si girò verso il ragazzo in questione e gli strinse la mano -Piacere di fare la tua conoscenza- disse Isak

Grethe si alzò dal letto e li guardò -Perchè siete senza maglietta?-

Even , che fino a quel momento aveva sorriso, entrò nel panico -Sai... ecco fa caldo. Si avevamo caldo e quindi ci siamo tolti la maglietta-

-Ma è il tredici gennaio e fuori ci sono meno tre gradi- rispose la piccola innocentemente.

-Si ma vedi- si intromise Isak cercando di sistemare la situazione -Noi stavamo facendo un'attività che ci ha fatto sudare, è per questo che sentivamo caldo-

-Ah si- chiese la bambina con le sopracciglia alzate.

-Si- intervenne Even -vedi stavamo facendo..... mhhh degli... degli esercizi per mantenerci in forma- concluse, arrampicandosi sugli specchi e sperando che la conversazione si concludesse al più presto.

-Strano- esclamò la bambina.

-Perchè?!- chiesero Isak ed Even contemporaneamente, allarmati.

-Potrei avervi accidentalmente spiato dal buco della porta e ho visto che vi baciavate. Non sapevo che baciarsi aiuta a mantenersi in forma- disse lei innocentemente.

Isak si sdraiò completamente sul letto, portandosi sulla faccia il cuscino per coprire il viso completamente rosso dall'imbarazzo.

In quel momento, quando Even pensava che le cose non potessero andare peggio di così, entrò nella stanza anche la mamma della suddetta bambina.

-Ei Even volevo solo salutarti, tua madre mi ha detto che eri qui e..... oh- disse la donna, interrompendosi alla vista dei due ragazzi senza maglietta sul letto -O santo cielo scusate.... non volevo interrompere qualcosa-

-Zia non ti preoccupare non hai interrotto nulla- disse Even cercando di sembrare più realistico possibile, senza successo.

La donna prese per mano la figlia, volendola guidare fuori dalla stanza. Quando stavano per uscire dalla porta la bambina la spalancò per l'ultima volta urlando e attirando così l'attenzione di tutti i parenti nel salone -Ah e William mi ha detto di dirvi che dovete fare meno rumore mentre fate le vostre cose- e poi uscì definitivamente chiudendo la porta e lasciando nella stanza un Even e un Isak che avevano già pianificato dove scavare una buca per sotterrarsi dall'imbarazzo.


SLUTTEN (THE END)

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