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5

E mi ritrovo un'altra volta a scappare: è sempre la stessa storia.

-Isabella, vero?- sentii qualcuno parlarmi alle spalle.

Ero seduta ad un tavolino fuori il bar della città.
Mi voltai e vidi una ragazza dai capelli ondulati osservarmi, per poi sedersi difronte a me.

-E tu chi diavolo sei adesso?- ruggii, guardandola male.

-Solo una strega- disse chiamando il cameriere per farsi portare un tè.

-Io le streghe non le sopporto- dissi guardando altrove.

-Eppure lo sei anche tu-

-Per colpa di qualcun altro, non per mio volere- ruggii, mostrando le zanne.
Mi alzai di scatto ma venni fermata dalla strega.

-Presta attenzione a quello che sto per dirti: i suoi occhi sono come una calamita, sta attenta o potresti ferirti avvicinandoti a lui. Ritorna sulla retta via e tutto ritornerà come prima- disse prima di sparire nel nulla, insieme a una nube bianca.

-Ma che diavolo...- dissi guardandomi intorno.

Devo andarmene da questa città e subito anche.
Corsi velocemente al confine di New Orleans, vedendo davanti a me una lunga strada che portava chissà dove.

Appena cercai di varcare quella soglia, andai a sbattere contro qualcosa.

-Pensavi veramente di sfuggirmi? Dopo avermi infilzato con un paletto e aver spezzato il collo di mio fratello, pensavi di svignartela così?- quella voce presuntuosa e roca mi stava davvero facendo girare le palle.

Mi alzai da terra e mi voltai a guadare Nicklaus con le mani dietro la schiena, osservarmi compiaciuto.

-Anche io conosco delle streghe, Isabel. Ora, se non vuoi che ti porti con la forza, dobbiamo discutere del nostro patto, ricordi?- mi chiese sorridente, facendomi rabbrividire.

Il patto, cavolo!

Venni attirata ancora una volta dai suoi occhi gialli che tanto riuscivano a tirarmi verso di lui: così ero ancora una volta al quartier generale di casa Mikaelson.
Notai Kol e Kai, parlare seduti al divanetto nell'enorme spiazzo, irrigidendomi.

-Calma, tesoro. Lui è quello che ti sta confinando nella nostra città. Siediti e ascoltaci- disse Klaus indicandomi una poltrona. Storsi il naso e mi sedetti, vedendo fare lo stesso da Klaus e suo fratello Elijah.

-Il patto?- chiesi impaziente, a braccia conserte. Klaus sorrise, mentre a parlare fu Elijah.

-Nostra sorella Freya, deve restare via per un tempo indeterminato e abbiamo bisogno di una strega abbastanza potente- sentenziò Elijah, accennando un debole sorriso.

-Perché? Dei vampiri originali hanno paura di streghe, lupi e vampiri?- risi divertita, con un'alzata di spalle, pronta ad alzarmi e andare via ma Kai, con la mano mi inchiodò alla poltrona. Ringhiai guardandolo, riservandogli uno sguardo d'odio, ricambiato dal suo sorriso mozzafiato.

-Le minacce che incombono sulla nostra famiglia aumentano di giorno in giorno: diciamo solo che abbiamo più nemici che amici- disse sarcasticamente Kol, sorridendomi.

-Quindi voi siete i burattinai e io il burattino, giusto?- dissi guardando a turno i tre fratelli, che annuirono.

-Non poteva capitarmi di meglio- dissi con tono sarcastico, schioccando la lingua.

-In più dovrai convivere con noi e il tuo incubo- disse Klaus indicando anche Kai.

-MAI- ruggii mostrando le zanne, ringhiandogli contro.

-O questo o la morte, strega. Scegli tu- disse avvicinandosi pericolosamente a me, Klaus, mostrando le zanne e i suoi occhi gialli da ibrido.

-Preferisco la morta, sporco cane- dissi con sguardo pieno di rabbia. Klaus si allontanò e rise, battendo più volte le mani.

-Così voglio la mia strega: non si lascia intimidire da una sciocca minaccia. Bene! Kai lasciala e accompagnala alla sua camera- disse Klaus per poi sparire con Elijah e Kol, lasciandomi sola con Kai, il mio incubo.

Kai si avvicinò alla rampa di scale, guardandomi successivamente.

-Da questa parte- disse con un sorrisone.

Senza proferire parola lo seguii lungo le scale, attraversando poi un lungo corridoio e facendomi strada nella mia stanza.

-Hai fatto un patto con il diavolo- sentii dirmi alle spalle, appena mi sedetti poi sul bordo del letto, accavallando le gambe e osservando Kai, appoggiato allo stipite della porta in legno.

-Lo feci tempo fa e adesso è davanti a me il diavolo- dissi alludendo a lui. Sorrise compiaciuto.

-Sai, ricordo ancora il giorno in cui ti ho incontrata: eri una semplice umana, innocente e pura. Poi hai incontrato il diavolo, te ne sei innamorata follemente e ti sei macchiata le mani di sangue. Poi il diavolo ti ha cambiato, rendendoti immortale, in più strega. Dovresti essere devota a me, Isabella- ringhiai al sentire di nuovo il mio nome intero uscire dalle sue labbra carnose e perfette.

-Non sono più quella ragazzina da molto tempo ormai, Malachai- dissi.

Appena dissi il suo nome completo lo vidi chiudere gli occhi e quasi godere al suono del suo nome per intero uscire dalle mie labbra.

-Oh lo so bene, Isabella, ed è per questo che non ho mai smesso di amarti- disse con un sorriso terrorizzante sul volto per poi andarsene via.

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