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Capitolo nove. - "Incontri."

Camila mi sorrideva, era davvero bella.

Una persona per sbaglio mi diede una spinta, mi urlò di spostarmi. Non appena lo fulminai con lo sguardo, lui prese le distanza e si spostò altrove.

C'era troppa gente per i miei gusti, ma non appena vidi cosa offriva il palco, capii il perché fossero tutti lì. Camila si fermò, io mi sentii tirare verso di lei visto che le nostre mani erano ben strette. «Che succede?»

Lei non rispose, guardò come quelle strippers si muovevano e si strusciavano sui pali. Continuai a guardare il profilo concentrato di Camila. Non disse nulla, anzi, sembrò piena di rabbia.

«Che succede?» le chiesi di nuovo, lei mi lasciò la mano e se ne andò senza dire mezza parola.

Camila Cabello's P.O.V.

Ero piuttosto distrutta. Non ci potevo ancora credere che tra quelle cinque donne ci fosse anche lei, Dinah.

Dinah Jane facendo la stripper pur di guadagnare qualche dollaro? Ero schifata quanto sconvolta. Mi chiesi per quale motivo non mi avesse detto niente.

Un paio di mani mi toccarono le spalle, costringendomi a girarmi verso la persona che mi stava stringendo. «Lauren?»

«Che succede?» chiese. «È la terza volta che te lo chiedo... Sembra come se non ci fossi...» disse lei. «Ti ho vista guardare il palco, ma non sono riuscita ad individuare quale fosse il problema.»

La guardai, ero piuttosto assente. Scossi la testa e guardai di nuovo Lauren. «È che...» sospirai. «La mia migliore amica era lì sopra e io... Non sapevo niente.»

Lei corrugò le sopracciglia e mi guardò dritta negli occhi. «È questo il problema?»

«Poteva dirmelo in qualche modo. Non pensavo che facesse un lavoro così sporco.» sussurrai con le lacrime agli occhi che iniziarono ad uscire senza problemi.
«No, hey.» mormorò lei accarezzandomi le guance.

«È okay,» dissi io.
«No, non lo è.» sussurrò lei. «Oggi doveva essere la nostra serata, Camila.» mormorò. «Non voglio vederti così.»

Sospirai guardandola. «Scusami.»

«Non scusarti.» sorrise lei. «Vuoi andare a parlarle?»

«Va bene...»

👹👹👹

Erano le due del mattino, le ragazze avevano finito. Io mi avvicinai a vedere un po' in quella sala. Dinah era presente mentre abbracciava una ragazza. «Dinah.» provai a chiamarla e lei sembrò sentirmi.

Si girò e mi guardò stupita. «Camila?»

Io sospirai e Lauren poggiò una mano sulla mia schiena. Mi diede una leggera spinta e io mi avvicinai alla mia amica. «Che cazzo stai facendo?»

«Io? Niente. Lavoro.» disse lei guardandomi.

«Ci sono altri lavori presenti qui a Miami! Non capisco perché ti dovevi cercare proprio questo.» dissi fuori di me.
«Chi sei tu per dirmi che fare? Io ti credevo addirittura morta.»

Io socchiusi gli occhi. «Credevi male.» disse Lauren mettendosi vicino a me.
«E tu chi sei?»

«Io sono...»

«Lei è mia amica.» dissi io e negli occhi di Dinah vidi divertimento.
«Vedo che non riesci a resistere sulle persone dagli occhi verdi e capelli neri.» disse. «Hai sempre avuto questa fissa.»

«Credo che non ci sia nulla di male.» sussurrai e Lauren mi afferrò il braccio.
«Camila in questo momento sta bene, io ci sono per lei al tuo contrario.»

Dinah socchiuse gli occhi e mi guardò con rancore. «Bene.» disse solamente per poi abbandonarci.

Lauren sospirava, io la guardai e mi appoggiai a lei. «Mi dispiace.» sussurrai piangendo.
«Tranquilla. Non dispiacerti su ciò che non ti merita.»

Dinah Jane's P.O.V.

Pensavo che Camila fosse morta. Ne avevo perso completamente le tracce. Pensai che l'avessero rapita e portata via da tutti noi.

Invece era lì, con una ragazza di cui non sapevo nemmeno il suo nome. Una persona dai capelli neri e occhi verdi.

Lei stava con la sua persona ideale, la quale reputava amica. Ero davvero sconvolta, non sapevo come spiegarlo. Mi sentii veramente male a non averla capita in tempo.

La cosa che mi turbava era una.

Le voci dicevano che la persona che rapiva gli abitanti, aveva gli occhi verdi e capelli neri come la pece.

E se fosse lei, la persona che ha fatto scatenare l'inferno per anni?

Lauren Jauregui's P.O.V.

Stavo accarezzando i capelli di Camila, si era rilassata. «Stai bene?» le sussurrai mentre.

«Credo meglio...» mormorò e mi strinse forte.
«Stai tranquilla.» Camila affondò il viso nel mio petto. «Non preoccuparti per la tua amica.» dissi io. «Pensa a stare bene, adesso.»

«Non posso, sono scossa.» sussurrò Camila e io la strinsi ancora più forte.
«Piccola, sai che ci sono io, vero?»

«Lo so, Lauren, ma...»

Sospirai e io coccolai Camila per bene, facendola tranquillizzare completamente. Lei sorrise un po' e io le lasciai un bacio sulla fronte. «Niente ma.»

Io e lei caminammo un po' a zonzo, non avevamo una meta. Era davvero tardi e Camila rimaneva appoggiata a me con fare stanco. «Ho sonno.» sussurrò e io le strinsi il fianco.
«Si vede.» le lasciai un bacio sulla tempia.

Una volta arrivate a casa, Keana era impalata davanti alla porta. Quasi le diedi un colpo al viso. «Ciao.» dissi seria e Camila mi guardò.
«Laur... Andiamo?»

Dopo non aver detto nulla a Issartel, andammo in camera. Una volta chiusa la porta, mi spogliai. Camila non ebbe il coraggio. «Perché non ti spogli?»

Le guance della piccola si colorarono di rosso, abbassò lo sguardo imbarazzata. «Poi... Poi ho freddo.» sussurrò e io risi.
«Vieni, ti aiuto io.»

Camila si avvicinò a me, e io piano piano iniziai a spogliarla. La minore poggiò le mani sui miei fianchi. «Che fai?» sussurrai e lei mi abbracciò.
«Voglio solo tenerti stretta e dirti grazie per la serata di oggi.»

«Non ho fatto nulla di bello, sono stata solo di compagnia.»

«Avermi aiutata secondo te sarebbe ''non ho fatto nulla"?» mi guardò e io alzai semplicemente le spalle non sapendo cosa risponderle.
«Non lo so.»

«Sei così strana, non noti nemmeno i piccoli dettagli.» sussurrò lei e io negai con la testa.
«Non voglio notarli.»

Le misi il pigiama e in un attimo la sollevai e la portai sul letto. «Lauren.» lei attirò la mia attenzione, qualcosa mi stava dicendo che mi avrebbe chiesto qualcosa di serio.
«Dimmi.»

«Lauren, io morirò?»

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